ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 26 giugno 2016

La mancata accettazione dei voleri della Madre di Dio

                                               
                 
                        LA MELA ROSSA

        Il cammino della Chiesa è stato sempre contrassegnato da assidue persecuzioni sublimate dalla testimonianza ablativa mai interrotta nel corso dei secoli. Il trionfo della fedeltà a Cristo è stato confermato dal sangue dei martiri, dalle conversioni e dalla progressiva affermazione del cattolicesimo. Il riferimento ai cristiani d’Armenia martirizzati un secolo fa dagli Ottomani non può non risentire di valutazioni individuabili nelle motivazioni ora espresse. Quasi due milioni furono le vittime. Il Parlamento tedesco, approvando in questi giorni la mozione che definisce genocidio la soppressione degli Armeni, è incappato nelle ire del governo turco che ha considerato errore storico la valutazione dei fatti. In realtà da sempre la Turchia ha negato l’olocausto della minoranza cristiana decimata tra l’indifferenza delle maggiori potenze europee allineate, nella circostanza, alla politica imperialista ottomana. Tutti avevano compreso il dramma degli Armeni ma nessuno osò intervenire.
Analogo atteggiamento oggi si riscontra sulla linea, di matrice turca, elaborata per la eliminazione della comunità curda. Il negazionismo della strage armena fa comprendere il carattere dominante dell’attuale detentore del potere turco la cui inaffidabilità è premiata dal modesto ”obolo” di diversi miliardi di euro concessi dalla Comunità europea per regolare i flussi migratori. L’avanzamento della richiesta di fondi (del gran visir) svela la complessa varietà di forme di dipendenza a cui l’Unione (monetaria) deve sottostare nel finanziare il gestore della vita e dell’esistenza futura dei profughi. Ricordiamo, andando indietro nel tempo, che un’esecuzione di massa simile a quella armena fu compiuta dai Turchi anche ad Otranto (1480) in Puglia. Gli abitanti della città, invitati a rinnegare la Fede furono, a causa del loro rifiuto, decapitati dalle milizie del califfo Maometto II. Ottocento furono le teste mozzate per non rinnegare Cristo. Da quel periodo il ruolo assunto dai Turchi, determinante ai fini dell’espansionismo, sarà proiettato nell’area mediterranea con il possesso di quasi tutte le isole. La minaccia più cruenta sarà indirizzata contro il cristianesimo. Con una travolgente serie di campagne militari amplieranno le già enormi dimensioni dei possedimenti che raggiungeranno un’estensione paragonabile a quella dell’antico impero romano. Infatti, dopo aver occupato territori già cristianizzati e conquistato il Medio Oriente, parte dell’Asia e dell’Africa, si impossesseranno anche della seconda Roma (Costantinopoli), giungendo a minacciare la stessa Europa. Lepanto e Vienna salveranno il cristianesimo e l’intero Continente dal disastro.

        Possono, invece, sembrare decisamente modeste le ripercussioni proiettate dai popoli arabi sull’orgogliosa appartenenza al credo islamico. Benché diversi dall’indole operativa dei combattenti (islamici), gli arabi saranno in grado di rafforzare le loro radici non solo con l’agone feroce e spietato ma anche con la scienza speculativa e la raffinatezza dell’arte. La scoperta dei numeri rivoluzionerà le attività commerciali, l’economia e i rapporti sociali, mentre nei territori occupati (specie in Spagna) daranno impulso a dinamiche di incontro, di assimilazione e a realizzazioni tecnologiche sorprendenti. Le grandiose moschee costruite a Siviglia ed a Cordova mostrano le risultanze d’una capacità di elaborazione in grado di propagare gli effetti di un’apertura mentale incline alle sollecitazioni culturali ed agli impegni educativi. La moschea di Cordova, molto più grande di un campo di calcio, oltre al turbinio di luci, di colori e di splendidi mosaici, conteneva all’interno 860 colonne con archi sovrapposti, colonne sottratte ai palazzi ed ai monumenti delle località presenti sulle coste del Mediterraneo. La moschea era dotata anche d’una università frequentata da schiere di giovani dediti allo studio della sapienza araba. Con il decadimento del califfato e con la riscossa dei cristiani la moschea passerà in mano ai canonici i quali all’interno costruiranno, dopo l’abbattimento di gran parte delle colonne, una Chiesa di modeste proporzioni. Invece sulla mastodontica moschea di Siviglia, demolita dopo quasi due secoli dalla sua costruzione, sarà eretto un grandioso Tempio cristiano con all’interno 60 cappelle e 80 altari. Vi si celebravano giornalmente centinaia di Messe consumando ogni anno quintali di ceri e migliaia di litri di vino.

