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giovedì 30 giugno 2016

Anche la Sardegna senz'acqua?

Quando la “Parola di Dio” dà fastidio anche ai vescovi



Decimoputzu (CA) - Manifestano, a comando, contro il parroco
Sabato 28 maggio scorso, si è verificato in Sardegna un piccolo terremoto, per l’esattezza a Decimoputzu, un paese di 4500 abitanti in provincia di Cagliari. Qui, il parroco, Don Massimiliano Pusceddu, dopo aver letto il Vangelo del giorno ha svolto l’omelia ricordando l’importanza della famiglia e, di contro, gli attacchi alla stessa famiglia condotti oggi con mezzi diversi, comprese le leggi dello Stato, come quella sulle cosiddette “unioni civili” che, ha detto il parroco, è un attacco al cuore della famiglia.
(si ascolti l'omelia: https://www.youtube.com/watch?v=_IdVKz0I-20)


Com’è doveroso per qualunque cattolico, egli ha ricordato che la famiglia ha il suo fondamento nelle leggi di Dio, che ha voluto che essa fosse composta da un uomo e da una donna e non da persone dello stesso sesso, richiamando a questo punto l’insegnamento di San Paolo sulla violazione delle leggi di Dio realizzata dalle cosiddette unioni omosessuali. E ricordando ai fedeli che un cattolico non smette mai di richiamare l’ossequio alle leggi di Dio, predicando sempre la verità, ammonendo e consigliando i peccatori, lottando contro ogni legge ingiusta che contravviene ai comandi di Dio e concorre a demolire l’istituzione familiare.
Questo il passo di San Paolo letto da Don Massimiliano:
«Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d’una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa» (Rm. 1, 26-32)

Ebbene, dal momento che questo parroco si è attenuto al suo dovere e ha ricordato ai fedeli come si fa ad essere realmente cattolici, ecco che il mondo intero, o quasi, si è sentito offeso e ha sollevato il rituale polverone atto a trasformare un ministro di Dio in un soggetto pericoloso per la società, da condannare, allontanare, emarginare e in qualche modo eliminare, perché non possa più nuocere ai disegni della sovversione diabolica del mondo moderno.


E siccome  questa moderna Chiesa conciliare è da cinquant’anni che annovera tra i suoi chierici tanti personaggi che si preoccupano più di servire il mondo piuttosto che Dio, ecco che l’arcivescovo di Cagliari, Mons. Arrigo Miglio, ha sentito il dovere, suo personale, di dare ragione al mondo e torto al suo parroco, dichiarando, in un comunicato ufficiale, che quest’ultimo avrebbe provocato tanto clamore commentando “un passo della Lettera ai Romani (c. 1) che, estrapolato dal suo contesto e dall’insieme dell’insegnamento paolino, ha provocato gravi fraintendimenti e ha falsato anzitutto il pensiero di san Paolo che, nella stessa Lettera (c. 5 e 8), proclama senza ombre la Misericordia di Dio”; e dichiarando altresì che “senza dimenticare o nascondere la via indicata dal Signore bisogna però essere rispettosi e vicini a tutti, anche a chi non riesce ancora a seguire la strada da Lui proposta, senza giudicare nessuno, perché solo il Signore conosce fino in fondo le responsabilità di ciascuno. Nei giorni seguenti clamore e proteste sono aumentati superando ampiamente il livello locale, non solo per la facile diffusione nei social network ma per la delicatezza dell’argomento. Molte persone si sono rivolte a me personalmente, dicendomi la loro sofferenza e spesso la loro rabbia. Raccolgo e faccio mia la sofferenza di tutti coloro che si sono sentiti feriti in questa vicenda e chiedo scusa a nome mio e della nostra chiesa diocesana, perché un sacerdote, specialmente dall’altare, ma in realtà sempre, non rappresenta mai solo se stesso. All’interessato rinnovo la richiesta di osservare un congruo periodo di silenzio totale”.

Ora ci chiediamo: è stato davvero Don Pusceddu a falsare il pensiero di San Paolo?
Nel capitolo primo della lettera di San Paolo si legge:
«In realtà l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l’immagine e la figura dell’uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.» (Rm. 1, 18-23)… 

quindi non è Don Pusceddu che falsa, ma Mons. Miglio.

Per di più, ai capitoli 5 e 8 richiamati dal vescovo, San Paolo dice:
«Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita. Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti. La legge poi sopraggiunse a dare piena coscienza della caduta, ma laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia, perché come il peccato aveva regnato con la morte, così regni anche la grazia con la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.» (Rm. 5, 18-21). 
«Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne; poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l’aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete. Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: “Abbà, Padre!”. Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.» (Rm. 8, 12-17).

Da cui si evince con chiarezza che è quanto detto da Mons. Miglio a proposito (nella stessa Lettera (c. 5 e 8), proclama senza ombre la Misericordia di Dio) a non essere esatto e a realizzare il fraintendimento e la falsificazione del pensiero di San Paolo.

