ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 3 marzo 2016

Probabilmente no?

Lesbiche in sala, salesiani più "avanti" dei network Usa
carol
Chissà se San Giovanni Bosco avrebbe accettato. Probabilmente no, se lo abbiamo conosciuto bene, ma poco importa. Quel che conta in fondo è la coscienza personale, basta dimenticarsi che deve essere "rettamente formata". I Salesiani di Roma, per la precisione il Centro Culturale Salesiano, ne sono davvero consapevoli che il film in proiezione domani e venerdì è "scabroso" e "immorale" tanto che non fanno mistero di pubblicare il giudizio che ne ha dato la commissione nazionale valutazione film della Cei. La quale, su Carol (pellicola ad alto contenuto lesbo candidata anche agli ultimi Oscar 2016) si è espressa chiaramente:
"Film in cui le espressioni verbali e comportamentali esigono riserve morali" e "film che non può essere accettato globalmente per la presenza di alcuni aspetti fortemente problematici dal punto di vista morale". Ma al centro di via Publio Valerio ritengono che il film possa essere utile per stimolare la riflessione su alcune tematiche spesso affrontate in un orizzonte ideologico.

La pellicola infatti, interpretata da Cate Blanchett e Rooney Mara è una sorta di Signora Bovary in chiave lesbo, dove il marito si arrabbia parecchio per quella relazione omosesessuale della consorte. E se il cliché delle storie adulterine classiche con lei, lui e l'altra a fare da terzo incomodo, è ormai superato, servono adesso scene particolarmente osè tra le due donne a rimarcare il concetto del "che male c'è?".
Non è un giudizio poi così campato per aria se è vero che la Abc (il popolare network tv americano) è stata messa sulla graticola per aver censurato il promo del film, cassando proprio alcuni particolari spinti dell'amplesso. Ma i filtri morali di là dall'Altlantico qua sembrano essere ormai sdoganati, e proprio nel contesto formativo cattolico per eccellenza, quale è la cittadella degli eredi spirituali del santo degli educatori cristiani. 
Anche qui, con un po' di ipocrisia, il trailer di presentazione è censurato, ma allora, dato che si crede così tanto nella valenza educativa della pellicola, che differenza fa mandarlo in onda integrale, in tutti i sensi? Quale sia poi l'orizzonte ideologico sarebbe bello saperlo dato che non era forse lo stesso don Bosco che ammoniva: «Tenete a memoria, che la solita parola che usa il demonio quando vuole spingerci al male è: Oh! Non è niente!».
Chiaramente la visione, per i fortunati romani di domani sera, è finalizzata per un pubblico di adulti e già qui si apre l'interrogativo su quale sarà la pecetta da apporre alla locandina all'esterno per tenere fuori i piccoli che, poco distante hanno appena finito di giocare a palla guerra: vietato ai minori o film per soli adulti? Il che, in entrambi i casi potrebbe far sorgere delle lubriche aspettative sui cultori di altri generi che non sono soliti bazzicare per il centro culturale salesiano.
Ma niente paura: i curatori della rassegna, con i quali la Nuovabq ha cercato, invano, di entrare in contatto, sono convinti che «la coscienza personale, in continua ricerca della verità, sia chiamata a camminare in sincerità innanzitutto con se stessi», come scrivono nella scheda del film. Un invito esplicito dunque a uscire con coming out tenuti all'oscuro fino ad oggi? O forse più semplicemente il conformarsi alla morale comune che esclude qualunque metro di giudizio sul reale perché in fondo...così fan tutti? 
In ogni caso verrebbe da chiedersi che cosa ci sia rimasto del carisma fondativo di don Bosco in operazioni che strizzano l'occhio al conformismo odierno e per giunta applicano senza filtri un modello culturale impostosi su larga scala, volto a sdoganare la pratica omosessuale come sempre e comunque accettabile quando non addirittura consigliabile. 
Sarà, ma noi don Bosco ce lo ricordiamo molto cateogrico sul che cosa proporre ai virgulti in fatto di giochi o divertimenti: «Dalla buona o cattiva educazione della gioventù dipende un buon o triste avvenire della società». Infatti stasera i giovanissimi non potranno andare a vedere il film, ci andranno solo i loro genitori. Se questa è la mission educativa dei Salesiani 2.0 allora tanto vale fare un gemellaggio con l'Arcigay e concentrarsi su altri target. 
di Andrea Zambrano 02-03-2016
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-lesbiche-in-sala-salesiani-piu-avanti-dei-network-usa-15421.htm



