ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 18 novembre 2017

Che cosa temono?

BESTIARIO. – CHI HA PAURA DEL SEDEVACANTISTA CATTIVO? – AVVENIRE E IL CAPOSCOUT GAY: STARE AI PRIMI DANNI. – PRETE CELEBRA MATRIMONIO GAY IN MESSICO. – PARIGI: PEDOFILIA, ZOOFILIA O RAZZISMO? – NIENTE CONVENZIONE MONDIALE ATEA NEL 2018. – USA: TRE HURRAH PER NAUMANN PRO-LIFE. 


Questa settimana Bestiario si concentrerà, ahimè, soprattutto e specialmente sui giornali. Anche se non mancheranno altri argomenti, più strettamente clericali…
E cominciamo da uno strano annuncio, di una conferenza stampa – di presentazione di un libro – molto blindata. Vi riportiamo il comunicato:
Il 21 novembre in Vaticano la presentazione di “Sedevacantisti” con Gomez e Saluzzi.
Martedì 21 novembre 2017 alle 18 nella sede di Radio Vaticana (Sala Marconi – Piazza Pia, 3 – Palazzo Pio – Città del Vaticano) Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it e di Fq MillenniuM, Paola Saluzzi, giornalista di Tv2000, e Javier Martínez-Brocal, direttore di Rome Reports, presentano il libro Sedevacantisti (Tau) di Francesco Antonio Grana, vaticanista de ilfattoquotidiano.it.
Francesco non è stato eletto legittimamente. È eretico.
Vuole canonizzare perfino Martin Lutero. In cinque anni di pontificato i critici, fuori e soprattutto dentro la Chiesa cattolica, hanno attaccato Bergoglio accusandolo di eresia,
 come hanno fatto i quattro cardinali che hanno espresso i
loro dubbi per le sue aperture in favore dei divorziati risposati
o coloro che hanno realizzato 200 manifesti affissi per le
strade di Roma che irridevano la poca misericordia del Papa latinoamericano verso i suoi oppositori. Sedevacantisti vuole rispondere punto per punto agli attacchi infondati e ingiustificati contro Bergoglio ripercorrendo i suoi grandi successi in campo ecclesiale
e sul panorama geopolitico mondiale.

