ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 13 gennaio 2017

Mio caro Pinocchio

Risposta all’autore della replica: Questa è la Verità della nostra storia

Rispondiamo a un articolo dal titolo: “Il relativismo storico di allchristian”, pubblicato sul blog la verità del commissariamento, contro l’ultimo nostro dedicato alla vera storia dei Francescani dell’Immacolata.
Chiediamo scusa ai lettori per la lunghezza della risposta, ma abbiamo il dovere di replicare alle moltissime menzogne diffuse in rete, da blog che a nostro giudizio diffondono una visione errata e parziale sulla storia dei Francescani dell’Immacolata.
Una volta mi sarei innervosito; ora la rabbia degli avversari mi diverte. E sì, perché quando si va oltre il limite della ragionevolezza, ti rendi conto che hai di fronte persone con cui non è possibile alcun dialogo e, allora, non c’è niente di meglio che mutarla in ironia.
Mi sarebbe impossibile riprendere, meticolosamente, tutti i punti dell’autore dell’articolo che critica l’ultimo nostro pubblicato su Allchristian. Bisogna riconoscergli il pregio di una logorroica esposizione, che, però, cozza contro il mio approccio sintetico dei fatti. Pertanto non mi resta che affrontarlo sul suo stesso terreno e, fin d’ora, chiedo venia per l’eccessiva verbosità. Mi riservo eccezionalmente un andamento a macchia di leopardo. Spero comunque di centrare l’essenziale.
Premetto che chiamerò il mio interlocutore Pinocchio, poiché non sono abituato a confrontarmi con entità astratte. Ciò non in senso spregiativo, ma in riferimento all’iter del burattino di legno, conclusosi felicemente con la sua trasformazione in essere umano. Stendo, pertanto, un velo pietoso sullo stile che va ben oltre i limiti della decenza; saranno gli avvocati a valutare ulteriori denunce contro il gestore del sito, puntellato di calunnie, non solo nei confronti del Fondatore, ma dei laici e dei defunti che non possono più neanche difendersi.
Mi rivolgerò a Pinocchio con il tu, non per disprezzo, ma perché il burattino è un personaggio familiare nell’immaginario collettivo.
Caro Pinocchio, parti proprio con il piede sbagliato. Ti presenti come “un osservatore di cose … ai danni dei poveri Francescani dell’Immacolata”. Ma come ti viene di definire poveri, coloro che hanno tradito la povertà di San Francesco e, con essa, lo spirito e il carisma del Fondatore? Da dove attingi la lucidità quando definisci poveri chi si batte per amministrare un patrimonio che non gli appartiene?
Dai Pinocchio, confessa, sotto, sotto, non fa ridere anche te considerare poveri chi non vuole più vivere la povertà comunitaria, come invece continua a volere il gruppo nutrito di frati fedeli al carisma e alla spiritualità del Fondatore.
Tu neghi che la genesi dell’ispirazione dell’Istituto sia stata il Decreto Conciliare “Perfectae Charitatis”. Capisco che la cosa ti provocherà un riversamento di bile in tutto l’organismo e so che questo t’irriterà, dal momento che hai accusato, e continui ad accusare, Padre Stefano Manelli e i frati fedeli al carisma, di essere contro il Concilio Vaticano II. So anche dell’uso strumentale delle tue affermazioni. Sei bugiardo, ma non stupido. In un tempo in cui la Chiesa è sempre più divisa nel suo interno, è conveniente cavalcare il confine, a volte sottile, tra una corretta critica e l’essere contro l’Istituzione della Chiesa. Però, caro Pinocchio, chi conserva ancora una briciola di dignità e di rispetto verso la Verità, prima ancora che verso Padre Stefano, sa bene che la fondazione dell’Istituto è stata ispirata e incoraggiata proprio da quel Decreto.
Ti chiedi come venne fuori Frigento? Perché, non lo sai? Allora te lo ricordo io.
Nel 62 Padre Stefano era Vicedirettore in un convento vicino Napoli. Un giorno un fraticello di Sturno lo invitò ad andare con lui al suo paese. C’era con loro anche il Padre Rettore. Arrivarono di sera, così il giorno dopo celebrarono di buon’ora alla chiesa di San Michele, – la conosci anche tu, vero? – e poi decisero di fare un Pellegrinaggio. Lì vicino, come sai, c’erano e ci sono due santuari importanti: la Madonna di Carpignano e quello di San Gerardo. Per motivi di tempo Padre Stefano consigliò di visitare un terzo Santuario, meno importante, ma più vicino a Sturno, quello della Madonna del Buon Consiglio, in Frigento, Avellino. Si trattava di un Santuario piuttosto grande, ma funzionava solo una piccolissima parte. Prima c’erano i Carmelitani che poi abbandonarono il Santuario. In paese alcuni dicevano che erano stati cacciati e altri che erano andati via per mancanza di vocazioni. Ad ogni buon conto, il Padre Rettore, osservando quel convento, per quanto fosse malandato, si convinse che poteva tornare utile per le vacanze dei chierici. Durante l’estate Frigento offre tutte le caratteristiche climatiche idonee per riparare dall’opprimente calura estiva dell’hinterland napoletano. Non solo! C’era pure la volontà tra i Conventuali di mettere radici nella Provincia di Avellino e così, dopo che il Padre rettore colloquiò con il padre Provinciale, si aprì il convento di Frigento. Fu per questo motivo che ai Conventuali fu affidato il Convento della Madonna del Buon Consiglio.
