ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 27 ottobre 2016

Le autoflagellazioni

La religione dopo il Concilio/4: la stagione dei mea culpa

Lo spostamento del centro ha comportato per la Chiesa Cattolica anche uno spostamento della missione ecclesiale (dalla soprannaturale salus animarum all’aiuto – soprattutto materiale – per poveri e migranti) ed una ristrutturazione dell’apparato organizzativo, conseguente al mutamento della missione. L’uno e l’altra furono preparati, consciamente o meno, da una campagna di colpevolizzazione della Chiesa Cattolica guidata dai pontefici stessi.
I papi post conciliari hanno avviato un processo di revisione della storia ecclesiale, fino ad arrivare alla critica sistematica del passato e della memoria storica. Fu soprattutto Giovanni Paolo II, da un certo momento in poi, con la determinazione che caratterizzava ogni sua iniziativa, a far conoscere i presunti crimini commessi dalla Chiesa, profondendosi in reiterati mea culpa e caricando i misfatti sul dorso dei fedeli vivi e defunti (compresi i Santi).
Nell’insieme i papi post conciliari hanno implorato perdono agli scismatici [1], ai protestanti [2], ai giudei [3], ai maomettani, ai pagani [4], alle popolazioni autoctone [5], agli immigrati [6], alle donne [7], ai poveri [8], agli artisti [9] e al mondo [10].

I due momenti culminanti di queste improvvide sceneggiate sono stati la Preghiera Universale con Confessione delle colpe e richiesta di perdono di Giovanni Paolo II (2000, 12 marzo) (v. qui) e la dichiarazione di Francesco I durante il volo di ritorno dall'Armenia (2016, 26 giugno) [11].
Alcune resipiscenze sono inopportune e immotivate, altre, controproducenti, si configurano come un segno di resa alla libellistica massonica, in ogni caso dal punto di vista cattolico sono risultate del tutto deleterie, avendo contribuito a rompere la solidarietà dei Cattolici con la loro storia, ponendo le basi per una rifondazione in senso modernista della Chiesa.
Perchè le autoflagellazioni sono un errore
Premesso che la colpa è personale, perciò è moralmente assurdo che un uomo chieda perdono per fatti commessi da altri uomini, ormai defunti e già giudicati da Dio, specie se beatificati.
Le richieste di perdono per atti dei Santi sono poi del tutto inopportune. Se essi hanno praticato le virtù in modo eroico e, come riconosciuto da solenni decreti, ora godono della Luce Eterna di Dio che senso ha sconfessarne l’operato chiedendo perdono per colpe che sono già state espiate, o, peggio, mai commesse? Ove non è chiaro dove finisce la subordinazione ovina ai dettami del mondo ed inizia l’arroganza di chi si crede più giusto dei Santi.
È in ogni caso oltremodo imprudente che la Chiesa di oggi giudichi quella di ieri (e la giudichi sulla base della cultura in cui è oggi immersa). Chi impedirà alla Chiesa di domani di giudicare quella di oggi sulla base della cultura di domani?
Eppure, con audacia degna di miglior sorte, la Chiesa post-conciliare, che tutti assolve, ha fatto ammenda per ogni suo gesto che abbia avuto una qualche incidenza storica.
Le richieste di perdono sono state spesso immotivate.
Che senso ha è chiedere perdono per vicende storiche provvidenziali – come le Crociate, indette a difesa dei pellegrini in Terra Santa [12], o come le battaglie per difendere i confini dell’Europa cristiana dall'invasione maomettana?
Dove l’Islam, arabo o turco arrivava, lì veniva annientata la presenza cristiana, salvo un residuo. Le armi cristiane hanno salvato un territorio, l'Europa, ove è sopravvissuta per secoli la libertà e la possibilità di professare la fede cristiana.
Senza i guerrieri di Carlo Martello e i paladini del Sacro Romano Impero, che hanno fermato una prima volta gli arabi a Poitiers (732) e a Roncisvalle, in Europa oggi vigerebbe la sharia islamica.
È stato un Santo e grandissimo, Bernardo, a indire la seconda crociata.
È stata la Madonna delle Asturie ad ispirare la riconquista della Spagna.
È stato un altro Santo, il francescano Giovanni da Capestrano, a raccogliere decine di migliaia di volontari guidando l’attacco che nel 1456 spezzò l'assedio di Belgrado: dopo aver sottomesso Costantinopoli in un bagno di sangue (1453), l'Impero Ottomano aveva iniziato ad invadere l’Europa.
