ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 23 dicembre 2015

La nostra Patria fu cristiana

Venite Adoremus






Tra i tanti divieti di quest'anno c'è stato anche quello di non cantarel'Adeste Fideles. E' in latino e bisogna che il latino sparisca dalla cultura. Sia in chiesa  che a scuola, che al di fuori.  Di questo, dimenticai di scrivere nel  precedente post "Nessuna deroga sui simboli". Ecco perché ho ovviato con questo titolo, tratto dal famoso canto,  prima di prendere commiato da voi.


L 'Adorazione dei Pastori è un evento della vita di Gesù descritto nel Vangelo di Luca: al momento della sua nascita a Betlemme alcuni pastori vengono avvertiti dell'avvenimento da un angelo e si recano ad adorare il neonato.
Ci sono tante "adorazioni dei pastori" nella nostra Storia dell'Arte e in quella di altri paesi europei:  l'Adorazione del Mantegna, del Correggio, di Reni,  del Tiziano, del Caravaggio, di Rubens, di El Greco. Io ho scelto questa di Guido Reni (in alto), un pittore che adoro, per le luci radenti che illuminano dal basso verso l'alto.  È la sostanziale ambiguità della sua poetica sospesa fra classicismo e verismo,  ad aver fatto oscillare l'apprezzamento della sua opera nel corso del tempo. Forse non venne capito da quelli del suo tempo, ma in compenso fu esaltato dai contemporanei per l'armonia raggiunta nel coniugare il classicismo raffaellesco alle esigenze di verità poste da Caravaggio - esigenze naturalistiche già sentite dal Reni fin dal tempo della sua frequentazione dei Carracci,  e depurate dagli eccessi in nome del decoro e della ricerca del Bello Ideale.

La cultura cristiana è soprattutto iconografica. I  grandi pittori ebbero spesso per committenti papi e cardinali; ma è fuori dubbio che la Bellezza e la perfezione stilistica può essere raggiunta, non solo mediante approfondita ricerca della tecnica pittorica, ma soprattutto per mezzo di  quell' "innamoramento del Creato" che è tipico della cultura cristiana.
Poi vennero le scuole pittoriche sulla dissoluzione della figura umana (per il cristiano, a immagine e somiglianza di Dio) e si elaborarono quelle forme degenerative dell'arte  e quella dissolvenza della figura che, a partire dal XX secolo ci perseguitano fino ai nostri giorni (si pensi, ad esempio,  agli attuali  obbrobri di un Cattelan). 

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I presepi  sono rappresentazioni artistico-figurative della nascita di Gesù nella mangiatoia di una stalla a Betlemme, ispirati alla narrazione popolare e ai dipinti. Comunemente il "Padre del presepio" viene considerato San Francesco d'Assisi,  poiché nel  Natale del 1223 fece il primo presepio in un bosco. Allora, Papa Onorio III, gli permise di uscire dal convento di Greggio, così egli eresse una mangiatoia all'interno di una caverna in un bosco, vi portò un asino ed un bue viventi, ma senza la Sacra Famiglia. Poi tenne la sua famosa predica di Natale davanti ad una grande folla di persone, rendendo accessibile e comprensibile la lieta novella della  Natività a tutti coloro che non sapevano leggere.


Un periodo fiorente di presepi fu l'età del Barocco. Quest'anno ho potuto constatare che i divieti, i veti e i relativismi vari nei confronti dei nostri simboli religiosi hanno, per sana reazione, favorito l'espansione dei presepi, un po' dappertutto. E se non si sono fatti in tutte le chiese, in compenso  si sono moltiplicati per iniziativa della gente comune,  in case, giardini, ville, corti e cortili, androni e perfino vetrine di botteghe, segno tangibile che le tradizioni sono dure a morire. 

E' questo, un Natale che cade in un momento particolarmente difficile della nostra vita, di cui ho già ampiamente dato conto nei precedenti pezzi. E non è l'unico, visti i Natali precedenti di questi ultimi anni.
Non so cos'altro aggiungere per non cadere nella retorica, se non il fatto che dovremo essere chiamati ancora a sopportare prove durissime.  Del resto, ne abbiamo già passate tante! Pertanto, prendiamo fiato, confortiamoci in questi giorni con gli  affetti semplici dei nostri familiari, con la convivialità ritrovata tra amici. Un ringraziamento speciale per tutti voi che mi avete seguito.

E che sia Buon Natale per tutti i lettori e frequentatori  di questo blog.