Le cose, poi, si evolsero, mio caro Pinocchio. Chiedi pure al grillo parlante ti ricorderà non solo l’anno, ma anche il giorno dei fatti. Era il 7 luglio e a Napoli c’era il Capitolo Provinciale dei Frati Minori Conventuali. Il Padre Generale presentò la richiesta di Padre Stefano e di Padre Gabriele: «Due frati chiedono di avviare un’esperienza, vivendo una forma di vita un po’ più fedele alle nostre “origini” … ». Nessuno ebbe nulla da obiettare, anche perché quel Convento volevano chiuderlo. Era, infatti, isolato, sperduto, con sole quattro stanze, una cucina e un refettorio; il fabbricato annesso aveva tutte le finestre murate; le mura esterne erano senza intonaco; la piazza antistante, quando pioveva, diventava un lago di fango e era solo da poco arrivato il telefono e l’acqua. Sembrava uno stallatico, tant’è vero che quando Padre Heiser, il Generale dell’Ordine, andò in visita a Frigento disse: «Ma come si fa ad aprire conventi di questo genere?»
Per Padre Stefano e il cofondatore, invece, andò benissimo; non solo perché era un luogo mariano, ma anche perché era poverissimo, posto in un sito altrettanto povero. Per di più, mio caro Pinocchio, prima di Frigento, il Padre Provinciale propose a Padre Stefano il Convento di Ravello; la cosa non andò a buon fine perché il seminario stava per essere dato alle scuole statali e con lo schiamazzo degli scolari non sarebbe stato l’ideale per condurre una vita contemplativa.
Ecco perché Frigento!
Mio caro Pinocchio, forse in preda a visoni soprannaturali, a un certo punto, tiri fuori la storia di una lobby polacca. Immagino ti riferisca alla vicenda dell’approvazione dell’Istituto Francescani dell’Immacolata a Istituto di Diritto Pontificio, per opera del papa polacco. Ora dimmi, ma questo Padre Stefano deve essere stato proprio in gamba se è riuscito ad ottenere questo risultato da San Giovanni Paolo II, pur criticandolo così aspramente, come tu accusi. Non ti sembra di sottovalutare troppo un Santo della statura morale e intellettuale di Giovanni Paolo II, il quale, nella materia che più gli stava a cuore, ovvero, la consacrazione mariana e l’eredità spirituale di san Massimiliano M. Kolbe, si sarebbe lasciato ingannare da un semplice francescano? Confessa, devi aver avuto un rantolo di rabbia che si è poi tradotto in accuse così apertamente contraddittorie. Ma che leggevi da piccolo per essere schiavo di questi vaneggiamenti?
E veniamo al nodo della povertà. Tu ci definisci estorsori perché vicini al Fondatore. Ma qui, le uniche cose che eventualmente potremmo estorcere, senza peraltro nemmeno chiederle, sono le stupidaggini che tu scrivi.
Caro Pinocchio, forse non lo sai, forse non l’hai studiata bene, forse non l’hai mai condivisa veramente, la povertà francescana occupa veramente un posto d’onore nel cuore dei veri Francescani dell’Immacolata, cioè di quelli che non hanno rinnegato le origini. Essi, a differenza dei poveri che anelano legittimamente a un miglioramento delle loro condizioni di vita, vogliono precludersi ogni possibilità di stare meglio e di elevare il loro livello di vita. Questo è lo spirito della povertà secondo il Serafico Padre, spirito tradito dal nuovo corso dei Francescani dell’Immacolata, perché reclamano beni che non sono mai appartenuti a loro.
«Dobbiamo restare sempre poveri, come San Francesco, liberandoci decisamente di tutto ciò che possa ostacolare la fedeltà alla “altissima povertà». È scritto nella traccia che hanno accettato quelli che sono entrati nell’Ordine. L’hai dimenticato?
Ed è a questo, all’applicazione di questo nobilissimo ideale di vita – roditi pure il fegato di legno mio caro Pinocchio -, che si deve la fioritura di vocazioni. Tant’è scientifico questo principio della Divina Provvidenza, che è provato anche dall’esatto contrario rappresentato dal nuovo corso dei Francescani dell’Immacolata: niente povertà? Niente vocazioni? E 16 conventi chiusi. Mica male come inizio!
San Massimiliano Kolbe, mio caro Pinocchio, scriveva: «Le nostre case siano sempre così povere che se tornasse san Francesco potrebbero essere da lui scelte per abitarci». Tu che dici di essere fedele a Padre Kolbe e non a Padre Stefano, te lo ricordi questo punto? Sei sicuro di non essere, in verità, fedele solo a te stesso?
Caro Pinocchio, possibile che tu non conosca la storia della nascita delle Associazioni? Se ascolti il grillo parlante, la voce della coscienza, ti ricorderà che l’Ufficiale della Congregazione non volle intestare i beni alla Santa Sede e consigliò di fare un’Associazione, che costituitasi come persona giuridica, diventasse vera ed unica proprietà dei beni. Era chiaro che dovesse nascere un’Associazione che fu denominata poi Missione dell’Immacolata Mediatrice. Ma chi l’avrebbe gestita? La Congregazione ritenne che si dovesse fare il possibile affinché fosse gestita dai laici, anche se, transitoriamente, poteva essere gestita da religiosi. Su di loro, però, sarebbe gravato il pesante impegno morale di non considerare personale proprietà i beni dei donatori. E di fatti così si viveva. Tutto si gestiva secondo la volontà degli offerenti, soldi per le missioni, spese per l’apostolato, acquisti per le medicine. La proprietà di tutto era solo dei benefattori. Era chiarissimo per i frati, non come oggi: le auto, i macchinari e quant’altro, non potevano appartenere mai all’Istituto religioso, come adesso reclami tu. Per conformarsi all’ideale originario di San Francesco, i frati dovevano solo usare e non possedere come proprietari i beni donati. Questa la regola, mio caro Pinocchio, non la ricordi più? È dura, lo so! Ma non eri obbligato a restare nell’Istituto; potevi andartene. Anche Papa Innocenzo III, inizialmente voleva concedere al Santo Poverello – e non è un caso se la storia lo ricorda come il Poverello per antonomasia – solo il voto di povertà personale, ma San Francesco rispose che non era quella l’ispirazione ricevuta. E così, il Papa stesso acconsentì alla povertà comunitaria. Forse per te, mio caro Pinocchio, ferito nell’orgoglio, non avrà più senso parlare di Povertà comunitaria, ma per tanti altri frati, fedeli allo spirito originario dell’Istituto, .
