ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 18 febbraio 2016

Sursum corda?

http://www.pandoratv.it/?p=6293
Cirinnà, il Papa e la gente.
Non c’è dubbio su ciò che il Papa pensa sulla famiglia, e le altre eventuali unioni. Ne ha parlato chiaramente alla Rota Romana, una settimana prima del Family Day: “Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”. E secondo la maggioranza dei sondaggi la gente, in Italia è d'accordo, ed è contro il DDL Cirinnà. 







Non c’è dubbio su ciò che il Papa pensi sulla famiglia, e le altre eventuali unioni. Ne ha parlato chiaramente alla Rota Romana, una settimana prima del Family Day: “Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”.  

Poi c’è stata la dichiarazione congiunta, firmata con il patriarca russo Kirill: “La famiglia si fonda sul matrimonio, atto libero e fedele di amore di un uomo e di una donna. È l’amore che sigilla la loro unione ed insegna loro ad accogliersi reciprocamente come dono. Il matrimonio è una scuola di amore e di fedeltà. Ci rammarichiamo che altre forme di convivenza siano ormai poste allo stesso livello di questa unione, mentre il concetto di paternità e di maternità come vocazione particolare dell’uomo e della donna nel matrimonio, santificato dalla tradizione biblica, viene estromesso dalla coscienza pubblica”. 
Infine, in Chiapas due giorni fa: “Oggi vediamo e viviamo su diversi fronti come la famiglia venga indebolita e messa in discussione. Come si crede che essa sia un modello ormai superato e incapace di trovare posto all’interno delle nostre società che, sotto il pretesto della modernità, sempre più favoriscono un sistema basato sul modello dell’isolamento. E si insinuano nelle nostre società – che si dicono società libere, democratiche, sovrane – si insinuano colonizzazioni ideologiche che le distruggono, e finiamo per essere colonie di ideologie distruttrici della famiglia, del nucleo della famiglia, che è la base di ogni sana società”. 
Insomma, direi che tre prese di posizione come queste, nel giro di tre settimane, siano sufficienti per chiunque si dichiari cattolico a capire che cosa pensa il Papa; oltre naturalmente, a quello che è il magistero passato della Chiesa. E di conseguenza, se ci sono cattolici che – senza fare crociate, per carità, Dio non voglia – decidono nel loro Paese di scendere in piazza per dire no a una legge che giudicano sbagliata, per motivi umani oltre che religiosi, possono dire di non agire contro il Papa. Anche se magari al Papa sta antipatico, per ragioni personali e caratteriali, qualche vescovo che li appoggia. 

Ma a quanto pare il Papa, e quei cattolici, non sono soli. Anzi.  Pro Vita ha compiuto una rassegna di sondaggi compiuti da giornali e trasmissioni televisive; giornali e trasmissioni praticamente tutti orientati, in maniera plateale, a favore del DDL Cirinnà, come ha messo bene in evidenza Galli Della Loggia.  

Pro Vita ricorda, a questo proposito, “il caso – tra i tanti – della trasmissione televisiva “Virus” in onda su Rai2, in cui, dopo un primo sondaggio sulle unioni civili era emerso l’esorbitante risultato del 79,8% di contrari… Ebbene, dopo questo, non è stata più condotta o mostrata alcuna rilevazione sul tema”. 
Il sito continua così: “I numeri della rete, per altro verso, sono imponenti. Riguardano, infatti, decine di migliaia di votanti – quindi un campione statistico non indifferente nella sua globalità – suddivisi in ben 20 sondaggi che da diverse settimane si trovano on-line su testate di ogni tipo, di rilevanza nazionale o regionale, del nord e del sud, di destra e di sinistra, più o meno vicine al mondo LGBT, più o meno vicine alla Chiesa.  

 Stando alla data di oggi 16 febbraio 2016 (giorno in cui al Senato è iniziata la votazione sul ddl Cirinnà), si assiste alla preponderanza della contrarietà alle adozioni gay in un sondaggio de “La Stampa” in cui i “No” raggiungono ben il 59%; su “OggiTreviso” il 58% dei votanti si è dichiarato favorevole al matrimonio tradizionale tra uomo e donna; su “La Gazzetta di Parma” il 60% dei votanti ha espresso la propria contrarietà rispetto alle adozioni gay; un simile risultato si registra su “Libero” con il 61%; “Foggiatoday” conteggia un 66% di contrarietà alle unioni civili. “L’Adige” rivela che il 53% dei suoi lettori sono contrari alle unioni civili, mentre “Gonews” rileva il 60% di pareri contrari sia alle unioni civili che alla stepchild adoption".  

