ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 31 maggio 2016

Iniziava per la Chiesa il calvario


                                            SOGNO DI UNA NOTTE DI PRIMAVERA

 «Sogno un’Europa giovane capace di essere ancora madre, che offre speranza di vita. Sogno un’Europa che soccorre come un fratello il povero, dove essere migrante non sia un delitto». Questa è la solenne affermazione di Bergoglio sulla “canonizzazione” del migrante indirizzata qualche giorno fa ai vertici dell’Unione. Tra le righe del discorso c’è anche l’invito ad aggiornare l’idea di Europa formulando una diagnosi lontana dal condurre alle vere cause del male. Il discorso ai potenti del Continente è culminato con l’assegnazione del premio internazionale Carlo Magno 2016 (pergamena e medaglia). «Ci adattiamo a tutto ma guai a saperlo prima» è quanto sostiene un giornalista e scrittore dei nostri giorni.
L’arguta espressione, con il suo accento umoristico, pare adeguata ai crescenti abusi in ambito religioso e profano. Parafrasando il giornalista potremmo dire che ci adattiamo all’impegno estremo di sognare e confidare nella prospera maternità del Continente concependo, poi, un genere di passionalità che, anticipando convinzioni, ponderazioni e discernimento, porta alla scoperta di compromessi, di interessi particolari, di accordi lesivi che non fanno il bene di nessuno.
     Ci saremmo aspettati, tornando ai sogni di Bergoglio, riferimenti energici sulle vessazioni legislative anticristiane, sulle dinamiche morali e sulla estromissione dall’identità comunitaria dei valori culturali e storici. Wojtyla, con il suo successore, non ha conosciuto l’emergenza immigrazione per circostanze storiche diverse dalle attuali. Ha ammonito i Governi per lo «smarrimento della memoria e dell’eredità cristiana» del Continente. Ha invitato l’Europa, con accorati appelli, a «ritrovare se stessa. Sii te stessa – dirà dopo l’ostinato rifiuto delle sue esortazioni – riscopri le tue origini, ravviva le tue radici. Sii sincera». All’eredità del passato farà riferimento anche Ratzinger appellandosi «all’insieme di valori universali che il cristianesimo ha contribuito a forgiare come fermento della civiltà del Continente». L’Unione, garante dello stato di diritto, se
ne infischia dei discorsi e degli ammonimenti dei Papi. Valorizza, invece, il contributo formativo di Bergoglio che è stato premiato per l’orientamento pragmatico riguardante l’evolversi delle esigenze umane con la maternità dell’Europa che soccorre il migrante. Era, comunque, impensabile attendersi da Bergoglio la condanna della pestilenza atea contrapponendo alla dissoluzione di un Continente l’autorevolezza della Cattedra Apostolica che ha i mezzi adeguati per proporre l’idea di aggiornamento conforme alla morale cattolica più che ai ridicoli ed abnormi aggiustamenti filantropici. La “benedizione” del Papa, comunque, sarà servita a rinsaldare il prestigio della folta platea inneggiante, con il patrocinio delle più alte cariche, alla meritata onorificenza. L’apostasia dai doveri Apostolici induce a chiedersi se la Chiesa sia ancora contrassegnata da valori appartenenti al cristianesimo, anche se documentabili da souvenir, che inducono a meditare sulla finalità della partecipazione contrassegnata dall’esultanza vocazionale d’una Casa Comune sulla cui sommità sventolano i vessilli della Religione Universale e del Nuovo Ordine Mondiale.