Con questo spirito, e solo con questo spirito, si andava in giro a fare la questua per ogni bisogno che nasceva. Un guasto all’antenna, la realizzazione di un progetto in terra di missione, tutto veniva dalla Provvidenza che non mancava e non manca di sostenere generosamente i suoi figli. Pinocchio caro, perché oggi racconti tante bugie e criminalizzi tutti quelli che non ti hanno seguito in questo scellerato progetto che certo finirà infranto contro gli scogli della Verità? Potrei scrivere ancora, ma mi fermo qui, perché la passione non prenda la mano.
Cosa ti rende così cieco, a te che conosci la storia, quando affermi ciò che dici senza alcun pudore? Tu, che menti sapendo di mentire, dici ad altri: “Falso?”
Caro Pinocchio, tu dici falsa la sostituzione dei laici affidabili con i religiosi, perché persone imparentate con Padre Manelli; ma cosa vuol dire, dov’è il nesso? Non ti rendi conto che i legami naturali di parentela possono essere totalmente subordinati all’ideale soprannaturale dell’Immacolata, e trasfigurati in esso? In base alle tue fissazioni, accuseresti anche Nostro Signore per aver chiamato, nel novero dei dodici apostoli, due suoi cugini, ossia, Simone il Cananeo e Giuda Taddeo, entrambi figli di Cleofa, fratello di san Giuseppe? E che vuol dire quando affermi che la sostituzione sarebbe falsa perché i laici sono persone che il Fondatore conosceva da cinquant’anni? Doveva forse affidare al primo venuto i beni della Missione dell’Immacolata? Quanto poi sia falsa e tendenziosa la tua accusa lo dimostrano i documenti. I nomi degli Associati sono pubblici; le tue affermazioni si possono tranquillamente smentire.
È falso quello che dici, caro Pinocchio. Ma qui c’è ben più di Pinocchio! C’è una regia abile nel manovrare verità parziali in modo da trasformarle, con un tocco mefistofelico, in verità assolute. C’è un presentatore di paccottiglia nelle piazze della comunicazione. Niente di più che un imbonitore.
Accecato d’ira continui affermando che si è scoperto “che questo passaggio ai laici dell’amministrazione dell’Associazione era la sottrazione alla disponibilità del legittimo governo commissariale dei beni dell’Istituto.” Ma come fai a mentire in modo così spudorato, a ritornare sul vomito del tuo odio? Ma cosa si è scoperto, Pinocchio mio? Non si è scoperto un bel niente! Semplicemente perché è tutto chiaro alla luce del sole. Per ora, l’unica cosa che si sta scoprendo sono le tue visioni. Sì, perché se ancora insisti con questa storia del sequestro, dopo che i tribunali deputati vi hanno dato torto beh, allora vuol dire che ti stai aggravando. Non sarebbe consigliabile un periodo di riposo?
Stendiamo un velo pietoso pure sul governo commissariale Volpi. Attendiamo di capire chi gli ha messo nelle mani quello che vi ostinate a definire con un nome altisonante, “dossier”, ma che fareste bene a ribattezzarlo per quello che è realmente: un fumetto carico di malevolenza, i cui racconti altro non sono che i rancori manifestati dagli ex. Una raccolta per screditare un uomo, per distruggerlo: mentre si mangiava a tavola con Lui, si tenevano rapporti con chi lavora come Giuda. Ma con quale ardire, caro Pinocchio, ti permetti di parlare di umanità, di criminalità? Come fai a non vergognarti? Beh, in fondo lo so come fai. Approfitti dell’appoggio di qualche alto prelato, raggirato e avvelenato dalle falsità che pubblicamente ostenti, contro il quale noi non possiamo fare nulla. Voi confidate nel potere dell’uomo, noi confidiamo nel potere e nella giustizia di Dio, che non tarderà. Per questo soffriamo in silenzio. Soffriamo e preghiamo.
Fatevi pure forti dei vostri mezzi umani! Credi davvero che potrai andare avanti ancora per molto? Ma dimmi, credi nella giustizia di Dio? Perché non fai un atto di coraggio e ti leggi nella coscienza?
Caro Pinocchio, dimmi ora, perché te la prendi con Saviano? Sei talmente ottuso, nel senso di chiuso, che ancora ti ostini ad accaparrarti beni che non ti appartengono? E cosa ti aspetti da Saviano dopo che l’avete insultato, infangato, denunciato, definito camorrista e tant’altro. Saviano è un signore, per questo non replica alle vostre infamie se non nelle sedi opportune. E ora cosa volete che faccia, non far valere i diritti dell’Associazione di cui è Presidente?
Ma come si fa a ragionare in questo modo? Prima ferisci con i fatti e poi pretendi che il ferito non ti denunci? Che dirti, sei libero di pensare come credi: ma come pensi male! Non ti vergogni di invocare la denuncia penale a carico di chi fino a ieri vi ha sfamati con le proprie offerte? Avete vissuto sulle loro e nostre spalle e ora, come Giuda, ne chiedete l’arresto? Veramente c’è di che vergognarsi. Questa è deficienza in gratitudine. (da deficere, mancare)
Caro Pinocchio, tu fai confusione quando parli di Padre Stefano Manelli come Colui che dovrebbe decidere la destinazione dei beni, perché Egli non ha alcun potere sulle Associazioni. Forse non l’hai ancora capito perché la rabbia ti ha accecato. Oppure ad ottenebrarti è la smania di gestire ciò che non ti appartiene e non ti è mai appartenuto né per vocazione né per diritto?