 "I risultati più imponenti giungono dal 61% di voti contrari alla maternità surrogata registrato da “Il Corriere della Sera“; dal 66% e dal 68% di “No” totalizzati da “Sondaggi.fanpage” rispettivamente per le adozioni gay e le unioni fra persone del medesimo sesso; soprattutto e ben più di tutti quelli fin qui esaminati, il risultato più inaspettato e più sbalorditivo è quello consacrato dal 63% di contrari alle unioni civili riportato tra i lettori di una testata che dovrebbe essere più vicina alle unioni civili di tante altre, cioè da “Il Fatto Quotidiano“. Infine, non si può non segnalare il sondaggio del noto “Studiocataldi.it“, sito giuridico specialistico frequentato da professionisti del diritto, il quale riesce a registrare ben 80% di voti contrari al DDL Cirinnà. Dissenso che, provenendo dal mondo degli operatori del diritto, assume un peso specifico maggiore rispetto a tutti gli altri, indicando i dubbi di carattere strettamente giuridico che serpeggiano proprio tra gli addetti ai lavori”.  
Non c’è da stupirsi, allora, se formazioni politiche con il naso fino abbiano compiuto passi apparentemente sorprendenti….  
MARCO TOSATTI



http://www.lastampa.it/2016/02/18/blogs/san-pietro-e-dintorni/cirinn-il-papa-e-la-gente-WGgCHj3Pb2nCuvN2piua2H/pagina.html

