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mercoledì 29 giugno 2016

Autolesionati

Bruxelles, chiesa autolesionista?
Ci scrivono dal Belgio fedeli belgi, per portare in evidenza un progetto discutibile della diocesi di Bruxelles. E cioè la volontà di chiudere una quantità di chiese, specialmente in periferia. E’ un progetto pastorale che si vuole di grande ampiezza: fondere le parrocchie e concentrare le messe domenicali nelle chiese centrali. Ma i fedeli si oppongono.


L’articolo di qualche giorno fa sulla singolare, inspiegabile decisione dell’arcivescovo di Malines-Bruxelles, mons. De Kesel, di scacciare la Fraternità dei Santi Apostoli ha fatto sì che alcuni fedeli belgi ci scrivessero, per portare in evidenza un’altra decisione discutibile e discussa. E cioè la volontà di chiudere una quantità di chiese, specialmente in periferia. E’ un progetto pastorale che si vuole di grande ampiezza: fondere le parrocchie e concentrare le messe domenicali nelle chiese centrali.   

Una chiesa o due accoglieranno le celebrazioni e le attività principali delle “unità pastorali” mentre le chiese periferiche, diventate meno attive, saranno minacciate di chiusura per la pastorale del quartiere.  
I fedeli si oppongono. Pensano che il programma avrà conseguenze opposte; rendere impersonali le chiese, allontanarle dalla gente, diminuire il numero di fedeli e indebolire il tessuto ecclesiale; e penalizzare i meno mobili, e i più poveri.  
Insomma, dicono i fedeli, in un momento in cui la priorità dei responsabili politici e sociali è rinforzare il servizio di vicinanze, la Chiesa di Bruxelles va in direzione opposta, e non si fa più vicina all’uomo, e a quello più povero nella sua vita quotidiana.  
In questo contesto problematico si inserisce il problema degli stranieri che vivono e lavorano a Bruxelles. Da tempo molti di loro, o diplomatici e funzionari che lavorano per la Commissione Europea, hanno chiesto alla diocesi che affidi loro una Chiesa per le celebrazioni domenicali.   

 Ma a quanto pare il vescovo ausiliare, e motore del progetto pastorale, mons. Kockerois fa orecchie da mercante, nonostante che sia il vicepresidente del Comece, e queste persone devono adattarsi alla situazione di cui fanno fede le fotografie che vedete qui sotto. 
 Mons. De Kesel è stato nominato molto recentemente a Bruxelles, per sostituire, e in opposizione, a mons. Lèonard giudicato troppo tradizionale dall’ala progressista belga, e in particolare dal discusso e discutibile card. Danneels, grande amico e consigliori del Pontefice. Se il buongiorno si vede dal mattino, un campano chiederebbe al Santo Padre: “ma cchi tte se pijate?”… Chi hai preso? 

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