Dopo il fallito assedio di Vienna del 1529 da parte dei turchi di Solimano il Magnifico, l'Impero Ottomano aumentò la sua potenza navale e terrestre. Nel 1571 S Pio V radunò tutte le forze cristiane d'Europa, affidandole alla protezione della Santa Vergine; una volta ottenuta la vittoria (a Lepanto), proclamò il 7 ottobre Festa di Nostra Signora del Rosario.
Un secolo dopo l'Impero Ottomano, perduta la potenza navale, provò a conquistare l’Europa via terra, giungendo ad assediare Vienna, con l'intento di dilagare poi in occidente. Nel 1683 il cappuccino Marco d’Aviano, beatificato poco dopo la morte, riuscì ad infiammare comandanti e truppe cristiane, salvando Vienna e l’Europa intera. Innocenzo XI, in ringraziamento della liberazione di Vienna e della riconquista di Buda (1686), proclamò il 12 settembre Festa del Nome di Maria.
Prendiamo la vituperata crociata contro gli Albigesi.
L’Europa che conosciamo semplicemente non ci sarebbe, visto il loro rifiuto del matrimonio e della procreazione e il loro incoraggiamento al suicidio. Contro i Catari la Chiesa non ha difeso solo cristianità, ha difeso la vita. Altro che “mai più la guerra”!
Per non parlare di Santa Giovanna d’Arco, che la guerra non la ha neppure combattuta per la fede, ma solo per salvare la sua Patria (su mandato divino) dall’incipiente imperialismo britannico.
Si è incorso perfino in imbarazzanti infortuni, come quando Giovanni Paolo II ha addossato alla Chiesa il sacco di Costantinopoli durante la quarta crociata (1204), mentre il papa allora regnante – Innocenzo III – aveva in realtà condannato i responsabili comminando loro scomuniche [13].
Il secondo cavallo di battaglia della libellistica massonica, dopo le Crociate, è la Santa Inquisizione.
Manifestare, come è stato fatto [13], resipiscenze e contrizioniper il complesso dei tribunali ecclesiastici la cui giurisdizione riguardava unicamente il delitto di eresia (nelle sue varie forme: protestantesimo, dottrine catare e valdesi, marranesimo, stregoneria) è una semplificazione, una inaccettabile reductio ad hitlerum:; l’operato dei tribunali nei diversi paesi non era uniforme, le sentenze non sono riconducibili ad un giudizio univoco e sommario.
Le generalizzazioni manichee tipiche di illuministi, giacobini, massoni e comunisti non hanno alcun riguardo del contesto storico, né alcuna intenzione di svelare la verità dei fatti.
Analogo ragionamento si può fare per le guerre di religione [15], termine oltremodo generico appositamente studiato per demonizzare i credenti di ogni confessione e spianare così la strada ad atei e luciferiani.
Le richieste di perdono immotivate hanno fatto strame del lavoro di quegli studiosi della storia della Chiesa, che avevano dimostrato, con prove documentali, l’infondatezza di molte accuse. Agli occhi del mondo, essi sono reazionari ostinati nel difendere ciò che la Chiesa stessa più non difende, ed anzi colpevolizza.
Il lavoro di molti ricercatori d’un colpo ha perso di peso e di valore: prova ne è che nelle librerie cattoliche la saggistica di stampo apologetico non trova spazio.
Ha perso valore anche la testimonianza di quei cristiani comuni che in questi anni nel luoghi di lavoro ed in famiglia hanno difeso la Chiesa dalle accuse menzognere ossessivamente diffuse dai media.
Perchè le autoflagellazioni sono controproducenti
Le sconcertanti ammissioni di colpevolezza dei papi post-conciliari, hanno fatalmente segnato un’apertura di credito alle diverse leggende nere, portate inizialmentesulla scena dall’Illuminismo, ripresentate successivamente dai suoi epigoni romantici (Hugo) e decadenti (Sardou, Scribe) e infine riesumate per formare la paccottiglia smerciata da Umberto Eco e da Dan Brown. Esse dipingono una Chiesa guidata da interessi mondani e inconfessabili e prona a crudeltà immotivate [16], alimentando "lo stereotipo mostruoso e antistorico del Cristianesimo come portatore di violenza e persecuzione" [17].
La versione attuale delle leggende nere proveniente dagli ambienti radicali ed ebraici pone sul piatto della bilancia la presunta oppressione delle donne e le immaginarie conversioni forzate dei giudei attuate nelle società cattoliche, il supposto colonialismo dei missionari, la mancata denuncia della Shoa da parte del papa che salvò gli ebrei a migliaia (Pio XII), e così via, di menzogna in menzogna.
