ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 15 dicembre 2017

All’ospedale da campo cosa capiranno?


ROMANA VULNERATUS CURIA, PAPA, FONDAMENTALISMO. CHE COSA SCRIVEVA LUCIANI AI GESUITI. NUNC PRO TUNC?



Romana Vulneratus Curia (RVC per amici e nemici) è rimasto molto colpito dallo scoop su Civiltà Cattolica di padre Armando Spadaro, il direttore della stessa, nonché uno dei vari spin doctor mediatici del Pontefice regnante. E cioè il colloquio con i Gesuiti che il Pontefice gesuita ha avuto nel recente viaggio in Myanmar e Bangladesh. Si è parlato di fondamentalismo….E su questo è sui Gesuiti di oggi dopo la lettera di RVC abbiamo qualche cosina da dire. Piuttosto: da ricordare…Ma ecco RVC:
“Scusi dr. Tosatti, ma RVC, da vero rompicoglioni, vorrebbe chiederle un minuscolo intervento per commentare l’intervista al Corriere di oggi. Non riesce a farne a meno, sta diventando un po’ esibizionista mediaticamente, invidia Antonio Spadaro e poi mi sembra geloso di PezzoGrosso. La prego sia misericordioso….

Dice il Papa a Spadaro ( Corriere della Sera 14 dicembre, pag 33): “ guarda, di fondamentalismi ce ne sono dappertutto. E noi cattolici abbiamo “ l’onore “ di avere fondamentalisti tra i battezzati….. Il fondamentalismo nega la storia, la persona. E il fondamentalismo cristiano nega l’Incarnazione. “ Accipicchia, che affermazione equivoca ! e che linguaggio sofisticato ha usato il Santo Padre, non mi sembra da lui, questo non è un linguaggio comprensibile ai poveri ed agli emarginati, questo è un parlare evangelico troppo difficile. All’ospedale da campo cosa capiranno? Forse ha voluto rivolgersi ai “neo-pelagiani autoreferenziali e prometeici” per diffidarli? Ma diffidarli di fare che? Di negare l’Incarnazione? Ma chi, con linguaggio un po’ ambiguo, confonde semmai l’Incarnazione è stato il suo maestro Karl Rahner quando decise di ripensare l’Incarnazione in forme nuove, da quelle usate da S. Agostino e dalla Scolastica, per renderla più credibile. E per riuscirci fu costretto a supporre, anziché un Dio immutabile, un Dio dialetticamente mutabile, un Dio divenire, dove l’Incarnazione è solo attuazione della realtà umana, premessa della natura umana (cfr. KarlRahner – Corso fondamentale sulla fede, 1990). E più recentemente, chi rimette in discussione indirettamente l’Incarnazione, è stato il suo consigliere teologico Walter Kasper, che fa emergere (nel suo “capolavoro”: Gesù il Cristo -1974) tutti i dubbi teologico-biblici sulla credibilità dei Vangeli, sul concepimento verginale di Maria, sulla Resurrezione di Cristo, sulla Ascensione, sulla presenza reale di Cristo nella Eucarestia, sul valore della confessione, ecc. Mi viene da sospettare, considerando che chi mette in discussione dogmi e dottrina (Incarnazione inclusa), sono proprio le persone più vicine al Papa, che il potentissimo Antonio Spadaro stavolta possa aver avuto queste persone come obiettivo da punire. Se ciò non fosse, potrebbe esser dismesso da La Civiltà Cattolica e nominato direttore di Famiglia Cristiana (in amministrazione controllata), con l’impegno di rilanciarla in 12 mesi con la collaborazione di Luxuria e Vendola”.
