ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 20 maggio 2016

Come il Battista

Sarah nel corso del suo intervento a Washington
Il prefetto del Culto Divino si scaglia contro il gender e l'attacco alla famiglia: "La battaglia per preservare le radici del genere umano è forse la più grande sfida che il nostro mondo ha dovuto affrontare fin dalle sue origini". Poi ha invitato a combattere testimoniando come il Battista: "In nome della tolleranza, gli insegnamenti della Chiesa sul matrimonio, la sessualità e la persona umana vengono smontati". 
"Gender, c'è una persecuzione politica e culturale" Sarah tuona contro l'ideologia che distrugge l'uomo
Una battaglia antigender a scuola
La difesa della famiglia non consiste in una “guerra ideologica”, ma “si tratta in realtà di difendere noi stessi, i nostri figli e le generazioni future da una ideologia demoniaca (quella del gender ndr.) che dice che i bambini non hanno bisogno di una mamma e un papà. Questa ideologia nega la natura umana e mira ad estirpare Dio da intere generazioni”.
Forti e chiare sono risuonate a Washington le parole del cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione vaticana per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Intervenuto al tradizionale National Prayer Breakfast il porporato africano, già protagonista su questi temi al doppio sinodo sulla famiglia, ha detto che “la battaglia per preservare le radici del genere umano è forse la più grande sfida che il nostro mondo ha dovuto affrontare fin dalle sue origini”. Per questo Sarah non ha mancato di richiamare agli oltre mille partecipanti l’esempio di San Giovanni Battista, che pagò con il martirio la difesa della santità del matrimonio.
“Non abbiate paura di proclamare la verità con amore, in particolare sul matrimonio secondo il disegno di Dio”, nella consapevolezza che oggi i cristiani devono confrontarsi con una persecuzione che non è soltanto fatta di violenze fisiche, ma anche “politica, ideologica e culturale”. Soprattutto nel nostro mondo “occidentale” questa forma di persecuzione, definita spesso come martirio bianco, non è difficile da riscontrare. D’altra parte, ha sottolineato il cardinale, l’orizzonte culturale in cui l’Occidente si muove è quello di un generalemisunderstanding per cui “il bene diventa male, il bello è il brutto, l’amore diventa la soddisfazione di primordiali istinti sessuali, e la verità è relativa. (…) Oggi, nelle società avanzate, tutti i tipi di immoralità non solo vengono accettate e tollerate, ma anche promosse come un bene sociale”. Si capisce quindi come andare controcorrente non possa che comportare una qualche forma di persecuzione.
Negli Stati Uniti, ha detto Sarah, “in nome della tolleranza, gli insegnamenti della Chiesa sul matrimonio, la sessualità e la persona umana vengono smontati”. Non sono questi, ha chiesto Sarah all’uditorio, i “segni di una guerra insidiosa in una grande nazione come gli Stati Uniti? (…) Per questo il Santo Padre, apertamente e con forza, difende l’insegnamento della Chiesa su contraccezione, aborto, omosessualità, tecnologie riproduttive ed educazione dei bambini”.
“La rottura delle relazioni fondamentali nella vita della persona – attraverso il divorzio, o imposizioni di modelli distorti di famiglia come la convivenza e le unioni dello stesso sesso – è una ferita profonda che chiude il cuore all’amore oblativo fino alla morte, e conduce al cinismo e alla disperazione”. Si tratta, in profondità, di quella malattia spirituale che molti cominciano a intravedere come il vero male del mondo post-moderno. “Questo”, dice Sarah, “è il vero motivo per cui è così importante la lotta per difendere la famiglia, la prima cellula per la vita della Chiesa e di ogni società. Non si tratta di idee astratte. Non è una guerra ideologica tra idee concorrenti”, ma è in ballo l’uomo.
Per condurre questo confronto serrato, rispetto a ideologie che sono contro Dio e, quindi, contro l’uomo, Sarah ha indicato ai partecipanti all’incontro di Washington di essere “profeti, fedeli e, soprattutto, pregare. Questi tre suggerimenti”, ha continuato, “ci ricordano che la battaglia per l’anima dell’America e l’anima del mondo, è fondamentalmente spirituale. Mostrano che la battaglia si combatte innanzitutto con la nostra conversione a Dio ogni giorno”.
In questa “missione” diventa importante “il discernimento su come nella propria vita, nelle proprie case, al lavoro, nella propria nazione, Dio viene eroso, oscurato e liquidato”. Si tratta, in buona sostanza, di riallacciare quel legame naturale che la creatura deve al Creatore. “Dio o niente”, ha scritto il cardinale Sarah in un suo celebre libro-intervista che è un vero e proprio successo internazionale. Il contrasto alla “globalizzazione dell’indifferenza”, che tante volte Papa Francesco ha suggerito, dovrebbe partire proprio da quell’indifferenza che, troppo spesso, è rivolta a Dio. Una sfida alta rivolta all’uomo del nostro tempo, un richiamo forte a tanti fedeli che ormai il paradiso lo hanno fatto scendere al piano terra.

di Lorenzo Bertocchi 20-05-2016

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-gender-ce-una-persecuzione-politica-e-culturalesarah-tuona-contro-lideologia-che-distrugge-luomo-16224.htm

