ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 3 febbraio 2018

Lo svilimento dottrinale

"Papa Bergoglio ha una visione pragmatica della religione"

Papa Bergoglio "permeato" da una visione poco spirituale della religiosità. Ratzinger, invece, contaminato dall'hegelismo. Intervista al filosofo Radaelli

Papa Bergoglio come Joseph Ratzinger, ma in termini, si potrebbe dire, di svilimento dottrinale. Enrico Maria Radaelli è un docente di Filosofia dell’estetica ed è il Director of Department of Aesthetic Philosophy of International Science and Commonsense Association (ISCA), di Roma. Allievo di Romano Amerio, Radaelli ha collaborato per tre anni alla cattedra di Filosofia della conoscenza (sezione Conoscenza estetica) della Pontificia Università Lateranense.
Da studioso, l'autore di "Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mondo" ha cura di tenere sempre con sé una Nota a margine, da lui scritta, che riporta i più significativi enunciati degli ultimi due Papi, tutti presenti nel suo libro. Per alcuni, infatti, Radaelli avrebbe "accusato"Benedetto XVI di eresia. Il filosofo dell'estetica ha detto la sua in questa intervista, nella quale ha messo anche a confronto i due ultimi papi della Chiesa cattolica.

Prof. Radaelli, lei afferma che la Chiesa non crede più in se stessa, Perché?
"Proprio così: il fatto è che il kantismo fa credere di aver abbattuto la potenza della ragione, il freudismo l’ha fatta soccombere sotto la prepotenza dell’inconscio, il darwinismo ne ha annientato l’origine per mano di Dio, sicché i Pastori sono da tempo in preda allo scetticismo più assoluto e cercano di “fuggire” dal dogma, “dimenticandolo”, nascondendolo, camuffandolo, come descrivo nel mio Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mondo. Vescovi e Papi, oggi, sono malati di storicismo hegeliano, ossia di fideismo, l’opposto della fede. Dimenticano che in Scritture e Dogma avrebbero, a proteggerli dagli attaccanti, la ragione di Dio, che le sbaraglia tutte. Ma chi si fa forza della Rivelazione, oggi?".
Secondo lei Papa Francesco avrebbe in qualche modo abbracciato mortalmente il mondo. E'corretto? Perché?
"Papa Francesco ha una visione pratica della religione, dove il Logos, e l’Incarnazione come atto liturgico di infinita e propiziatoria espiazione della colpa commessa dall’uomo per placare lo sdegno infinito del Padre, non hanno evidentemente alcun senso per un Papa che lancia videomessaggi “fraternizzanti” come Il dialogo porti pace del gennaio del 2016, in cui si vedono quattro uomini, di cui il cattolico ha in mano Gesù Bambino, l’ebreo e l’islamico due loro simboli religiosi e il buddhista un Buddha. Questi messaggi fanno a pugni con la fede in Gesù Cristo e con la sua unica opera liturgica, redentiva, propiziatrice e pacificatrice dei popoli".
Recentemente lei è stato accusato di aver dato dell'eretico a Joseph Ratzinger. Ci spiegherebbe bene tutta la vicenda?
"Nel settembre del 2015 cominciai a leggere Introduzione al cristianesimo, di Joseph Ratzinger. Qualcuno dovrà pur rilevare un giorno che quel libro, scritto nel ’68 tutt’ora vendutissimo in tutto il mondo, dice il contrario di ciò che dicono Vangeli e Dogma. Quel libro fu confermato dal suo Autore nel 2000 con un Saggio introduttivo e ribadito in una sua intervista su L’Osservatore Romano nel 2016. In sintesi, egli sostiene che Dio «rimane l’ipotesi migliore, benché sia un’ipotesi», come scrisse 37 anni dopo in L’Europa di Benedetto nella crisi delle culture. Ma se Dio è «l’ipotesi migliore», la fede è un’ipotesi, ossia non è più fede, perché è l’uomo che ipotizza Dio, è l’uomo che “genera Dio”. Tutto Introduzione... svolge una dottrina che, non basandosi sulla Rivelazione di Dio donata (come ci assicura il Prologo di Giovanni) da Gesù Cristo, ma sulla congettura umana, diverge dal dogma: non lo ricalca mai. Questo è antimetafisico idealismo, è storicismo, come mostro in "Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mondo".