Consiglio per l'ascolto,  questa splendida versione di Adeste Fideles: 



Pubblicato da 
http://sauraplesio.blogspot.it/2015/12/venite-adoremus.html

Il Natale di Gesù tra stranieri in patria

La nostra Patria fu cristiana: adesso, però, molti italiani sono privi non solo della fede, ma anche della cultura cristiana. Gli stranieri non cristiani stanziatisi tra noi sarebbero una piccola minoranza, ma sommati ai cristiani in oblio delle loro radici diventano così numerosi da indurre a un complesso d’inferiorità i cristiani, che appannano deliberatamente la loro identità religiosa e culturale, al punto che sono talvolta i non cristiani ad esortare gli italiani cristiani a mostrare quel che sono, pensano e credono.
L’occasione del Natale di Gesù darebbe la possibilità minima di sottolineare:
  1. il germoglio palestinese di Jesse, originariamente non ebreo, che, divenuto olivo ebraico, ha ricevuto l’innesto dell’olivastro “romano”: questa è la prima ragione storica del Natale della fratellanza umana;
  2. i doni che si scambiano gli uomini sono il riflesso dei doni che gli uomini si scambiano con Dio (che dona in Gesù se stesso);
  3. le luci che brillano a Natale celebrano la luce che splendé la notte del Natale di Gesù e che illumina ancor oggi il destino degli uomini figli di Dio, fratelli di Gesù.
La Fraternitas Aurigarum
http://www.fraternitasaurigarum.it/wordpress/?p=914

Mogavero e Cirinnà, ovvero le affinità elettive

L’ideologia genera mostri  perché si fonda  su premesse arbitrarie,  e le sostiene con falsi argomenti. Così in una impalcatura di  menzogna viene inghiottita la ragione… e si può anche reinventare l’idea di “famiglia”