Il MIUR promuove l’ideologia del gender nella scuola italiana

L’obiettivo dichiarato è la decostruzione degli stereotipi di genere, al motto di “sei come sei” e la promozione dell’indifferenza sessuale per la quale ogni studente deve sentirsi libero di costruire la propria soggettiva sessualità, identificandosi come maschio o femmina, o chissà cos’altro, a seconda del sesso percepito, al di là dell’irrilevante e “datato” sesso naturale e biologico.
In occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, ricorrenza promossa dall’Unione europea che si celebra dal 2004 il 17 maggio di ogni anno, il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha inviato, con preghiera di massima diffusione, una circolare a tutte le sovraintendenze, ai dirigenti scolastici, alle associazioni dei genitori e studenti e alle consulte studentesche, invitando gli istituti di ogni ordine e grado a svolgere attività per contrastare fenomeni di violenza e “discriminazione omofobica“, con il fine di “rendere l’ambiente scolastico inclusivo di ogni differenza“.
 Solo con l’educazione – si legge nel testo recante come oggetto, 17 maggio – Giornata internazionale contro l’omofobia, –  si superano i pregiudizi e gli stereotipi ancora presenti nella nostra società; in tal senso, la scuola deve fornire strumenti, metodologie e deve attivare tutte le necessarie pratiche per interventi di prevenzione”.
La circolare rende noto come il Ministero responsabile dell’istruzionesia intenzionato a garantire il proprio totale supporto ad ogni tipo di iniziativa scolastica volta a favorire il pieno sviluppo dell‘identità di genere degli studenti. Il MIUR – si legge sempre nel testo diffuso il 17 maggio – intende infatti “supportare le istituzioni scolastiche fornendo agli insegnanti strumenti per il proprio aggiornamento e la conoscenza del contesto giovanile, ma anche agli studenti e alle famiglie spazi per potersi confrontare sulle delicate questioni legate all’identità di genere o a qualsiasi altra forma di violenza“.
Il documento presenta inoltre un nuovo servizio di supporto per comunicare fenomeni di bullismo in ambiente scolastico per il quale tutta la comunità scolastica “potrà avvalersi di un servizio di messaggistica al numero 345/3916485, attraverso cui segnalare casi e verificare (…) tutte le possibili forme di intervento, prevedendo un raccordo costante con l’amministrazione centrale e territoriale per verificare la possibilità di effettuare interventi direttamente in collaborazione con gli istituti scolastici stessi, anche in accordo con altri Enti e Associazioni maggiormente impegnate nella lotta alle discriminazioni“.
Ezio De Gesu, responsabile scuola di Arcigay, ha applaudito l’iniziativa del MIUR, commentando con le seguenti parole:
«Ringraziamo il Miur e la direttrice generale Giovanna Boda, che coordina il servizio per lo studente, l’integrazione e la partecipazione, per aver ricordato che la giornata del 17 maggio rappresenta l’opportunità per tutte le scuole italiane di sensibilizzare studenti, genitori ed insegnanti al contrasto del bullismo omofobico e transfobico».
Sulla stessa linea, Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay, che ha sottolineato la propria soddisfazione per la particolare attenzioneriservata dalle Istituzioni alle istanze LGBT, dichiarando:
«Il segnale lanciato dal Miur è un’importante conferma di attenzione sul tema. Un segnale che si somma ad altri segnali istituzionali importanti, contenuti tanto nelle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quanto in quelle della Presidente della Camera, Laura Boldrini. C’è da augurarsi che la comunione di intenti che registriamo in questa giornata dia impulso a un percorso concreto e efficace di contrasto a tutte le discriminazioni. Arcigay, da questo punto di vista, è pronta a giocare la sua parte».
Leggendo questa circolare, tornano alla mente le dichiarazioni del ministro Stefania Giannini la quale nel corso degli ultimi mesi ha più volte respinto indispettita le accuse di promuovere l’educazione gender all’interno delle scuole, arrivando a parlare di “truffa culturale”. Ebbene, il testo appena diffuso dal MIUR, racchiude perfettamente quelle che sono le linee guida per la promozione dell’ideologia gender all’interno delle scuole, utilizzando tutti i “vocaboli totem” e le parole chiave dell’armamentario genderista. L’obiettivo dichiarato è la decostruzione degli stereotipi di genere, al motto di “sei come sei” e la promozione dell‘indifferenza sessuale per la quale ogni studente deve sentirsi libero di costruire la propria soggettiva sessualità,  identificandosi come maschio o femmina, o chissà cos’altro, a seconda del sesso percepito, al di là dell’irrilevante e “datato” sesso naturale e biologico. Questa sì, una vera e imperdonabile truffa culturale, ancora più grave, in quanto perpetrata dall’Istituto preposto all’Istruzione e all’Educazione, emblematicamente esplicitata – come si legge nel testo – dall’affermazione che con “l’educazione si superano i pregiudizi e gli stereotipi ancora presenti nella nostra società”. Un linguaggio volutamente ambiguo e criptico, finalizzato a promuovere subdolamente, all’insaputa delle famiglie, l’ideologia gender nelle scuole italiane.

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