Caro Pinocchio, ma cosa vuoi dimostrare quando sciorini al vento anche gli insuccessi negli anni di crescita dell’Istituto, quello vero? Sono state chiuse delle case, embè? Il trend era in crescita. Lo vuoi forse paragonare ai “successi” post-commissariamento? Non credo ti convenga. Ti esporresti solo ad una brutta figura.
Quanto allo STIM era agli inizi ed era una bellissima realtà, con 50 frati. I nuovi Francescani dell’Immacolata quanti ne hanno? O forse scrivi così perché agognavi anche tu a una cattedra importante e a un ruolo consolidato? Oh ambizione, ambizione, è proprio vero che sei la morte del pensiero, come diceva Ludwig Wittgenstein.
Caro Pinocchio, io non so se tu hai mai insegnato. So, però, che una cattedra per te non è stata ancora inventata. Non esiste, infatti, una cattedra in Critica distruttiva dell’Umanità. Da non confondere con l’altra cattedra apparentemente simile, ma con contenuti completamente opposti; mi riferisco a quella che ha per oggetto la critica costruttiva che mira alla correzione fraterna. Mi ricordi vagamente un religioso che scagliava sui confratelli disapprovazioni immotivate e definiva tutte le religiose che si occupavano di stampa come delle incapaci. Solo tu eri bravo, tu, e sempre e solo tu, avresti fatto meglio di qualunque altro.
Inoltre, caro il mio Pinocchio, a te che paragoni lo STIM con le Università cattoliche e che, se potessi, pur di umiliarlo, lo paragoneresti anche alle Università di Cambridge e Oxford, ti voglio ricordare che lo STIM non dava titoli, era solo un seminario interno, ma i più idonei proseguivano presso le facoltà romane pontificie.
Perdonami se te lo faccio notare, so che per te sono dettagli insignificanti, lo STIM permetteva ai frati di conformarsi meglio allo spirito di povertà di San Francesco. Infatti, si risparmiava tantissimo: non c’era bisogno di pagare soldi in rette annuali e trasporti giornalieri per gli studenti, come invece si faceva quando lo studentato (non ancora STIM) era a Frigento, Benevento, Marino.
Non c’era stipendio da pagare ai professori, che erano frati stessi e che vi rinunciavano in ossequio al voto fatto.
Caro Pinocchio, i figli non sputano nel piatto e sui sacrifici dei genitori. I figli laureati non disprezzano i genitori magari poco titolati. Così facendo non dimostri di meritare buoni voti all’università della vita e del galateo, prima ancora che nella carità cristiana.
Dici che la Casa di Contemplazione in Italia era un luogo che, fatta qualche eccezione, serviva per accogliere frati con turbe psichiatriche; ma com’è possibile se tu non ci sei mai andato?
Te la prendi con un frate che fa un sacco di sacrifici per mantenere la TV, solo perché non ha scelto di stare dalla tua parte, come del resto tantissimi altri religiosi che non sono tutti diretti nipoti di Padre Stefano.
Qualche parola è doverosa spenderla, caro Pinochchio, anche per questi poveretti. Essi, infatti, hanno il torto di avere scelto di stare dalla parte della Verità, quella vera, (non quella millantata dal sito da cui provengono le tue accuse), con l’aggravante di avere lo stesso cognome dello zio.
Caro Pinocchio, dici che le stazioni radiofoniche del Brasile e dell’Africa, meglio del Benin, sono quelle qualitativamente più significative; e già, che ti aspettavi. In Brasile prima e in Benin dopo, c’è stato Padre Alfonso Bruno; poi in Brasile c’è stato anche Padre Massimiliano Zangheratti, entrambi acerrimi e pubblici nemici del Fondatore. Ergo le radio di questi due Paesi non potevano che essere di qualità superiore.
E veniamo a Casa Mariana Editrice. Allora seguiamo il tuo ragionamento: se pubblica i libri del Fondatore, è accusata di volerlo canonizzare in anticipo e se pubblica i libri di Don Dolindo Ruotolo, vuole fare i soldi benché tutti, se non sbaglio, sono edizioni non commerciabili, cioè si fondano su offerte libere. L’attività di stampa di Casa Mariana non si esaurisce qui. E tu lo sai! Allora perché continui a dire bugie? Non hai paura che il naso si allunghi oltre misura e ti renda difficoltoso finanche il camminare? Ci sono tantissimi libri scritti anche da altri frati e, nel passato, ci sono stati libri scritti anche da qualcuno dei dissidenti. Perché ti ostini a presentare l’Editrice come una realtà asservita al Fondatore? È il risentimento che ti fa parlare, perché magari come scrittore non hai ancora fatto il salto di qualità? Ma tu riusciresti a scrivere tanto, come fa il Fondatore? Se sì, facci vedere quanti libri – che non siano il copia-incolla, specialità in cui nessuno ti supera – sei capace di scrivere in un anno, poi ne riparleremo e vedremo quanti ragni dal buco sarai capace di tirare fuori tu. E se sei così bravo, mostra cosa sai fare con i tuoi titoli di studio, visto che quello che hanno fatto le suore con il terzo superiore te l’hanno già dimostrato, sempre ammesso che per scrivere servano i titoli burocratici e non le capacità, che evidentemente non tutti hanno. Su questo punto, caro Pinocchio, ti vorrei ricordare che Casa Sollievo della Sofferenza, l’Ospedale più importante d’Europa, è stata costruita nelle sue fondamenta da un semplice geometra che pare non avesse neanche il titolo, Angelo Lupi; comunque non era un ingegnere e ciò a riprova del fatto che le capacità sono un dono, e a volte rendono più di chi possiede i titoli. Credo che mia nonna, analfabeta, possa darti qualche lezione sul buon vivere.