In alto i cuori La Cirinnà ora rischia il ko
18-02-2016
Monica Cirinnà e Ivan Scalfarotto
Sul merito del ddl Cirinnà La Nuova Bussola Quotidiana è stata sempre chiara: la legge è inaccettabile in toto e va ritirata. In questo senso siamo in sintonia con il Family Day.  Chi dice: no all’adozione, sì alle unioni civili, si illude e inganna. Ammettiamo che venisse stralciata la stepchild adoption, quali conseguenze ci sarebbero? La prima è che il tema verrebbe rinviato a una revisione della legge sull’adozione che, con questa cultura alle spalle, il Parlamento aprirebbe alle unioni omosexi. 
La seconda è che, comunque, il giorno dopo, verrebbe approvata lo stesso l’adozione per le unioni civili omosessuali per costrizione europea, ossia per la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che già lo ha detto: fate voi sulle unioni civili, ma se le approvate poi deve scattare l’adozione. Il problema è ora capire se, dopo il colpo di scena del Movimento 5 Stelle e il rinvio dell’esame della Cirinnà al Senato al 24 febbraio, la possibilità di un ritiro della Cirinnà abbia acquisito qualche motivo politico in più, oppure il massimo che ci si possa aspettare è lo stralcio dell’adozione che non risolverebbe niente. Credo che il nuovo quadro politico dopo la “svolta” dei Grillini possa indurre a qualche (prudente) speranza.
C’è un primo dato di fatto: la rottura dell’asse tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle. Si potrebbe dire che non si tratta di una rottura politica in senso stretto, dato che i Grillini si sono ritirati per motivi procedurali e non sostanziali: nel merito essi avrebbero votato la legge. Non è una rottura politica, è vero, ma non c’era nemmeno un’alleanza politica. Era un’alleanza a obiettivo, l’obiettivo non è stato raggiunto e, nel percorso, i due alleati hanno perso fiducia reciprocamente. Non sarà una rottura politica vera e propria, ma un percorso è stato interrotto e le cose non si ricuciscono così facilmente quando di mezzo c’è la dignità, questa sì politica, di un partito. Di questo si è trattato, infatti, dato che il Pd ha forzato la mano e ha preteso l’assenso dei Grillini al Canguro anche dopo che la Lega aveva ritirato gli emendamenti ostruzionisti. Era come chiedere fedeltà cieca e prona.
Da notare, poi, che i centristi hanno con l’occasione ripreso quota e ora potrebbero alzare il prezzo politico nei confronti del Partito democratico. La sicurezza dell’appoggio dei 5 Stelle permetteva al Pd di guardare dall’alto in basso sia Alfano sia i transfughi di Area. Ora un po’ meno. Si sa che il coraggio uno non può darselo da sé se non ce l’ha ed è probabile che Alfano non oserà granché. Come ha dichiarato Schifani, costoro si limiteranno a pretendere lo stralcio della stepchild adoption. Però potrebbe fare la voce anche più grossa e intanto Renzi non è più tanto sicuro e chi traballa non ragiona più con lucidità. con i Grillini, infastidito dall’opposizione interna, con i centristi meno proni, Renzi può fare qualche passo falso, come per esempio cedere alla tentazione di fare direttamente lui da mediatore.
Ho già ricordato che nel Pd c’è una consistente opposizione parlamentare interna. Solitamente viene fatta coincidere con i cosiddetti “catto-dem”, ossia i cattolici del Pd, ma è più ampia. La loro insistenza sullo stralcio è dovuta solo in minima parte alla loro “cattolicità”. Era piuttosto una occasione per mettere in difficoltà il segretario plenipotenziario e capo del governo. Nell’impossibilità – per il momento – di attaccare Renzi direttamente si servono oggi del disegno di legge Cirinnà come domani si serviranno del referendum costituzionale. Se Renzi continua a trasformare tutto in un plebiscito personale qualche volta ci rimetterà le penne.
Del resto egli ha impegnato troppo il governo su questo disegno di legge. Avrebbe potuto guardare le cose più alla lontana e, invece, ne ha fatto l’occasione per uno strapotere parlamentare, che i Grillini e non solo loro ora hanno contestato. E la contestazione a Re Matteo aumenterà. In questo senso la “svolta” dei 5 Stelle ha un significato politico di ampia portata. Significa l’indisponibilità a essere proni al segretario del Partito della Nazione, inteso non al modo di Veltroni, ossia come conquista progressiva di una egemonia sociale e politica, ma al modo di Renzi, ossia come assemblamento di spezzoni di Parlamento, indifferentemente dalla società civile.
A proposito della società civile. I sondaggi continuano a dire che gli italiani sono contrari alla Cirinnà. Queste considerazioni avranno anche un significato politico. Come lo ha senz’altro il dato di fatto che i partecipanti al Family Day hanno un impatto numerico nella società cinque volte superiore. Tra poco ci sarà il turno di elezioni amministrative e il “ci ricorderemo” del Circo Massimo avrà un certo impatto.  Una settimana è politicamente lunga. L’arroganza non sempre vince. La cosa da fare è tenere alta la pressione. I giochi non sono ancora fatti.
 di Stefano Fontana 
Unioni civili, tutto rinviato di una settimana
di Riccardo Cascioli17-02-2016
Senato

Aggiornamento ore 13:L'esame in Senato del ddl Cirinnà slitta al 24 febbraio. Lo ha deciso stamattina la conferenza dei capigruppo, convocati dal presidente del Senato Pietro Grasso su richiesta del capogruppo Pd Luigi Zanda, dopo le vicende della giornata di ieri che hanno visto bloccare il "super-canguro" ad opera del Movimento 5 Stelle. In questa settimana che separa dal nuovo affronto del Cirinnà il Pd tenterà ovviamente di trovare un accordo, magari con il Ncd. Torna d'attualità la possibilità che venga stralciato l'articolo sulla stepchild adoption, ma la senatrice cattodem Rosa Maria Di Giorgi non esclude la possibilità che si ricominci dalla Commissione, passaggio che era stato saltato provocando il ricorso alla Corte Costituzionale di una cinquantina di senatori.