A che pro?
Per un verso si può dire che il vescovo ha cercato di giustificarsi di fronte al mondo, per non avere “grane”, come se il suo compito fosse quello di compiacere il mondo e non Dio; per l’altro, con la scusa del “clamore” e del far sua “la sofferenza di tutti coloro che si sono sentiti feriti in questa vicenda”, in realtà egli non ha fatto altro che difendere i suoi convincimenti personali e tutti umani circa la bontà delle unioni omosessuali e le unioni contrarie alla famiglia in genere.


Ecco quanto ha dichiarato, infatti, come Presidente del Comitato scientifico organizzatore, nella 47ª Settimana Sociale dei cattolici italiani, svoltasi a Torino dal 12 al 15 settembre 2013:
Vorremmo superare i pregiudizi, capire che la famiglia non è un problema cattolico, ma di tutti. Confinare la famiglia a un tema di tipo confessionale significa sminuirla nel suo ruolo sociale di pilastro del bene comune. Non sogniamo modelli passati ma partiamo dal nucleo della famiglia attuale, il matrimonio tra un uomo e una donna, e da questa prospettiva ragioniamo per guardare al futuro, verso nuove situazioni e nuovi modelli familiari … Da questa prospettiva bisogna ragionare per arrivare a capire che primato della famiglia non significa ignorare né calpestare i diritti e i doveri che si formano in ogni altro tipo di convivenza”.

Dal che si evince che il vero “sofferente”, quello che per primo si è “sentito ferito” dall’omelia di Don Pusceddu è proprio l’arcivescovo, convinto assertore dei valori del mondo e poco ortodosso predicatore degli insegnamenti della Chiesa e di San Paolo.

La vicenda, in fondo, non meriterebbe di essere ricordata, tenuto conto che ormai, dopo cinquant’anni di Concilio e post-concilio, siamo vaccinati contro la smaccata deriva dei moderni chierici, e tuttavia questo episodio è un chiaro segnale di quanto sta preparandosi nel mondo per giungere alla aperta e ufficiale persecuzione dei cattolici, di quelli che intendono rimanere fedeli agli insegnamenti di Nostro Signore e non sono disposti ad annacquarli o a falsificarli per non “avere grane”.

Noi non sappiamo quali saranno realmente gli strumenti che verranno usati per questa persecuzione, tolte le già vigenti norme coercitive che arrivano fino alla prigione, ma non possiamo certo aspettarci rose e fiori da un mondo che traduce l’odio per Dio in persecuzione dei Suoi fedeli.
D’altronde lo sapevano, il Signore ci ha già avvertiti e ci ha incoraggiati a perseverare perché:
«Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli» (Mt. 5, 11-12).
E oggi questo è sempre più vero, nonostante vescovi, cardinali e papi si sforzino in tutti i modi per apparire “conformi” alle aspettative del mondo, senza rendersi conto di due ovvie verità: il nemico ricompensa i traditori di Cristo con 30 monete e un pari disprezzo;
il Signore invece promette: «Non temere ciò che stai per soffrire: ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla prova e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita» (Ap. 2, 10)

e ammonisce: «Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca» (Ap. 3, 15-16).
di Belvecchio

3 commenti:

  1. bellissimo articolo fedele alla realtà dei fatti!guardate x quel gruppetto il vescovo ha ordinato di non celebrare a don Massimiliano e il parroco non ha potuto fare l'omelia nel giorno del Signore!hanno anteposto il "diritto" a manifestare di questi quattro gatti e non hanno tutelato i diritti dei fedeli...è stata una pagina nera veramente vergognosa per la diocesi di Cagliari!Sia Lodato Gesù Cristo!

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  2. Cari vescovi, cari cardinali, cari papi ! Vi prego in ginocchio, ravvedetevi, riscoprite la saggezza della Chiesa preconciliare, di S. Pio V, di Pio IX, di San Pio X, di Pio XI, di Pio XII. Abbandonate tutte le eresie e le ambiguità introdotte dal CV II e dai suoi manovratori (più o meno occulti) e ricominciate ad annunciare la Verità tutta intera. Riscoprite la bellezza del "si si, no no" e rimanetevi fedeli, foss'anche necessario giungere sino all'effusione del sangue (del resto, il colore della vostra veste, eminentissimi cardinali, non richiama forse questo vostro dovere?). Se vi ostinate nel vostro attuale comportamento, sappiate che vi caricate di un'enorme responsabilità, che andate incontro a tremendi castighi, sopratutto per le anime che contribuite a far cadere nell'abisso infernale. Dio vi scampi e liberi da una tale eventualità. Laudetur Jesus Christus, miei cari, amati vescovi, caridnali, papi (i due attuali).

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  3. Sono cagliaritano e questo vescovo è un eretico ! Alle omelie in Cattedrale parla di di Dio unico , Ramadan, di tutto tranne Cristo e la Sua Salvezza! Punisce i preti cattolici toglendo loro addiritture le parrocchie ! Premia invce quelli che convivono more uxorio con uomini o donne o massoni provati!

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