Caro Pinocchio, i commissari potranno fare quello che vogliono, ma ricorda, nessuno e mai nessuno, potrà impedirci di vivere da consacrati all’Immacolata con Voto Mariano, anche se per ora dovesse essere solo privato.
Ma come fai a non vedere? È dall’abolizione dello stesso che si capisce chiaramente dove ha condotto l’opera demolitrice iniziata da te e dei tuoi amici. Ma con quale coraggio ti chiami ancora Francescano dell’Immacolata se, con l’abolizione sostanziale del Voto Mariano, è venuta meno, anche a livello giuridico, la tua appartenenza all’Immacolata, è stato distrutto il legame più stretto e più alto con Lei, che nessun’altra pratica devozionale avrebbe mai potuto assicurare?
Da qui si vede … ma sì, chiamami pure oscurantista, da chi è partita e chi ha strumentalizzato la dissidenza dei primi cinque frati e del loro amico che manovrava da dietro le quinte: dal diavolo, eterno e acerrimo nemico dell’Immacolata.
Sulla situazione attuale dei Francescani dell’Immacolata, che tu, mio caro Pinocchio, descrivi, mi limito a riportare quanto affermi con l’aggiunta di qualche chiosa al margine. Da qui in avanti le tue affermazioni le lascerò in corsivo. Tu dici:
“Istituto senza più studio interno risibile; oggi i seminaristi, i futuri sacerdoti, si formano in qualificate Università Pontificie con i professori più qualificati dell’Urbe e dell’Orbe.” Certo sono i migliori professori quando non insegnano la fine del celibato sacerdotale, la comunione agli adulteri, tesi ai limiti dell’eresia, quando non sono apertamente eretiche, e via discorrendo.
“Missioni che conoscono finalmente autonomia giuridico patrimoniale senza più chiedere dopo tanti anni ancora l’elemosina al governo centrale, vecchio metodo per tenerle sotto controllo, anche se Manelli, con tutti i suoi beni, cerca di corrompere le periferie.” Eh, Pinocchio, lo vedi? L’asino casca sempre sullo stesso punto. Lo vedi che abbiamo ragione quando diciamo che tutto quello che avete cominciato l’avete fatto solo per i soldi? Ma quale Istituto volete salvare? Come fate a salvare qualcosa che avete distrutto? Stavate coltivando nel vostro cuore principi antitetici a quelli dei veri Francescani dell’Immacolata; a questo punto potevate trovare anche il coraggio di creare un nuovo Istituto. Ma capisco, era scomodo, un po’ perché sarebbe stato troppo faticoso ricominciare da capo e un po’ perché, diciamocelo francamente, non tutti hanno la stoffa per fare i fondatori. Avete pensato alla soluzione più comoda; avete detto: “Ora che conosciamo le persone giuste, al posto giusto, mandiamo via il vecchio direttivo e mettiamoci noi al comando”. Ma avete fatto i conti senza la Provvidenza e soprattutto senza l’Immacolata. E forse, neppure senza la magistratura!
“apostolato della MIM completamente sbloccato dall’idolatria al Fondatore, con la creazione di Cenacoli rinnovati e incontri di formazione più qualificati.” Questa è proprio simpatica, lo riconosco. Ma quale rinnovo? I laici si sono semplicemente divisi, come si sono divisi i religiosi. C’è stata solo una spaccatura. Se poi la vogliamo chiamare rinnovo, possiamo tranquillamente farlo, ma dobbiamo chiarire che siamo sempre nel campo del sovrannaturale: infatti, le tue, sono solo visioni.
“riordino nella vita liturgica dopo la scimmiottatura della tridentinizzazione in esclusiva.” E dai Pinocchio, e questa è un’ossessione! Lo sai bene che ci sono frati che non hanno mai celebrato in latino e che sono schierati dalla parte del Fondatore, perché continui a ingannare la povera gente che non sa? Caro Pinocchio, tu accusi Padre Manelli e manelliani di aver imposto il Vetus Ordo e ti vanti di aver liberato l’Istituto dalla sopraffazione e invadenza del Fondatore e, invece, o mio Pinocchio, oggi nell’Istituto s’impone il Novus Ordo, vietando il Vetus. Allora chi è che opprime le coscienze?
Lo sappiamo, lo sappiamo, qualcuno in Vaticano è contento, sappiamo pure che ci sono quelli che tramano per eliminare il Motuproprio Summorum Pontificum. Che ci sia qualcuno che ti sostenga con suggerimenti?
“fine di frati trasferiti da una casa all’altra dopo poco tempo o in giro di qua e di là per sopperire al numero esiguo di sacerdoti che il Manelli collocava per ogni casa.” Pinocchio, Pinocchio, non smetti di stupirmi! Ma se attualmente ci son case con un numero limitatissimo di sacerdoti? Tra queste ce ne sono alcune solo con frati schierati con il Fondatore, che se fossero liberi di andare via, i conventi aperti si ridurrebbero ulteriormente. Purtroppo, nel vostro idolatrare la vecchia gestione commissariale, dimenticate di dire che i vescovi sono stati allertati a non accogliere i religiosi che volevano uscire. Questo è il vero scandalo di cui, caro Pinocchio, più che farti forte, dovresti vergognarti. Più che ostentare i muscoli e potere, dovresti nasconderti; come pure dovrebbe farsi un esame di coscienza la commissaria dell’ordine femminile che ha chiesto alle suore di rinnovare la professione senza più il Voto Mariano. Male, molto male! Non si chiede a voce alle suore di rinnovare la professione senza il Voto Mariano, un Voto approvato dalla Chiesa e in persona di San Giovanni Paolo II, senza un documento scritto in cui siano spiegate le ragioni del diniego. Se la Chiesa rappresentata dai Commissari dell’Istituto, o da chi per essi, nega un voto che prima aveva approvato, deve mettere per iscritto le ragioni. Bisogna avere il coraggio di rimetterci la faccia, di assumersi la responsabilità delle azioni che si compiono di fronte Dio e agli uomini. La vera VERGOGNA, caro Pinocchio, è l’oppressione delle coscienze che finora hai perpetrato tu e il potere che rappresenti. Tu e i tuoi collaboratori avete costretto tantissime suore a uscire dall’Istituto. Qualcuno pagherà davanti a Dio.
