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mercoledì 20 aprile 2016

Para bellum?

Pazza idea: la guerra giusta all’Indice

Il cardinale Turkson porterà al Papa la richiesta: il bellum iustum è contro il Vangelo e nulla può giustificare la violenza. Dibattito in America: traditi sant’Agostino e Wojtyla, ci sono conflitti sacrosanti

Papa Francesco (foto LaPresse)
Roma. Il presidente del Pontificio consiglio Giustizia e pace, il cardinale Peter Turkson, porterà formalmente al Papa la richiesta di “non citare né insegnare più” la teoria della guerra giusta. E’ questo il risultato emerso dalla conferenza sulla non violenza organizzata da Pax Christi international che si è tenuta in Vaticano, con il sostegno dell’organismo guidato da Turkson. Nella dichiarazione finale del convegno, infatti, si legge che “ogni guerra rappresenta una distruzione e non c’è giustizia nella distruzione di vite e beni”.
I partecipanti all’evento – tra cui ottanta teologi – hanno convenuto che con i moderni metodi bellici parlare di guerra giusta è impossibile e chiedono al Pontefice di promulgare al più presto un’enciclica sulla pace e la non violenza: “La parola di Dio e la testimonianza di Gesù non dovrebbero mai essere usate per giustificare la violenza, l’ingiustizia o la guerra. Riteniamo che il popolo di Dio abbia tradito questo messaggio centrale del Vangelo molte volte, partecipando in guerre, persecuzioni, oppressioni, sfruttamento e discriminazione”.
Il cardinale Peter Turkson (foto LaPresse)


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Un decennio più tardi, il grido contro la guerra in Iraq stemperò la portata dell’appello pronunciato in occasione del conflitto in Yugoslavia”. Il fatto è che – diceva Menozzi – i criteri di legittimazione della guerra sono andati progressivamente restringendosi, man mano che questa diventava una questione che riguardava sempre più le popolazioni civili. Si sono erose le basi da cui si partiva per giustificare da un punto di vista religioso un conflitto”. Un processo che si è protratto per tutto il Novecento e che forse oggi è giunto alla meta, se è vero che lo stesso Bergoglio, all’indomani delle stragi di Parigi, aveva chiarito che “la violenza è contraria alla legge evangelica e quindi mai giustificabile”. Resta da vedere come questo percorso sia coniugabile con la linea fin qui portata avanti dal Vaticano, spiegata ancora pochi mesi fa dal segretario di stato, il cardinale Pietro Parolin: “La Santa Sede afferma la legittimità di fermare l’ingiusto aggressore. Poi, sulle modalità, è la comunità internazionale che deve trovarsi d’accordo e trovare le forme per farlo”. Parlando della minaccia jihadista, Parolin aveva osservato che “uno stato ha il dovere di difendere i suoi cittadini da questi attacchi – passaggio ripreso pure nel messaggio inviato a Turkson da Francesco in occasione della conferenza sulla non violenza, ndr – e nello stesso tempo continuare a lavorare perché si crei un clima di intesa, di dialogo e di comprensione”.
di Matteo Matzuzzi | 20 Aprile 2016 

http://www.ilfoglio.it/chiesa/2016/04/20/guerra-giusta-all-indice-turkson-papa-francesco___1-v-140931-rubriche_c329.htm
Armeni, Ebrei: l'orrore comune e il coraggio. 
Fra quattro giorni, il 24 aprile, gli Armeni in tutto il mondo commemorano l’inizio del Genocidio degli Armeni a Costantinopoli, un massacro organizzato dall’allora governo turco (il Trumvirato) e che ancora oggi il governo di Ankara si ostina a negare con un’attiva propaganda negazionista. Il legame fra Genocidio Armeno e Shoah, e la rivolta nel ghetto di Varsavia.
MARCO TOSATTI
20/04/2016
Fra quattro giorni gli Armeni in tutto il mondo commemorano l’inizio del Genocidio degli Armeni a Costantinopoli, un massacro organizzato dall’allora governo turco (il Trumvirato) e che ancora oggi il governo di Ankara si ostina a negare con un’attiva propaganda negazionista. Il risultato fu la morte programmata ed eseguita scientificamente di un intero popolo: un milione e mezzo di uomini, donne e bambini furono cancellati in mezzo a sofferenze inaudite nei campi di raccolta e nei deserti siriani. Esiste un legame stretto fra quel genocidio, il primo del secolo dei genocidi, e quello che avrebbe colpito qualche decennio più tardi il popolo ebraico. La Fondazione Raoul Wallemberg ricorda oggi la rivolta del ghetto di Varsavia, che ebbe inizio il 19 aprile del 1943, e durò fino al 16 amggio dello stesso anno, quando le ultime sacche di resistenza furono schiacciate dai nazisti. E afferma che “La rivolta…fu ampiamente ispirata dall’esempio dato dagli armeni nel 1915.” 

Dieci anni prima uno scrittore austriaco di origine ebraica, aveva scritto “I quaranta giorni del Mussa Dagh”, un romanzo basato su fatti storici reali. Raccontava di come sette villaggi, situati sulla costa siriana, ora Turchia, su un’altura chiamata Mussa Dagh, il “monte di Mosè” aveva resistito con le armi per oltre 45 giorni all’esercito turco che voleva deportarli, fino a che non furono salvati da un intervento della flotta francese.  

“Secondo testimonianze e racconti storici – scrive la Raoul Wallemberg Foundation – il libro di Werfel era molto popolare fra la gente del ghetto di Varsvia, servendo come ispirazione alla loro rivolta imminente”. Non è questo il solo legame fra ebrei e armeni. La Fondazione offre la storia di Harutyun Khachatryan che trovate a questo LINK (in inglese). La Fondazione ha deciso di rendere omaggio a Franz Werfel, con un francobollo postale emesso da Israele.   

Il presidente della Fondazione, Eduardo Eurnekian, afferma che “E’ nostro dovere mantenere viva la coraggiosa eredità mostrata da quanti hanno salvato (ebrei) e di tutti gli eroici combattenti che hanno partecipato alla Rivolta del Ghetto di Varsavia, molto ispirata dai coraggiosi Armeni che erano stati perseguitati tre decadi prima. E’ nostro dovere istillare le loro azioni nei cuori e nelle menti delle giovani generazioni”. Il legame fra i due genocidi ha anche altre radici, e collegamenti diretti e profondi, che potete trovare QUI (in italiano) .  

1 commento:

  1. "Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada" e avrei pure un'idea su dove infilargliela la spada al sig. Turkson finto prete sedicente cardinale!

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