ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 7 febbraio 2018

La «gioia della verità»

Veritatis gaudium:
Papa Francesco propugna la rivoluzione culturale
nelle Università cattoliche







Papa Francesco lancia la sua rivoluzione culturale. Visto il tenore del documento c’è da scommettere che anche questa sarà una rivoluzione portatrice di morte per le anime, come lo fu per il popolo cinese l’altra rivoluzione culturale: quella di Mao Tse Tung!

Il concilio Vaticano II ha lanciato la parola d’ordine di aprirsi alla modernità dei tempi contemporanei; il mondo post-moderno ha avviato una vera rivoluzione antropologica; e Papa Francesco, in questa logica conciliare di apertura al mondo, segue questo movimento rivoluzionario adattando la Chiesa del post-concilio a questa civiltà del niente che oggi prevale, ma che, secondo le illusioni dei benpensanti, dovrebbe sfociare nel migliore dei mondi, in cui il trinomio Libertà-Fraternità-Uguaglianza regnerebbe incontrastato!

Lunedì 29 gennaio, El Papa latino-americano ha posto un’altra pietra per l’edificazione della sua rivoluzione globale che, secondo la sua espressione, dovrebbe «cambiare il volto del mondo». Tale pietra, intitolata Veritatis gaudium, la gioia della verità, riguarda le Università e le facoltà ecclesiastiche.

«In questo testo di una sessantina di pagine – scrive un comunicato vaticano – il Sommo Pontefice invita queste strutture di insegnamento ad adattarsi ai cambiamenti culturali contemporanei, come “richiesto dalla trasformazione missionaria di una Chiesa “in uscita”.»
Questa nuova Costituzione deve condurre ad «una vera ermeneutica evangelica per meglio comprendere la vita, il mondo e gli uomini.»

News Va aggiunge: «Attraverso questo testo, Papa Francesco chiama ad una rivoluzione culturale.»

Nel Proemio il Papa gesuita dà il la di questa rivoluzione culturale: essa sarà naturalista e messianica! Essa si integra ideologicamente in quel falso messianismo, quel falso messianismo terreno che annuncia il ritorno sulla terra del Paradiso perduto:
«Il Popolo di Dio è pellegrino lungo i sentieri della storia in sincera e solidale compagnia con gli uomini e le donne di tutti i popoli e di tutte le culture, per illuminare con la luce del Vangelo il cammino dell’umanità verso la civiltà nuova dell’amore.» 

Per rinnovare gli studi ecclesiastici in questa prospettiva rivoluzionaria, il Papa argentino propone quattro criteri.

Il primo: il kerygma, la «sempre nuova e affascinante lieta notizia del Vangelo di Gesù» per «vivere come Chiesa la “mistica del noi”» e «dare concretezza alla ““dimensione sociale dell’evangelizzazione”

Il secondo criterio: «promuovere… un’autentica cultura dell’incontro… tra tutte le autentiche e vitali culture», e cioè il dialogo in tutti i domini.

Il terzo: «l’inter- e la trans-disciplinarietà» «come collocazione e fermentazione di tutti i saperi entro lo spazio di Luce di Vita offerto dalla Sapienza che promana dalla Rivelazione di Dio

L’ultimo, di marca globalista: «la necessità urgente di “fare rete” tra le diverse istituzioni», il che «ci obbliga a pensare ad un solo mondo, ad un progetto comune.»

Lo scopo degli studi ecclesiastici, come definito da Jorge Mario Bergoglio, consiste nell’: «elaborare strumenti intellettuali in grado di proporsi come paradigmi d’azione e di pensiero, utili all’annuncio in un mondo contrassegnato dal pluralismo etico-religioso»!

Inoltre, di questa nuova Costituzione bergogliana occorre mettere in rilievo un articolo alquanto particolare, il § 2 dell’art. 26, che ha già fatto dire a più di uno che Papa Francesco vuole imporre al clero e al corpo insegnante delle facoltà cattoliche, che preparano in particolare i futuri preti, un nuovo voto d’obbedienza o di fedeltà alla sua persona e al suo “magistero”:
«Coloro poi che insegnano materie concernenti la fede e la morale, occorre che siano consapevoli che tale compito deve essere svolto in piena comunione col Magistero autentico della Chiesa e, in particolare del Romano Pontefice».

Ed è logico precisare che la piena comunione con l’insegnamento morale e dottrinale di Papa Francesco, può solo significare con Amoris laetitia…

Ecco quindi che Jorge Mario Bergoglio, «il Papa dittatore», con la «gioia della verità» affina le sue armi mortali per portare al parossismo la dittatura del relativismo che da decenni imperversa nella Roma neo-protestante e neo-modernista.

 

di Francesca de Villasmundo


Pubblichiato sul sito Medias presse info



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