In parallelo, poiché le altrui memorie vengono santificate e solennizzate, se ne deduce che i mea culpa sono le forche caudine approntate dagli israeliti talmudici e dai loro alleati per umiliare definitivamente i Cattolici.
Agire da cassa di risonanza delle insinuazioni e calunnie massoniche è un segno di resa al potere politico-mediatico mondano: cosa c’è infatti di più corrivo col mondo che sottomettersi alle accuse strepitate e gridate ossessivamente dai media? Dov’é più San Giovanni Battista? Dove la solenne preghiera di Nostro Signore (cfr. Gv. 17, 9).
Ironia della sorte, è stata una vana illusione aver pensato di potersi accreditare presso i "padroni di questo mondo", mediante l'autolesionismo: tutti i mea culpa sono risultati politicamente infruttuosi.
Innanzitutto non hanno ottenuto alcuna reciprocità, né avviato alcuna composizione dei conflitti teologici cattolicamente credibile. I seguaci di altre confessioni e culti si guardano bene dal rinnegare la propria storia, per quanto macchiata di efferatezze ed omicidi, o dal ripudiare le loro dottrine eretiche o pagane.
Roma è anzi entrata in una spirale di cui non si vede fine. Per i suoi interlocutori privilegiati (ebrei, eretici, massoni ed atei), i passi che compie non sono mai bastevoli. Alla Chiesa Cattolica viene infatti richiesto con forza di rinnegare definitivamente il proprio passato, che il tribunale del mondo, con sentenza passata in giudicato, bolla come antisemita, antiliberale e antimaomettano.
In un caso le richieste di perdono sono anche state respinte al mittente. È stato quando il sinodo valdese in replica alle sue implorazioni di perdono di Francesco I ha ufficialmente e duramete risposto: «non possiamo sostituirci a quanti hanno pagato col sangue la loro testimonianza alla fede evangelica e perdonare al posto loro» (2015, 24 agosto).
I rabbini, dal canto loro, accolgono i mea culpa con malcelata insofferenza: ogni ammissione di indegnità viene dal sinedrio regolarmente giudicata un importante passo in avanti, ma mai sufficiente [18].
L’errore della Chiesa consiste nell’aver pensato che l’ostilità dipendesse dalle colpe storiche della Cattolica. Non è così. La Santa Religione è avversata perché “essa è in se stessa una menzogna e un male”: è questa la convinzione profonda dei nostri nemici.
L’accoglienza succube delle leggende nere un suo compito ha comunque svolto egregiamente ed un risultato lo ha raggiunto: aprire la strada al movimento modernista. Dicono infatti i Modernisti di ieri e di oggi che, siccome la Chiesa del passato è stata guidata da interessi mondani e inconfessabili che l’hanno portata a commettere crudeltà immotivate, essa è indifendibile quanto alla condotta morale e quanto alla dottrina.
Compito dei nuovi Santi [19] è quello di disfarsi del Magistero bimillenario per ritornare ai Padri e costruire sulle macerie della Cattolica una chiesa rinnovata e “senza rughe”, perennemente in evoluzione e quindi in grado di tenere il passo con la storia che cambia (senza restare “indietro di duecento anni”, Martini dixit, 2012, 8 agosto).
Le sconcertanti e reiterate ammissioni di colpevolezza dei papi conciliari hanno marcato il solco tra la Chiesa di sempre, sprezzantemente definita pre-conciliare (per i custodi della rivoluzione si tratta dell’insulto massimo), e la neo-chiesa modernista, inclusiva e filantropica, attualmente in fase di avanzata gestazione.
Perchè le autoflagellazioni sono rovinose
Le colpe riconosciute a livello papale – anche se generiche e fittizie –diventano una macchia indelebile impressa sulla comunità ecclesiale e su tutti i suoi membri.
A causa di un tale auto-annichilimento all’esterno è sempre più vista come portatrice non di salvezza ma di un’idea in nome della quale sono state perpetrate azioni malvagie, in altre parole una comunità religiosa responsabile primaria di molte tribolazioni subite dai popoli, che, al più, non è migliore delle altre.
In fin dei conti è Gesù Cristo che è sotto accusa: cosa infatti è venuto a fondare?
Ed allora la conclusione inevitabile dello spettatore neutrale è, e non può non essere che una sola: bisogna lasciare solo all’unico potere – democraticamente eletto - la cura del bene dell’umanità; a poco a poco forse anche i Cattolici, debitamente educati, impareranno ad essere più civili.