Alla fine il canguro è andato di traverso al Pd e ieri sera in Senato la votazione sugli emendamenti al ddl Cirinnà sulle unioni civili è stata sospesa, al termine di una giornata convulsa.
Il tema del giorno era quello degli emendamenti, con il tentativo di trovare in extremis un accordo tra Pd da una parte, Lega e Ncd dall’altra. Sul piatto della bilancia ci sono da una parte gli oltre 5mila emendamenti presentati (in massima parte dalla Lega) e dall’altra il maxi emendamento Marcucci (Pd), detto anche super-canguro, che taglierebbe fuori tutti gli altri emendamenti. Il canguro è infatti un emendamento che riprende i contenuti principali della proposta di legge e, se approvato, renderebbe improponibili automaticamente tutti gli altri emendamenti di segno contrario. 
Il Pd, determinato ad approvare il Cirinnà in tempi rapidi, vuole saltare gli emendamenti della Lega, ritenuti una forma di ostruzionismo. La Lega chiede in cambio il ritiro del “canguro” per consentire un reale dibattito in aula. Ma la fiducia tra le parti è tale che l’accordo non si trova e nel pomeriggio inizia la seduta in Aula che pare già segnata. Ma accadono due fatti che cambiano i, corso degli eventi.
All’inizio della seduta pomeridiana la Lega annuncia il ritiro “unilaterale” di 4500 emendamenti: una sfida lanciata al Pd, per costringerlo a ritirare il canguro. E tra le fila del partito di maggioranza si alza la tensione, perché i cattolici del partito sono contrari al canguro e si scontrano con il resto del partito. Alla fine il Pd decide di andare avanti ma il malumore dei cattodem è evidente. Senonché accade il secondo fatto decisivo: i grillini annunciano il voto contrario al canguro, e a quel punto il Pd è con le spalle al muro, non ci sono i voti per farlo passare. Momenti di panico, sono le 19 e interviene Sel chiedendo la sospensione dei lavori. Dure le reazioni del Pd nei confronti dei grillini, ma per il Movimento 5 Stelle più che la voglia matta di fare un dispetto a Renzi può aver contato la necessità di essere coerenti, visti i precedenti in cui hanno fatto fuoco e fiamme quando la maggioranza di governo ha presentato in passato altri “canguri”. La seduta riprende dunque oggi e forse anche la notte sarà stata usata per trovare una soluzione.
A questo punto la situazione si presenta incerta. Ufficialmente il Pd non ritira il canguro, ma una votazione in queste condizioni si risolverebbe in una brutta sconfitta. E a quel punto si aprirebbe la discussione sui circa 500 emendamenti rimasti in vita. Non è però escluso che le ore di ripensamento tra la notte e il mattino non producano qualche altro colpo di scena. Data la situazione, è ancora più irritante la strategia del Ncd di Angiolino Alfano, che ora avrebbe un’occasione chiarissima per far finire il ddl Cirinnà sul binario morto, come la piazza del Family Day invoca, e invece è lì preoccupato soprattutto di mantenere in vita il governo. E per il ddl chiede soltanto lo stralcio dell’adozione del figliastro.
Resta una considerazione: l’accanita determinazione con cui il Pd (e Renzi) e la lobby Lgbt vogliono portare a casa il risultato di una legge sulle unioni civili, sta mettendo in evidenza la deriva totalitaria che stiamo vivendo: per ottenere il fine ogni mezzo sembra valere, soprattutto tappare la bocca a chi si oppone. 
In Parlamento si è calpestata la Costituzione pur di arrivare velocemente all’obiettivo e, scandalosamente, il presidente del Senato è giocatore protagonista in questa contesa, permettendo le necessarie violazioni del regolamento. 
Fuori del Parlamento, fioccano le intimidazioni nei confronti delle voci libere: ne sono prova gli attacchi hacker al nostro sito come ad altri che più hanno sostenuto il Family Day, e negli ultimi giorni il sistematico attacco a Radio Maria culminato con il caso di presunte violenze falsamento montato dalle Iene (Italia 1). In un servizio hanno accusato i volontari di Radio Maria di averli picchiati davanti alla sede dell’emittente nel tentativo di intervistare padre Livio Fanzaga. In realtà le telecamere di Radio Maria hanno filmato tutta la scena mostrando chiaramente che non c’è stata alcuna aggressione né alcuno è stato picchiato (il filmato si può vedere sul sito della radio), c’è stato soltanto il respingimento di un tentativo di irruzione in locali privati. Un caso inventato, di una gravità inaudita, ma per cui – siamo certi – non ci sarà alcun intervento da parte di nessuna autorità né ordine professionale. Nessuno osa neanche lontanamente contraddire l’intollerante lobby Lgbt.

