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venerdì 1 settembre 2017

Diaconi con le gonne

MÜLLER SI RIFIUTÒ DI PRESIEDERE LA COMMISSIONE SUL DIACONATO FEMMINILE. LO RIVELA UN TEOLOGO TEDESCO. 



Il cardinale Müeller, già prefetto della Congregazione per la Fede e licenziato dal Pontefice regnante al termine del suo primo mandato quinquennale non stimava positiva la commissione di studio sul diaconato femminile, e si è rifiutato di esserne a capo. Per questo incarico è stato scelto invece il gesuita Ladaria, segretario della Congregazione e successore di Müller come prefetto. La rivelazione appare autorevole: viene a un’intervista che il sito austriaco Kath.net ha fatto al prof. Thomas Schirrmacher, un famoso teologo protestante, segretario generale dell’Alleanza Evangelica Mondiale. È amico di Müller da molto tempo, ha molteplici contatti in Vaticano, conosce e ha frequentato il Pontefice, e ha addirittura scritto un libro sulla sua frequentazione papale. Trovate su OnePeterFive il testo in inglese dell’intervista e alcuni commenti.


E’ un’intervista interessante, perché arricchisce il background di informazioni relative al gesto straordinario compiuto dal Pontefice nei riguardi di Müller, e anche getta altri sprazzi di luce sulla complessa personalità, e comportamenti, dell’ex prefetto della Fede. Schirrmacher racconta che Ladaria Ferrer SJ ha cominciato ad aiutare il Pontefice sin dal 2013 come consigliere teologico “il principale consigliere teologico del papa”. Quindi “è solo consequenziale” che Ladaria sia stato scelto come prefetto. Ladaria e Bergoglio hanno studiato insieme, per un certo periodo, a Francoforte a Sankt Georgen (il periodo tedesco di Bergoglio, che si concluse senza che conseguisse il dottorato, né che scrivesse la sua tesi.
Schirrmacher racconta anche che fu Müller a rifiutarsi di guidare la commissione di studio sul diaconato femminile. “Müller si rifiutò: la considerava come una porta d’ingresso per l’argomento dell’ordinazione femminile”. Schirrmacher nel corso dell’intervista ha ripetuto che “il cardinal Müller ha rifiutato la commissione sul diaconato femminile”.
Secondo Schirrmacher, che gliene fa una colpa, Müller ha un concetto troppo alto dell’autorità papale. E questo avrebbe portato il porporato tedesco, ad assumere una posizione di compromesso sul tema dei divorziati risposati all’interno del gruppo linguistico tedesco, di cui il teologo protestante faceva parte. E questo è accaduto per amore dell’unità. “Il card. Müller era certamente molto attento alla dignità dell’ufficio papale e all’unità della Chiesa ed è stato coinvolto – e ne ho avuto in parte esperienza personale – nell’evitare una spaccatura al Sinodo. A dispetto delle grandi preoccupazioni, è arrivato a un compromesso”.
Nel gruppo linguistico tedesco si aprì la fessura che permise al Pontefice di formulare in maniera ambigua, nelle note, la possibilità per i divorziati risposati col primo legame ancora valido di accedere ai sacramenti, caso per caso, al termine di un percorso. Fu Müller, secondo fonti tedesche ad ammettere nel gruppo tedesco che possono esserci “casi estremi individuali” e di conseguenza l’esistenza di un percorso penitenziale. Un’opposizione più netta avrebbe forse impedito questa scappatoia. Secondo Schirrmacher però Müller ha una “concezione troppo alta dell’ufficio papale”. Non dimentichiamoci che però Schirrmacher è un teologo protestante.

MARCO TOSATTI

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