ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 23 febbraio 2017

Castigo per l’apostasia?

ISLAM CASTIGO CHIESA APOSTATA

    Verso una nuova religione mondiale? L'islam è il castigo per la chiesa apostata. L’accoglienza sempre più ampia di «rifugiati» musulmani incoraggiata dal Papa e dall’Europa stanno favorendo la massiccia islamizzazione dell’Europa
di Cinzia Palmacci  





L’accoglienza sempre più ampia di «rifugiati» musulmani incoraggiata dal Papa e dall’Europa, così come la mescolanza delle popolazioni e la distruzione delle loro identità che essa comporta, stanno favorendo la massiccia islamizzazione dell’Europa. Può darsi che questa sia una condizione preliminare per la creazione della nuova religione mondiale, presentata come soluzione ai problemi e al rifiuto dell’islamizzazione, se rifiuto vi è, visto che non si tratta di presentare la fede cattolica. Il Papa stesso ha detto che Dio non è cattolico. Quando dei sacerdoti fanno pregare i loro fedeli con i musulmani e dei vescovi posano la prima pietra delle moschee, dove ogni giorno si bestemmia la Santissima Trinità e si proclama l’odio contro il cristianesimo, come non prendere atto che la perdita della fede fa avanzare l’islam, il quale si rivelerà come il castigo per l’apostasia
È infatti una verità storica che una Chiesa apostata passa facilmente all’islam. Perché l’islam ha rapidamente conquistato così vasti territori cristiani, se non perché questi ultimi, avendo abbandonato la fede cattolica, si erano ammalati di varie eresie e conflitti politici che li laceravano e li indebolivano? Fu così che caddero nel 636-638 la Siria e la Palestina, che erano divenute nestoriane Gesù è l’unione di due persone, divina e umana»); nel 642 l’Egitto, divenuto monofisita («Gesù ha una sola natura»); tra il 648 e il 711 la Cirenaica, la Tripolitania e il Nord Africa, divenuti donatisti («Nessuna misericordia per gli apostati pentiti; validità dei sacramenti dipendente dalla santità del celebrante»); nel 714 la Spagna, e nel 719 e nel 725 la Provenza e la Borgogna, diventate ariane («Il Figlio di Dio è stato creato dal nulla, Gesù è solo un uomo»). Tutte queste eresie si accordavano particolarmente bene con l’affermazione della sola unicità divina, con la negazione della divinità di Gesù, con la negazione della libertà umana, con l’iconoclastia musulmana. Ma questi falsi cristiani si ritrovarono ben presto in una grande confusione, non sapendo più a quale religione appartenessero, mentre i matrimoni misti rendevano i loro figli automaticamente musulmani. Non fu certamente senza una logica divina che l’espansione dell’islam venne bloccata e respinta dai discendenti del re franco Clodoveo, che erano rimasti cattolici, o a Vienna da Giovanni Sobiewski. Osserviamo ancora come lo Scisma della Chiesa d’Oriente,  nel 1054, fu immediatamente seguito dalla caduta dell’Impero Bizantino, nel 1071, sotto i colpi della tribù dei Selgiuchidi.
Il cardinale Burke, in un'intervista rilasciata al quotidiano italiano Il Giornale, dice: «Ho sentito diverse volte degli islamici che spiegavano: Quello che non siamo riusciti a fare con le armi in passato lo stiamo facendo oggi con la natalità e l’immigrazione.La popolazione sta cambiando. Se va avanti così, in paesi come l’Italia, la maggioranza sarà musulmana...  