A parte il fatto che i quattro cardinali non hanno attaccato il papa accusandolo di eresia, ma gli hanno chiesto – loro e molti altri – chiarezza su punti ambigui e controversi di un’esortazione apostolica; a parte il fatto che “i grandi successi” possono essere materia di dibattito lungo, acceso e dall’esito incerto; quello che ci ha colpito sono le straordinarie misure di sicurezza preventiva. Dovete sapere che la Sala Marconi ospita spesso conferenze stampa e presentazioni di vario tipo. E l’unico requisito per accedere, in genere, è quello di essere in grado di entrare. Invece, leggete qui:
Modalità di accreditamento
I giornalisti e operatori media che intendono realizzare riprese FOTO e VIDEO devono inviare richiesta alla Sala Stampa della Santa Sede, all’email accreditamenti@salastampa.va, indicando la testata di appartenenza, la funzione e inviando copia del documento d’identità. Coloro che già dispongono di accredito ORDINARIO valido presso la Sala Stampa della Santa Sede devono inviare una richiesta di partecipazione. Tutte le richieste dovranno pervenire entro 24 ore dall’evento.
Che cosa temono? Un commando di sedevacantisti che urlando “il papa non è il papa” rovesci il banco dei relatori e si comporti malissimo con l’amica Paola Saluzzi? Temiamo che dopo la burletta del camion-vela con la foto di Caffarra il senso del ridicolo all’ombra del Cupolone stia agonizzando.
AVVENIRE E L’IMBARAZZANTE QUESTIONE DELLA LETTERA DEL PARROCO
Continuiamo a occuparci di stampa, e in particolare di Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani. E qui non c’è niente da ridere. Un parroco, don Francesco Fragiacomo, ha preso posizione contro un capo scout che si è unito a un uomo in municipio. Don Fragiacomo ha assunto una posizione decisa – e secondo noi molto coerente con quanto dicono la Chiesa e il papa -; che esempio dà un capo scout che si unisce a un uomo? La sua coerenza però è stata accolta con l’isolamento sia da parte del vescovo, che dei confratelli. Se ne è lamentato in una lettera ad Avvenire. Vi consiglio di leggere quello che scrive in proposito Giuseppe Rusconi su Rosso Porpora
È nato un caso, perché, come scrive la Nuova Bussola Quotidiana  la lettera originale era stata modificata e non poco, ad usum delphini. Il direttore di Avvenire ha però risposto, e forse sarebbe stato meglio, come dicono in Piemonte, restare ai primi danni. Infatti, in breve: il direttor Marco Tarquinio ha ricevuto la lettera, ha chiesto al parroco di riscriverla e “di inviare (per non costringere me a operare tagli su un testo così ‘sentito’ e delicato) una versione del suo scritto più breve, E ANCHE UN PO’ PIU’ PARTECIPE DEL PERCORSO PASTORALE INDICATO DAL SUO ARCIVESCOVO PER QUELLA CONCRETA VICENDA. COSI’ MI SAREBBE STATO AGEVOLE PUBBLICARLA SUBITO. Cosa che è avvenuta. Don Fragiacomo me l’ha inviata il 6 settembre e il 7 settembre la lettera è uscita, CON PICCOLI AGGIUSTAMENTI REDAZIONALI (…)”.
Cioè, il direttore dell’organo della Chiesa cattolica riceve la lettera di un parroco e gli consiglia di aggiustarla, ammorbidirla, smussarla; e non contento vengono operati anche piccoli aggiustamenti redazionali! Scherziamo? Così commenta Giuseppe Rusconi: “Perché il direttor Tarquinio ha voluto rendere pubblico il “grazie” del 7 settembre di don Fragiacomo? Scrive, indirizzandosi al lettore e ai maligni: ‘Perché lei mi costringe a farlo con le sue precipitose sentenze. E perché qualcun altro ha mestato nel torbido’. In conclusione: il direttor di Avvenire riconosce con incosciente sfrontatezza che, per poter essere pubblicata, la lettera di don Fragiacomo sul caso Staranzano DOVEVA essere modificata nei suoi punti più ‘delicati’ per il cattolicesimo ‘politicamente corretto’ (ovvero la catto-fluidità). Da notare che tale lettera era perfettamente in linea con la Dottrina sociale della Chiesa. Lo scandalo allora è in chi ha evidenziato lo strano caso’ – espressione di un clericalismo strafottente duro a morire – o in chi ha manipolato e, scoperto, ha cercato di mettere una toppa che si è rivelata addirittura peggiore del buco?”.
Non ho parole. Comunque attenti, se scrivete ad Avvenire assicuratevi di essere sulla linea pastorale del vescovo del momento. Se no, giù con i piccoli aggiustamenti redazionali.
PRETE CELEBRA MATRIMONIO OMOSESSUALE A CANCUN
Di omosessuali parlavamo, e restiamo in tema. In Messico, in Yucatan, un sacerdote Pablo Perez Guajardo, ha unito in matrimonio in un albergo centrale di Cancun due uomini, José Manuel Moreno Bermudez e Christopher Dante Rueda. Potete vedere le immagini in questo video. Il sacerdote in questione è problematico; il vescovo di Cancun afferma che non è incardinato nella sua diocesi, ma nella diocesi del Saltillo. Il vescovo afferma che di conseguenza non potrebbe officiare nessun rito ministeriale. E sembra che da due anni i rapporti fra la curia vescovile e il sacerdote siano pessimi. Ciò detto, siamo di fronte al primo matrimonio celebrato da un sacerdote cattolico non scomunicato per una coppia gay. Non è un ragazzo: ha 61 anni, con 27 di sacerdozio. In una lettera a papa Francesco afferma di essere vittima di un’operazione tesa a punirlo per aver denunciato a suo tempo il fondatore dei Legionari di Cristo. La diocesi di Cancun è affidata da tempo ai Legionari. Insomma, una storia complicata che il matrimonio gay certo non facilita…
LA LAICA RATP DI PARIGI: CROCI NO, MA BAMBINI E SCIMMIE. CHE SI BACIANO IN BOCCA, SÌ.
Ci spostiamo a Parigi, per parlare di laicitè. Nel 2015 la RATP, l’agenzia che cura i trasporti pubblici di Parigi, aveva imposto di togliere la dicitura “Per i cristiani di oriente” dal manifesto che annunciava un concerto del gruppo “Les Pretres”. In precedenza la RATP aveva fatto dei problemi perché sul manifesto appariva un vescovo con una croce…Adesso però la RATP ospita senza problemi il manifesto di un altro concerto, che vi offriamo senza commento. Pedofilia o zoofilia, o razzismo? Ma non riguarda la laicité, evidentemente…
 CONVENZIONE ATEI 2018: POCA GENTE, ANNULLATA.
Chiudiamo con due buone notizie. La prima è che la Convenzione Mondiale degli Atei 2018 non si farà per mancanza di interesse da parte della gente. Avrebbe dovuto aver luogo in Australia, a Melbourne. Si sarebbe chiamata “Ragione per la speranza”, e fra i protagonisti ci sarebbero stati Richard Dawkins, Ben Goldacre e Salman Rushdie, l’autore dei “Versetti satanici”. Il rettore della parrocchia anglicana di St. Mark a Darling Point, Michael Jensen, che era impegnato nell’organizzazione, ha annunciato che non se ne faceva niente perché la vendita dei biglietti era stata molto al di sotto delle aspettative, e di quella delle edizioni precedenti. Quindi, niente Convenzione. Ovviamente la notizia è stata accolta con soddisfazione dal popolo religioso del web…
USA, VESCOVI, VITA: TRE HURRAH PER NAUMANN 
Abbiamo già scritto troppo. Chiudiamo però con una buona notizia, davvero. Che è quella dell’elezione dell’arcivescovo Joseph Naumann a presidente della commissione pro-life della Conferenza episcopale USA. Il suo avversario era il cardinale Blaise Cupich, di Chicago, noto per il suo appoggio, fra l’altro, al discusso gesuita, il padre James Martin, il grande propagandista delle tesi LGBT nella Chiesa odierna. Naumann ha sempre parlato in difesa della vita, e in particolare ha ricordato ai politici che si identificano come cattolici il dovere della coerenza quando si tratta di discutere e votare provvedimenti che riguardano la vita. Ahimè, con non molto successo, come ci hanno dimostrato soi-disant cattolici alla vicepresidenza e al parlamento. D’altronde Cupich sarebbe stata una scelta peggiore. Ha scoraggiato i suoi sacerdoti dal partecipare a “40 giorni per la campagna per la Vita”, e si è rifiutato di affermare che i cattolici pro-aborto non dovrebbero ricevere l’eucarestia. Non ha parlato contro quelli che recitano il rosario davanti alle cliniche abortiste, come il segretario generale dell’Ufficio Affari Anche Religiosi del PD (UAAR, già CEI) Galantino, però siamo lì. Tre hurrah per Naumann.

