ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 25 dicembre 2015

Tot Pontifices, tot Natales?

Ecco perché a Roma non è un Natale qualsiasi

Nell'anno del Giubileo la presenza di due papi, di due commissari, la minaccia dell'Isis e l'ombra di Vatileaks che incombe su San Pietro rendono questo Natale molto speciale
Due Papi, due commissari e un Giubileo. In un clima di instabilità per il Comune e per il Vaticano, investito dal caso Vatileaks 2, Roma festeggia il Natale con la minaccia incombente di un attacco terroristico da parte dell’Isis.Una minaccia che ha spaventato per primi i turisti che, dopo gli attentati di Parigi, hanno disdetto il loro arrivo nella Capitale per partecipare l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, alla cerimonia d’apertura della Porta Santa celebrata da Papa Francesco.


Solo 50 mila fedeli erano presenti in piazza San Pietro e nei giorni successivi gli arrivi non sono incrementati come si sperava. "Fino al 13 novembre le cose andavano discretamente bene, da allora in poi però c'è stata un'inversione di tendenza con parecchie cancellazioni ma soprattutto la mancanza di nuove prenotazioni. Il saldo del mese dunque non è sicuramente positivo" ha spiegato Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma. Secondo l’associazione di categoria c’è stata una brusca inversione di tendenza con un calo del 6% di presenze che aumenta fino a -20% se si considerano soltanto i giorni del ponte dell’Immacolata. Un calo inevitabile sebbene il ministro dell’Interno Angelino Alfano abbia più volte precisato che Roma, nell’anno giubilare, sarà ampiamente presidiata con un aumento dei presidi fissi ma non verrà militarizzata. "Ci sono 24 mila unità tra Roma e provincia: - ha spiegato il ministro - 24mila persone in divisa presidiano la città e la periferia. Abbiamo deciso di utilizzare 1.000 uomini nelle forze armate; 700 sono già in arrivo, altri 300 arriveranno successivamente. Questi vanno ad aggiungersi ai 1226 militari già in dotazione alla città per Strade sicure". I coraggiosi che hanno deciso di partire nonostante tutto, però, sono ottimisti, come spiega una turista dello Zimbawe: “Noi cristiani non abbiamo paura perché crediamo che Dio proteggerà la festività. Qualora dovesse succedere qualcosa poco importa perché tanto torneremo tutti dal padre”. Ma ancora più significativa è la testimonianza di una francese che, sfidando la paura, è venuta a San Pietro per pregare anche per i musulmani a cui domanda: “perché quelli che non sono terroristi non fanno nulla contro il terrorismo come fa la Francia e l’Italia?”. Tra i turisti italiani, invece, prevale il fatalismo: “Vengo da un’esperienza all’estero fatta a Londra. Se qualcosa di brutto deve capitare, capita in qualsiasi posto”, spiega un ragazzo di Verbania.
Il Natale a Roma non si esaurisce a San Pietro ma il Giubileo ha influito non poco sulle vicende amministrative capitoline. Nonostante lo scetticismo di molti e la contrarietà di alcuni che hanno persino costituito un movimento No Giubileo, l’Anno Santo è iniziato. “Roma non è pronta” è la loro tesi che, a giudicare dalle apparenze, non sarebbe neanche tanto campata per aria. La raccolta dei rifiuti da parte della municipalizzata Ama è stata intensificata solo nei giorni dei grandi eventi e solo in prossimità delle basiliche ma nei vari quartieri, anche limitrofi a San Pietro, permane un vero e proprio schifo. La città è ancora ostaggio dei vari cantieri aperti proprio in occasione dell’Anno Santo ma il commissario Francesco Paolo Tronca ha assicurato che entro fine gennaio saranno tutti chiusi. Intanto imperversa la polemica per come vengono fatti i lavori e su Change.org è iniziata una petizione per chiedere all’Unesco, al presidente Matteo Renzi e al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini “di intervenire immediatamente contro lo scempio che sta vandalizzando il Centro Storico della Capitale, via dei Fori Imperiali, la zona attorno al Vaticano, della Stazione Termini, via Nazionale, dove la pavimentazione storica è stata o sta per essere sostituita con colate di asfalto”. Pare, inoltre, quasi impossibile che i lavori si concludano entro gennaio perché il Campidoglio, su indicazione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, ha dovuto fermare nella fase preliminare ben 13 dei 31 cantieri per presunte irregolarità tant’è vero che si sta pensando di sostituire le imprese vincitrici con le seconde o terze classificate.
In compenso questo Natale, senza Marino in Campidoglio, Roma si è risparmiata le luminarie color arcobaleno in via del Corso. Sta diventando di moda, invece, proiettare sui monumenti storici della Capitale immagini natalizie anche se Papa Bergoglio è stato fortemente criticato dai cattolici tradizionalisti per aver dato troppo spazio alle rappresentazioni della natura e degli animali. Sulla scalinata di Trinità dei Monti, invece, il 12 dicembre è partito “Natale in Giubilo - Luci della Natività nell’Arte”, un’iniziativa promossa da Confcommercio Roma e dalla sua Federazione Centro di Roma, che prevede la proiezioni di 24 capolavori pittorici di Roma dedicati al Natale. A piazza Navona, invece, il tradizionale mercatino della befana è stato al centro delle polemiche perché il commissario Tronca ha dovuto annullare il bando di assegnazione degli stand che anche quest’anno aveva visto i Tredicine, la famiglia monopolista delle bancarelle a Roma che ha un suo esponente coinvolto nell’inchiesta Mafia Capitale, vincere 24 posteggi su 55. Ora al suo posto nascerà un mini lunapark e molti stand saranno dedicati alle Onlus benefiche. E così, tra gli strascichi di Mafia Capitale, un Giubileo inatteso e l’incessante paura dell’Isis, la Città Eterna avrà ospitato anche questo strano Natale.
 - Ven, 25/12/2015 
http://www.ilgiornale.it/news/life/ecco-perch-roma-questo-non-natale-qualsiasi-1204698.html

Per i cristiani è il Natale della paura

I cristiani nel mirino degli estremisti islamici. Dall’Indonesia al Pakistan, dal Bangladesh alle Filippine
Tra luoghi di culto presidiati e massima allerta, i cristiani nel mondo si preparano al Natale. Oltre che in Siria, Irak e diversi Paesi africani, la paura è altissima anche in Indonesia, Pakistan, Bangladesh, Filippine e Vietnam.

