ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 25 novembre 2015

I grembiulini e i telefonini

Lo sfogo del vescovo. La frase del monsignore, furioso contro Bergoglio

Lo sfogo del vescovo. La frase del monsignore, furioso contro Bergoglio



















Che Papa Francesco non stia riscuotendo grande popolarità tra le fila degli alti prelati, soprattutto italiani, è un fatto sempre più consolidato. E l'ultima conferma sembra arrivare dallo sfogo dell'arcivescovo di Ferrara,monsignor Luigi Negri, al quale avrebbero assistito alcuni testimoni oculari durante un viaggio a bordo di un Frecciarossa partito da Roma Termini e riportato dal Fatto quotidiano. Nel corso del viaggio, Negri avrebbe detto: "Speriamo che con Bergoglio la Madonna faccia il miracolo come aveva fatto con l'altro".
Il giornale di Travaglio vede subito un allusione al peggio, interpretando le parole del vescovo con riferimento alla tragica fine di papa Luciani. Eppure il buonsenso farebbe pensare più a un riferimento al dimissionario Benedetto XVI. Che Negri non rientri nelle simpatie della redazione del Fatto è presto spiegato, a cominciare dal ruolo di rilievo all'interno di Comunione e Liberazione dopo essere stato allievo di don Giussani. Senza trascurare poi la contestazione del vescovo ai magistrati che avevano incriminato Silvio Berlusconi nel caso Ruby.
Lo sfogo - Secondo la ricostruzione del Fatto, monsignor Negri sarebbe stato furioso con Papa Francesco dopo le due recenti nomime a Bologna e Palermo: "Posso diventare Papa anch'io. È uno scandalo. Incredibile, sono senza parole. Non ho mai visto nulla di simile". Accanto a Negri ci sarebbe stato un giovane prete che lo assisteva filtrando le chiamate. . Il Fatto sostiene di aver provato a contattare l'arcivescovo di Ferrara, senza riuscire a ricevere un chiarimento sulle parole sentite dai testimoni sul treno. Unica conferma finora è arrivata dal suo portavoce, donb Massimo Manservigi, che avrebbe confermato la presenza di monsignor Negri su quel treno.