        Parlavamo della consueta minaccia turca e della battaglia combattuta a Lepanto, nel Mediterraneo (1571). Il clamoroso epilogo dello scontro, con la vittoria della flotta europea unita sotto la bandiera cristiana, bloccherà l’azione distruttiva dei Turchi che in futuro si sarebbe volta contro l’Europa. Con l’intervento miracoloso della Madre di Dio, la vittoria della Lega Santa, patrocinata da Papa San Pio V, demolirà il mito dell’invincibilità della flotta islamica. La sconfitta sarà un pesante smacco per l’orgoglio turco: 180 saranno le navi affondate, 30 mila gli uccisi, 10 mila i prigionieri, 14 mila, invece, saranno i cristiani fatti prigionieri in passato (condannati a remare sulle galee turche) e liberati dai vincitori. Malgrado le ripercussioni d’una sconfitta tanto disastrosa, la minaccia islamica, incombente sui popoli occidentali, porterà a maturazione altre iniziative. L’Austria sarà il vero bastione cristiano. L’impresa dei Turchi, preparata ed organizzata con lo scopo di penetrare nel cuore dell’Occidente, si concreterà cingendo d’assedio la capitale imperiale (1683). La bandiera del più grande esercito mai giunto in Europa sventolerà sotto le mura di Vienna in procinto di capitolare. La città sarà liberata, dopo un lungo assedio, dai sovrani cristiani sollecitati da Papa Innocenzo XI a coalizzarsi per sventare la minaccia turca. Dopo lo scontro armato sotto le mura della capitale austriaca, la fase espansiva ottomana (con le azioni militari future non sempre coronate da successi) sarà destinata ad esaurirsi alle soglie della I guerra mondiale.

        Ci chiediamo, a questo punto, se la lotta millenaria dell’islam contro i cristiani sia ancora oggi ammantata da quella sprezzante ostilità con la quale agire per cogliere la fatidica mela rossa? Si dice che cogliere la mela rossa fosse l’ambiziosa segnalazione ricevuta, in sogno, dal sultano a cui Maometto era apparso sollecitando la conquista di Roma. Il quadro, che oggi sembra agevolare l’impresa, induce a chiedersi nuovamente se nella religione islamica sia ancora presente quel dispositivo di forza espansiva per carpire la mitica mela rossa. In modo imprevedibile e nel volgere di pochissimi decenni il cristianesimo si è dissolto. La sua presenza nel mondo oggi non ha più né valenza morale, né egemonia culturale. L’Istituzione clericale, anche nell’ambito strettamente confessionale, è chiamata a disciplinare le comunità cattoliche nell’unica condotta ritenuta rilevante sotto il profilo orizzontale: la promozione sociale. La mancata accettazione dei voleri della Madre di Dio (di cui abbiamo ampiamente parlato nei numeri precedenti) ha segnato la svolta. Siamo alla conquista che, del resto, è stata rapida perché conseguita non con la jihad (guerra santa) ma con la guerra ideologica e con la forza d’attrazione esercitata da un simbolo: la mezzaluna accanto alla Croce nel cuore della Città Eterna. Le cosiddette strategie “usurpatorie” parlano chiaro: le attuali moschee nel territorio nazionale non sono più sufficienti. Anche i Presuli si son fatti carico del “disagio” che impedisce la dilatazione del verbo islamico. Non siamo all’irradiazione d’una resistenza (teologica) gravitante sul Papato, ma all’azione distruttiva prodotta dalla Cattedra di Verità correlata agli ultimi lembi di reminiscenza dottrinale. Il desolante decadimento moltiplica gli indizi sul profilo anticattolico dei Principi di Santa Romana Chiesa e dello stesso Papa. Il quadro che emerge richiama antichi ricordi. Ricordiamo brevemente che solo la Grazia Divina può produrre il radicale cambiamento nell’uomo e nella società. Ricordiamo che la fede in Cristo ha cambiato mentalità e costumi della Roma pagana, dei barbari, degli intellettuali e filosofi. Ricordiamo che i Papi non solo hanno parlato del Crocifisso ma hanno anche propagato la Sua opera Redentrice convertendo i popoli. La stessa conversione dell’Europa, segnata dal progressivo passaggio dalla barbarie alla civiltà, è sopraggiunta rispettando la visione e la vocazione universale degli insegnamenti e dei comandi di Cristo. É impensabile che i popoli pagani che approdano in Europa abbraccino i valori della Fede cattolica (ammesso che qualche scriba tenti di convertirli) se dal Magistero e dall’episcopato provengono riferimenti filantropici amplificati dal messaggio arrendevole della pastorale orizzontale. Cosa si aspetterebbero i cattolici europei dal Capo della Chiesa romana? Non il racconto dei sogni, né la canonizzazione del profugo, nemmeno la riesumazione della Lega Santa. Si aspetterebbero la proiezione unitaria sulle realtà evangeliche dalle finalità strettamente verticali che confermino la Parola di Cristo che ha comandato la conversione dei popoli. Allo stato attuale è impensabile attendersi da Bergoglio indicazioni esegetiche che non passino attraverso la promozione sociale e la mediazione orizzontale. L’enorme dispendio di energie e di risorse va a sollevare proprio tali questioni da cui emergono la disaffezione per la cura delle anime, il ripudio del Magistero Infallibile, la persecuzione dura per i non allineati.

        Concludiamo precisando che la partita non si gioca sull’assedio del cristianesimo, né sulla conquista della mela rossa, ma sulla conversione del clero alto e basso, sull’evangelizzazione dell’Europa paganizzata e sull’obbedienza (iniziando da Bergoglio) al comando di Cristo: «in Suo Nome deve essere predicata la conversione a tutte le genti» (Lc 24,4), compresi coloro che sono accolti nelle Chiese mutate in refettori. Consuetudine – questa – ottimisticamente giustificata dalle superiori capacità di Bergoglio e dal suo clan. La luce del Tuo Volto, o Cristo, splenda su un mondo nuovo, è la nostra preghiera, la nostra speranza.

di Nicola Di Carlo

http://www.presenzadivina.it/276.pdf

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.