ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 17 febbraio 2017

La cerimonia del “timbro”?

IL CORAGGIO DI VILLA E LEFEBVRE

    Contro il progressismo massonico. Corre l'obbligo di ricordare anche il buono che esiste in quella parte di Chiesa ancora saldamente ancorata alla Tradizione. Don Luigi Villa e Monsignor Lefebvre rappresentano due mirabili esempi 
di Cinzia Palmacci  



In un periodo in cui si sente parlare solo di quello che non funziona nella Chiesa progressista post conciliare tra pedofilia e scandali vari, corre l'obbligo di ricordare anche il buono che esiste in quella parte di Chiesa ancora saldamente ancorata alla Tradizione. Don Luigi Villa e Monsignor Lefebvre, purtroppo scomparsi, rappresentano due mirabili esempi di coraggio e statura morale contro il progressismo massonico nella Chiesa sfociato poi nel Concilio Vaticano II. Inutile dire che entrambi furono molto perseguitati dalle forze avverse, fino all'esilio, alla diffamazione e all'umiliazione.


La missione di Don Villa contro la massoneria

Tutta l'esistenza di don Luigi Villa fu dedicata esclusivamente alla sua grande missione: difendere la Chiesa cattolica contro tutto e tutti: soprattutto contro chi ne insidiava l’esistenza, la dottrina ed il magistero. Fu ordinato sacerdote il 28 giugno 1942 in piena Seconda Guerra Mondiale; prima Messa nella cattedrale della sua città natale e poi, per un decennio, sacerdote presso l’Istituto Comboniano. Come tutti i grandi personaggi carismatici della Chiesa, anche lui possedeva il grande dono della parola che è la base della predicazione e della divulgazione della fede. Quando un giorno il suo amico don Berni gli chiese di accompagnarlo a San Giovanni Rotondo, Luigi sentì il desiderio di pregare nella chiesetta del convento dei Cappuccini: si raccolse in preghiera, la chiesa era deserta: ad un tratto percepì distintamente la presenza di una persona accanto a sé. Era un giovane straordinariamente bello, che con un sorriso, gli chiese se avesse voluto incontrare padre Pio. Il sacerdote rispose di no, ma il giovane insistette dicendo che padre Pio lo stava aspettando e che pertanto doveva andarci assolutamente. Don Villa si girò per rispondere al suo interlocutore, ma il giovane era scomparso; la cosa lo scosse moltissimo e decise di entrare nel convento per incontrare il frate. Padre Pio non fu affatto sorpreso di vederlo quando gli affidò una missione veramente gravosa ed impegnativa: difendere la Chiesa di Cristo dalla Massoneria ed in particolare da quella ecclesiastica. Il Santo frate di Pietrelcina sapeva benissimo, già da allora, quale pericolo corresse la Chiesa di Roma e che essa era già infiltrata dalla setta, la quale lavorava sordidamente per il suo svuotamento e distruzione dall’interno. Nel 1963 Padre Villa ebbe il suo secondo incontro con padre Pio, il quale si lamentò bonariamente per la lentezza con cui procedeva nel suo incarico; prima di congedarlo Padre Pio gli disse:«Coraggio, coraggio, coraggio! perché la Chiesa è già invasa dalla Massoneria» aggiungendo«La Massoneria è già arrivata alle pantofole del Papa» (cioè Paolo VI). Inizia, a questo punto la carriera di agente segreto di don Luigi, sempre seguito dal cardinale Ottaviani con l’intento principale di documentare l’appartenenza alla Massoneria di alti prelati della Chiesa cattolica, oltre che di occuparsi di certe delicate questioni relative alla Chiesa stessa. Venne, in