Per questo il tuo elogio dello status quo dell’Istituto è degno della peggior propaganda comunista d’altri tempi: mentre si ergevano i muri per impedire alla gente di scappare dalla “rieducazione” forzata di una società infernale, si presentava al mondo intero la Russia come “il paradiso comunista”, capovolgendo ideologicamente la realtà dei fatti.
Mi sono accorto di essermi lasciato prendere la mano; poiché avevo promesso di non innervosirmi, ma di divertirmi, rientro nei ranghi e mi mantengo sullo scherzo. Chissà, forse … scherzando, scherzando …
Sarebbe bello se tutti i genitori delle ex Francescane dell’Immacolata costrette ad uscire dall’istituto per le ragioni che ho appena esposto, valutassero con avvocati esperti la possibilità di chiedere un risarcimento danni a chi ha provocato crisi di coscienza e il relativo danno esistenziale alle giovanissime suore uscite dall’Istituto.
Poi dici ancora della “perdita di false vocazioni e abbandono dell’Istituto da parte di molti manelliani.” Bravi, siete stati molto bravi a rimetter tutte le cose a posto. Avete fatto proprio bene. Finalmente il nuovo corso dei Francescani dell’Immacolata non andrà più incontro a perdite di vocazioni. E come potrebbe, dal momento che non ne ha affatto?
“atmosfera di armonia e serenità della vita comunitaria.” Il che vuol dire parecchi agi in più. Non voglio elencarli tutti, mi limito a chiosare la novità delle vacanze concesse ai frati. Certo mi replicherai, ma che c’è di male? Siete contro le vacanze dei religiosi? Vedete come siete estremisti? Non si tratta di estremismo, ma di fedeltà al carisma. Se i religiosi vogliamo essere poveri, totalmente poveri, alla maniera di San Francesco, non possiamo andare in vacanza. I poveri, infatti, non vanno in vacanza. Se in vacanza per ora ci vanno solo i frati graditi al nuovo corso, ai frati che condividono il vero carisma non dispiace. Preferiscono che il denaro dei benefattori sia speso per cose più utili e non certamente per pagare biglietti d’aereo per voli intercontinentali.
“punto di riferimento ecclesiale per i frati.” Pinocchio? Oh, Pinocchio dico a te; non far finta di niente! Perché prima non c’era un punto di riferimento ecclesiale? Hai dimenticato le decine e decine di catechesi, di documenti e di libri scritti sul dovere di essere fedeli al Papa, molti a firma dello stesso Fondatore?
“soddisfazione e speranza in molti frati.” Pinocchio? Io pensavo che la speranza fosse una cosa seria. Ma se prima non avevo il cellulare e ora ce l’ho, se prima non potevo andare in vacanza a ed ora ci vo’; se prima no potevo fare e ora fo’, anch’io mi sentirei effervescente; però siamo certi che quell’effervescenza corrisponda a soddisfazione e speranza? I santi insegnano che l’unica soddisfazione che possiamo provare è quella ottenuta quando guadagniamo anime al Signore. Pinocchio? Ci pensiamo alle lotte della Chiesa contro le eresie nel corso dei secoli? Va beh, forse hai ragione, non vanno più di moda. Potrei commettere un peccato grave se tentassi di convertire un mio fratello musulmano.
E ora, caro Pinocchio, a che punto siamo del tuo logorroico j’accuse? Siamo alle conclusioni e scrivi: 
Questo è il quadro del travaglio doloroso, ma felice che dal 2013 ha fatto maturare l’intero Istituto e il suo “carisma speciale” che era stato vissuto da tutti i frati, tranne i raccomandati e rilassati manelliani in 25 anni di fioritura stupenda e di fecondità di grazia.” Oh, attento Pinocchio che così ti scopri troppo. Fai capire che non vedevi l’ora che arrivasse il tuo turno. Tutti gli errori commessi in precedenza, ora li puoi fare tu! Sei contento? È così che funziona? È questa la tua soddisfazione e quella di qualche più intimo dissidente? Ma così viene splendidamente fuori il motivo che ha oliato la contestazione. Pinocchio, e dì la verità, avete forse ragionato così? “Visto che non riusciamo a farci votare e prendere i posti nel direttivo, noi organizziamo un bel complotto per prendere il comando e finalmente potremo fare quello che avremmo voluto”. Tutto questo sempre ammesso e non concesso che i cosiddetti manelliani avessero oziato, come tu accusi.
“che per merito di “alcuni più liberi e maturi, divenuti parecchi – ora si è ridotto in frantumi il manellismo con il disfacimento e la devastazione di ogni traccia, personale e comunitaria.” Pinocchio? E vabbè le visioni, ma il delirio è troppo. Stai dimenticando quanti, frati suore e laici, vogliono vivere secondo il carisma originario? Stai dimenticando i frati usciti dal convento, quelli che stanno ancora dentro e che volentieri vorrebbero separarsi per vivere in comunità che condividano lo stesso carisma, come hanno scelto fin dal principio della loro vocazione? Oh Pinocchio? Sveglia! Ma cos’è che ti acceca a tal punto?
