ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 11 marzo 2016

A ruota libera




Alessandro Gnocchi a ruota libera contro Francesco e Benedetto XVI


Alessandro Gnocchi, giornalista cattolico, ha sempre e con grande coerenza scritto quello che pensa sul conto di Papa Bergoglio. Sicuramente non è stato molto accomodante nelle valutazioni e gli va dato atto di notevole autonomia di giudizio e onestà intellettuale.
Dottor Gnocchi,  è palese che Bergoglio non la convinca del tutto. Che cosa non va ?
“Molti aspetti, ma vorrei sottolinearne uno che penso sia fondamentale”.
Prego…
“La ricerca a tutti i costi, del consenso popolare, il lisciare il pelo a quello che la gente pensa e vuole sentirsi dire. Insomma, Bergoglio parla secondo le logiche del mondo e non rispetta quelle della verità e questo porta delle conseguenze. E’ l’ uomo della pancia “.
Che conseguenze?
“La mondanizzazione. Bergoglio sostiene spesso di voler andare contro una Chiesa mondana e naturalmente fa tutto il contrario di quanto  afferma. In  realtà, lui è il più mondano di tutti, perchè la sua idea di Chiesa radica nel mondo.  La prova più  evidente di questa dimensione terrena o sociale è la recente enciclica ecologica sul creato che si è occupata, infatti, di cose del mondo e della terra senza di fatto occuparsi della dimensione verticale o spirituale”
Che cosa comporta tutto questo?
“Un cedimento graduale e complessivo, generalizzato, della dottrina che diviene ondeggiante, liquida e confusa e  si perviene alla clamorosa rinuncia alla tradizione sia nel linguaggio che nella prassi. Ovviamente la prima vittima di questa situazione è la liturgia sempre più minimalista. Trovo questo sconcertante e preoccupante. Deve preoccupare chi oggi è ancora cattolico”.
 Qualcuno è accusato Bergoglio di essere un relativista, condivide?
“Infatti lo è. Indulge spesso al relativismo, perché non ha  punti fermi, sa mettere tutto in discussione, compresi  concetti immutabili. Ma sarebbe un grave errore contrapporlo a Ratzinger come se il Papa tedesco fosse un fenomeno”.
Perchè?
“In realtà, Bergoglio e Ratzinger sono complementari, due volti della stessa medaglia,  la medesima minestra in piatti diversi. Ratzinger è stato anche lui abbastanza  incerto e forse fumoso, non ha avuto il coraggio di fare il passo decisivo, la svolta. Insomma anche lui un equivoco vivente, ed ha le sue brave responsabilità. Non vedo una frattura netta tra i due, Ratzinger non ha invertito la rotta ed è stato una specie di pesce in barile”.
Infine. Pensa che Bergoglio con quel suo arrangiatevi ai vescovi italiani abbia pesato negativamente sul cammino della Cirinnà?
“Ha sicuramente delle responsabilità. Però anche la Cei le ha. Io non ho grande concetto della Cei, che di fatto gestisce l’ingestibile”.




Papa Francesco, le cause dei santi e quell'equivoco sulle spese da tagliare per i poveri

di Antonio Gurrado | 11 Marzo 2016 ore 18:21

foto LaPresse
Nel fine settimana in cui Papa Francesco compie tre anni di pontificato leggeremo giaculatorie a iosa sulla creazione di una Chiesa povera per i poveri, tanto più dopo che ha diramato un rescritto mirato a rendere più trasparente il turbinio di denaro attorno alle cause di beatificazione e canonizzazione. Di fatto, a partire da oggi, viene sottratta ai postulatori l’amministrazione dei fondi di questi procedimenti per arrogarla alla stessa Sede Apostolica, il cui compito è vigilare che le spese non esorbitino al punto da pregiudicare l’avanzamento delle cause. Il documento pontificio tuttavia è estremamente chiaro nel riconoscere che far santi richiede molto lavoro, pertanto comporta molte spese checché ne dicano i pauperisti.

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http://www.ilfoglio.it/bandiera-bianca/2016/03/11/papa-francesco-le-cause-dei-santi-e-quellequivoco-sulle-spese-da-tagliare-per-i-poveri___1-vr-139318-rubriche_c187.htm