Se il senatore Lo Giudice non può allattare, la colpa non è di Bagnasco

Francesco Agnoli17 febbraio 2016
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Parlando della madre surrogata cui lui e il suo compagno sono ricorsi, a pagamento, per fare un bambino, il senatore del PD Segio Lo Giudice, cofirmatario del ddl Cirinnà, ha fatto cenno al fatto che quel bambino è stato subito separato dalla madre e allattato artificialmente, e non al seno.
Forse al lettore medio, a Ramazzotti ed Arisa, così come a molti deputati e senatori “colti e progressivi”, di allattamento frega niente. Però, visto che stanno scrivendo una legge che vuole cambiare la storia dell’umanità, la biologia, la genetica e alcune altre cosette, informarsi sarebbe utile.
Anche sul latte dall’aspetto un po’ schifosino che sgorga dal seno materno, con proprietà e qualità diverse nell’arco della stessa giornata (perchè la Natura sa fare alcune cosette di cui magari su Repubblica e sugli altri media impegnati, non si sono accorti). Eppure tutta
la letteratura scientifica e divulgativa sull’argomento, consiglia caldamente l’allattamento, al punto che esso viene favorito e incentivato in ogni modo, prima nei corsi pre-parto, poi all’ospedale. E perchè?
Semplicemente per due motivi, uno di tipo fisico, biologico, e uno di tipo spirituale.
Il latte materno, infatti, è il nutrimento più ricco e migliore per il bambino, e contiene non solo i nutrienti necessari per la sua crescita, ma anche anticorpi, ormoni materni, e sostanze in genere che fortificano il sistema immunitario; inoltre l’allattamento è un momento di contatto anche piscologico tra il bambino e la madre che prosegue, in altro modo, quello più forte e totalizzante presente in precedenza, durante la gravidanza.
Il bambino che esce dal grembo materno, infatti, vive una separazione brusca (ma necessaria), che oggi è resa sempre più breve e indolore, perchè invece di tenere il bambino in una culla, lontano dalla puerpera, come si faceva in passato, egli viene subito appoggiato sul petto materno: infatti riconosce odore, battito del cuore ecc. della madre, e questo lo rasserena e lo rassicura. Così il bambino, nel momento in cui ciuccia il latte dal seno materno, prova un duplice piacere: perchè oltre a mangiare e nutrirsi al meglio, sta ancora con la sua mamma e viene da lei introdotto, gradualmente, nel mondo.
Vediamo cosa è scritto in un depliant del Ministero della Salute: “Allattare al seno è prima di tutto un gesto d’amore. E’ il modo più naturale per continuare quel rapporto speciale e unico che si è creato tra te e tuo figlio durante la gravidanza. E’ un momento ricco di emozioni, che crea un legame intenso, aiutando te e il tuo piccolo a conoscervi e a crescere. Il tuo latte è il migliore alimento per il tuo bambino: lo nutre in modo completo e lo protegge da molte malattie e infezioni… Il latte materno è pratico, semplice, in una parola perfetto” (http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_250_allegato.pdf).
Ecco, la senatrice Cirinnà non si adiri, ma prendersi cura dei gatti, cosa che rivendica sempre, non è lo stesso che prendersi cura di un figlio (e sapere di cosa egli abbisogna); il senatore Lo Giudice non si arrabbi neppure lui, non c’è nulla di personale: però, se non ha l’utero, nè il latte, non è colpa dell’omofobia. Se ha dovuto comperare l’ovulo di una donna, affittare l’utero di un’altra, e impedire al futuro bambino persino l’allattamento, tutto ciò è avvenuto non per causa del cardinal Bagnasco, nè della retriva Chiesa cattolica, ma della antichissima signora di nome Natura.
E Lo Giudice sa bene come la Natura funziona: per questo ha voluto allattare il figlio artificialmente. Ma la Natura è scritta dentro, non la possiamo cancellare: quel bambino, un giorno, vorrà indietro sua madre. E inizierà una grande sofferenza, non solo per lui, ma anche per il senatore Lo Giudice, perchè i figli sono “nostri” fino ad un certo punto. Molto presto ci chiedono spiegazioni. E l’essere padre si rivela chiaramente non un piacere o un diritto, ma una responsabilità e un servizio. Il figlio, oltre che una persona, un dono, che non si compera. pubblicato su Libero
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2016/02/se-il-senatore-lo-giudice-non-puo-allattare-la-colpa-non-e-di-bagnasco/#more-134310

Chi guiderà il popolo dal Family Day?