Bergoglio, per lei, è un eretico?
"In un’intervista a Civiltà Cattolica del 2013 il Papa dice: «se una persona dice che ha incontrato Dio con certezza totale e non è sfiorata da un margine di incertezza, allora non va bene. … Se uno ha le risposte a tutte le domande, ecco che questa è la prova che Dio non è con lui». Ma questo è l’opposto della solidità richiesta dalla virtù della fede.E nella Prefazione a un libro del Vergottini del 2015, Martini e noi, il Papa scrive: «Tutti, credenti e non credenti, siamo alla ricerca della verità e non possiamo dare nulla per scontato», ricalcando Ratzinger, che nel suo Introduzione sostiene: «È la struttura fondamentale del destino umano poter trovare la dimensione definitiva dell’esistenza unicamente in questa interminabile rivalità fra dubbio e fede, fra tentazione e certezza". Possiamo definire Papa Bergoglio un “ratzingeriano esasperato”? Sì, perché, oltre alle parole viste, arriva a dire: «Ogni credente porta in sé la minaccia della non credenza»".
Quali i sono i punti più "delicati" messi in discussione da questo pontificato?
"Il Papa, come il suo Predecessore, impernia la sua visione dottrinale sul fideismo. Da qui nasce la visione poliedrica di entrambi. Nel mio libro sottolineo la loro continuità: quando in un’Udienza generale del 2017 Francesco dice «anche dentro la santissima Trinità stanno tutti litigando a porte chiuse, mentre fuori l’immagine è di unità», il Papa non fa che portare alle logiche conseguenze ciò che insegnava il Prof. Ratzinger sostenendo che il Logos è anche «diá-lógos», ossia «dialogo, colloquio» (Introduzione..., p. 172), il che configura nella Trinità tre pensieri, tre opinioni, tre volontà. Ma questo è politeismo. Da ciò nasce il concetto di poliedricità della Chiesa e di «papato sinodale», dove Ratzinger prevede un «papato attivo» e un «papato passivo»: la poliedricità trinitaria genera la poliedricità papale".
"Amoris Laetitia", la riabilitazione di Lutero, i "viri probati". Radaelli, la Chiesa sta cambiando?
"Cattolicamente, tutti i concetti visti sono inaccettabili. Perché mai i Pastori li accettano? Perché mai accettano “due Papi”, o che “la ss. Trinità litighi”, o che “la fede è nutrita dal dubbio” eccetera? Perché tutti, dal Vaticano II in poi, non han più il coraggio di unire alla propria voce, nella proclamazione ex cathedra di una dottrina, la voce di Dio, che è il coraggio di stare al Dogma, al Logos, alla Legge. E tutto ciò perché, come dice Ratzinger nel suo libro e nella intervista del 2016, «la giustizia di Dio», così come espressa nella Rivelazione e Redenzione di Cristo, che lui addebita erroneamente ad Anselmo d’Aosta, «è inaccettabile per l’uomo moderno». Quell’«l’uomo moderno» dovrebbe far riflettere".
Lei è un filosofo dell'estetica. Esiste ancora la priorità del trascendentale nella Chiesa di Francesco?