La macchina del fango e della persecuzione contro Mons.Negri

Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani Dott. Stefano Bisi si è rivolto sul Quotidiano di Ferrara il 17 novembre scorso all'Arcivescovo di Ferrara  con uno scritto,che pubblichiamo per intero, nel quale suggerisce al Prelato di avere "una maggiore concentrazione sull’attività pastorale da parte di tutti per aiutare l’azione vigorosa e riformatrice di Papa Francesco". 
Una settimana dopo la pubblicazione di questo autorevole intervento, le cronache nazionali si occupano oggi dello stesso Prelato a seguito di un articolo comparso su un quotidiano nazionale di cui non vale neppure la pena soffermarci tanto è basso il livello contenuto. 
Fango, fango e solo fango contro un fedele servitore della Chiesa! 
Preghiamo incessantemente la Madonna, Madre della Chiesa, affinchè protegga i Consacrati dagli attacchi dei figli delle tenebre. 
***
Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia invia alla Nuova Ferrara una lettera a Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Abate di Pomposa in risposta alle recentissime dichiarazioni dell’alto prelato sulla stampa. 
Di seguito il testo pubblicato dal quotidiano ferrarese. 
Le sue ultime considerazioni apparse sul settimanale Panorama e riportate dalla Nuova Ferrara in cui Ella con dogmatica ed indissolubile certezza, con alta e incrollabile infallibilità si scaglia per l’ennesima volta contro la Massoneria mondiale in generale additandola come la prima dei tre mali che affliggono la Civiltà, e poi manifestando il pericolo della minacciosa presenza di ben 4 logge nella città di cui Ella è il pastore, anche se non mi giungono del tutto nuove, mi addolorano fortemente e provocano una grande tristezza e dispiacere in me e nelle migliaia di fratelli che fanno parte dell’Istituzione che ho l’onore e l’orgoglio di guidare da 18 mesi. 
Sarebbe molto facile replicare facendo ricorso alle grandi e gravi problematiche che in questo momento attraversano ed agitano Santa Romana Chiesa e che necessiterebbero una maggiore concentrazione sull’attività pastorale da parte di tutti per aiutare l’azione vigorosa e riformatrice di Papa Francesco. 
Ma non tocca a me fare il vescovo o indicare alla Chiesa la strada della Chiesa. 
Ci rammarica e ci dispiace semmai che Lei non abbia la minima tolleranza, al contrario del nostro plurisecolare Ordine e dei suoi sublimi principi, nei confronti della Libera Muratoria. 
È un dato di fatto provato da tanti episodi che, purtroppo, nel passato e non certo per colpa del Grande Oriente d’Italia che è aperto al dialogo con tutte le confessioni religiose e non e con tutte le istituzioni, l’hanno portata spesso a delle riflessioni ingenerose, pretestuose, preconcette e del tutto gratuite nei nostri confronti. 
La profonda e reiterata radice e cultura antimassonica Vostra Eccellenza l’ha manifestata già dai tempi della guida della Diocesi di San Marino-Montefeltro, quando con il suo messaggio da Pennabilli nell’agosto del 2010 si scagliò contro “AlchimiaAlchimie” che si tiene a San Leo ogni estate. Ebbene ricordo alcune parole molto esplicative delle sua idea sulla Massoneria. “…Guido una Chiesa particolare – scrisse – che ha avuto in San Leo la sede della Diocesi dal ‘300 d.C. fino al 1600; la cultura e la civiltà che sono nate dall’esperienza di questa Chiesa sono un fatto di straordinaria importanza anche all’inizio di questo terzo millennio. 
Abbiamo la responsabilità di portare avanti questa tradizione perché è una tradizione che ha sempre saputo coniugare l’amore a Dio con l’amore alla libertà degli uomini e della società. 
Non altrettanto si può dire di quelle culture di carattere massonico, razionalista, totalitario che invece, certamente, non hanno dato un contributo positivo all’evoluzione di questa nostra società…”. 
E, ancora più esplicita fu la frase in cui disse che “la Chiesa a firma del cardinale Ratzinger del 26 novembre 1983”. 
La nostra colpa ai suoi occhi, carissimo monsignore, è quella d’indossare un grembiulino. 
Per fortuna, per tanti di noi e per tanta parte della Società, non si tratta di una colpa o del male, bensì di un grande dono, che indossando quel grembiulino ci fa perseguire alti ideali come la difesa del Libero pensiero e della Laicità. 
Lei che ci vede dappertutto come il Diavolo, sempre su Panorama stavolta ci ha accostati addirittura al terrorismo fondamentalista di matrice islamica che ha appena compiuto la tremenda strage di Parigi, con la morte di oltre cento persone innocenti. 
Credo che sia sinceramente e, se mi permette, davvero troppo. 
E che nella triste fase in cui viviamo bisogna stare molto attenti alle parole che vengono pronunciate. Siamo iniziati e come tali tolleranti ma restiamo sconcertati dal fatto che un uomo di Chiesa del suo rango arrivi a dire parole così dure, ingiuste e sbagliate nei confronti dei Massoni. 
Ci sembra di essere tornati indietro nel tempo. Alle Crociate di cui Ella è un convinto assertore, all’inquisizione, sino alla messa al bando del massone, un vero e proprio pericolo per la società che corre ben altri reali pericoli. Noi non lanciamo sfide e non siamo contro la Chiesa. 
La nostra cultura è da sempre una ed una sola: quella del dialogo. Non abbiamo le sue reverendissime certezze di vescovo che si eleva sopra tutto e tutti nel giudicare e nel bandire con l’indice: “Fuori i massoni dal Tempio!”. 
Sua Santità Papa Francesco qualche tempo fa dichiarò con tutta la grande umiltà e la grande forza pastorale del suo magistero: “Chi sono io per giudicare?”. 
Lei, invece, non ha il minimo dubbio nel giudicare gli altri e pronunciare sentenze ex cathedra. 
Noi liberi muratori pensiamo che sacerdote o no, ogni uomo nell’applicare qualsiasi regola, anche la più legittima e rigorosa, come nell’affermare delle riflessioni nei confronti degli altri, debba farsi un serio esame di coscienza e prendere a volte decisioni anche forti e lontane da posizioni pregiudiziali, e deve farlo con coraggio e buon senso. Sono queste scelte che avvicinano uomini, fedi, opinioni e sensibilità diverse, nella fratellanza terrena, e che permettono di procedere insieme, pur con percorsi non eguali, nella meravigliosa esperienza che è la Vita. Per questo Le rivolgo con umana fraternità un caloroso invito: incontriamoci, parliamoci, confrontiamoci serenamente e liberamente, e chissà se alla fine non possano essere abbattuti quei muri che al momento da parte Sua sembrano essere stati solennemente edificati e che la Massoneria non merita. Stefano Bisi Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani La lettera del Gran Maestro Bisi su La Nuova Ferrara del 17 novembre 2015 

1 commento:

  1. Sempre a sparlar di Crociate e inquisizione, questi benefattori della Vandea e della Spagna, questi ghigliottinatori, questi trepuntini che stanno tutto il dì a pensare filantropicamente al bene dell'Umanità, che ovviamente col biascicante Orgoglio dalla Fine del Mondo vanno a nozze...

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.