ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 18 dicembre 2015

La grazia dello Spirito Santo non conosce indugi

Feria VI Quattuor Temporum in Adventu
Ad Matutinum
Lettura 1
Lettura del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 1:39-47
In quell'occasione: Maria si alzò, e andò in fretta in una regione montuosa, in una città di Giuda; ed entrò in casa di Zaccaria, e salutò Elisabetta. Eccetera.

Omelia di sant'Ambrogio Vescovo
Libro 2 al cap. 1 di Luca, dopo il principio.
È giusto che chi vuol esser creduto cominci a provare che egli è degno di fede. Ond'è che l’ Angelo, nell'annunziare alla Vergine Maria il gran mistero, le dice, per convincerla, che una donna sterile e anziana è divenuta madre: per mostrarle così che a Dio è possibile tutto ciò che gli piace. Appena Maria ebbe ciò udito, non già che non credesse all'oracolo, 0 dubitasse del nunzio, o che esitasse intorno all'esempio, ma lieta per il compimento dei voti (della cugina), Volendo compiere un pio dovere, si diresse in fretta . e festante verso una regione montuosa. Già piena di Dio, dove se non verso regioni più alte doveva muoversi in fretta? La grazia dello Spirito Santo non conosce indugi (in ciò che ispira).
Lettura 2
Imparate voi pure, o sante donne, con quale sollecitudine dovete assistere le vostre congiunte prossime ad essere madri. Maria, che prima viveva sola nell'interno della sua casa, ora non il pudore di vergine la trattiene più dal comparire in pubblico, non l'asprezza dei monti arresta il suo zelo, non la lunghezza del viaggio la scoraggia dal rendere il suo servizio. La Vergine, lasciata la sua casa, si diresse in fretta verso una regione montuosa, preoccupata la Vergine del suo dovere, senza pensare alle difficoltà, ascoltando la (sua) carità piuttosto che la debolezza del (suo) sesso. Imparate, o vergini, a non gironzolare per le case altrui, a non fermarvi nelle piazze, a non prender parte a nessun trattenimento pubblico. Maria, lenta a uscir di casa, sollecita quand'è fuori, restò tre mesi con sua cugina.
Lettura 3
Avete appreso, o vergini, il pudore di Maria: apprendetene ora l'umiltà. Una parente va dalla parente, la più giovane alla più anziana: né va soltanto, ma è la prima a salutare. Poiché conviene che una vergine, quanto più casta, tanto più sia umile. Che sappia essere deferente verso gli anziani. Che chi fa professione di castità, insegni l'umiltà. (Il suo viaggio) è anche un effetto della sua pietà, è una norma per nostra istruzione. È da rilevare infatti qui, che è il superiore che va all'inferiore, perché l'inferiore sia soccorso: Maria ad Elisabetta, Cristo a Giovanni.
http://divinumofficium.com/cgi-bin/horas/officium.pl

2° Antifona: "O Adonai"


