ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 3 marzo 2018

Quanti Giuda Iscariota ci sono oggi

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La Chiesa crocifissa


Purtroppo, quanti Giuda Iscariota – che s’interpreta «mercede» – ci sono oggi, che per la «mercede» di un qualche vantaggio temporale vendono la verità, tradiscono il prossimo con il bacio dell’adulazione, e così alla fine si impiccano al laccio della dannazione eterna! […] Ma ahimè, ahimè, tutto il Corpo mistico di Cristo, che è la Chiesa, viene di nuovo crocifisso e ucciso! (sant’Antonio di Padova, Sermone per la Domenica di Quinquagesima, 15.19).

Ciò che sant’Antonio stigmatizzava con queste parole non era, probabilmente, ciò che potremmo pensare noi oggi nel leggerle. Quelli che vendevano la verità per un beneficio materiale erano forse quei predicatori o professori di teologia che sfruttavano la loro missione per arricchirsi od ottenere una posizione di riguardo e, a tal fine, adulavano i potenti. Come si comprende dal seguito, egli vedeva la Chiesa crocifissa dalle tentazioni dei demoni, come pure dalle bestemmie e persecuzioni da parte di pagani, eretici e giudei, vale a dire di saraceni, catari e usurai. I primi spadroneggiavano nel Mediterraneo e terrorizzavano le coste, addentrandosi molto profondamente nei territori cristiani con ratti, distruzioni e saccheggi; i secondi avevano il controllo di intere regioni e importanti città della Francia meridionale e dell’Italia settentrionale; i terzi potevano giungere fino a strangolare l’economia allo scopo di ridurre in proprio potere anche la politica in nome delle antiche promesse divine, dalle quali non ammettevano di esser decaduti con il rifiuto del Messia.

Le parole dei Santi, tuttavia, rivelano un’attualità straordinaria e possono essere legittimamente applicate al presente. Oggi, purtroppo, molti di quanti sono deputati a predicare e insegnare la Parola divina vendono letteralmente la verità di Cristo per ottenere riconoscimenti e vantaggi da parte dei potenti di questo mondo, dominato dall’alta finanza ebraica. La loro adulazione consiste nel giustificare i peccati degli uomini, anziché avvertirli del pericolo che corrono; così facendo mettono al collo, proprio e di quanti li ascoltano, la corda dell’eterna condanna. Una vera e propria invasione musulmana è di nuovo in atto con l’acquiescenza, se non l’incoraggiamento, di buona parte della gerarchia cattolica, che si è del resto fatta megafono di una gnosi aggiornata alla cultura postmoderna: se il primo modernismo fu la cloaca di tutte le eresie (san Pio X), questo è la sentina delle peggiori assurdità intellettuali e schifezze morali. Non solo, infine, la vita degli individui e delle famiglie, ma quella delle società e degli Stati è controllata dagli usurai e dagli speculatori delle grandi banche e società finanziarie.

La Chiesa, Corpo mistico di Cristo, deve riprodurre in sé la vicenda di morte e risurrezione per cui è passato il Capo per redimerla. Dal punto di vista teologico, non è una necessità assoluta, ma un pensiero altamente conveniente, cioè conforme alla logica del progetto divino. Il compimento pieno della redenzione richiede, per ragioni di giustizia, la partecipazione dei redenti. Nel momento in cui si consumò il Sacrificio redentore, solo la Madonna vi prese parte con la Sua cooperazione del tutto singolare, diventando così Corredentrice e Madre della Chiesa. Ora è giusto che anche i figli – non solo individualmente, come è sempre avvenuto, ma nel loro insieme – si associno all’immolazione in quanto membra dell’unica Vittima, realizzando così nell’interezza del Corpo quel coinvolgimento che il suo membro più nobile ed eminente ha anticipato e avviato sul Calvario perché anch’essi potessero attuarlo. L’insostituibile ruolo della Vergine Maria ci aiuta a comprendere non soltanto il senso e la fecondità della Croce, ma anche quelli dell’ora presente.