Fin qui RVC. Ma casualmente, in questi giorni, in cui si parla tanto di papa Luciani, di cui è stata avviata la causa di beatificazione, mi è tornato alla mente sul messaggio che papà Luciani aveva preparato per i Gesuiti e che è stato pubblicato postumo (Sarebbe stato reso pubblico il 30 settembre 1978). Lo cercato sul sito del Vaticano che ospita i pochi interventi di Albino Luciani, ma non lo ho trovato. Non sono in grado, ahimè, di dire se non ci sia mai stato, o se una provvida manina l’abbia fatto sparire negli ultimi quattro anni…Come sembra che sia accaduto per il documento dell’allora Preposito Generale dei gesuiti, padre Kolvenbach, che sconsigliava vivamente di fare vescovo Bergoglio per le note caratteristiche umane e comportamentali. Certamente è impressionante leggere queste righe adesso. Non è stato casuale che la Compagnia di Gesù sia stata commissariata dopo non molto tempo da San Giovanni Paolo II.
Vi offriamo qualche frase di quel messaggi.
Il Papa ricordava che la Compagnia era “Istituita principalmente per la difesa e propagazione della fede e per il profitto delle anime nella vita e dottrina cristiana” (Formula dell’ Istituto). A questo fine spirituale e soprannaturale va subordinata ogni altra attività, che dovrà essere esercitata in maniera adatta ad un Istituto religioso e sacerdotale. Voi ben conoscete e giustamente vi preoccupate dei grandi problemi economici e sociali, che oggi travagliano l’umanità e tanta connessione hanno con la vita cristiana. Ma, nella soluzione di questi problemi, sappiate sempre distinguere i compiti dei sacerdoti religiosi da quelli che sono propri dei laici. I sacerdoti devono ispirare e animare i laici all’adempimento dei loro doveri, ma non devono sostituirsi ad essi, trascurando il proprio specifico compito nella azione evangelizzatrice. Per questa azione evangelizzatrice, S. Ignazio esige dai suoi figli una soda dottrina, acquistata mediante una lunga e accurata preparazione”.
Papa Luciani ricordava che la Compagnia era nota per “la cura sollecita di presentare nella predicazione e nella direzione spirituale, nell’insegnamento e nella pubblicazione di libri e riviste, una dottrina solida e sicura, pienamente conforme all’ insegnamento della Chiesa, per cui la sigla della Compagnia costituiva una garanzia per il popolo cristiano e vi meritava la particolare fiducia dell’ Episcopato. Procurate di conservare questa encomiabile caratteristica; non permettete che insegnamenti e pubblicazioni di gesuiti abbiano a causare confusione e disorientamento in mezzo ai fedeli; ricordatevi che la missione affidatavi dal Vicario di Cristo è di annunciare, in maniera bensì adatta alla mentalità di oggi, ma nella sua integrità e purezza, il messaggio cristiano, contenuto nel deposito della rivelazione, di cui interprete autentico è il Magistero della Chiesa”.
“Questo naturalmente comporta che negli istituti e facoltà, ove si formano i giovani gesuiti, sia parimente insegnata una dottrina solida e sicura, in conformità con le direttive contenute nei decreti conciliari e nei successivi documenti della Santa Sede riguardanti la formazione dottrinale degli aspiranti al sacerdozio. E ciò è tanto più necessario in quanto le vostre scuole sono aperte a numerosi seminaristi, religiosi e laici, che le frequentano proprio per la sodezza e sicurezza di dottrina che sperano di attingervi”.
E infine raccomandava:  “non permettete che tendenze secolarizzatrici abbiano a penetrare e turbare le vostre comunità, a dissipare quell’ ambiente di raccoglimento e di preghiera in cui si ritempra l’ apostolo, ed introducano atteggiamenti e comportamenti secolareschi, che non si addicono a religiosi. Il doveroso contatto apostolico col mondo non significa assimilazione al mondo; anzi, esige quella differenziazione che salvaguarda l’ identità dell’ apostolo, in modo che veramente sia sale della terra e lievito capace di far fermentare la massa”.
Proprio una fotografia dei Gesuiti di oggi, nessuno escluso, vero?

MARCO TOSATTI

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