(di Tommaso Scandroglio) L’eredità del Circo Massimo pare che non abbia successori. Viene infatti da domandarsi: chi potrà guidare in futuro il popolo del Family Day? Chi sarà capace di instradare quel potenziale in una lotta costante e orientata in modo ortodosso alla tutela della famiglia, dell’educazione, della libertà religiosa e della vita? I possibili candidati sulla carta sono i seguenti.
I politici. È di piena evidenza che ad oggi non esiste forza politica che sui principi non negoziabili ieri o oggi non abbia mercanteggiato, chi più chi meno, in cerca del conveniente e non del bene oggettivo della persona e della collettività. Con sano realismo e molto dispiacere bisogna ammettere che la politica su temi come aborto, divorzio, fecondazione artificiale e omosessualità è persona diffidata dal buon senso, se non nemico da cui guardarsi e con cui trattare solo a suon di minacce elettorali, l’unica arma a disposizione del signor Rossi. Alcuni politici hanno dato sicuramente prova di buone intenzioni e a volte di altrettante buone strategie, ma per guidare il popolo della vita e della famiglia non bastano due o tre coraggiosi che difficilmente sarebbero rappresentativi delle istanze di milioni di persone. Non è dunque di un partito politico che ha bisogno la famiglia.
Il mondo ecclesiale. Idem come sopra. Il Family Day è stato spesso osteggiato dalle alte sfere, abbandonato nella giungla pieno di vietcong cirinnati, poi in parte accettato come male inevitabile, anche per il fatto che il numero di adesioni si avvicinava al milione e sarebbe parso inelegante e un pò stupido non saltare sul carro dei vincitori proprio quando il numero di truppe in campo avrebbe assicurato la vittoria.
I tuoi soldati vanno in battaglia e tu generale te ne stai a casa? Che figura avresti fatto? Ovviamente e nei migliori dei casi la benedizione al Family Day è stata impartita dicendo e non dicendo, in quel salmodiare obliquo in cui sono bravissimi alcuni alti prelati. Per tacere di una parte di quelli che, in piena rotta di collisione con il Magistero, hanno detto sì alle unioni civili ma senza stepchild adoption – che è come essere a favore del furto basta che non si faccia male nessuno – e dall’altra di quelli che, anche ai vertici della gerarchia, si sono chiusi in un silenzio omertoso all’indomani dell’adunata oceanica al Circo Massimo.
Silenzio che è invece eloquente e significativo della mancanza di condivisione degli ideali che hanno mosso quella milionata di cattolici qualche sabato fa. Tale atteggiamento oltre a trovare una sua spiegazione nell’ambito ideologico – molti vescovi e cardinali ritengono cosa buona l’omosessualità e le unioni civili – può essere motivata anche sul piano politico-contrattuale. Vi sono infatti voci che indicano l’esistenza di un patto Stato-Chiesa di compravendita della famiglia a prezzo dell’8 x mille, con ulteriore sconto presentando il buono-scuola della Giannini in cui non sarebbero stati cancellati fondi per le paritarie. Ma sono solo rumors.
Le realtà associative cattoliche. Pensiamo – ma forse a torto – che attualmente la gestione del post Family Day non possa venire affidata a nessun movimento. Sia perché alcuni referenti di queste realtà hanno espresso pubblicamente riserve sulla manifestazione di sabato, sia perché strutturalmente i movimenti e le associazioni cattoliche hanno una natura comprensibilmente autoreferenziale e quindi scarsamente rappresentativa degli stati d’animo collettivi. Insomma recipienti troppo piccoli e peculiari per contenere tutti.
Discorso a parte merita il comitato Difendiamo i nostri figli. Aspetto di rilievo è il fatto che il Comitato è composto da soggetti tenuti, fino a ieri, a margine dell’agone culturale sui temi sensibili perché espressione, secondo la vulgata corrente, di sensibilità troppo radicali. È un fatto poi che il Comitato abbia il merito di aver organizzato l’evento, ma come atto conclusivo – seppur importante – di un percorso carsico iniziato in modo spontaneo anni prima sotto la spinta di altre realtà e circostanze.
