ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 18 dicembre 2017

“Non si sa”?

Si andrà tutti in paradiso?





Intervista di François Billot de Lochner all’Abbé Guy Pagrès per presentare il suo libro “Giuda, è all’inferno?”, con sottotitolo: Risposte a Hans Urs von Balthasar (con una supplica al papa) – 16 dicembre 2017
François Billot. – Cari amici, ho la grande gioia e l’onore di avere ospite l’Abbé Pagrés, della diocesi di Parigi, che ha scritto diversi libri, e il titolo del suo ultimo libro, che presentiamo oggi è: “Giuda, è all’inferno?”, con un sottotitolo interessante: “Risposte a Hans Urs von Balthasar, che, come tutti sapete, è un famoso teologo della fine del XX secolo.
Il Cardinale Muller, prefetto della Dottrina della Fede, con un messaggio personale, ha dato un completo sostegno al suo libro. Allora, la prima domanda che le porgo, signor Abate, riguarda il titolo del suo libro, piuttosto provocante: “Giuda, è all’inferno? Esiste l’inferno?
Abbé Guy. -Io penso che oggi la risposta a queste due domande, contestate in generale nella chiesa, tendono a far credere che l’inferno sia vuoto e che quindi nemmeno Giuda vi sia in esso. Ho inviato la mia opera a diversi vescovi chiedendo che mi facessero una prefazione, ma nessuno fra essi è stato in grado di dirmi che Giuda è all’inferno. Tutti mi hanno risposto: “Non si sa”.

Fino alla metà del XX secolo si era sempre professato che Giuda fosse all’inferno. Sia il Catechismo del Concilio di Trento, San Tommaso d’Aquino, i Padri, la liturgia, tutto faceva parte di questa credenza che Giuda era all’inferno. Ma oggi, invece, si sostiene di non saperlo. Tutto ciò deriva dal lavoro di Hans Urs von Balthasar, che ha influenzato tutti i teologi e i pastori della sua epoca.
François Billot. – E von Balthasar era, mi pare, un grande amico di Benedetto XVI. È un po’ strano questo, non le pare? Ma continui pure, scusi.
Abbé Guy. – Ho voluto mostrare, provare, che Giuda è all’inferno. Ce l’ha voluto rivelare lo stesso Nostro Signore Gesù Cristo. E non è per nulla! E lo ha fatto, giustamente, perché non si possa dire, come oggi, che può essere che l’inferno sia vuoto. Affermare che l’inferno può essere vuoto è una contraddizione in termini, perché l’inferno in sé stesso è il deliberato rifiuto che l’uomo può dare a Dio per il dono della libertà da Lui ricevuto. Non c’è nessun inferno se nessuno rifiuta Dio. Dunque, parlare di inferno vuoto suppone perlomeno un rifiuto esistenziale dovuto alla libertà umana. Dunque, dire che l’inferno è vuoto è un non senso.
François Billot. – Nel suo libro – che è davvero appassionante e che consiglio di leggere perché dice le cose in modo chiaro -, c’è una cosa che lei sottolinea con gran forza, anche per gli approfonditi studi che ha fatto, lei dice: “Se non ci fosse nessuno nell’inferno, Dio sarebbe ingiusto, e ciò è impossibile, perché è la Giustizia Incarnata.
Abbé Guy. – Il santo dottore Alfonso Maria de Liguori dice che “Dio ha creato l’inferno per essere amato”. Se non ci fosse l’inferno, chi amerebbe Dio? L’inferno è utile all’ordine delle cose, perché, dopo il peccato originale (e i nostri peccati), non è nient’altro che la scelta libera – in quanto Dio vuole che lo amiamo liberamente -, rifiutare il Suo Amore. L’inferno non è nient’altro che il rovescio della medaglia. Se l’inferno non esistesse, ciò che io faccio, le mie scelte, eccetera, non hanno alcuna conseguenza. Ed è perché giustamente il paradiso che Dio ci ha creato, è il bene in sé stesso, perché è la comunione con Dio. Dio ci ha creati perché possiamo prender parte con Lui alla Sua Gloria. Dunque, rifiutare tutto ciò è necessariamente soffrire per l’eternità della mancanza di DioEd è giusto, perché non c’è nessuna ragione per rifiutare Dio.
François Billot. – Lei fissa la sua attenzione, come ho potuto vedere, con una grande finezza e intelligenza, a tutti i problemi della misericordia, che oggi viene cucinata in tutte le salse, e che cancella – come lei dice giustamente -, 2000 anni di cose evidenti. E attraverso questa misericordia, visto che Dio è misericordioso, tutti siamo salvi. Ma, alla fine, se tutti siamo salvati non c’è più bisogno della Chiesa cattolica.
Abbé Guy. – Non c’è più bisogno di convertirsi. I musulmani, per esempio, o altre persone, non avranno bisogno di lasciare i loro peccati. Tutto diventa, finalmente, un bene, perché tutto, in definitiva, finirà bene. Dunque, perché fare delle storie, perché provocare delle ostilità nel proclamare il vangelo, se non serve a nulla?