Massima allerta in Indonesia
In vista delle festività natalizie le autorità indonesiane hanno annunciato la massima allerta per possibili attentati terroristici. La paura di attacchi imminenti di matrice islamica è arrivata dopo che la squadra anti-terrorismo dell’Indonesia ha arrestato nove jihadisti. Secondo la polizia, i sospettati - alcuni dei quali rientrati dalla Siria e dall’Irak - stavano pianificando azioni terroristiche nel Paese. Nel mirino ci sono i cristiani e gli sciiti. “I gruppi terroristici che sono attivi in Indonesia, sono legati a vario titolo con le milizie dello Stato Islamico”, ha spiegato Badrodin Haiti, capo della polizia indonesiana dopo gli arresti. Jemaah Islamiyah, un’organizzazione panasiatica fondata nei primi anni novanta e attiva nel territorio, è già responsabile di sanguinosi attentati a Bali e Giacarta. Il presidente Joko Widodo ha emanato un’ordinanza di massima allerta che sarà valida per tutta la durata delle festività e ha fatto aumentare le misure di sicurezza. Soprattutto nelle vicinanze delle chiese.
Natale blindato in Pakistan
Quello dei fedeli cristiani in Pakistan sarà un Natale blindato. Soprattutto per gli abitanti del quartiere di Youhanabad a Lahore, la seconda città del Paese. Secondo le autorità locali i terroristi legati ai talebani vorrebbero colpire i luoghi di culto, già oggetto di brutali violenze. Soprattutto durante il periodo delle feste natalizie. Nel 2013 un centinaio di estremisti si sono accaniti contro i fedeli all’uscita della messa di Natale. Sempre nel 2013 due kamikaze si sono fatti esplodere davanti ad una chiesa protestante a Peshawar, causando cento vittime. Nel marzo scorso un attentato nel sobborgo di Youhanabad ha causato la morte di oltre venti persone e numerosi feriti. Le autorità hanno aumentato le misure di sicurezza in tutta l’area abitata dalla comunità cristiana.
Aumenta la paura in Bangladesh
Negli ultimi mesi sono stati diversi gli attacchi armati contro i cattolici. L’ultimo, in ordine di tempo, è accaduto il 10 dicembre a Dacca, quando due fratelli sono stati feriti in modo grave da un gruppo di assalitori armati. La loro colpa? Essere cattolici. L’attacco armato che ha colpito i due fratelli è molto simile a quello avvenuto nella città di Dinajpur - a circa trecento chilometri a nord di Dacca - lo scorso 18 novembre a Piero Parolari, il missionario italiano del Pontificio istituto missioni estere (Pime). Aggressione rivendicata dai tagliagole dello Stato Islamico. Nonostante il governo del Paese si è sempre rifiutato di ammettere la presenza di terroristi legati all’Isis, sempre gli uomini del Califfo hanno rivendicato anche l’uccisione di Cesare Tavella, il cooperante italiano freddato a colpi di pistola nella zona diplomatica di Dacca lo scorso 28 settembre. Nelle ultime settimane, stando a quanto riferisce Asia News, diversi cristiani sono stati minacciati di morte con una serie di lettere e messaggi.
Il pericolo dei gruppi terroristici nelle Filippine
Nel sud del Paese ci sono diverse formazioni radicali islamiche che sostengono il Califfo. La più grande ed attiva è Abu Sayyaf, ma le sigle sono tantissime. Nel 2010 nell’isola meridionale di Jolo, una bomba è stata fatta esplodere sul tetto di una chiesa. Nell’ottobre scorso l’ex missionario Rolando del Torchio è stato rapito. E non è il solo. Negli ultimi anni l’estremismo islamico ha fatto presa e sono stati sequestrati diversi religiosi cristiani.
In Vietnam i cristiani continuano ad essere perseguitati
La Chiesa in Vietnam è una delle più perseguitate in Asia. Ma questa volta la colpa non è dell’estremismo islamico. Ancora oggi molti cattolici subiscono espropri di terreni ed edifici. Molti sono ancora imprigionati e la libertà di culto continua ad essere limitata dal governo comunista. La conferma di una situazione ancora ostile ci arriva anche dal recente rapporto “Perseguitati e dimenticati”, fatto della fondazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus”, che segnala la critica situazione della comunità cattolica nel Paese.
 Ven, 25/12/2015 

4 commenti:

  1. Nella ricorrenza del Santo Natale di NSGC desidero far pervenire a voi amministratori di questo sito, a tutti i vostri collaboratori, ed a tutti i cari amici del blog i miei più sinceri e fervidi auguri di BUONE E SANTE FESTIVITA’ NATALIZIE
    Cordialmente,

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    1. Grazie, a nome di tutti.
      Un sincero Santo Natale anche a Te e i tuoi cari.
      Che il Signore ci protegga e santifichi!

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  2. Buon Natale. Scrivo solo ora perché non avevo con me il telefono.

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    1. Grazie, di cuore anche a Te e i tuoi cari.
      Che le Sue benedizioni, ci proteggano e ci aiutino nel cammino che ci attende.

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