questa veste, a contatto con Questure, Polizia, Agenzie di investigazioni generali e che gestivano operazioni speciali e coperte. Smascherò il cardinale Suenens, perché appartenente alla Massoneria, convivente e padre di un figlio e per questo fu rimosso dalla sua sede di Bruxelles. Non mancarono i tentativi di eliminazione fisica più volte reiterati e che condussero don Villa alla soglia della morte, alla quale scampò sicuramente e solamente grazie all’intervento della Divina Provvidenza. Sappiamo tutti che gli 007 corrono dei pericoli e don Villa non fu da meno: stava, allora, indagando a Parigi sull’appartenenza alla Massoneria del cardinale Achille Lienart. Scampò miracolosamente ad incidenti stradali e tentativi di avvelenamento. La sua vita fu molto avventurosa dopo quel dialogo con Padre Pio. Nell’ottica della difesa della Chiesa dall’attacco del Modernismo cercò di fondare un Centro di teologi per la salvaguardia dell’ortodossia cattolica, dall’aggressione del progressismo modernista. Lo stop venne direttamente dal Pro Segretario di Stato di Paolo VI, monsignor Giovanni Benelli, il quale poi gli impedì di continuare una serie di «Congressi di studio» permanenti: riuscì a tenerne solo tre, tra l’ottobre 1974 ed il settembre del 1977. Molte furono le sue battaglie condotte contro eminenti prelati accusati di essere Massoni, come i cardinali Poletti, Casaroli, Benelli e Buggini, quest’ultimo autore del Novus Ordo Missae promulgato da Paolo VI; molti di questi nomi comparivano con la sigla anche nella famosa lista Pecorelli, il giornalista direttore della rivista OP, che creò un vero e proprio scompiglio al momento della sua pubblicazione. Grossa battaglia fu anche quella sostenuta contro la beatificazione di Paolo VI. In questo ambito don Villa scoprì che in una delle porte di bronzo della Basilica di San Pietro il Papa veniva ritratto di profilo e sul guanto della sua mano sinistra compariva un Pentalfa, simbolo chiaramente satanico e massonico. Altro grande duello fu quello che lo oppose al cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano. La sua rivista Chiesa Viva pubblicò nei numeri 246 e 247, un articolo, fortemente critico, sull’intervista rilasciata dell’arcivescovo di Milano, apparsa sul The Sunday Times del 26 aprile 1993. E rincarò la dose sui numeri di Chiesa Viva 254 e 255, di settembre e ottobre 1994, pubblicando un altro articolo, critico, su una nuova intervista che il cardinale Carlo Maria Martini aveva rilasciato a Le Monde e pubblicata dal giornale francese il 4 gennaio 1994. Nel gennaio 1996, uscì un altro articolo, con relativo dossier, sul libro del cardinale Martini Israele radice santa, in cui il cardinale incoraggiava i cattolici a leggere il Talmud. Una delle ultime battaglie sostenuta da padre Luigi Villa fu quella contro la nuova chiesa, progettata da Renzo Piano, a San Giovanni Rotondo e dedicata a San Padre Pio. Il 1° luglio 2004, la «nuova chiesa» di San Giovanni Rotondo, fu solennemente inaugurata. Il 20 febbraio 2006, uscì un Numero Speciale di Chiesa Viva, il 381, dal titolo: «Una ‘nuova chiesa’ per San Padre Pio Tempio massonico?», che dimostrava la natura massonica dei simboli che erano stati impressi, ovunque in questo tempio, e che il loro significato «unitario» era solo la glorificazione della Massoneria e del suo «dio» Lucifero, con orribili insulti a Nostro Signore Gesù Cristo e alla Santissima Trinità.