Tutto questo accade per la corruzione dell’Occidente. Non ci sono più famiglie sufficientemente numerose. In maniera supina accettiamo prassi che sono contrarie alla legge naturale, come l’aborto o il cosiddetto matrimonio fra persone dello stesso sesso. È la dimostrazione che non siamo più forti nella fede. E [quindi diventiamo] una facile preda per la conquista [musulmana]. In tanti non capiscono cos’è veramente l’Islam. E creano questi slogan, che crediamo tutti nello stesso Dio, che siamo tutti quanti uniti dall’amore e così via. Non è vero». Constatazione che richiama la preoccupazione espressa da san Giovanni Paolo II nel 2003, nell’esortazione apostolica Ecclesia in Europa, dove scrive: «È necessario preparare adeguatamente i cristiani che vivono a quotidiano contatto con i musulmani (questo non è forse ancora il vostro caso, qui in Polonia, ma se non fate quello che si deve, lo diventerà rapidamente) a conoscere in modo obiettivo l’Islam (sottinteso: la conoscenza dell’islam non sempre è oggettiva…) e a sapersi confrontarsi con esso» (n. 57). È quindi importante acquisire la conoscenza oggettiva dell’islam. E come non affidare a Nostra Signora di Fatima, mediante la Consacrazione al suo Cuore Immacolato e le pratiche da Lei richieste, la direzione di questo combattimento escatologico e senza dubbio ben presto apocalittico? Probabilmente, non è senza una ragione che la Madre della Chiesa è venuta all’inizio del secolo scorso a mostrare l’Inferno in un luogo chiamato Fatima. Lei non solo sapeva quanto sarebbe stato a noi necessario il richiamo di questo dogma, ma certamente ha voluto anche dire ai musulmani che pure i cristiani credono nell’Inferno! Perché, se per qualcuno l’Inferno non esiste, per l’islam, al contrario, la minaccia terrificante dell’Inferno è ciò che gli serve come ultima risorsa per imporsi alle menti che in tal modo sottomette e terrorizza. Questo è il motivo per cui il contrattacco della Chiesa deve necessariamente riparlare dell’Inferno! L’islam viene dopo il Cristo, esso è un’impostura religiosa (cfr. CCC, n. 675), in cui l’uomo presume di salvarsi senza la mediazione di Cristo. L’islam elimina il Cristo e l’opera della Redenzione per sostituirli con una pseudo-religione tanto più demoniaca quanto più sostiene di essere divina. Certo, «Salirono fino alla superficie della terra e assediarono l’accampamento dei santi e la città amata. Ma un fuoco scese dal cielo e li divorò» (Ap 20.9). La lotta contro il Demonio non è mai cessata, ed è così che, dopo i mille anni di cristianesimo che l’Europa aveva conosciuto, la diabolica trinità delle 3 R (Rinascimento, Riforma luterana e Rivoluzione) concepì il disegno di respingere l’eredità di Gesù Cristo (ciascuna di esse agendo nel proprio settore specifico: la cultura, la religione e la politica), e di sostituirla con una nuova, necessariamente anti-cristiana.
Per convincersene, basta ascoltare il politico francese Vincent Peillon del Gruppo dell'Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo:  «La rivoluzione francese è l’irruzione nel tempo di qualcosa che non appartiene al tempo, è un inizio assoluto, è la presenza e l’incarnazione di un senso, di una rigenerazione e di una espiazione del popolo francese. Il 1789, l’anno senza uguali, è quello della rigenerazione per mezzo del balzo improvviso nella storia di un uomo nuovoLa rivoluzione è un evento meta-storico, vale a dire un evento religiosoLa rivoluzione comporta l’oblio totale di ciò che precede la rivoluzione. Perciò la scuola ha un ruolo fondamentale, dal momento che la scuola deve spogliare il bambino di tutti i suoi legami pre-repubblicani per elevarlo fino a farne un cittadino. Ed è proprio una nuova nascita, una transustanziazione che opera nella scuola e mediante la scuola, questa nuova chiesa con il suo nuovo clero, la sua nuova liturgia, le sue nuove tavole della legge» (La Révolution française n’est pas terminée, Le Seuil, 2008). Si può vedere chiaramente espressa in questo brano la volontà di sostituire all’opera della Redenzione un’altra opera, che scimmiotta la prima fino al punto da riprenderne il vocabolario e che rivendica apertamente un’origine non umana («che non appartiene al tempo»), e quindi demoniaca.Per il signor Peillon e i suoi amici massoni «Non si potrà mai costruire un paese libero con la religione cattolicaMa siccome non si può acclimatare il Protestantesimo in Francia, bisogna inventare una religione repubblicana». Questa religione repubblicana, che ha quindi come missione quella di sradicare il cattolicesimo, è la laicità, o meglio il laicismo, che postula l’uguaglianza di tutte le religioni, perché non ci può essere «un’unica e vera religione» (Dignitatis Humanae, n. 1).