     La società dei nostri giorni, con i cattolici ancora fedeli al messaggio di Cristo, assiste impotente alla sepoltura dell’Occidente sorretto da un’Unione in procinto di naufragare anche per il probabile divorzio del Regno Unito. Redimere il prossimo, parlare con fermezza pagando di persona, proclamare le Verità eterne anche ai potenti della terra senza timore di essere tacciati di oscurantismo, richiede coerenza e fedeltà alle realtà Supreme. Realtà che non tramontano perché fanno parte del linguaggio di Cristo, della tradizione, del futuro, della coscienza rivelatrice, dell’ordine Soprannaturale instaurato nella società. Per trovare la chiave di lettura della grande desolazione odierna (degrado, decadimento, perversione, corruzione, deviazione, devastazione) basta rifarsi al linguaggio manifestato a Fatima dalla Madonna. Linguaggio fondato sulla Santità d’una Chiesa abbandonata, dopo il Concilio, non solo dalle Nazioni ma dagli stessi Papi. Proviamo, pur lontano dai realismi che commuovono i cristiani ancora contagiati dal fascino conciliare, a verificare la percezione interiore dei destinatari dei moniti Divini. Anno 1923: Pio XI è dissuaso dai Cardinali di Curia sulla eventualità di convocare il concilio. Trent’anni dopo Pio XII rinuncia alla convocazione del concilio considerata l’aggressività riformista (tenuta sotto controllo) palesata dai nemici della Chiesa, ansiosi di portare l’aggiornamento della Dottrina. Morto Pio XII (1958) Roncalli preannuncia la convocazione del concilio. Anch’egli, come Bergoglio, sogna qualcosa. «Questa notte ho fatto un sogno: una voce mi esortava a indire un grande Concilio». Franco Bellegrandi (giornalista, Cameriere di Cappa e Spada di Sua Santità, nel testo Nichitaroncalli controvita di un Papa) aggiunge: «Così si rivolse Giovanni XXIII una mattina al suo segretario di Stato, Card. Domenico Tardini. Il Prelato restò un momento interdetto… ritenne per alcuni istanti che Roncalli, come era a volte sua abitudine scherzasse. Ma si dovette subito ricredere, il Papa parlava sul serio…, il cardinale non ebbe dubbi che qualche cosa non funzionasse nella testa di Giovanni XXIII».
     Il grandioso programma di rinnovamento iniziato da Roncalli proseguirà con Montini le cui recriminazioni, alcuni anni dopo la chiusura del Concilio (1965), saranno sintetizzate dalla sconcertante ammissione: «il fumo di satana è entrato nel tempio di Dio». Confermerà, sconfortato, la demolizione della Chiesa di Cristo con il tradimento dei Pastori, con la sfida portata al Signore, con la dispersione del gregge. È doveroso ricordare che la Madonna aveva voluto che nel 1960 il terzo segreto (noto a Roncalli già dal 1959) fosse pubblicamente manifestato. Perché nel 1960? In previsione di uno degli eventi più sconvolgenti della storia del XX secolo. Il Concilio, infatti, avrebbe mutato Liturgia, Dottrina, teologia, clero e la vita stessa della Chiesa e dei cittadini. Il mondo aspettava con ansia di conoscere i contenuti del testo così come indicato da Lucia. Questo non avvenne. Anzi l’intera questione sul segreto fu da Roncalli liquidata con un lapidario commento: «ciò non riguarda il mio pontificato». Il contenuto insabbiato conteneva qualcosa che contrastava i suoi piani? In futuro il Cardinale Ratzinger dichiarerà che le «cose contenute nel segreto corrispondono a quello che annuncia la Scrittura», ossia la perdita della fede degli ecclesiastici, l’infedeltà e la ribellione a Dio. Il segreto sarà svelato nel 2000 dopo aver preparato un’interpretazione travisata dei voleri Divini caratterizzati da puerili, arbitrarie falsificazioni e da spiegazioni adeguate ad aspettative, necessità ed esigenze degli interessati del momento. Va ricordato, tornando al Concilio, che ad esso parteciparono teologi già in precedenza condannati dai papi ma riabilitati e collocati nei dibattiti infuocati dell’Assise come consiglieri di cardinali e vescovi. Furono, infatti, i dissidenti nord-europei a prendere il sopravvento e a dominare le Assemblee imponendo le loro idee liberali e riformiste con la complicità del Papa. Terminava il Concilio ed iniziava per la Chiesa il calvario con le sconsiderate innovazioni teologiche che impugneranno la Parola stessa di Cristo. Libertà religiosa e laicità dello Stato, ai quali il Vaticano II ha attribuito un valore quasi dogmatico, sono i postulati basilari che hanno rimesso in causa la dottrina infallibile della Chiesa. Infatti con il laicismo, ossia con l’opposizione ad ogni influsso della religione nella