"Sono stato tra i primi a firmare la Correctio filialis inviata a Papa Francesco nel 2017, e ritengo che, se un Pontefice che sostiene che le proprie Encicliche non cambiano la dottrina si trova davanti alla forte perplessità di gran parte della Chiesa, debba avere il coraggio di enunciarle ex cathedra, unendo cioè le proprie parole a quelle di Dio. Se lo fa, vuol dire che le sue parole sono veritiere, e tutta la Chiesa, fino all’ultima pecorella, dovrà obbedirgli. Se non lo fa, vuol dire che quelle Encicliche la dottrina la cambiano, sicché nessuno dovrà obbedire a quelle parole, restando obbedienti però, per il resto, sempre a lui come Papa, e sempre pregando per lui".
Lei ha nostalgia di Benedetto XVI?
"Nel mio Al cuore di Ratzinger… sintetizzo così il “Papa Teologo”: «Una prassi (quella del dubbio alla ricerca della verità) alla febbrile ricerca della propria teoria» (p. 237); e Bergoglio così: «Una prassi che ha trovato la propria vitale teoria in se stessa prassi». Sono dunque entrambe delle prassi, e sono entrambe intaccate dall’idealismo hegeliano. Tra l’anarchismo vellutato dell’ “Ultra-idealismo” ratzingeriano e l’anarchismo peronista dell’ “Ultra-pauperismo” bergogliesco, quale preferire? Tra l’errore nascosto e l’errore sfacciato, quale scegliere?".
Quale potrebbe essere l'identikit del pontefice del futuro? Un papa ancora più progressista?
"La distinzione da fare è non tra Papa “conservatore”, o “tradizionalista”, e Papa “progressista”, ma tra Papa cattolico e Papa non cattolico, perché un Papa “progressista” che non ha il coraggio di enunciare le proprie dottrine, come avviene dal Vaticano II a oggi, unendo le proprie labbra a quelle di Dio nel “Noi decretiamo, disponiamo e stabiliamo” del plurale maiestatico pontificale è un Papa che non aiuta la Chiesa ad andare avanti, a guardare al futuro, a dare al futuro la fisionomia che deve avere. Bisogna distinguere tra il rispetto e la simpatia umana che ci ispirano i due ultimi Papi e la Norma normans che sta nei santi Padri della Chiesa che ci hanno regalato chiese, monasteri, cattedrali dove pregare, pieni di splendore, di speranza viva, di arte che faccia gridare all’applauso, di fervido rinnovamento spirituale".
Dopo la comunità di San Pio X, un'altra parte della Chiesa si scinderà da Roma?
"Nessuno si dovrebbe scindere mai da Roma: Romano Amerio, filosofo di cui mi pregio di essere allievo, disapprovò la disobbedienza del 1988, perché l’unico Pastore che può diagnosticare lo stato di necessità della Chiesa universale è il Papa, unico vescovo ad avere la Potestas clavium universale. Dunque uno scisma è sempre colpevole. Tutti gli sforzi devono essere protesi a unire la Chiesa a Dio, a riportare la Chiesa nell’alveo del dogma, del Logos, del Cristo, da cui ora è pericolosamente lontana, prima di tutto nella liturgia, che col Novus Ordo Missae di Paolo VI ha perso l'adorazione. La Chiesa deve tornare ad andare più in chiesa. Così anche il mondo tornerà alla Chiesa".
Francesco Boezi 
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/papa-bergoglio-ha-visione-pragmatica-religione-1486876.html

CandeloraB 2

Mentre facevo la processione della Candelora, stasera, riflettevo come questa fosse immagine fedele di noi stessi. Piccole deboli fiammelle di candeline da quattro soldi, prone a scaldarsi troppo, facili a spegnersi, con una luce fioca ed incostante.
Ma è una luce che non brillerebbe se non fosse stata accesa da qualcuno. Se non ci fosse stata una fiamma originaria, passata poi di lumino in lumino fino a rischiarare tutta la navata con il suo sommesso chiarore.
Lo sfarfallio di ciascun fuoco non è così importante, se si è in molti, vicini, a splendere.
Splendere fiocamente, certo. Ma a sufficienza per capire dove si sta andando, e scacciare il buio.

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