ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 10 maggio 2018

Il tempo delle tattiche è finito

ORA SI GIOCA A CARTE SCOPERTE


 Le parole pesanti come macigni del Primate d’Olanda Ejick, anche se non arrivate agli orecchi di moltissimi cattolici, tale è il muro di gomma che i media asserviti alla lobby di Bergoglio ha innalzato da tempo contro la verità 
di Francesco Lamendola  


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Il tempo delle tattiche, delle finte, delle manovre diplomatiche, è finito; ora si gioca a carte scoperte. Doveva succedere e finalmente è successo. Non ne siamo rattristati, anzi, è con un senso di liberazione che abbiamo accolto le parole, ferme e coraggiose, del cardinale arcivescovo di Utrecht, e Primate d’Olanda, Willem Ejick:
Quando vedo che i vescovi e soprattutto il successore di Pietro mancano nel mantenere e trasmettere fedelmente e in unità il deposito della fede non posso non pensare all’articolo 675 del “Catechismo della Chiesa cattolica”: Prima della venuta di Cristo, la Chiesa dovrà passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il “mistero di iniquità” sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità.

Parole pesanti come macigni, anche se certamente non sono arrivate agli orecchi di moltissimi cattolici: tale è il muro di gomma che i principali media cattolici, asserviti alla lobby di Bergoglio, ha innalzato, e da tempo, contro la verità. I fedeli non devono sapere: non devono sapere che un numero crescente di eminenti pastori e di insigni studiosi cattolici si sono stancati di soffrire in silenzio e, per il bene della Chiesa e per la salvezza delle anime, si sono decisi a fare il grande passo, quello che nessun cattolico vorrebbe mai fare, e che certo non fa a cuore leggero, ma solo dopo molti travagli interiori: denunciare l’apostasia della Chiesa e soprattutto l’indirizzo sbagliato, funesto, autodistruttivo, che la pastorale di Bergoglio ha impresso a tutto l’andamento della vita cristiana. D’altra parte, quel che sta succedendo non è ancora giunto alla piena consapevolezza della maggior parte dei cattolici: vuoi per conformismo, vuoi per abitudine, vuoi per una fiducia ereditaria, e purtroppo mal riposta, nel vertice della Chiesa, dal quale non si penserebbe mai che possa venire una minaccia all’integrità della fede. E poiché tutti i posti-chiave della Chiesa stessa, le Conferenze Episcopali, il Collegio dei cardinali e il 90% della stampa e delle televisioni cattoliche sono finiti nelle mani della lobby massonica, il risultato è che nulla traspare e nulla, o quasi nulla, giunge all’attenzione del cattolico “comune”. 

Nonostante quei manifesti affissi sui muri di Roma, nei quali si ironizzava sulla misericordia di Bergoglio, ricordando il commissariamento dei Francescani dell’Immacolata e altre iniziative ugualmente autoritarie e discutibili del successore di san Pietro, la quasi totalità dei fedeli non sa, né immagina, che razza di clima regni nella Chiesa, da quando costui è stato eletto dopo le dimissioni di Benedetto XVI: per esempio, che fior di teologi come Antonio Livi, e fior di filosofi come Josef Seifert, sono stati in vario modo ostracizzati, boicottati, e che le librerie “cattoliche” rifiutano di esporre e di vendere i loro libri, ma, in compenso, ospitano più che volentieri gli spropositi teologici di gente come Enzo Bianchi o Vito Mancuso. E intanto, come ha ricordato in  una recentissima intervista lo stesso Livi, un giornale come il quotidiano della C.E.I.,L’Avvenire, sul quale pubblicava i suoi articoli da trent’anni, gli ha voltato le spalle dalla mattina alla sera, e il suo direttore, Marco Tarquinio, lo ha attaccato con parole durissime e offensive, solo per la “colpa” di aver espresso tutte le sue perplessità sulla cosiddetta teologia di Enzo Bianchi. Intanto, i giornalisti che si schierano con  il “nuovo corso”, come Andrea Tornielli, fanno soldi e carriera, mentre quelli che scelgono altrimenti, come il suo collega della Stampa, Marco Tosatti, non fanno né l’una, né l’altra. Un eguale appiattimento si registra da parte de La Civiltà Cattolica, la storica rivista dei gesuiti, e di Famiglia Cristiana (le cui vendite, però, sono letteralmente precipitate negli ultimi anni: le cifre attuali, anche se non chiaramente dichiarate, fanno pensare a non più di 150.000 copie effettivamente vendute, mentre ancora una quindicina d’anni fa si aggiravano sui due milioni). E quel che fatto Tornielli, lo stanno facendo tanti altri: il sociologo Massimo Introvigne; il filosofo Massimo Borghesi; il biblista Gianfranco Ravasi. Hanno fiutato da che parte soffia il vento e si sono regolati di conseguenza. Ecco, questo è un segnale: se ciò che scriveva Antonio Livi andava bene fino a poco tempo fa; se da trent’anni scriveva le stesse cose, nel solco della retta teologia cattolica: come mai ora non va più bene? Come mai adesso lo stesso giornale ospita gli scritti di Enzo Bianchi, i quali, teologicamente, sono fuori della dottrina cattolica? Non è cambiato Antonio Livi: è cambiato L’Avvenire; è cambiata Famiglia Cristiana; è cambiata La Civiltà Cattolica. E questa è la dimostrazione che, nella Chiesa, si è verificato un colpo di mano; o, per meglio dire, è stata portata a compimento la rivoluzione incominciata mezzo secolo fa, con il Concilio Vaticano II. E codesta chiesa non è la vera Chiesa cattolica: quella che pretende di essere tale, in effetti non lo è. E colui che pretende di essere il papa, non è veramente il papa: non è neppure cattolico, figuriamoci se può essere legittimamente papa. E così quei cardiali, quei vescovi e quei sacerdoti i quali, in questi giorni, in questi mesi, hanno celebrato il loro trionfo: il trionfo del neomodernismo. Vale a dire, il trionfo dell’eresia sulla vera fede cattolica, la vera dottrina cattolica e la vera Chiesa di Gesù Cristo.

