ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 23 maggio 2018

Dixit, non legit?

IL PAPA E I GAY
Dio accoglie il peccatore, ma non il suo peccato
Dio ci ama nella condizione anche gravemente peccaminosa in cui ci trova, ma non ama quella condizione peccaminosa. Alcuni punti fermi sulla ricostruzione del colloquio col Papa del cileno Juan Carlos Cruz e la sua condizione di omosessuale.  



Il cileno Juan Carlos Cruz, quando era bambino, fu abusato da un sacerdote. Uno dei casi di pedofilia che stanno scuotendo la Chiesa cilena. Cruz, racconta al El Pais, è stato ricevuto in udienza privata da Papa Francesco un paio di settimane fa, in occasione del suo viaggio in Cile. L’uomo avrebbe rivelato al Pontefice di essere omosessuale. Francesco lo avrebbe rincuorato così: «Juan Carlos, non importa che tu sia gay. Dio ti ha fatto così e ti ama per quello che sei, e per me le cose non cambiano. Il Papa ti ama per quello che sei. Devi essere felice per come sei». Il Vaticano non conferma né smentisce che il Papa abbia pronunciato simili frasi.

Qui ora non ci preme chiarire se il Pontefice si sia espresso o meno in tal modo. Ciò che ci interessa è offrire una risposta alla seguente domanda: Dio crea alcune persone omosessuali? E in caso negativo, Dio comunque ama la persona omosessuale?


Il Catechismo della Chiesa Cattolica, raccogliendo una tradizione ininterrotta di riflessione sull’omosessualità, qualifica come “oggettivamente disordinata” (n. 2358) questa condizione e quindi gli effetti che da essa scaturiscono, ossia le condotte omosessuali, non possono che essere anch’esse disordinate: “Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni – continua sempre il Catechismo - la Tradizione ha sempre dichiarato che ‘gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati’ (Congregazione per la Dottrina della Fede, Persona humana, 8)”. Il primo riferimento quindi da tenere in considerazione è la Sacra Scrittura: in essa Dio esprime un giudizio assai negativo sull’omosessualità (cfr. Lev. 18,22; 20,13; 1 Cor. 6,9; Rm 1,26; 1 Tm 1,10) che quindi – annotiamo a margine – non potrebbe in alcun modo rendere felice la persona. Dunque Dio non può creare una persona omosessuale.

Allora dobbiamo concludere che Dio odia la persona omosessuale? Non è così. Dio ama il peccatore, ma non il peccato. Dio ama quella persona che lui ha creato e non l’immagine sfigurata del peccato. Ama il peccatore, nonostante i suoi peccati. Quindi non ama il peccatore in quanto peccatore, ma ama la persona nonostante sia anche peccatore. Dio accoglie a braccia aperte il ladro, l’omicida, la prostituta, la persona omosessuale, l’adultero, ma non accoglie a braccia aperte il furto, l’omicidio, la prostituzione, l’omosessualità e l’adulterio.

Quando noi compiamo un’azione è un po’ come se il significato di questa azione diventasse parte di noi (cd. volontà autorefenziale). E così chi ruba diventa anche ladro, chi uccide anche omicida, chi mente anche menzognero, etc. L’ “anche” è obbligatorio aggiungerlo perché noi non possiamo essere ridotti al valore o al disvalore di una singola azione, anche se – è bene ricordarlo – una sola azione particolarmente malvagia ha il potere di ridurci in stato di peccato mortale, ossia di qualificarci come nemici di Dio.

Questa parte malvagia di noi ovviamente non può essere amata da Dio, perché Lui non può che amare il bene e quindi non può che amare le parti buone del nostro essere: ama la bontà che trova in noi, non la nostra malvagità. Il luogo comune teologicamente corretto “Dio ti ama per quello che sei” è accettabile se lo riferiamo solo alle parti migliori di noi, ossia alle azioni buone da noi compiute. Dio non potrebbe mai amare il lato omicida di una persona. Il Signore perciò non ama tutto ciò che siamo. Più precisamente Dio ci ama sempre come persone, ma siamo noi che con le nostre azioni ci allontaniamo dal suo amore.

Dio ci ama nella condizione anche gravemente peccaminosa in cui ci trova, ma non ama quella condizione peccaminosa. E infatti ci chiede di abbandonare il peccato, ossia di convertirci. Se noi non vogliamo abbandonare il peccato è impossibile che Dio ci abbracci, ossia è impossibile che Dio perdoni una persona se questa non vuole essere perdonata perché ricevere l’amore misericordioso di Dio non può che essere una scelta libera.

Tommaso Scandroglio

http://www.lanuovabq.it/it/dio-accoglie-il-peccatore-ma-non-il-suo-peccato

Arcivescovo vuole "nuovi viaggi pastorali" per omosessuali

L'Amoris Laetitia ha ispirato l'arcivescovo modernista Matteo Zuppi di Bologna a trovare "nuovi viaggi pastorali" per omosessuali.

Scrivendo sulla rivista dei gesuiti AmericaMagazine.org (21 maggio), Zuppi elogia il libro "Building a Bridge” [Costruire un ponte] di don James Martin.

Zuppi si appella "all'uso di una saggia pedagogia di gradualismo" riguardante l'omosessualità.

Il gradualismo è un'ipotesi che presume che il cambiamento avvenga gradualmente e che nella morale non ci sia, di fatto, alcuna chiara distinzione tra bene e male, il che apre le porte alla possibilità di definire buono il malvagio.

Foto: Matteo Maria Zuppi, © Francesco Pierantoni, CC BY#newsAoywpmmfax

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