La Passione del Capo si è sempre prolungata nel Corpo, ma adesso è la morte stessa che deve sopraggiungere come premessa della risurrezione. Se la permissione divina ha disposto che un uomo privo della fede cattolica arrivasse al vertice della Chiesa, c’è una ragione ben precisa: egli ha il compito di tradirla e venderla ai suoi nemici, che vogliono distruggerla per regolare una volta per tutte – come si illudono! – i conti col Nazareno, che i loro padri hanno messo a morte per mano dei Romani. Ciò vale ovviamente solo per i capi del popolo ebraico, che del resto non hanno avuto scrupoli a far sterminare milioni di loro consanguinei (servendosi, come sono soliti, di un regime pagano – e per giunta satanico) per raggiungere i loro scopi perversi, come la creazione di uno Stato sulla terra perduta per decreto divino e ormai occupata da altri. La suprema perfidia di quei signori, che nel corso della storia cristiana hanno suscitato le peggiori persecuzioni contro la Chiesa, è giunta ad attaccarla dall’interno per snaturarla e pervertirla, visto che il sangue dei martiri non fa altro che ringiovanirla e santificarla.

Lo scioglimento del dramma non sarà né rapido né facile. Possiamo alleviare l’agonia, sicuramente con la preghiera, eventualmente con il voto, ma non evitare la morte, la quale – come sempre avviene nell’agire di Dio – è al contempo castigo e salvezza. Il tradimento è giunto fino ad aprire le porte del Vaticano e delle sue istituzioni a chi opera per la distruzione della Chiesa e della società civile allo scopo di consolidare definitivamente, togliendo di mezzo tutti gli ostacoli, l’egemonia di pochi, ricchissimi uomini. Questo tradimento, tuttavia, non si limita al vertice, ma abbraccia tutti i livelli, fino alla base; ovunque è evidente la ribellione a Dio e all’ordine da Lui stabilito. Recitiamo dunque il Rosario, per l’Italia e per il mondo intero, soprattutto perché i pochi rimasti fedeli possano resistere e attraversare la prova senza perdere la fede. Come, il Sabato Santo, essa rimase accesa unicamente nel Cuore immacolato di Maria e nel discepolo a Lei affidato dal Maestro, così può persistere in coloro che Le sono consacrati, purché vivano tale consacrazione con una preghiera costante e una tenace carità verso tutti.

I cuori straziati da fatti e notizie sempre più raccapriccianti devono proprio per questo assimilarsi a quello della Corredentrice, cooperando così al pieno compimento della Redenzione e offrendo a Dio quella contrizione e riparazione che non Gli giunge dai peccatori induriti e tardi a convertirsi. È questa la grazia che dobbiamo soprattutto chiedere; solo in questo modo la consacrazione alla Madonna porterà tutti i suoi frutti, conformandoci a Lei nell’atto di offrirsi con il Figlio crocifisso e, quindi, conformandoci al Crocifisso stesso per la salvezza nostra, dei nostri cari e del mondo intero. Non cediamo alla tentazione di deprimerci né a quella di ribellarci con astio e livore; l’una e l’altra ci distruggerebbero, rendendo vana la nostra cooperazione al piano divino. Continuiamo invece a proclamare la verità con franchezza evangelica, acconsentendo unicamente a quelle forme di dissimulazione che, senza scadere nell’ipocrisia, siano richieste dalla necessità di non essere del tutto neutralizzati. Il criterio da seguire sia sempre il bene delle anime, perché possiamo ritrovarle in Paradiso, e il sostegno da ricercare sia la Comunione, dove poterlo pregustare.

Quanto è buono Dio con i giusti, con gli uomini dal cuore puro! Per poco non inciampavano i miei piedi, per un nulla vacillavano i miei passi, perché ho invidiato i prepotenti, vedendo la prosperità dei malvagi. […] Levano la loro bocca fino al cielo e la loro lingua percorre la terra. […] Se avessi detto: «Parlerò come loro», avrei tradito la generazione dei tuoi figli. […] Come sono distrutti in un istante, sono finiti, periscono di spavento! Come un sogno al risveglio, Signore, quando sorgi fai svanire la loro immagine. […] Ma io sono con te sempre: tu mi hai preso per la mano destra. Mi guiderai con il tuo consiglio e poi mi accoglierai nella tua gloria (Sal 72, 1-3.9.15.19-20.23-24).

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