All’interno della compagine ecclesiale i sensi di colpa infondati, diffusi nelle coscienze, generando auto-disprezzo [20], causano conflitti interiori e minano il senso di identità e appartenenza.
Con il rischio di trasformare i Cattolici in un “gregge impaurito” [21] alla mercé dei lupi e dei cattivi pastori.
Vi sono ripercussioni anche nella gerarchia. Nel rinnegare la propria storia, viene "rotta la solidarietà cattolica nel tempo".
Inesorabilmente, rotta la comunione nel tempo, "per principio è rotta anche quella nello spazio" [22].
Fino a trovare naturale stendere una coltre di silenzio sulle persecuzioni del passato e su quelle in atto. È una situazione che dura da più di tre anni.
Conclusione
In ogni caso, i mea culpanon sono dogmaticamente innocenti: dare una patente di verità a narrazioni faziose che hanno più del mito che della realtà è un delitto contro la verità.
Pio XII aveva ben chiaro il pericolo: egli temeva i novatori che volevano procurarle "ilrimorso per il suo passato storico" ed era convinto che la Chiesa di Pietro dovesse "riappropriarsi del proprio passato". In caso contrario si sarebbe "scavata lei stessa la tomba" [23].

Oreste Sartore

NOTE
[1] Secondo Giovanni Paolo IIlo scisma degli Ortodossi sarebbe addebitabile ad entrambe le parti. Lo affermò alla Chiesa ortodossa polacca (1991, 5 giugno) e lo ribadì in una dichiarazione comune con il patriarca di Costantinopoli (1995, 29 giugno)
[2] Giovanni Paolo IIha reso omaggio a eretici condannati a morte (Hus), ha implorato perdono per la strage degli Ugonotti del 1572 e per la cacciata dei protestanti da Salisburgo del 1730.
Secondo Giovanni Paolo II i protestanti non si sarebbero separati a causa dei loro eresiarchi. Sono state le Chiese (quali?) a dividersi per «colpa di entrambe le parti». Il papa polacco ha ribadito tale epocale inversione di giudizio sulle eresie ai Luterani tedeschi (1980, 17 novembre), ai Riformati di Svizzera (1984, 14 giugno) ed infine anche agli Evangelici austriaci (1988, 26 giugno). E il Concilio di Trento? È forse opera di un’altra Chiesa?
[3] Davanti ai rabbini ormai saliti in cattedra i papi si prostrano ascoltando moniti e veri e propri ordini (ogni passo avanti viene dal nuovo sinedrio regolarmente giudicato importante ma non sufficiente).
L’esodo di Benedetto XVI verso la sinagoga di Roma (2010, 17 gennaio) è costato molto caro alla Chiesa. Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica romana, haricordando date, personalità e fatti cruciali della sua comunità: la tempesta che nel 1793 spense il fuoco appiccato al portone del ghetto da alcuni facinorosi per l’appoggio palese degli ebrei alla rivoluzione anticattolica dei francesi, l’anno 1870, l’unità d’Italia, il sindaco e gran Maestro Ernesto Nathan (distintosi per atti sacrileghi contro la fede cristiana), la Resistenza, la difesa della laicità delle Istituzioni. In pratica il bollettino della guerra vinta dai giudei contro la società cattolica. Ha chiamato il papa ad allearsi nel contrastare le ideologie xenofobe e razziste e a favorire l’apertura ai nuovi immigrati, dipinti aprioristicamente come pacifici e cooperanti al benessere collettivo. Pacifici ha concluso manifestando dolore per il silenzio di Pio XII di fronte alla Shoah. Benedetto XVI, da parte sua, ha subito senza fiatare.
[4] Francesco I in volo verso Manila, ha spiegato che grazie alla «Pentecoste» conciliare, la Chiesa è riuscita a superare il suo vecchio oscurantismo ed è diventata rispettosa delle altre religioni (2015, 15 gennaio). Concetto ribadito il 22 giugno a Torino durante la visita al tempio valdese: “la Chiesa è stata protagonista di comportamenti inumani”, ma dopo il Vaticano II ha imparato «il rispetto» delle altre religioni
[5] Giovanni Paolo II accusò di «colpe ed errori» i missionari, proprio coloro che nei secoli hanno dato la vita per aiutare spiritualmente e materialmente i poveri del mondo: lo fece parlando a indiani e Inuit del Canada (1984, 18 settembre), incontrando gli aborigeni dell'Australia (1986, 29 novembre) e rivolgendosi agli amerindi degli Usa (1987, 14 settembre).