“con la soddisfazione di aver salvaguardato l’ideale serafico vissuto nella Casa Mariana di Frigento già dal 1970 e, ancor più, dopo l’erezione canonica di Diritto Diocesano (nel 1990) e l’erezione di Diritto Pontificio (nel 1998).” Oh, Pinocchio? Mi preoccupi seriamente. No! Veramente, lo dico per te. Ma quale ideale salvato? E l’abolizione della povertà, del voto mariano, le vacanze, i cellulari, la gestione del denaro, la perdita delle vocazioni, la chiusura dei conventi, ma che hai salvato? Oh Pinocchio, … ma poi alla fine hai ragione, qualcosa hai salvato; hai salvato e stai salvando ancora: il tuoi io!
“E in concreto, si sa che ogni idea di “riconciliazione”, in questi quasi quattro anni (2013-2016), è stata sempre voluta con la concessione di guardianati anche ai manelliani, di dialogo, ma Nulla di nulla, malgrado l’impegno dei commissari. Mai un tavolo di studio o di ricerca o di confronto con i Commissari fra le due parti in contrasto.” Oh Pinocchio? Ma lo fai o ci sei ignorante? Non fraintendermi, però, non voglio offenderti, intendo ignorante dal verbo ignorare. È una vita che sosteniamo, preso atto della diversità di pensiero e di vita dei religiosi, l’impossibilità della convivenza. Lo dico con un esempio semplice, ma che rende moltissimo: è come voler far convivere conservatori e progressisti. Non si può, non è possibile. La soluzione è separare la nuova realtà dalla precedente lasciando liberi i frati, nella libertà di figli di Dio, di scegliere da che parte stare.
“Nulla. Silenzio e ostilità: ostilità alimentata però, – e per di più – dagli articoli infami dei siti impegnati nel difendere i Fondatori e offendere il Papa.” Pinocchio mio, per favore! Ma hai una bella faccia tosta! Non riproporre il vecchio trucco di mettere insieme la difesa al Fondatore con le offese al Papa. Sono due cose distinte. Dai siti che offendono il Papa siamo i primi a prende le distanze. Per la difesa al Fondatore, ti dico che siamo fieri di difendere la Verità, se poi essa coincide e sta dalla parte del Fondatore, ti tocca portare pazienza. Noi non idolatriamo nessuno, siamo liberi, autonomi, possiamo testimoniare che Padre Stefano non ha mai tentato di plagiarci e siamo in centinaia disposti ad andare fino in tribunale, ci limitiamo a valutare i fatti. Quanto agli articoli infami dei siti impegnati a difendere i Fondatori, ma da quale pulpito viene la predica? Ti sei accorto del sito da cui scrivi? Pinocchio, te la stai passando la mano sulla coscienza?
“Ma l’Autorità ecclesiastica dinanzi a questo orribile ”scempio” manelliano e di fronte alle loro menzogne, i loro imbrogli, le loro bugie, le loro finte promesse, è rimasta paziente, ma con il suo surrettizio “silenzio” ha fatto ben capire di essersi schierata direttamente dalla parte dei frati obbedienti e fedeli al Papa, al Magistero, al francescanesimo…” Oh Pinò, e adesso “che l’è tu fai”, il finto tonto? C’era proprio bisogno di aspettare il silenzio della Congregazione per capire da che parte stava. Ma neanche a voler essere tonti sul serio si sarebbe capito molto prima. Oh povero Pinocchio, il mio grulletto!
Vedo che te scrivi ancora tanto. Ma dove trovi tutto questo tempo? La vita comoda eh!? Leggo che andate verso il crollo del nuovo Istituto? Ah no crollo, scusa ho letto male, verso il decollo. Forse sono un po’ stanco, allora mi scuserai se tralascio tutti i bla bla bla, che gira e volta sono sempre gli stessi e mi soffermo su quello che hai detto sulla preghiera. Scrivi che sei contento perché fate la preghiera senza doppi riti? Embè, non mi meraviglio! È il progressismo che avanza. Lo so starai pensando: “Ecco, ho smascherato i tradizionalisti.” No, Pinocchio, lascia che ti spieghiamo ancora una volta. Il modernismo, quanto il tradizionalismo, sono mali per la Chiesa. Nel giusto mezzo c’è l’amore per la Tradizione e la Verità. Lo sai, no? La parola di Dio è la stessa ieri oggi e sempre. Non si può dare un calcio alla Tradizione; ma neanche si può dare alla Verità, quella del Vangelo che fa liberi. Senza quello che voi chiamate “il doppio rito”, ma che in verità sono le due forme legittime dell’unico rito della Chiesa cattolica, voi negate la libertà e, di conseguenza, ciò da cui scaturisce la libertà: ossia la Verità. Ora io so che chi nega la Verità non agisce secondo Dio. E se non agite secondo Dio come fate a dire che siete con la Chiesa? A meno che, voi non pensiate che la Chiesa sia quella dei pochi ma potenti prelati secondo i quali la verità si va evolvendo nel tempo, fino al punto da contraddire le sacrosante Verità del Vangelo e della Tradizione.
Purtroppo vedo che sei incorreggibile. Continui a scrivere di aver difeso la povertà e la marianità? Oh Pinocchio, ma com’è? E tutte le cose che ci siamo dette fino adesso? Se è vero che le bugie hanno le gambe corte, tu potresti essere un vermetto!
