ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 19 novembre 2016

Impassito?


L’IMPASSE DEL PAPA, I DUBIA E IL GOSSIP IMPLICITO. UN PIANO DEL 2014…



Vi ricordate quanto il Pontefice ha tuonato periodicamente contro il gossip? Forse in questi giorni corre il rischio inconsciamente di cadere nello stesso comportamento; perché mi sembra che una forma di gossip – un gossip implicito – sia negare dignità piena di interlocutore alla persona “rigida, legalista, ecc. ecc.” che ha idee diverse dalle tue suggerendo che le sue critiche siano causate da problemi psicologici. O da una forma distorta di concepire l’esistenza o la sua fede. Invece di rispondere in concreto e nel merito alle questioni poste.
Così facendo però ci si espone al rischio che l’accusa venga capovolta: non può essere che i problemi psicologici, umorali, siano di chi si comporta in questo modo evasivo ed aggressivo, la sua reazione sia allo stesso tempo, segnale di una cattiva coscienza, dell’impossibilità uscire da un impasse, di dare una risposta netta e chiara?
Il sospetto di lesa maestà non basta. La facilità con cui si è andati a toccare nella questione dell’eucarestia ai divorziati-risposati punti centrali della vita di molti cattolici non si risolve con la denigrazione fatta in proprio o tramite gente di mano di vario genere, ahimè anche consacrata.
Si può pensare che in questo piano pensato da lontano si siano sottovalutati problemi e reazioni; e si sia preso poco in considerazione il valore centrale di ciò che si andava a toccare; cioè il rispetto dell’eucarestia, che è poi il nodo dei Dubia espressi dai cardinali.
Eppure non erano mancati i segnali di resistenza a un piano congegnato prima che il primo dei due Sinodi cominciasse.
Nel settembre del 2014, dopo aver avuto informazioni affidabili su quanto raccontava dei programmi futuri del Sinodo una persona che vi avrebbe giocato un ruolo centrale, scrivevamo su San Pietro e Dintorni:
“…. Il cardinale Kasper, che già vent’anni fa aveva una sua idea in proposito, non accettata in quei due regni, (Giovanni Paolo II e Benedetto XVI) ha visto con l’avvento di Bergoglio l’opportunità di riproporla. A dispetto del fatto che da Manila a Berlino, da New York all’Africa la grande maggioranza dei suoi colleghi abbiano, ancora una volta, riaffermato la Dottrina della Chiesa, basata, ahimè, sulle parole di Gesù; uno dei pochi casi in cui l’enunciazione appare netta, chiara, definitiva, e neanche messa in dubbio dai tagliuzzatori professionisti di pericopi…
Insomma, le cose per Kasper & C. non hanno l’aria di mettersi molto bene. Ma forse c’è un modo, per aiutarlo. E per cercare di impedire che le voci fastidiose lo siano troppo rumorose.
Il primo punto consiste nel chiedere che gli interventi scritti siano consegnati con largo anticipo. Il che è stato fatto. Entro l’8 settembre chi voleva intervenire al Sinodo dove far pervenire il suo temino.
Secondo: leggere attentamente tutti gli interventi, e nel caso che alcuni di essi fossero particolarmente pepati, dare la parola a un oratore che prima dell’intervento spinoso, cercasse già di rispondere, in tutto o in parte, ai problemi sollevati dall’intervento stesso.
Terzo: se qualche intervento appare proprio problematico, dire che purtroppo non c’è il tempo necessario per dare la parola a tutti, ma comunque il testo è stato acquisito, e resta agli atti e di sicuro se ne terrà conto nell’elaborazione finale.
E in effetti non tanto il Sinodo, sarà importante, ma la sintesi che ne verrà preparata, e che porterà la firma del Papa come “Esortazione post-sinodale”. E’ molto probabile che non sarà un testo chiaro e definitivo, ma basato su un’interpretazione “fluttuante”. In modo che ciascuno leggendolo, possa tirarselo dalla parte che più gli fa comodo.
Umile osservazione di un povero cronista: ma se uno ha un piano così elaborato e astuto, perché parlarne di fronte a perfetti estranei durante una cena sontuosa?”.
Come abbiamo potuto vedere, tutto si è svolto come da copione, un copione preparato già all’inizio del 2014. Però come scrive il poeta Burns “The best laid schemes of mice and men”… spesso trovano intoppi; e questo schema ha trovato i Dubia.
Adesso il Pontefice regnante di Amoris Laetitia, Dubia e problemi collegati non vuole più sentire parlare, e chi lo fa, ci dicono, corre il rischio di subire qualche reazione stizzita, o uno scatto d’ira.
Ma temiamo che il problema non sia facilmente addormentabile; e non basta rinunciare all’incontro con i cardinali prima del Concistoro per risolvere la situazione. D’altronde le prospettive sono tutte perdenti. Rispondere ai cardinali, dire che chi è in peccato mortale oggettivo (con tutte le attenuanti del mondo) può avvicinarsi all’eucarestia è rompere con tutto quello che la Chiesa ha insegnato finora, e non bastano due noticine aumm aumm, un po’ di striscio, a ribaltare tutto. E’ una furbatina, ma di gamba corta. D’altronde tornare indietro come si fa? La prospettiva più probabile è lasciare che lo stato di confusione e divisione – lo scontro fra vescovi americani ne è un segnale – si propaghi e continui. Ma sempre con la spada di Damocle che in una situazione o in un’altra i Dubia si ripresentino al cospetto del Pontefice. Una bella impasse, Santità.
Marco Tosatti

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