La ragione fondamentale per cui oggi la Chiesa si è tanto debilitata è dovuto al fatto che ha perso il senso di ciò che significa essere salvata. Gesù è venuto per salvarci! Gesù, in Luca, 19, 10, dice: “Io sono venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto. Quindi la verità del Vangelo è dire che se non ci convertiamo siamo tutti perduti e siamo destinati all’inferno! Se non si sceglie la via indicata da Gesù, si va all’inferno. Questo è il Vangelo! Ma oggi si dice che andremo tutti in paradiso.
François Billot. – Qual è per lei la spiegazione? Perché questo cambiamento da qualche decina d’anni a questa parte?
Abbé Guy. – Beh, questa è una conseguenza che ha radici lontane, che partono dal Rinascimento, dalla Riforma, dall’egualitarismo della Rivoluzione. Se siamo tutti uguali, allora andremo tutti in paradiso! Si è cominciato con la Rivoluzione Francese. Fino alla Rivoluzione Francese si tendeva a dire che i salvati sarebbero stati solo un piccolo numero, un piccolo numero di eletti. A partire dai tempi in cui iniziarono le democrazie, non si è più potuto tollerare che un grande numero di persone non avessero diritto al paradiso. Quindi si è passati dalla fede nel piccolo numero degli eletti, alla fede nel grande numero di eletti. Questo fino alla metà del XX secolo. Da quel momento qualcuno ha cominciato a dire che l’inferno potrebbe essere vuoto. Ma tutto ciò è cominciato con la Rivoluzione. Quindi anche Giuda è salvato! Ma questo pensiero non viene solo da Urs von Balthasar, ma ci viene anche da un professore americano contemporaneo, che si chiama Hans Josef Kok, che ha scritto un libro che ha per titolo: “Giuda è un discepolo come gli altri”. Perché se Giuda è all’inferno, allora tutti si va all’inferno. E se non è all’inferno, allora tutti siamo salvati.
François Billot. – Nel suo libro lei cita dei grandi santi e dottori della Chiesa da cui si può vedere come attualmente la Chiesa sembra mettere in secondo piano tutti i loro grandi insegnamenti. A questo punto le pongo una domanda complementare, anche perché di fronte a tutto ciò sono profondamente scioccato, perché so anche che c’è una Donna, la Santa Vergine, che è la Madre di Cristo, che nel 1917 è apparsa a Fatima. Delle sei apparizioni ce n’è una che è particolarmente importante, anche se tutte lo sono; ma ce n’è una che è notevole a questo riguardo. La Vergine Santa, aprendo la terra, mostra ai tre veggenti l’inferno così com’è. E, se non ricordo male, per la piccola Giacinta la visione è talmente spaventosa da dire: “Abbiamo avuto una tale paura che se la visione fosse durata più a lungo, saremmo morti”. (Qualcuno dice giustamente che nelle apparizioni di Maria approvate dalla Chiesa, o anche in altre private, non viene detto nulla di nuovo rispetto a quanto dice il Vangelo o la Sacra Scrittura. Ed è vero! Ma io credo che la Santa Vergine spesso ribadisca o richiami qualche aspetto della Parola di Dio che, per vari motivi e in determinati tempi, non viene più messo in luce o viene accantonato nella predicazione e nella pastorale. Non dimentichiamo che il cattolicesimo è fatto di et-et, non di aut-aut, come le varie eresie. Ecco perché è necessario ascoltare il suo profetico consiglio, che non è altro che il volere del Figlio. Ndt.). Allora – Prosegue François Billo – come è possibile oggi non prendere in considerazione questi insegnamenti della Santa Vergine? Cosa ne pensa?
Abbé Guy. – All’inizio del XX secolo la Vergine Maria annuncia ciò che accadrà, gli avvenimenti futuri, le politiche delle nazioni, il formarsi del comunismo e lo scatenarsi delle guerre, ma ha giustamente parlato anche dell’inferno, perché Ella sapeva che era necessario preservare quel dogma, e che si doveva ricordarlo; che se i popoli non si fossero davvero convertiti sarebbero andati all’inferno. Se questa realtà è stata mostrata a dei bambini, vuol dire che voleva far sapere che cosa succede in quel luogo. Ma io sono convinto che se nella predicazione si parlasse della realtà dell’inferno, da cui Dio ci ha salvati, la vita umana cambierebbe completamente.
