ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 19 maggio 2018

A mali estremi..

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Maledictio contra seductores


Quasi un anno fa ci permettevamo – attirandoci gli strali dei puri e duri – di mettere in guardia quanti, con pubbliche manifestazioni di riparazione, finivano loro malgrado col fare il gioco del nemico, dando ancor più risonanza alle sue iniziative e offrendogli l’opportunità di neutralizzare gli obiettori bollandoli come integralisti cattolici. È così che, ora, il capo dei sodomiti reggiani può a buon diritto esultare affermando trionfante che, «grazie a certi “avversari”, abbiamo fatto più passi avanti in due anni che in decenni di battaglie». La contestazione di quel pover’uomo del vescovo (che farebbe bene, peraltro, a chiarirsi un po’ le idee) ha avuto altresì per effetto la ferrea compattazione di tutta la curia diocesana, che come un sol uomo gli si è serrata attorno a mo’ di falange macedone. Come risultato non c’è che dire… La storia cristiana e la dottrina spirituale insegnano – o mirabile esempio di concordanza tra teoria e prassi! – che lo zelo, prima d’essere ardente, ha da essere intelligente, per non sortire l’effetto contrario. Gratia supponit naturam…


Dopo lunga meditazione e consultazione delle fonti antiche, siam giunti alla conclusione che in certe circostanze, qualora i Pastori stessi mettano in pericolo la salvezza delle anime, anziché far quanto in loro potere per procurarla, sia non solo lecito, ma pure doveroso invocare su di essi la maledizione divina. Intendiamoci: lo spirito cattolico non dimentica mai che una minaccia è sempre condizionata, cioè ha effetto soltanto in caso di ostinazione nella colpa e in assenza di resipiscenza e conversione. A qualcuno un tale proposito potrebbe essere motivo di scandalo, considerato soprattutto il comando del Signore riguardo all’amore dei nemici (cf. Mt 5, 43-44; Lc 6, 27-28), fedelmente applicato da san Paolo: «Benedite e non maledite» (Rm 12, 14). Ma l’uno e l’altro si riferiscono ai persecutori dei cristiani; qui, invece, abbiamo a che fare con cattive guide che portano alla perdizione milioni di persone e che solo nella disgrazia potrebbero rinsavire.

Abbiamo così rispolverato, con qualche leggero adattamento, la maledizione riservata dal Pontificale Romanum a quelli che attentano alle monache di clausura e ai loro beni: se essa è stata scritta per tutelare le consacrate, cosa proibisce di applicarla alla difesa dei battezzati? Non ci sfugge di certo che essa sia riservata al vescovo, motivo per cui chi fra i lettori non fosse insignito dell’ordine episcopale può eventualmente ometterne le prime parole. Ma con quale autorità pronunciarla? In tempi eccezionali, sono permessi rimedi eccezionali: con quella che ci viene dal fatto di formare la Sposa fedele di Cristo, nonché dall’esserci consacrati al Cuore immacolato di Maria e, per molti di noi, dall’aver posto la Santa Sede sotto il Suo potere. Lasciamo dunque che sia Lei a servirsi di noi anche in questo – non prima, tuttavia, di aver opportunamente digiunato e pregato e di esserci confessati e comunicati. Non si va in battaglia senza adeguate protezioni!


Auctoritate omnipotentis Dei, et beatorum Petri et Pauli Apostolorum eius, firmiter, et sub interminatione anathematis inhibemus, ne quis sacram doctrinam de fide vel moribus adulteret, nec ullus eius principia perennia audeat immutare, ut non ea recte ac fideliter serventur. Si quis autem hoc attentare praesumpserit, maledictus sit in domo, et extra domum; maledictus in civitate et in agro; maledictus vigilando, et dormiendo; maledictus manducando, et bibendo; maledictus ambulando, et sedendo; maledicta sint caro eius et ossa, et a planta pedis usque ad verticem non habeat sanitatem. Veniat super illum maledictio hominis, quam per Moysen in lege filiis iniquitatis Dominus permisit. Deleatur nomen eius de libro viventium, et cum iustis non scribatur (Sal 68, 29). Fiat pars et haereditas eius cum Cain fratricida (cf. Gen 4, 3-16), cum Datan et Abiron (cf. Nm 16, 1-35), cum Anania et Saphira (cf. At 5, 1-11), cum Simone mago (cf. At 8, 9-24) et Iuda proditore (cf. Mt 26, 14-16; 27, 3-10), et cum eis, qui dixerunt Deo: Recede a nobis, semitam viarum tuarum nolumus (Gb 21, 14). Pereat in die iudicii; devoret eum ignis perpetuus cum diabolo et angelis eius, nisi resipiverit et ad emendationem venerit. Fiat, fiat.


PER LA PREGHIERA


– Ut quid, Deus, reppulisti in finem, iratus est furor tuus super oves pascuae tuae? Memor esto congregationis tuae, quam possedisti ab initio. […] Leva manus tuas in superbias eorum in finem. Quanta malignatus est inimicus in sancto! Et gloriati sunt qui oderunt te in medio sollemnitatis tuae […]. Usquequo, Deus, improperabit inimicus? irritat adversarius nomen tuum in finem? Ut quid avertis manum tuam, et dexteram tuam de medio sinu tuo in finem? [...] Exsurge, Deus, iudica causam tuam; memor esto improperiorum tuorum, eorum quae ab insipiente sunt tota die. Ne obliviscaris voces inimicorum tuorum: superbia eorum qui te oderunt ascendit semper.

– Cum accepero tempus, ego iustitias iudicabo […] – quoniam Deus iudex est – […] et omnia cornua peccatorum confringam, et exaltabuntur cornua iusti.

– Tu terribilis es, et quis resistet tibi? ex tunc ira tua. De caelo auditum fecisti iudicium: terra tremuit et quievit, cum exsurgeret in iudicium Deus, ut salvos faceret omnes mansuetos terrae (Sal 73, 1-4.10-11.22-23; 74, 3.8.11; 75, 8-10).


2 commenti:

Anonimo18 maggio 2018 23:25
Grazie. Ci da la traduzione

 Risposte

Elia19 maggio 2018 22:26
Con l’autorità di Dio onnipotente e dei beati Pietro e Paolo suoi apostoli, fermamente e sotto minaccia di scomunica proibiamo di adulterare la sacra dottrina di fede o di morale e di osar modificare i suoi principi perenni, così che non siano rettamente e fedelmente osservati. Se qualcuno, però, presumerà di attentare questo, sia maledetto in casa e fuori casa, maledetto in città e in campagna, maledetto quando veglia e quando dorme, maledetto quando mangia e quando beve, maledetto quando cammina e quando sta seduto; siano maledette la sua carne e le sue ossa, e dalla pianta dei piedi alla sommità del capo non abbia salute. Venga su di lui la maledizione dell’uomo che per mezzo di Mosè, nella legge, il Signore ha lanciato ai figli dell’iniquità. Che il suo nome sia cancellato dal libro dei viventi e non sia scritto con i giusti. La sua parte ed eredità sia con Caino fratricida, con Datan e Abiram, con Anania e Saffira, con Simon mago e Giuda traditore e con quelli che dissero a Dio: Allontanati da noi, non vogliamo il sentiero delle tue vie. Vada in rovina nel giorno del giudizio; il fuoco eterno lo divori con il diavolo e i suoi angeli, se non si sarà ravveduto ed emendato. Così sia, così sia.

http://lascuredielia.blogspot.it/p/maledictio-contra-seductores.html

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