Il laicismo che presiede ai destini dell’Europa sotto gli auspici dei Diritti umani, dopo aver negato le sue radici cristiane, importa e promuove ora l’islam sul proprio territorio sostenendo che ci sarebbe un islam buono e uno cattivo, che la violenza nell’islam sarebbe solo una questione di estremisti. Ma quello che dobbiamo ben capire è che, quando un musulmano fa il bene, ciò non va mai ascritto all’islam, bensì all’obbedienza alla sua coscienza, che gli permette di ascoltare la voce di Dio che lo invita a fare il bene e a fuggire il male. Quando un musulmano fa il bene, non è mai grazie all’islam, ma sempre nonostante l’islam. Quando un cristiano fa il male, non potrà mai considerarsi autorizzato né dall’esempio di Gesù Cristo né dal Suo insegnamento. Ma quando un musulmano fa la stessa cosa, o una ancora peggiore, egli può sempre dichiararsi autorizzato sia dall’esempio di Maometto sia dagli insegnamenti di Allah. Quella "pazza" di Oriana Fallaci aveva ragione quando diceva: "Illudersi che esista un Islam buono e un Islam cattivo ossia non capire che esiste un Islam e basta, che tutto l'Islam è uno stagno e che di questo passo finiamo con l'affogar dentro lo stagno, è contro Ragione. Non difendere il proprio territorio, la propria casa, i propri figli, la propria dignità, la propria essenza, è contro Ragione. Accettare passivamente le sciocche o ciniche menzogne che ci vengono somministrate come l'arsenico nella minestra è contro Ragione. Assuefarsi, rassegnarsi, arrendersi per viltà o per pigrizia è contro Ragione. Morire di sete e di solitudine in un deserto sul quale il Sole di Allah brilla al posto del Sol dell'Avvenir è contro Ragione". Anche per questo che il discorso del Papa che fa un parallelo tra la violenza islamica e la violenza cristiana è un grave errore. Non bisogna mai parlare bene dell’islam, neppure l’ombra di una virgola. Non vi è alcuna comparazione possibile con il cristianesimo (cfr. 2 Cor 6.14-18). Rigettando il cristianesimo, garante dell’ordine morale naturale, le società apostate sono logicamente pervenute a preferire il peccato, che esse hanno anche legittimato e legalizzato: divorzio, contraccezione, aborto, pseudo-matrimoni degli invertiti, procreazioni medicalmente assistite, sperimentazioni sugli embrioni umani, gestazioni per conto terzi, eutanasia ecc... Tutti questi abomini sono del resto altrettante prove utilizzate dall’apologetica musulmana per giustificare il rifiuto del cristianesimo e la conversione all’islam. 
Se laicismo ed islam sembrano dottrinalmente nemici, essi hanno tuttavia in comune l’odio per il cristianesimo, e per la religione cattolica in particolare. Mentre il laicismo promuove l’islamizzazione della società attraverso le sue leggi democratiche e antidiscriminatorie, l’islam, in cui la ragione e la libertà non hanno diritto alcuno di cittadinanza, gli offre un popolo di sottomessi («islam» significa «sottomissione»). Chi può venire dopo il Cristo, se non l’Anticristo? La sensazione è che la Chiesa stia mollando gli ormeggi in mezzo alla tempesta.

L'ISLAM E' IL CASTIGO PER LA CHIESA APOSTATA

«Il demonio entra nella Chiesa perché è piena di coloro che accettano compromessi»
(La Madre di Dio ad Akita)

di Cinzia Palmacci

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