Non possiamo dimenticare l’impatto che quella visione ha avuto su quei bambini, infatti hanno cominciato a fare penitenza in una maniera eroica. Digiunavano dal cibo e dal bere per salvare le anime dall’inferno. Durante la Prima Guerra mondiale la piccola Giacinta si ammala (di spagnola), ma in quel tempo non ci sono anestetici e perciò si pensa di operarla ugualmente. Lucia le suggerisce di rinunciare all’operazione, perché non sarebbe servita a nulla. E le dice: “Sai che la Vergine Maria ti ha detto che morirai, ma che andrai in cielo”. E Giacinta rispose: “Si, perché questo servirà per i peccatori”. Questa piccola bambina di 8 anni è capace di accettare le sofferenze causate da un’operazione senza anestesia, perché sa che il suo sacrificio salverà dei peccatori. Per questo credo sia necessario ritrovare questo senso, perché la missione della Chiesa è quella di salvare le anime dall’inferno!
François Billot. – Nel suo libro ha preso una iniziativa del tutto straordinaria, quella di una supplica al papa. Ci parli di questa supplica, perché credo che ci voglia coraggio per fare questa supplica al papa! Che cosa gli chiede?
Abbé Guy. – Chiedo al Papa nientemeno che la definizione di un nuovo dogma. È un po’ forte, no? E quale sarebbe questo dogma? Questo dogma sarebbe da estendere a tutta la cattolicità, e consisterebbe nel confessare, nell’affermare che attualmente ci sono numerose anime all’inferno, e quindi anche quella di Giuda. Che non si può essere cattolici se non si crede a tutto ciò! E nel mio libro indico tutte le ragioni che giustificano l’affermazione di questo dogma. Prima di tutto perché è conforme alla tradizione, e conforme al bene della Chiesa e perché in esso non c’è nulla di contrario alla fede.
Se il papa definisse questo dogma la vita della Chiesa ne uscirebbe completamente trasformata. Il guardare a ciò che noi possiamo evitare, e lo evitiamo se siamo in comunione con il Signore, è un mezzo per apprezzare in maniera maggiore il dono di Dio.
François Billot. – Dobbiamo quindi affermare, come lei dice più volte nel suo libro, che i dogmi devono essere accolti nella loro integrità. E se qualche dogma non venisse accolto?
Abbé Guy. – Non si ha più la fede.
François Billot . – Non si ha più la fede. Allora, ritorno al mio amico Balthasar, idolo dell’attuale Chiesa. Dov’è lui, per aver approvato tutto ciò? Perché chi afferma ciò si pone fuori dalla Chiesa.
Abbé Guy. – Beh, rifiutare un solo dogma vuol dire non avere più la fede, perché la fede, per definizione è il fatto di credere in ciò che Dio ha detto, perché l’ha detto e perché Dio non può ingannare né ingannarsi. Dunque è accettare tutto quello che Dio ha detto. Ora se, invece di credere a tutto ciò che Dio ha detto e perché l’ha detto, perché Egli non può né ingannarsi, né ingannarci, ma metto la mia intelligenza, la mia ragione al di sopra della Verità di Dio, non si tratta più di fede, ma di un’opinione. Dunque ripeto: il rigettare un solo dogma è la prova che non si ha più la fede. Si deve credere in Dio al 100%, o non si crede. Perché il primo comandamento dice: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua intelligenza, e non solo a metà!
L’idea che, poiché il giudizio non ha ancora avuto luogo, allora nessuno può dire che ci sia qualcuno all’inferno, questo è il fondamento del pensiero di questi soggetti. “Il giudizio finale non c’è ancora stato, quindi nessuno può dire che ci siano delle anime dannate”. Come se già Gesù non conoscesse tutte le cose. Come se non le avesse già rivelate! Agendo in questo modo si rifiuta Gesù stesso e la Parola di Dio, visto che Gesù nel Vangelo parla dell’inferno. Ma qualcuno dice che queste non sono che delle minacce. Quindi l’inferno non sarebbe una realtà. Possiamo immaginare che Dio ci minacci gratuitamente? Che sia un Dio sadico che ci fa paura e che ci minacci per nulla? Io penso che von Balthasar è stato un grande teologo, ma questo non è sufficiente, perché Gesù ha detto che “solo chi persevererà fino alla fine, sarà salvato”. Von Balthasar, alla fine della sua vita ha scritto un’opera intitolata: “L’inferno, un interrogativo”. Non si può dire che l’inferno sia un interrogativo! Per un uomo di fede dev’essere un’evidenza.
Ha scritto poi un secondo libro che è intitolato: “Speranza per tutti”. Sperare per tutti, dunque posso sperare anche per Giuda. Come se Gesù non avesse detto che è all’inferno.
François Billot. – Grazie infinite, signor abate, per questi insegnamenti impressionanti. Spero che i suoi insegnamenti sull’inferno portino frutto, perché siamo coscienti di star percorrendo una via che può condurre la Chiesa verso una catastrofe. Per questo credo che il libro dell’abbé Guy Pagrès: “È all’inferno Giuda?” Risposte a Hans Urs von Balthasar, sia un libro assolutamente da leggere, perché è un nutrimento straordinario. Ci sono dei libri che non si possono lasciar da parte.
Tante grazie, cari amici, e a presto. Arrivederci signor Abate!
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