Tre lacci per condurre alla perdizione
La sera del 4 aprile 1869 Don Bosco raccontò ai suoi giovani un sogno che li impressionò vivamente.
«Sognai — disse — di trovarmi in chiesa, in mezzo a una moltitudine di giovani che si preparavano alla confessione. Un numero stragrande assiepava il mio confessionale sotto il pulpito.
Cominciai a confessare, ma presto vedendo tanti giovani, mi alzai e mi avviai verso la sacrestia in cerca di qualche prete che mi aiutasse. Passando vidi, con enorme sorpresa, giovani che avevano una corda al collo, che stringeva loro la gola.
— Perché tenete quella corda al collo? — domandai —. Levatevela!
E non mi rispondevano, ma mi guardavano fissamente.
— Orsù — dissi a uno che mi era vicino —, togli quella corda!
— Non posso levarla; c’è uno dietro che la tiene.
Guardai allora con maggior attenzione e mi parve di veder spuntare dietro le spalle di molti ragazzi due lunghissime corna. Mi avvicinai per vedere meglio e, dietro le spalle del ragazzo più vicino, scorsi una brutta bestia con un ceffo orribile, somigliante a un gattone, con lunghe corna, che stringeva quel laccio.
Volli chiedere a quel mostro chi fosse e cosa facesse, ma esso abbassò il muso cercando di nasconderlo tra le zampe, rannicchiandosi per non lasciarsi vedere. Prego allora un giovane di correre in sacrestia a prendere il secchiello dell’acqua santa. Intanto mi accorgo che ogni giovane ha dietro le spalle un così poco grazioso animale. Prendo l’aspersorio e domando a uno di quei gattoni:
— Chi sei?
L’animale mi guarda minaccioso, allarga la bocca, digrigna i denti e fa l’atto di avventarmisi contro.
— Dimmi subito che cosa fai qui, brutta bestia. Non mi fai paura. Vedi? Con quest’acqua ti lavo per bene, se non rispondi.
Il mostro mi guardò rabbrividendo. Si contorse in modo spaventoso e io scoprii che teneva in mano tre lacci.
— Che cosa significano?
— Non lo sai? Io, stando qui, con questi tre lacci stringo i giovani perché si confessino male.
— E come? In che maniera?
— Non te lo voglio dire; tu lo sveli ai giovani.
— Voglio sapere che cosa sono questi tre lacci. Parla, altrimenti ti getto addosso l’acqua benedetta.
— Per pietà, mandami all’inferno, ma non gettarmi addosso quell’acqua.
— In nome di Gesù Cristo, parla dunque!
Il mostro, torcendosi spaventosamente, rispose:
— Il primo modo col quale stringo questo laccio è con far tacere ai giovani i loro peccati in confessione.
— E il secondo?
— Il secondo è di spingerli a confessarsi senza dolore.
— Il terzo?
— Il terzo non te lo voglio dire.
— Come? Non me lo vuoi dire? Adesso ti getto addosso quest’acqua benedetta.
— No, no! Non parlerò, si mise a urlare, ho già detto troppo.
— E io voglio che tu me lo dica.
E ripetendo la minaccia, alzai il braccio. Allora uscirono fiamme dai suoi occhi, e poi ancora gocce di sangue. Finalmente disse:
— Il terzo è di non fare proponimenti e di non seguire gli avvisi del confessore. Osserva il profitto che i giovani ricavano dalle confessioni; se vuoi conoscere se tengo i giovani allacciati, guarda se si emendano.
— Perché nel tendere i lacci ti nascondi dietro le spalle dei giovani?
— Perché non mi vedano e per poterli più facilmente trascinare nel mio regno.

Mentre volevo domandargli altre cose e intimargli di svelarmi in qual modo si potesse render vane le sue arti, tutti gli altri orribili gattoni incominciarono un sordo mormorio, poi ruppero in lamenti e si misero a gridare contro colui che aveva parlato; e fecero una sollevazione generale. Io, vedendo quello scompiglio e pensando che non avrei ricavato più nulla di vantaggioso da quelle bestie, alzai l’aspersorio e gettai l’acqua benedetta da tutte le parti. Allora, con grandissimo strepito, tutti quei mostri si diedero a precipitosa fuga, chi da una parte e chi dall’altra. A quel rumore mi svegliai».
C’è un proverbio che dice: « Un buon consiglio lo si riceve anche dal diavolo ». E qui il diavolo ne ha dato a Don Bosco uno che può fare anche per noi: « Osserva il profitto che i giovani ricavano dalle confessioni: se vuoi conoscere se li tengo allacciati, guarda se si emendano».

3 commenti:

  1. La schifezza della schifezza delle schifezze. Non se ne può più. jane

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    1. Perfettamente in linea con chisonoiopergiudicare. Che venga presto il fuoco dal cielo!
      Athanasius

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  2. " coscienza personale, in continua ricerca della verità," ? : col cxxxo, signori miei, scusate l'espressione volgare (autocensurata), qui si è in ricerca della cd "pruderie", della pornografia bella e buona, della peggiore schifezza possibile. Anche i Salesiani, come altre Congregazioni un volta cattoliche, sono caduti in mano al demonio; là dove maggiore era l'amore per Cristo e Maria SS.ma, più duramente ha picchiato il demonio, sapendo che poi questi, una vota traviati, avrrebbero provveduto a fare il suo lavoro : spigere frotte di anime (più o meno innocenti) verso l'abisso infernale. Ripeto fino alla nausea : alla larga da preti, frati e suore, amici cari, e tenetene alla larga i vostri figli/e, perché è lì ce satana scorazza impunito, senza incontrare resistenza alcuna, anzi gli danno pure man forte. Mal glie ne incolgierà, però, vili traditori di Cristo. Anatèma a loro ! LJC

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