Milano, via Carlo Maria Martini  –  un lettore ci scrive

Redazione
zzzzmtn1Caro Direttore,
non le scrivo per parlarle di una novità, ma è una faccenda per cui ho il magone da tanti giorni. Le chiedo soltanto se vuole e se ha il tempo di sentire lo sfogo di un vecchio milanese. Sono vecchio proprio nel senso degli anni, ottantotto a maggio, sono nato a Milano e ho sempre abitato a Milano. Ho fatto in tempo per tanti anni ad avere il gusto della passeggiata in centro, quando il centro di Milano era bello, la sera o la domenica.  Via dell’Arcivescovado era una delle vie centrali di Milano, ma se non sbaglio anche lei è milanese e queste cose le sa bene.  Si andava a passeggio da piazza Fontana e poi si girava in via Arcivescovado e si arrivava al Duomo, al nostro bel Duomo, un monumento alla fede che vengono a vedere da tutto il mondo.
Che bisogno aveva Pisapia di cambiare il nome di via Arcivescovado in via Carlo Maria Martini? Una via così centrale, in una posizione così importante era bello che restasse intitolata all’Arcivescovado e basta, perché i milanesi da secoli la conoscevano così, lì c’è il palazzo sede dell’arcivescovo e quindi è giusto che la via sia intitolata all’istituzione, che non passa, mentre invece gli uomini passano.
zzzzmttpP2Ma se si dedica una via nel pieno centro di Milano si dà una grande importanza alla persona a cui si è dedicata. E qui inizia il magone. Sono un vecchio milanese, cattolico e spero di esserlo abbastanza bene, perché alla mia età ogni giorno è un regalo in più e presto dovrò rendere i conti. Ho fatto in tempo da bambino a frequentare il catechismo come si faceva una volta e anche i miei due figli sono stati ancora in tempo. Allora lo chiamavamo semplicemente “la dottrina”, perché a catechismo si andava per imparare la dottrina.
Sono cambiate tante cose nella Chiesa, non devo certo raccontarlo a lei che lo sa bene, e diciamoci la verità. Il cardinale Martini, pace all’anima sua, è stato uno di quelli che di più hanno fatto per cambiare le cose, ma per cambiarle in peggio, con quelle sue insistenze sul dialogo, sulla cattedra dei non credenti, su quella che ho sentito chiamare la “teologia del dubbio”. Questa davvero mi pare una grande sciocchezza, perché la teologia dovrebbe proprio togliere i dubbi. E poi il dialogo. Ma cosa vuol dire dialogare? Mi hanno sempre insegnato che i maomettani hanno una falsa religione, che Maometto era un ingannatore, mia mamma mi insegnava le preghiere, da dire alla mattina e alla sera, e da quando ero bambino non ho mai smesso. I miei genitori mi portavano a messa la domenica, non c’era nessuna discussione su questo, si faceva perché si sapeva che dobbiamo essere fedeli cattolici se vogliamo andare in Paradiso. Io poi queste cose le ho insegnate ai miei figli, che hanno fatto molta fatica con i loro figli, i miei nipoti, perché si iniziava troppo a parlare in modi ambigui e anche il catechismo è diventato una cosa che non capisco più.
Quando Martini è morto ho sofferto molto a sentire le gran lodi che gli hanno fatto in molti. Mi sarebbe sembrato più giusto, per carità cristiana, invitare a pregare per lui, si fa per chiunque muore, e poi non dire altro. E invece no, grandi lodi come se fosse morto un santo e anche da parte del nostro arcivescovo Scola che dava tante speranze e poi anche lui sembra più preoccupato di dare spazio alle moschee che di seguire i fedeli cattolici.
Milano ha avuto un grandissimo arcivescovo , il cardinale Schuster. A lui è stato intitolato un angoletto in centro, che si fa fatica a trovarlo, dietro Palazzo Reale. Schuster è stato un gigante della fede. Ora a Martini per il quale, mi ripeto, sarebbe stato opportuno un bel silenzio e tante preghiere, viene intitolata una via centralissima di Milano, cancellando il nome che i milanesi conoscevano da sempre di via dell’Arcivescovado. Naturalmente Scola era contento, ma di lui ho già detto. Così tra tanti anni la gente dirà che Martini deve essere stato proprio un grand’uomo per avere una via importante in pieno centro e forse qualcuno se riuscirà a trovare la piazzetta Schuster, si chiederà chi era.
La ringrazio se ha avuto la pazienza di leggere questo sfogo di un vecchio milanese cattolico e le auguro buon lavoro a lei e a tutta la redazione di Riscossa Cristiana.
Giuseppe C.

5 commenti:

  1. Sulle 'spese da tagliare per i poveri':
    questo argomento del denaro tirato in ballo ogni tre per tre diventando una fissazione.
    La cosa brutta è che, proprio con questo tema, si getta il sospetto su tutti coloro che finora hanno maneggiato soldi nella Chiesa quasi fossero stati sperperatori e ladri tutti quanti.
    Penso ad es. alla disposizione di rendere gratuite le cause di nullità matrimoniali per non lucrare sul popolo. Sembrava che prima ci volessero saccate di soldi, poi si scopre che il tutto poteva costare al massimo 500 euro...
    Marisa

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  2. "Ratzinger è stato anche lui abbastanza incerto e forse fumoso"...Anche Gnocchi ormai in scia coi soliti noti

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    Risposte
    1. ma chiudi la bocca apostata ratzingeriano del menga!

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    2. Ma vai a vendere la cicoria sedevacantista da un'altra parte

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