Monsignor Lefebvre contro gli "anticristi" della cattedra petrina

La lettera di Mons. Marcel Lefebvre ai futuri Vescovi della Fraternità San Pio X del 29 agosto 1987, oggi suona tristemente come una profezia che sta per avverarsi con riguardo specifico alla corruzione della Santa Messa. Con tutta probabilità, qui Monsignore si riferisce alla risposta ai Dubia sulla Dichiarazione conciliare Dignitatis Humanae, presentati alla Congregazione per la Dottrina della Fede il 6 novembre 1985, risposta trasmessa a Mons. Lefebvre dal Prefetto della Congregazione, il Card. Joseph Ratzinger, il 9 marzo 1987. Questo il testo integrale del documento senza alcuna modifica, data l'importanza e l'urgenza del contenuto.
Ai signori abbé Williamson, Tissier de Mallerais, Fellay e de Galarreta. 
Carissimi amici,
la cattedra di Pietro e le posizioni autorevoli a Roma sonooccupate da degli anticristi, quindi la distruzione del Regno di Nostro Signore all’interno stesso del Suo Corpo mistico qui in terra prosegue rapidamente, specialmente con la corruzione della Santa Messa, splendida espressione del trionfo di Nostro Signore per mezzo della Croce, Regnavit a ligno Deus, e fonte dell’estensione del Suo Regno nelle anime e nelle società. Così che appare con evidenza la necessità assoluta della permanenza e della continuazione del sacrificio adorabile di Nostro Signore, perché «venga il Suo Regno». La corruzione della Santa Messa ha comportato la corruzione del sacerdozio e l’universale decadenza della fede nella divinità di Nostro Signore Gesù Cristo. Dio ha suscitato la Fraternità Sacerdotale San Pio X per il mantenimento e la perpetuità del suo sacrificio glorioso ed espiatorio nella Chiesa. Egli si è scelto dei veri sacerdoti, istruiti e convinti di questi divini misteri. Dio mi ha fatto la grazia di preparare questi leviti e di conferire loro la grazia sacerdotale per la perseveranza del vero sacrificio, secondo la definizione del Concilio di Trento. Questo ci ha valso la persecuzione della Roma anticristo. Dal momento che questa Roma modernista e liberale prosegue la sua opera distruttrice del Regno di Nostro Signore, come provano Assisi e la conferma delle tesi liberali del Vaticano II sulla libertà religiosa, io mi vedo costretto dalla Divina Provvidenza a trasmettere la grazia dell’episcopato cattolico che ho ricevuta, affinché la Chiesa e il sacerdozio cattolico continuino a sussistere per la gloria di Dio e la salvezza delle anime. È per questo che, convinto di compiere solo la santa Volontà di Nostro Signore, con questa lettera vi chiedo di accettare di ricevere la grazia dell’episcopato cattolico, come l’ho già conferito ad altri sacerdoti in altre circostanze. Vi conferisco questa grazia confidando che quanto prima la Sede di Pietro sarà occupata da un successore di Pietro perfettamente cattolico, nelle mani del quale voi potrete rimettere la grazia del vostro episcopato perché egli la confermi. Lo scopo principale di questa trasmissione è di conferire la grazia del sacramento della Cresima ai ragazzi e ai fedeli che ve la chiederanno. Io vi scongiuro di rimanere legati alla Sede di Pietro, alla Chiesa Romana, Madre e Maestra di tutte le chiese, nella fede cattolica integrale, espressa nei simboli della fede e nel catechismo del Concilio di Trento, conformemente a ciò che vi è stato insegnato nel vostro seminario. Rimanete fedeli nella trasmissione di questa fede, perché venga il Regno di Nostro Signore. Infine, io vi scongiuro di rimanere legati alla Fraternità Sacerdotale San Pio X, di rimanere profondamente uniti tra voi, sottomessi al suo Superiore Generale, nella fede cattolica di sempre, ricordatevi di queste parole di San Paolo ai Galati: «Sed licet nos aut angelus de coelo evangelizet vobis praeterquam quod evangelizavimus vobis, anathema sit. Sicut praedicimus et nunc iterum dico: si quis evangelizaverit praeter id quod accepistis, anathema sit». (se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema! L’abbiamo detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema! Gal. 1, 8-9). Carissimi amici, siate la mia consolazione in Cristo Gesù, rimanete forti nella fede, fedeli al vero sacrificio della Messa, al vero e santo Sacerdozio di Nostro Signore, per il trionfo e la gloria di Gesù in Cielo e sulla terra, per la salvezza delle anime, per la salvezza della mia anima.
Nei Cuori di Gesù e Maria, vi abbraccio e vi benedico.
Da un messaggio divino del 7 maggio 2012
...Non pensate che Io stia biasimando i molti devoti Papi che si sono seduti sul Seggio di Pietro. La loro Missione è sempre stata protetta. Molti Papi sono stati tenuti prigionieri presso la Santa Sede, circondati dai gruppi massonici che non rappresentano Dio. Essi odiano Dio e hanno trascorso cinquant’anni diffondendo delle falsità circa la Sua MisericordiaLe loro opere hanno portato al crollo della Chiesa Cattolica. Ciò non fu casuale. Fu pianificato volutamente ed astutamente, al fine di distruggere la fede della Chiesa e rendere inutile l’omaggio dei comuni cattolici all’Unico Vero Dio. Per questo, ora sarete scacciati nel deserto. Dopo Papa Benedetto, voi sarete guidati da Me, dai Cieli. Oh quanto Mi avete fatto piangere! Io invito tutti i Miei servitori consacrati che conoscono la Verità, ad alzarsi in piedi e seguire Me, il vostro Gesù, per diffondere la Verità dei Miei Insegnamenti in umile servitù. È necessario che voi troviate il coraggio e la forza di risorgere dalle ceneri. Soprattutto, rifiutate le menzogne che presto vi saranno presentate dal falso profeta. Egli fonderà la Chiesa Cattolica con le altre chiese, incluse le chiese pagane, per farle diventare un unico abominio, un’unica chiesa mondiale senza un’anima.
Il vostro Gesù (da www.messaggidagesucristo.com).
Che dire di più? Il 13 marzo, anniversario dell'elezione al soglio pontificio di Bergoglio è vicino, e sarà anche il giorno dell'abominio della preghiera corale della sera secondo l'uso anglicano nella Basilica di San Pietro. Prove tecniche di dissacrazione eucaristica. Ogni ulteriore commento apparirebbe manifestamente superfluo.