http://www.scuolaecclesiamater.org/2015/12/2-antifona-o-adonai.html
Immacolata 
Tutti noi siamo peccatori, nasciamo con l’inclinazione al peccato. Anzi: fin dal primo istante del nostro concepimento ci sviluppiamo nell’inquinamento che il primo peccato dei nostri progenitori ha provocato nel patrimonio genetico della razza umana. Maria, invece, unica fra tutte le creature umane, fu del tutto immune dalla tabe del peccato originale. Questo significa, prima di tutto, il dogma dell’Immacolata Concezione. La vergine Maria, però, apparendo a Lourdes, suggerì alla nostra fede un’altra dimensione di questa verità. Richiesta, infatti, di manifestare precisamente la sua identità, la Vergine, con un’espressione di adorante gratitudine, rispose: «Io sono l’Immacolata Concezione». Essa, dunque, non è semplicemente l’unica creatura immune, fin dal momento del suo umano concepimento, da qualsivoglia peccato, ma è addirittura, Lei in persona, il concepimento ideale e puro della creatura umana, il prototipo di ciò che l’uomo avrebbe dovuto essere, tutto aperto e disponibile, adorante ed obbediente verso Dio. Davanti ad una meravigliosa opera d’arte noi sostiamo e ci domandiamo: quale sarà stata la concezione dell’artista? Davanti a Maria questa domanda otterrebbe la seguente risposta: in Essa brilla la concezione perfetta, quella senza alcuna macchia, ossia senza alcuna mancanza o difetto o disordine, in Essa risplende – senza attenuazioni – il fulgore della concezione divina dell’uomo, Essa è la misura originaria dell’uomo mai decaduto. Questo è Maria. Tale affermazione è d’incomparabile importanza per tutta l’umanità. Essa, infatti, proclama, con l’assoluta categoricità della fede, che l’umanità non è tutta inquinata, che l’umanità, lungi dall’essere sconfitta, è – per grazia di Dio – vittoriosa. L’Immacolata Concezione è luminosa bandiera della dignità umana grande all’infinito. E difatti l’iconografia cattolica ha raffigurato Maria dominatrice di tutto l’universo materiale: rivestita di sole, la luna le sta sotto i piedi e le stelle (12 stelle, ossia la totalità delle stelle) sono la sua corona. Grande all’infinito, soprattutto, perché la potenza del male, raffigurata dal dragone, è schiacciata proprio da Lei, che pertanto non trova più barriera, ostacolo nel suo sguardo verso il Cielo, ossia verso la luce infinita di Dio. Perciò è giusto che a Lei i credenti guardino con speranza ed è logico che proprio verso di Lei si accaniscono le bestemmie di chi è convinto che l’uomo è soltanto spregevole schiavo.
Umile ed alta 
Nelle due settimane che corrono dal Natale all’Epifania, la Madonna appare come protagonista della liturgia cattolica. È Lei, la Vergine intemerata, che mirabilmente partorisce, sicché può avvolger Lei, nelle fasce amorevolmente preparate, il suo santo Bambino; e Lei in persona può deporre il pargolo nella mangiatoia. È Lei, la Madre, che vien presentata in divino e regale splendore il giorno di Capodanno, quasi scaturigine del tempo sacro, dell’evo divino; è ancora Lei, la sedes sapientiae, che offre il Bambino alla rappresentanza adorante della sapienza pagana. Ripenso ad uno dei tanti libri del grande esegeta Francesco Spadafora, un libro dedicato a Maria Santissima nella Sacra Scrittura, nel quale l’insigne studioso trova splendido fondamento biblico alle verità dell’Immacolata Concezione, dell’Assunzione e della Regalità della Vergine Madre che è «termine fisso d’eterno consiglio». Questo libro molto impegnativo, alla fine, con gran rilievo di titolo, riporta la pagina più bella che, secondo Spadafora, sia mai stata scritta sulla Vergine Santa. Spadafora non qualifica così una pagina propria. Ne è autore invece Vito Fornari, celeberrimo estensore d’una sublime vita di Gesù. Umilmente Spadafora mette sul candelabro una pagina altrui centrata proprio sull’umiltà. Anch’io mi contento di sottoporvela senza commenti: «L’umiltà è divina virtù, e in istretto senso è divina solamente, perché Dio soltanto si può in stretto senso abbassare, comunicando con le creature. Ed in verità ogni comunicazione di Dio con le creature, ed in ogni dono che Egli fa loro, è un suo atto d’umiltà. Se dunque solo Iddio si umilia propriamente, le creature che hanno umiltà hanno del divino in loro. Le creature capaci di virtù, hanno la virtù dell’umiltà se accettano e rifanno l’atto dell’umiltà divina col quale Dio si comunica a loro. Con un medesimo atto esercitano e ricevono divinità. E se in una creatura non vi è macchia di superbia, ma perfetta umiltà, ella è una creatura divina, perché tutto quello che è in lei, è divinità. Così è; una creatura, una persona creata è divina, se ella ha umiltà perfetta. E per questa ragione, per la sua perfetta umiltà, fu divina Maria. Mentre l’uomo corrotto si attribuiva per superbia una mentita divinità, proprio con l’umiltà fu donata verace divinità a Maria. Il dono mette l’infinito tra Maria e Chi la rese così divina; ma è tal dono, che mette anche l’infinito, o quasi, tra Lei e tutte le cose che sono state fatte... E difatti atto di umiltà provoca dono divino, che produce più intenso atto d’umiltà, che provoca maggior dono, che produce umiltà maggiore, e così di seguito in infinito. L’umiltà fu anima dell’anima di Maria, e fu esercizio di tutta la vita, e causa della sua grandezza unica nel creato... Umiltà, inoltre, è capacità dell’anima, non vuoto; è infatti prodotta dal medesimo atto con cui Dio si versa in un’anima. E così Maria divenne capace dell’infinito Verbo, per un’umiltà infinita». Vito Fornari conclude: «Le prime due settimane degli anni di Maria rassomigliano a quelle circa due ore di alba che nella stagione più bella precedono al giorno. È un chiarore, ad oriente, la luce bianca purissima, un chiarore che cresce di mano in mano, e piglia nuovi colori, più vivaci ma sempre così dolci, che piace all’occhio ed innamora l’anima, finché non s’apra e non mostri seco il sole, il sole che l’ha prodotto e finora si è mostrato in esso. Così il Verbo si mostrò in Maria e da Maria operò nel resto delle creature». * da “Tu sei la Donna!”, Sacra Fraternitas Aurigarum, Roma 2015
http://www.presenzadivina.it/numeri2015.html

1 commento:

  1. Come è possibile essere tristi e sconsolati avendo come Mamma Maria Santissima ? Che gioia , che bellezza, che sospiro di Cielo. Evviva Maria!!!!!!!!! jane

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