società e nelle Istituzioni, i Diritti di Cristo sono stati rifiutati. Nello Stato, infatti, non c’è posto per la Dottrina cattolica. Bandendo Cristo dalla vita pubblica, dalle famiglie e dal cuore degli individui anche la testimonianza pubblica dei princìpi religiosi trova spazio nella contrapposizione con l’orientamento stabilito dallo Stato laico. Tutto ciò, è doveroso ricordarlo, affonda le radici nella Dichiarazione conciliare sulla libertà religiosa (Dignitatis humanae). Infatti è stato il Concilio, prima che il Concordato CraxiCasaroli (1984), ad esigere che lo Stato, libero dai doveri verso Cristo, divenisse il garante di un potere che consentisse di manifestare liberamente ogni dottrina religiosa. Con la parificazione il Regno Sociale di Cristo è stato soppresso, i diritti della Verità calpestati.
     Ci avviciniamo al centenario delle apparizioni a Fatima e ribadiamo ancora una volta che la Madonna preannunciava l’inversione storica della militanza cristiana con l’opposizione, in primo luogo, della Chiesa alla proclamazione del Regno Sociale di Cristo svincolando l’uomo dalla sottomissione alle norme evangeliche. Non potendo negare espressamente la Verità, Magistero e Presuli hanno escogitato il modo più agevole per giungere al superamento della Stessa sostenendo che la religione deve mutare secondo le circostanze perché ciò che valeva un tempo oggi non vale più. Dal sovvertimento della fede, inaugurato e proseguito dai Papi con l’apostasia, si è passati al progressismo più sfrenato sostenendo che il male non è da condannare quando l’agire è posto sul piano della positività. Dire che la Chiesa si trova oggi in una situazione tragica è dire poco. Non dimentichiamo che Dio può sempre intervenire secondo il Suo modo di fare.
L’odierna successione di eventi aiuta a percepire ciò che prima non si riusciva a capire. Ci chiediamo se la crisi vocazionale e l’occupazione di un Continente, decrepito e in disfacimento (dalle culle vuote), rientrino nei piani d’una Giustizia Divina che sanziona? Chiese sprangate o vuote caratterizzano l’epilogo di una civiltà che chiude i battenti. Nell’altro versante (dottrinale), invece, le moschee rigurgitano di adepti. Oltre 40 milioni di immigrati calpestano il suolo europeo. Questo è solo una traccia labile di una presenza che porterà a risultati inverosimili.
     Tornando, per concludere, alle esplosive aperture dottrinali prodotte dalla Primavera conciliare precisiamo come agli sconvolgimenti sociali la Chiesa riformata abbia contrapposto cedimenti, compromessi, anarchia ed un cristianesimo sociologico senza dogmi. Siamo andati all’origine dei mali per comprendere quelli attuali all’interno di un percorso ecclesiale che esigeva vigilanza e non immedesimazione con il mondo. A tal proposito ricordiamo anche le parole della Madre di Dio rivolte a Melania a La Salette (1846): «Roma perderà la fede e diverrà la sede dell’Anticristo». Il messaggio, riconosciuto ed approvato dal Vaticano, è di pressante attualità. Su questa china la Chiesa di Bergoglio procede con ulteriori deformazioni (della Verità) preparando le nuove generazione di sacerdoti e di fedeli secondo la componente primaria di un Vaticano III dall’assioma disarmante: la Chiesa non è né Santa, né Cattolica, né Romana. Proprio per questo gli atei, cosa rara un tempo, lodano ed apprezzano la lungimiranza del Padre Santo. Infatti di marca prettamente anglicana è l’ultima iniziativa che prevede il conferimento del diaconato (e del sacerdozio in futuro) alle donne. Di marca ortodossa, invece, sarà l’iniziativa prossima con la concessione della moglie ai preti e ai Presuli per cui la marcia nuziale di Mendelssohn “Sogno di una notte di mezza estate” non sarà tanto da condannare. Per ora siamo ai sogni d’una notte di mezza primavera. Sogni, però, che puntualmente son destinati ad avverarsi.

di Nicola Di Carlo

http://www.presenzadivina.it/275.pdf

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