ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 26 novembre 2016

Un gesto tardivo?



Il blog Chiesa e Postconclio pubblica oggi un articolo dal titolo Lettera a Benedetto XVI per la pubblicazione della parte restante del terzo segreto di Fatima, che traduce la missiva della giornalista Maike Hickson a Ratzinger, resa nota su OnePeteFive lo scorso 18 Novembre. Vediamo dunque un po' di far chiarezza.

Dai fatti resi pubblici negli anni e dalle parole della giornalista e dei suoi contatti romani si apprende che:

1. Giovanni XXIII avrebbe disobbedito agli ordini della Vergine, occultando il Terzo Segreto. 

2. Paolo VI avrebbe parimenti disobbedito, coerentemente alla promulgazione dei documenti più controversi del Vaticano II e della messa riformata, continuando ad occultare il Terzo Segreto, il cui contenuto riguarderebbe appunto il Concilio e la nuova messa;

3. Giovanni Paolo II avrebbe seguito l'esempio dei predecessori, tacendo il contenuto del Terzo Segreto fino al 2000;

4. Giovanni Paolo II avrebbe ordinato nel 2000 di rivelare solo una parte del Terzo Segreto, occultandone il contenuto integrale;

5. il Prefetto del Sant'Uffizio avrebbe mentito, affermando per obbedienza che il contenuto del Terzo Segreto era stato pubblicato nella sua interezza; 

6. a sostegno della presunta completezza del segreto rivelato, il Segretario di Stato Bertone avrebbe fornito scritti autografi di Suo Lucia che sarebbero stati sostanzialmente falsificati, come ha dimostrato - tra gli altri - Antonio Socci, appoggiandosi anche ad esami calligrafici di esperti dei servizi segreti americani;

7. Benedetto XVI avrebbe confermato la versione sostenuta quand'era Prefetto del Sant'Uffizio, continuando a mentirenonostante come Papa avesse l'autorità e la responsabilità morale di obbedire - ancorché in ritardo - all'ordine impartito dalla Vergine di rivelare il segreto;

8. il dimissionario Benedetto XVI avrebbe smentito, tramite la Sala Stampa Vaticana, di aver comunque svelato ad alcuni amici e confidenti, tra cui i conoscenti dell'estensore dell'articolo di OnePeteFive, la parte occultata del Terzo Segreto;

9. dopo la pubblicazione dell'articolo della Hickson, sempre per il tramite della Sala Stampa Vaticana, l'ex-Papa avrebbe nuovamente mentito, affermando di non aver mai discusso dell'argomento con padre Dollinger;

10. la stessa Sala Stampa Vaticana avrebbe segnatamente smentito le affermazioni con cui padre Dollinger confermava quando sostenuto dalla Hickson;

11. l'ex-Papa continuerebbe ancor oggi a mantenere il silenzio sulla vicenda, ratificando la versione ufficiale diffusa dalla Segreteria di Stato prima e dalla Sala Stampa Vaticana poi;

12. Bergoglio non avrebbe mai accennato al Terzo Segreto, allineandosi alla versione ufficiale e rendendosi con ciòcomplice dell'impostura;

13. Roncalli e Giovanni Paolo II sono stati canonizzati da Benedetto XVI; 

14. Benedetto XVI si è dimesso, con un gesto che non ha eguali nella storia della Chiesa, pur mantenendo nome, veste e titolo;

15. Paolo VI è stato recentemente beatificato da Bergoglio.

Abbiamo quindi, dal 1960 al 2016, una sequenza di Papi che per 56 anni avrebbe taciuto o mentito sul Terzo Segreto, per non compromettere né l'accettazione del Vaticano II né gli esiti devastanti della liturgia riformata. Papi che si sarebbero resi colpevoli di una grave disobbedienza nei confronti dell'ordine impartito dalla Vergine Ss.ma, nonostante col passare dei decenni fosse sempre più evidente che le rivelazioni della Madonna circa il "cattivo concilio e la cattiva messa" trovavano progressivamente conferma, e con esse anche l'apostasia della Gerarchia preannunciata a Fatima, a La Salette ("Roma diverrà sede dell'Anticristo") e di numerose altre rivelazioni private approvate dalla Chiesa. 

A ratifica della versione ufficiale sostenuta dai Papi conciliari, gli ultimi due Pontefici tuttora viventi hanno addirittura canonizzato o beatificato i loro predecessori che la storia ha dimostrato aver deliberatamente mentito e/o disobbedito alla Madonna rendendosi complici di una gravissima omissione in danno alla Chiesa.

A questo punto, sembrerebbe a dir poco improbabile che Benedetto XVI - o quel che ne rimane dopo l'abdicazione - decida di smentire se stesso e suoi predecessori, perché con questo gesto egli ammetterebbe un inganno che pregiudicherebbe contemporaneamente la credibilità propria, dei due Papi canonizzati e di quello beatificato e della Gerarchia in generale.

E' evidente, in un'ottica soprannaturale, che le omertà e le menzogne di Roncalli, Montini, Wojtyla, Ratzinger e Bergoglio - laddove dovessero trovare conferma - non scalfiscono minimamente la Verità cattolica, né la sacralità del Papato: l'indegnità delle persone, ancorché costituite in autorità, non tocca teologicamente l'istituzione che esse rappresentano. Ma è altrettanto evidente che, sotto un profilo meramente umano, le menzogne di cinque Papi - di cui tre addirittura elevati agli onori degli altari - scredita la Chiesa Cattolica. E, sempre umanamente parlando, le menzogne di ieri rendono meno credibile il mentitore che afferma una verità oggi. Un vero colpo da maestro di Satana, non c'è che dire. Chapeau

Una menzogna tesa a nascondere la tremenda verità sull'apostasia della Gerarchia, conseguenza di un Concilio intriso di errori e di una liturgia che di quegli errori è principale ed efficacissimo veicolo. Una menzogna che ha privato Dio dell'onore che Gli è dovuto, che ha umiliato la Chiesa, che ha causato la rovina di anime. Una menzogna voluta e confermata da ben cinque capi supremi della Chiesa, che hanno usato di quella stessa autorità per canonizzarsi a vicenda, in un sacrilego conflitto d'interessi, anziché proclamare la Verità. Una menzogna che è tanto più grave, quanto più si è dimostrato attendibile l'avvertimento della Madonna affidato a Suor Lucia perché lo consegnasse al Papa e questi lo rivelasse nei tempi indicati.

Immaginiamo che domattina, svegliandosi dal proprio torpore, il vegliardo coinquilino del Vaticano decida di sgravarsi la coscienza prima di comparire dinanzi al Trono di Dio ed esponga la verità dei fatti, ammettendo di aver mentito tanto come Prefetto del Sant'Uffizio quanto come Papa. Le reazioni degli avversari - specialmente di coloro che lo custodiscono gelosamente segregato e ne limitano e pilotano le sporadiche apparizioni pubbliche - sono ampiamente prevedibili. Direbbero che Ratzinger non è più compos sui, che si è lasciato raggirare, che le sue affermazioni confermano quando bene abbia fatto a dimettersi ecc. 

Quello di Benedetto XVI sarebbe certamente un gesto tardivo, ma grazie ad esso egli contribuirebbe a far trionfare la verità. E sia chiaro: se tacerà Benedetto XVI, la Provvidenza susciterà chi lo farà al posto suo. 

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