di Patrizia Fermani
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L’ideologia genera mostri  perché si fonda  su premesse arbitrarie,  e le sostiene con falsi argomenti. Così in una impalcatura di  menzogna viene inghiottita la ragione.
L’ideologia omosessualista che attacca la società da ogni lato usa metodi ereditati dalle proprie matrici culturali, ma anche tecniche persuasive  autonome  offerte  dalla crisi  della politica, del diritto e della religione.  Se la premessa è che l’omosessualità sia una variante normale della sessualità,  e rappresenta  un lato fisiologico della società, e un  fenomeno inserito armonicamente  nei disegni della natura,  il rapporto erotico tra persone dello stesso sesso deve assumere la sostanza morale del rapporto coniugale sul quale si regge l’avvicendarsi delle generazioni,  nel quale gli antichi avevano visto l’esempio più evidente e significativo della legge naturale.
Su quelle premesse è stata dunque reinventata la idea di “famiglia”.  Se la generazione degli esseri  umani è naturalmente preclusa  alle persone  dello stesso sesso anche qualora  con buona volontà imitino il rapporto coniugale,  le tecniche diaboliche della fabbricazione dell’uomo in laboratorio  compiono il miracolo di mettere a loro disposizione dei prodotti  umani  che potranno essere chiamati “figli” perché gli uomini da piccoli sono bambini e i bambini  non possono non esigere di essere “figli”.
Così la rappresentazione mimetica di una “famiglia” formata dalla  falsa “coppia genitoriale” e dai falsi “figli” prodotti in laboratorio, non può che aspirare a ricevere la propria falsa certificazione dallo Stato che dovrebbe imporre questo modello con la forza delle leggi alla immaginazione collettiva.  Dovrebbe cioè  spezzare, con un sopruso di  inaudita violenza,  l’unica certezza che, nel suicidio culturale dell’occidente,  può consentire a chiunque di sentirsi inserito in quella catena cosmica delle generazioni, tra passato e futuro,  che è capace di trattenerlo sull’abisso del nulla.
Abbiamo visto come gli allegri ed evoluti discendenti  dell’eterno comunismo,  che sono i messianici costruttori e adoratori  del Mondo Nuovo,  e della Dea Terra, offrano al popolo attraverso il pensiero forte  dalle senatrici Cirinnà e Fedeli (clicca qui), gli argomenti per sostenere il progetto di creazione di una  nuova società fondata sulla nuova  “famiglia” :  1) le “coppie” omosessuali ci sono, quindi devono essere consacrate come istituto giuridico. 2) i “figli” possono essere fabbricati in toto, o a metà, attraverso la  via  ora escogitata  della adozione  del figlio naturale o procurato  del partner.  Quindi  abbiamo “famiglie” a tutti gli effetti. Manca solo la legge che ne consacri l’alto valore morale, ed è indifferente che  queste “formazioni sociali” ex articolo 2 della Costituzione,  si chiamino  “matrimonio”  o “unione  civile”.  È la sostanza quella che conta, ci dicono questi nuovi benpensanti,  e la sostanza è che per dare  forte colorazione etica nonché  giustificazione giuridica alla nuova “famiglia” basta la presenza di “bambini”, cioè di quelli che sono  obbligati ad essere anche “figli” per definizione politica.
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Che  il verificarsi di un fenomeno non sia  propriamente una ragione per dare ad esso tutela giuridica,  come non lo è l’esistenza dell’omicidio, della  rapina, del  sequestro di persona,  della guida in stato di ebrezza,  sfugge del tutto alle  signore della politica e del progresso, e ai loro accoliti di larghe vedute.  Come  sfugge  che il criterio per valutare ciò che è eticamente rilevante dovrebbe essere quello del bene e del male,  mentre  il diritto dovrebbe tutelare interessi di valore oggettivo generale.  Ma tutti costoro,  a chi insistesse  per richiamarli  al buon senso,  risponderebbero  come ha risposto  accorata,  perché mossa da evidenti fortissime motivazioni morali,  Valeria Fedeli: “ Basta con le discussioni,  curiamoci dei bambini”.   Il che tradotto in termini meno sintetici, vuol dire:  vi abbiamo preparato la pietanza calda con tutti gli ingredienti imprescindibili dei sentimenti imprescindibili,  che nessuno può avere l’ardire di rinnegare,  abbiamo messo l’amore,  quello che mette insieme Marx e Cristo, passando per  Bergoglio.  Parliamo di bambini,  e coi bambini  non si scherza. Li baciava Stalin, li baciava Mao, li ha hanno baciati  tutti i papi dopo Roncalli, e i bambini sono sempre gli stessi,  chiunque li baci. Rimangono piccoli,  non cresceranno  mai per potersi  rammaricare di essere senza madre o senza padre per decisione di partito. I bambini sono del partito e dello stato che li deve educare.  Lo ha detto anche Michela Marzano.
Ma ora il partito democratico, che ha puntato tutti i propri averi sulla “famiglia” omosessuale,  ha il conforto della nuova chiesa cattolica, aggiornata, sensibile al nuovo che avanza e alla forza dei fatti, perché la dottrina cristiana, come il cielo, può attendere.  Dunque ai fatti di Slovenia,  Avvenire ha reagito compostamente, non si è abbandonato a sgangherati moti di giubilo. Ha portato freddamente la notizia, anche perché allarmarsi?,  in fondo una rondine non fa primavera.
Invece sul tema  con il vigore morale proprio dell’uomo,  è intervenuto il famoso Monsignor  Mogavero,  così vicino agli insegnamenti  neo cattolici  vaticani,  che  ha sposato commosso tutto il pensiero di Cirinnà e Fedeli: le “unioni omosessuali” s’hanno da consacrare perché ci sono, ha detto,  come ci sono i bambini, comunque prodotti,  ergo la famiglia c’è.  La discussione si deve chiudere qui come vuole la Fedeli.
Del resto la nuova religione del libro costituzionale esige sacerdoti teologicamente formati,  sull’esempio del vescovo di Palermo,  moralmente forti e capaci di appoggiare  con coraggio quello che viene prodotto  dall’entourage  di governo, proprio come ha fatto la diocesi di Padova “improvvisamente l’estate scorsa”.
“I comunisti non hanno nessun rispetto della vita umana”,  diceva il generale americano con tic paranoici che stava per sganciare l’”Ordigno fine di mondo” ideato dal Dottor Stranamore, nell’omonimo film di Stanley Kubrick,  indimenticabile parodia di una  guerra fredda ora sinistramente rediviva.  Ma forse la battuta torna ancora utile e potrebbe attagliarsi anche ai sacerdoti della nuova religione che con la ideologia degli epigoni del comunismo trovano tanta corrispondenza di amorosi sensi, per quelle che possiamo  chiamare  senza  fallo, le “affinità elettive”.
http://www.riscossacristiana.it/mogavero-e-cirinna-ovvero-le-affinita-elettive-di-patrizia-fermani/

1 commento:

  1. Lauda del Natale " Cantiam di quello amor divino, Iesu Cristo piccolino.Or quellera amor rosato, veder Cristo, amor beato, picciolino fantin nato,aulente fior di gersonzino.Si fu alto amor e caro, che i re magi l' aroraro; con reverenzia i presentaro encenso e mirra e auro fino . Grande umiltade pensare che volse l' angel andare alli pastori annunziare che è nato Cristo mammulino. La mangiatoia fu il suo letto,l'asin e i bue ebbe n' sul petto, ben ebbe 'l mondo in dispetto fin ched è picciolino . jane auguri di cuore a tutti.

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