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sabato 3 febbraio 2018

Quelle convergenze parallele

LA CONFERENZA SU RAHNER ANNULLATA, OSSIA LA SCONFESSIONE DELLE "CONVERGENZE PARALLELE" DEI CONSERVATORI E DEI NORMALISTI



Come si è appreso dalla stampa, è stata annullata una conferenza di Stefano Fontana, dal titolo La nuova chiesa di Karl Rahner, che si sarebbe dovuta tenere il 2 Febbraio presso Casa Cini, un istituto di pertinenza dell’Opera Arcidiocesana per la Preservazione della Fede (sic) facente capo all’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio. 

A mio parere la scelta di Casa Cini quale luogo presso il quale tenere una conferenza contro gli errori di Karl Rahner rivela un errore di fondo ed un grave fraintendimento. 


Al di là della scortesia della reverenda Curia, è nondimeno da evidenziare che da parte di alcuni Cattolici vi è l’illusione che la neo-chiesa bergogliana possa in qualche modo avvallare conferenze ortodosse, con ciò dando prova o di una ingenuità scoraggiante, o di una intenzione normalizzatrice che, in un momento di gravissima crisi, finisce per far credere ai fedeli che in fin dei conti si possa ancora esser Cattolici conservatori in seno alla compagine ecclesiale attuale. 

Mi spiego meglio. Chi ha organizzato la conferenza vuole meritoriamente confutare le eresie di Karl Rahner, ma allo stesso tempo intende operare allinterno della chiesa ufficiale, con iniziative legittimate dalla stessa chiesa ufficiale, come se essa non fosse perfettamente coerente con quegli errori. Chi si avvale del Motu Proprio Summorum Pontificum o chiede spazi diocesani per eventi di chiaro orientamento conservatore, di fatto finisce col tranquillizzare i semplici Cattolici, facendo loro credere che la situazione, in fondo, non sia poi così grave, e che nella chiesa conciliare ci sia uno spazio anche per chi non è progressista.

Questo comportamento, di certo animato da buone intenzioni, sfalsa nondimeno la realtà e lascia intendere che la fedeltà alla Tradizione sia in definitiva una legittima opzione, da affiancare all’altrettanto legittima opzione progressista. E questo, a ben vedere, rivela una visione relativista che ha ben poco di cattolico. 

Il Cattolico non può e non deve accettare compromessi con l’errore: su questo - in teoria - gli organizzatori della conferenza dovrebbero concordare. Ma il semplice fatto di voler usufruire di strutture di proprietà della Curia - che vengono abitualmente usate per eventi di ben altro tenore e non di rado in aperto conflitto con la dottrina - rivela la mentalità da supermercato tipica di questi decenni, secondo la quale è possibile assistere legittimamente alla Messa tridentina come al Novus Ordo, tenere conferenze contro Rahner e allo stesso tempo incontri ecumenici, avere parroci in cappello romano ma anche preti in borghese, teologi conservatori e sostenitori di Amoris laetitia; il tutto nella stessa Chiesa, sotto gli stessi Pastori e con la stessa denominazione di Cattolici. 

Se quella conferenza si fosse tenuta, si sarebbero ottenuti due risultati opposti. Da una parte si sarebbe certamente compiuta un’opera meritoria nel mettere in guardia dagli errori dottrinali ed ecclesiologici di un eretico notorio, peraltro oggi assurto a modello e maestro dell’attuale Pontificato; dall’altra si sarebbe dimostrato che una struttura di proprietà della Diocesi -  che con il suo Arcivescovo ed il suo Clero è manifestamente in linea con gli errori di quello stesso Rahner e del suo erede Kasper - poteva farsi promotrice e sostenitrice di movimenti conservatori aventi riferimenti dottrinali diametralmente opposti. 

Paradossalmente, ha mostrato maggior coerenza la Curia a negare la concessione di Casa Cini - anche se avrebbe dovuto farlo sin dall’inizio, senza autorizzare l’uso della sala e poi revocarlo per disposizioni superiori - di quanta non ne abbiano mostrata gli organizzatori dell’incontro. Poiché è evidente - e dovrebbe esserlo soprattutto a quanti si professano Cattolici - che non c’è e non vi può essere conciliabilità tra ortodossia ed errore, tra bene e male. 


Ritengo quindi che la cancellazione di questa conferenza abbia messo in luce l’inapplicabilità in abito dottrinale e pratico di quelleconvergenze parallele care alla mentalità democristiana, delle quali una parte dei Cattolici odierni sembra non aver compreso appieno l’indole dirompente. La stessa indole, a ben vedere, che contraddistingue chi concede munificamente la celebrazione in rito antico, in cambio del silenzio sugli errori del Concilio o sulle deviazioni morali di Amoris laetitia.

Copyright MMXVIII - Cesare Baronio

  1. Concordo appieno con questo bell' articolo, e, dopo la mia decennale partecipazione, ritengo che lo scopo del Motu Proprio fosse il tentativo estremo di cercare di normalizzare quanti avessero ancora delle impostazioni Tradizionaliste.
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  2. Riporto in questo bel blog un commento fatto apprendendo la notizia su Chiesa e post Concilio.
    La Neochiesa, debole con mammona che la forgia e la guida, e forte contro la vera Chiesa di Cristo, parte proprio dall'Emilia Romagna, terra ormai liberata dagli ultimi vescovi fossili che credevano ancora in Cristo Dio. Neppure un cenno a Caffarra a pochi giorni dalla morte, anzi apposito e dissacrante tour alla Che Guevara organizzato in fretta e furia da "omissis". Anzi "conseguenze" che gli hanno spaccato il cuore. Così è diventato un vero problema mostrarsi cristiani a Bologna e dintorni e testimoniarlo pubblicamente. Ma non perchè ciò sia stato vietato per evitare imbarazzi a chi non sopporta il Crocifisso, figuriamoci! Ormai, a livello planetario, se dici Bergoglio tutti fuggono, cambiano canale e fanno l'opposto di ciò che dice..... ma per l'imbarazzo e la vergogna di poter di essere assimilati a lui ed ai suoi sfiatati tirapiedi vescovi emiliano romagnoli. TUTTI. Avevano perso il sonno per la paura di non arrivare primi ad interpretare, secondo bergoglio e compagnia eretica, l'Amoris letizia. Dei veri "eroi" della fede. Vergogna! Anzi Bergogna!

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