E non è tutto! Vuoi sapere da me con quale coraggio i frati fedeli alla loro vocazione originaria e al carisma del Fondatore, rimarranno nell’Istituto. A parte il fatto che voi non rappresentate più nella sostanza l’Istituto dei Francescani dell’Immacolata. Sì, lo so che adesso voi avete legalmente il nome di Francescani delI’Immacolata, ma ti voglio dire un’altra cosa. A Napoli c’è un proverbio che suona così: “Giorgio se ne vo’ j e o vescov’ o vo’ mannà” (scuserai se l’ortografia vernacolare non è il mio forte) che tradotto in italiano vuol dire: Giorgio vuole andare e il vescovo vuole mandarlo via. Ora, se le due volontà s’incontrano, perché non lo facciamo questo benedetto tavolo e voi, o chi per voi, v’impegnate a non impedire ai vescovi di accogliere le comunità di frati che vogliono vivere liberamente la povertà totale e il Voto Mariano, così come approvato da San Giovanni Paolo II? Perché non sediamo a un tavolo e voi vi impegnate a non propagandare i vostri desiderata, ponendo veti ai Vescovi?
Caro Pinocchio, ancora un po’ di pazienza, siamo quasi alla fine. Ma è doveroso qualche ricordo del confratello che più hai amato durante questi anni di sacerdozio: Settimio Manelli. Era Lucignolo che dovevi combattere, non lui. Dimmi ce l’hai con lui perché raccoglie firme? E che vuol dire? Ah, già, come in ogni buona famiglia dove tutti crescono in amore e in armonia, non c’è spazio per il dissenso, neppure se motivato da gravi ragioni di coscienza! Capisco! Però, addirittura arrivar alle minacce! E sì, perché tali sembrano quelle che spuntano dal tuo estenuante panegirico: “Si sarà molto contenti di rieducarlo facendolo rimanere nell’istituto e manifestandogli misericordia”. Un brivido mi attraversa la schiena! Sembra che tu voglia dire: Aspetta che si esprima la Congregazione poi se resti nell’Istituto, vedi come ti combino. No, Pinocchio, così non diventerai mai un uomo. Parli di “rieducazione” per un sacerdote che si oppone allo snaturamento del proprio istituto? Non lo sai che i metodi dell’Arcipelago Gulag non possono coesistere nella misericordiosa Chiesa del terzo millennio?
Pinocchio, Pinocchio. Sei incorreggibile. Capisco che la cosa ti fa male e che quasi ti rotoli a terra come un indemoniato, ma l’Archiviazione del Decreto del Tribunale non è avvenuta per decorso dei termini, piuttosto è stato ampiamente motivato dal magistrato. Ti consiglio di leggere le motivazioni, piuttosto che sparare a raffica bugie. Sei inesauribile. Ma tra una bugia e l’altra ti riesce di dire una verità che sia tutta la verità, nient’altro che la verità? Magari prossimamente, in tribunale. Eppure scrivi da un sito che si auto atteggia a paladino della verità. Ti ostini a contrapporre San Masimiliano Kolbe a Padre Stefano dicendo che il nuovo corso dei FI è fedele al carisma di Kolbe, di un santo, non a Padre Stefano, ma questo Pinocchio, tu lo sai benissimo, è solo un alibi per la tua coscienza, per il male fatto fino ad oggi. Sai, se studi il pensiero di Kolbe, che non c’è opposizione con quello che dice Padre Stefano. Perciò smettila di prenderti in giro con le affermazioni che fai e recupera la tua dignità di uomo. Smettila di fare il burattino manovrato dalla tua superbia e ravvediti. Chiedi perdono per quello che hai fatto. C’è sempre tempo finché sei in vita! Smettila di condannare gli altri, i metodi che tu per primo usi, di cospirare alle spalle e fingere di essere un fratello. Il tuo modo di parlare tradisce l’odio che hai nei confronti del Padre Fondatore, un odio che non hai combattuto e hai fatto crescere e radicare nel tuo cuore. Perciò sei diventato di legno. Chiunque leggendo le pagine che hai scritte se ne accorgerebbe. Come si accorgerebbe che in te, mio caro Pinocchio, non c’è alcun reale desiderio di correzione, ma solo di vendetta, di punizione, nei confronti di coloro che avrebbero, a tuo giudizio, ostacolato l’emergere della tua smisurata ambizione. Cosa hai portato nel cuore per tutti questi anni che vivevi con i tuoi confratelli?
Infine, Pinocchio, su Allchrstian ci sono nomi e cognomi di decine e decine di persone reali che hanno scritto e firmato i loro articoli e le loro testimonianze, pronte a rispondere davanti ai magistrati, mentre sul sito da cui tu scrivi si leggono solo falsi nomi e cognomi, dietro cui nascondi la tua vigliaccheria. Se ami tanto la verità, perché non hai il coraggio di testimoniare alla luce del sole, come hanno fatto le decine e decine di persone che hanno scritto per noi?
Ho la certezza, mio caro Pinocchio, che per te la parola verità sia solo una parola vuota di significato.
Però non voglio lasciarti così, senza dirti che pregheremo per te e per quelli che hai ingannato e stai ingannando con la tua favella accecata dall’ira. E se lo diciamo, credici, lo faremo realmente.
Il Comitato dell’Immacolata e dei Genitori delle Suore

1 commento:

  1. Altro che il nome gentile di Pinocchio , che aveva si la testa di legno ed era anche un burgiardello scapestrato, ma lui voleva bene al suo papà Geppetto e alla fine lo ha dimostrato. Ma questo signore che si ammanta di verginità aureolata è un Giuda della peggior specie, non gli è bastato tradire il padre Stefano e tutto l'ordine. Ma lui e i suoi malefici sodali hanno calunniato a piene mani da anni, dicendo delle cose false e vergognose. Io auguro loro che si convertano e chiedano perdono a Dio a padre Stefano e a tutti e dico a tutti i Francescani dell'Immacolata frati suore e laici per aver sparso su di loro il liquame che aveva e che purtroppo ha nel cuore. La Vergine Immacolata tocchi il cuore e i cuori dei perfidi calunniatori. jane

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