MARCO TOSATTI
BESTIARIO BIS. ROMA INVASA DA MANIFESTI PIRATA SULL’ABORTO: “UN BAMBINO UCCISO OGNI CINQUE MINUTI”. SCONOSCIUTI GLI AUTORI.

 Avevamo appena dato alle stampe – si fa per dire – il Bestiario di questa settimana quando uscendo per compiere gli usuali doveri del sabato la nostra attenzione è stata attirata da numerosi manifesti, dal contenuto forte: vi si vede un feto e uno strumento di solito usato per compiere gli aborti, smembrando il corpo. La scritta: “Un bambino ucciso ogni cinque minuti. Dal 1978 più di sei milioni uccisi dall’aborto. Ricordiamo anche questi morti”. Un messaggio chiaro e duro, nel momento in cui il mondo della politica si accorge che la denatalità in Italia è un problema drammatico.
Sono manifesti “pirata”: nel senso che non si sa chi li abbia fatti stampare, e chi li abbia materialmente incollati sui muri e sugli spazi appositi del comune. La cosa singolare è che questa protesta contro l’aborto legale è apparsa mentre ProVitaOnlus era in attesa da parte del Comune di Roma dell’autorizzazione ad affiggere dei propri manifesti, sempre contro l’aborto ma diversi da quelli che sono apparsi, come ci ha detto il Presidente di ProVita, Toni Brandi. Provita Onlus ha emesso un comunicato, che vi riportiamo.
“Un bambino ucciso ogni 5 minuti. Dal 1978 più di 6 milioni uccisi dall’aborto. Ricordiamo anche questi morti”. In mezzo, l’immagine di un bambino nel grembo materno minacciato da un terribile strumento, solitamente utilizzato per smembrare il feto.
Questo il contenuto di migliaia di manifesti apparsi a Roma in questi giorni. “Il messaggio è sicuramente forte ma rappresenta la pura verità”, commenta Toni Brandi, Presidente di ProVita Onlus: “Incoraggiamo gli autori dei manifesti a proseguire nella buona battaglia. Sicuramente approviamo questa iniziativa volta a sensibilizzare l’opinione pubblica su quello che realmente è l’aborto volontario: l’uccisione massiva di bambini innocenti nel grembo materno, con orribili strumenti di morte”.

“Abbiamo saputo di questi manifesti”, continua Brandi, “proprio mentre aspettavamo che il Comune di Roma affiggesse manifesti nostri, sempre sulla tematica dell’aborto: tuttavia il Comune, dopo la nostra richiesta del 30 ottobre, fa finta di nulla e non sembra disposto ad esporli. Siamo forse di fronte all’ennesima violazione della libertà di espressione? L’ufficio affissioni del Comune si permette di sindacare il contenuto di manifesti ‘non graditi’? Vista l’inerzia e il ritardo, è lecito pensarlo.”
Di recente ProVita ha dato avvio ad una grande campagna in difesa dei bambini nel grembo materno, contro l’aborto volontario. In occasione della notizia dei manifesti di Roma, rilancia la petizione pubblicata sul suo sito “Perché le donne siano davvero informate sull’aborto”: purtroppo pochissime donne conoscono i danni che l’aborto può causare alla loro salute fisica e psicologica e nessuno le informa nemmeno prima di sottoporsi alle procedure abortive.
“Crediamo che informare le donne sulla vera natura e sulle vere conseguenze dell’aborto volontario non solo faccia onore alla verità, ma contribuisca a salvare vite: sia quelle dei bambini che quelle delle donne coinvolte”, conclude Toni Brandi”.
La petizione “Perché le donne siano davvero informate sull’aborto” si può leggere e firmare a questo link.                                
MARCO TOSATTI

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