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Colui che pretende di essere il papa, non è veramente il papa: non è neppure cattolico, figuriamoci se può essere legittimamente papa 

È difficile dire queste cose; è difficile anche crederle. Per arrivare a tali conclusioni, bisogna aver osservato attentamente quel che è accaduto nella Chiesa  a partire dal Concilio Vaticano II, lentamente, metodicamente, giorno dopo giorno: come è stata smantellata dapprima la liturgia, e poi, attraverso la breccia così aperta, tutto il resto, fino alla dottrina. Oh, a parole nessuno ha fatto una cosa del genere, almeno non ufficialmente; il solo passo falso clamoroso, finora, è stato quello di Amoris laetitia. Però quante eresie e quante bestemmie non ufficialmente, non in sede di solenne Magistero, sia da parte di Bergoglio, sia autorizzate da Bergoglio, incoraggiate da Bergoglio, non condannate da Bergoglio. Sosa Abascal, il generale dei gesuiti, che dichiara non potersi sapere cosa realmente disse Gesù Cristo, perché allora non c’erano i registratori; e lo stesso personaggio dire, poco tempo dopo, che il diavolo non esiste, che è solo un simbolo del male. E Nunzio Galantino, dire che Dio non distrusse, ma risparmiò Sodoma; e che Lutero fu mandato alla Chiesa come un dono dello Spirito Santo. E monsignor Paglia dire che Pannella fu un uomo di altissima spiritualità, al quale dovremmo tutti quanti ispirare le nostre vite. E ora il cardinale De Kesel, che invoca la comprensione della Chiesa verso gli atti contro natura e che auspica un riconoscimento ecclesiastico per le unioni omofile. Occorre continuare? Occorre ricordare quando Bergoglio in persona disse che Dio non è cattolico; che Gesù si è fatto diavolo e serpente; che l’apostolato è una solenne sciocchezza; che Lutero aveva ragione sulla predestinazione; che è cosa buona e giusta invitare gli islamici alla santa Messa, dato che il terrorismo islamico non esiste (nel quale caso il sacerdote francese sgozzato sull’altare, mentre celebrava il sacrificio della Messa, evidentemente deve essere morto di raffreddore); che gli ebrei non hanno bisogno di convertirsi a Gesù Cristo, perché sono già salvi, essendo sempre valida l’Antica Alleanza? Occorre ricordare queste cose? Ebbene, provate a metterle tutte insieme; e aggiungete le mille licenze, le mille sconcezze, i mille scandalosi abusi che centinaia di preti si permettono di compiere, nel bel mezzo della santa Messa: quello che dichiara di non voler recitare il Credo, perché non ci crede; quello che si rifiuta di celebrare la Messa di Natale, per non offendere i migranti; quell’altro che fa il buffone, scherza e ride coi fedeli, arriva all’altare in bicicletta; e via di questo passo. Ci sono anche i professori di seminario i quali insegnano che l’Eucarestia è simile all’atto sessuale; quelli che spiegano che Dio siamo noi, che il mondo è Dio; quelli che affermano che l’inferno non esiste, che nessuno verrà giudicato, che tutti saranno salvati, o, semmai, che i malvagi spariranno nel nulla, le loro anime si dissolveranno (e di quest’ultima opinione è appunto il signor Bergoglio). Bisogna continuare, o è sufficiente? Dobbiamo ricordare i preti che si dichiarano omosessuali nel bel mezzo della Messa, o quelli che invitano le coppie omofile a salire all’altare e le presentano festosamente ai loro fedeli? Oppure la Comunione distribuita anche ai divorziati risposati, ai coniugi protestanti dei cattolici, insomma a tutti quelli che la vogliono, anche in stato di peccato morale, perché tali sono le direttive del signor Begoglio? E il fatto che i cardinali dei Dubia non hanno mai ricevuto una risposta? E che i sessanta firmatari della Correctio filialis non hanno mai ricevuto una risposta, se non gli insulti e le minacce da parte dell’establishment bergogliano? È questa la vera Chiesa cattolica, la vera Sposa di Cristo? È questa la Chiesa dei Santi: quella in cui i Francescani dell’Immacolata vengono commissariati e da cinque anni sono tenuti praticamente sotto sequestro, senza che nessuno abbia mai fornito uno straccio di spiegazione per tale inaudito modo di procedere contro di loro, e senza che nessuno, cosa forse ancor più grave, abbia sentito il dovere di chiedere cosa mai abbiano fatto, e perché il papa abbia loro dichiarato guerra, e li stia trattando come dei veri e propri delinquenti?

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La neochiesa di Bergoglio: i cardinali dei Dubia non hanno mai ricevuto una risposta, come i sessanta firmatari della Correctio filialis (se non gli insulti e le minacce da parte dell’establishment bergogliano). E' questa la vera Chiesa cattolica, la vera Sposa di Cristo?


Ora si gioca a carte scoperte

di Francesco Lamendola

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