Ha anche coinvolto la Chiesa in vicende profane quali «la gravissima e turpe ingiustizia» della tratta dei neri africani, paragonata agli stermini nazisti e staliniani, e la colonizzazione con «le sofferenze enormi inflitte agli abitanti di questo Continente (America, ndr) durante l' epoca della conquista» (visita a Santo Domingo, 1992, 13 ottobre). A che pro questi coinvolgimenti?
Non è stato da meno papa Francesco, il quale, rivolgendosi ai Movimenti Popolari della Bolivia, ha chiesto «umilmente perdono per i crimini contro le popolazioni indigene durante la cosiddetta conquista dell’America »(2015, 9 luglio)
[6] Per il 35° anniversario della fondazione del Centro Astalli, in un videomessaggio Bergoglio ha chiesto perdono agli immigrati a nome di tutto l’Occidente: “Troppe volte non vi abbiamo accolto” (2016, 19 aprile)
[7] Giovanni Paolo II ha espresso «grande rammarico» per il fatto che gli uomini di Chiesa non abbiano saputo vivere con coerenza il «messaggio di uguaglianza tra uomo e donna» (1995, 10 giugno), aggiungendo il 30 luglio di quell' anno che per rendere giustizia alle donne «sarebbe opportuno riscrivere la storia»
[8] a tal proposito non si può condividere quanto affermato da Giovanni Paolo II: «la storia della Chiesa stessa abbonda di peccati contro la carità» (1992, 3 giugno).
[9] surreali sono i mea culpa rivolti agli artisti.
Basti pensare ai numerosi movimenti pittorici e poetici di stampo neopagano, alle opere dichiaratamente demoniache, ai ripetuti sacrilegi operati dalle cosiddette avanguardie.
Alla fine degli anni ’80 una loggia di Bergamo sgomberata in fretta e furia abbandonò decine di copie di un bollettino della Massoneria, in cui spiccava la propaganda inusitata a favore di alcune mostre di pittori astratti e surrealisti
[10] cfr. Paolo VI,discorso di apertura della Seconda Sessione del Concilio Vaticano II, 29 settembre 1963: «Sappia con certezza il mondo che è visto amorevolmente dalla Chiesa… Se alcuna colpa fosse a noi imputabile per tale separazione, noi ne chiediamo a Dio umilmente perdono e domandiamo venia altresì ai Fratelli che si sentissero da noi offesi».
[11] «Io credo che la Chiesa non solo debba chiedere scusa a questa persona che è gay, che ha offeso, ma deve chiedere scusa anche ai poveri, alle donne e ai bambini sfruttati nel lavoro; deve chiedere scusa di aver benedetto tante armi… i cristiani devono chiedere scusa di non aver accompagnato tante scelte, tante famiglie.» v. qui
[12] Giovanni Paolo II ha qualificato le Crociate come «non consone al Vangelo» (1995, 12 febbraio)
[13] cfr. Ferdinando Camon, La Nazione, 2001, 8 maggio
[14] Giovanni Paolo II ha definito l’Inquisizione come un "capitolo doloroso sul quale i Figli della Chiesa non possono non tornare con animo aperto al pentimento". (Tertio millennio adveniente, n.35).
Il Simposio Internazionale sull'Inquisizione, tenuto in Vaticano il 29-31 ottobre 1998, l' ha definita «una macchia grave, da cui la Chiesa deve purificarsi mediante una revisione penitenziale».
[15] Francesco I, a proposito della guerra dei Trent’anni ha detto: “noi cristiani, a volte, abbiamo praticato la violenza in nome di Dio”, intervista a La Vanguardia, 2014. 13 giugno
[16] sono accuse che la Massoneria ripete ossessivamente da due secoli e che ora, grazie ai media quasi totalmente in mano agli adepti, sono purtroppo diventate patrimonio del sentire comune
[17] Matteo D'Amico, Certamen n.15
[18] il balletto continuerà fino a che la neo-chiesa non si deciderà ad ufficializzare il ripudio di Gesù Cristo e il riconoscimento dell’unico messia-Israele
[19] cfr. il romanzo Il Santo, scritto dal senatore del Regno Antonio Fogazzaro, 1905
[20] Alexandre Del Valle, Il complesso occidentale, Parigi, 2014
[21] Roberto Pecchioli, Tempo di ciechi condotti da furfanti, 2016, 25 settembre
[22] don G. Baget Bozzo, Tempi, gennaio 2002
[23] v. Chiesa viva, settembre 2002

(Ottobre 2016)


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