IL CORAGGIO DI DON LUIGI VILLA E MONSIGNOR LEFEBVRE CONTRO IL PROGRESSISMO MASSONICO 

di

Cinzia Palmacci
14 febbraio 2017
Fraternità Sacerdotale San Pio X:
notizie note e poco note

Don Patrick Girouard è un sacerdote del Distretto canadese della Fraternità Sacerdotale San Pio X che, il 25 novembre 2013, è stato espulso per essersi opposto alla politica di ricongiunzione con Roma condotta dalla direzione della Fraternità. Attualmente regge una parrocchia in Canada, ad Aldergrove, nella Columbia Britannica.


Email inviata oggi – 14 febbraio 2017 – da Don Patrick Girouard ai suoi parrocchiani

Cari parrocchiani,

negli ultimi giorni, sono state diffuse su Cathinfo alcune notizie su un incontro tra Mons. Fellay e il Papa, in Vaticano il 17 gennaio. Questa mattina ho appreso alcuni dettagli dal sito francese “Reconquista”.


- Mons. Fellay non ha alloggiato nella sede del Distretto della FSSPX in Italia, situata ad Albano, a circa 45 minuti  da Roma. Ha alloggiato invece a Casa Santa Marta, dove vive lo stesso Papa.

- Mons. Fellay ha chiesto alla Madre Superiora delle suore della Fraternità di essere presente a questo incontro. Ella ha alloggiato però ad Albano e non a Casa Santa Marta.

- Mons. Alfonso de Galarreta era anch’egli presente all’incontro col Papa.

- Era presente anche Don Alain Nély, assistente generale; il quale attualmente si trova a Roma per perfezionare la pratica dell’acquisto di una grande casa con cappella a Roma. Si ritiene che questa casa diventerà la sede della futura Prelatura Personale San Pio X. L’acquisto è stato facilitato dall’intervento diretto di Mons. Guido Pozzo, capo della Commissione Ecclesia Dei.

Questi fatti precedono solo di pochi giorni le interviste che Mons. Fellay ha rilasciato a Parigi il 26 e del 29 gennaio. In queste interviste, Mons. Fellay ha sostanzialmente ripetuto ciò che aveva detto il 24 agosto in Australia:
La FSSPX e Roma concordano su che tipo di struttura sarebbe accettabile per la FSSPX se ci fosse una “regolarizzazione”. Devono essere definiti solo piccoli dettagli. Roma è ancora modernista, ma sempre più vescovi stanno reagendo contro le cose cattive, e incoraggiano la FSSPX a continuare la battaglia. Roma non chiede più alla FSSPX di accettare il Vaticano II come parte del dogma cattolico. La FSSPX vuole solo assicurarsi che Roma le permetterà di “rimanere così com’è”. Il 29 gennaio, Mons. Fellay ha concluso l’intervista dicendo che per la conclusione dell’accordo, tutto ciò che era necessario era “un timbro”.

Ovviamente, nessuno di noi si sorprende per questi sviluppi. Inevitabilmente essi sono la logica conclusione del Capitolo Generale del 2012, che rottamò la risoluzione di quello del 2006 che stabiliva: “niente accordo pratico con Roma fino a quando Roma non si converte”.

Quasi cinque anni sono passati da allora. Cinque anni durante i quali Mons. Fellay ha espulso tutti i membri della Fraternità che hanno parlato troppo contro il suo epocale cambiamento di politica. Cinque anni durante i quali lui e i suoi compari hanno predicato il bello e il brutto per convincere i disgraziati membri che avrebbero fatto la cosa migliore per la Fraternità se fossero rimasti a “resistere all’interno”. Che è sostanzialmente ciò che Mons. Fellay ritiene che la Fraternità dovrebbe fare nei confronti di Roma.

Ora, dopo questi cinque lunghi anni, sembra che la strada sia spianata per la cerimonia del “timbro”. L'unica domanda è questa: lo faranno nel 2017 - 100 ° anniversario di Fatima -, o aspetteranno fino al 2018, per il programmato Capitolo Generale che comporterà l’elezione del Superiore generale e dei suoi due assistenti?

Il tempo lo dirà.

Preghiamo per la Fraternità, perché si svegli. E per noi stessi, perché si rimanga fedeli e forti.

Don Patrick Girouard
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1859_FSSPX-notizie_note_e_poco_note.html

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