Da qui una domanda: riuscirà in futuro il Comitato a dare senso e direzione alle istanze della base ed assomigliare – posto che le peculiarità della situazione italiana lo suggeriscano di fare – alla Manif francese che dal 2013 ormai è diventata un punto di riferimento per la battaglia culturale a tutela della famiglia? Riuscirà a trasformarsi da comitato a movimento culturale? Vedremo, la partita è aperta, ma potrebbe chiudersi rapidamente se gli esponenti delle realtà che formano il Comitato non riuscissero a superare una divisione interna che, prima di essere a volte di carattere personale, è di natura culturale. Cioè a dirsi che i presupposti antropologici sono assai differenti da referente a referente.
In termini ancor più semplici: come al Circo Massimo si è levato dal palco il grido «No alla Cirinnà» ugualmente quegli stessi relatori dovrebbero in coro gridare “No alla 194”. Ma di certo oggi non avverrebbe e alcuni di loro inizierebbero a fare sottili distinguo. Una squadra così poco coesa sui fondamenti morali non potrà fare molta strada.
Conclusione: difficile andare a pescare il comandante in capo in questi tre ambienti. Ed è forse un bene perché l’attuale lotta non deve diventare ostaggio né della politica (esempi tristissimi li abbiamo in seno ai movimenti pro-life), né degli ambienti ecclesiali, né dell’associazionismo laico cattolico. È un bene sia perché il raggio di manovra sarà più ampio, più libero, sganciato dai soliti interessi particolari, sia perché segno che la questione famiglia ha carattere primariamente antropologico e dunque culturale. Sarà nello spazio culturale che si giocherà questa partita e le sue ricadute saranno poi eventualmente in Parlamento, nelle varie conferenze episcopali e nei movimenti.
La dinamica che ha portato all’evento del Circo Massimo non ci è poi molto d’aiuto nel comprendere chi potrebbe guidare questo sottobosco di persone sterminato. Infatti è un popolo che si è autoconvocato, è una squadra di calcio che ha vinto senza allenatore. Ma come è avvenuta questa autoconvocazione? Molti sono stati gli stimoli: le veglie delle Sentinelle in Piedi, le migliaia e migliaia di conferenze su tutto il territorio nazionale, le testate giornalistiche indipendenti, le campagne di sensibilizzazione, i siti internet nati con lo scopo di far guerra alla teoria del gender, l’uso dei social come cassa di risonanza per questa battaglia, alcuni pastori illuminati che si sono spesi con coraggio.
Ora occorre coagulare gli sforzi, organizzarli sotto una regia, altrimenti il popolo del Family Day farà la fine del Movimento dei Forconi: nato un giorno, morto il giorno dopo. Ovvio che i tentativi di appropriazione indebita di una simile risorsa già ci sono e tutti stanno cercando di metterci il cappello sopra, ma se la meta non è ben chiara – su famiglia, educazione, libertà religiosa e vita non si scende a compromessi – chi si autoproclamerà condottiero di questa folla si ritroverà a breve da solo e con un pugno di mosche, perché la grande famiglia del Circo Massimo ha dato prova di possedere una caratteristica invidiabile: la radicalità delle richieste.
Sì alla famiglia, no alle unioni civili. Radicalità che manca a buona parte di politici, uomini di Chiesa, responsabili di movimenti: da qui lo scollamento profondo tra popolo autenticamente cattolico e vertici delle sfere temporali e spirituali. Se uno si azzarderà a tradire il popolo del Family Day su questo punto verrà gettato a mare (e chi è intervenuto dal palco sabato ha subito capito l’antifona). Torniamo infine alla domanda iniziale: chi potrà dare continuità al Family Day del 30 gennaio? La risposta per ora non l’abbiamo. (Tommaso Scandroglio)

1 commento:

  1. Unisco i link di due articoli:
    * 'Sono figlia di un donatore di sperma. Mi manca mio padre' (il ddl Cirinnà riguarda anche le unioni lesbiche, che ricorreranno ai donatori di gameti): http://aleteia.us7.list-manage.com/track/click?u=e747b6da5b523d93de77f3f8b&id=e7afcf226e&e=da3dfde308 /
    * 'Non c'è argine alla stupidità': http://www.arcsanmichele.com/index.php/principi-non-negoziabili/49-famiglia/6887-non-c-e-argine-alla-stupidita /
    Marisa

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