ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 25 maggio 2018

Padre Pio lo aiuterà..?

CONTE: IL GIALLO DEL DISCORSO


Video. Il giallo del discorso di Conte. Il nuovo governo fa paura: attacco all'Italia da tutto il continente ma ora almeno abbiamo l’avvocato. Tutte le bufale sulle prerogative di Mattarella. Lo shopping francese in Italia. Hanno comprato mezzo Paese  


Il giallo del discorso di Conte - Il nuovo governo fa paura: attacco all'Italia da tutto il continente. Ma ora almeno abbiamo l’avvocato. - Tutte le bufale sulle prerogative di Mattarella. - Lo shopping francese in Italia. Hanno comprato mezzo Paese, salveremo l’altro mezzo? - La virtuosa Germania batte ogni record di corruzione, superando anche i soliti italiani. - Chi scrive davvero su Wikipedia? Un giornalista inglese ne scopre delle belle. - Buone notizie per l’ambiente: in Europa si dice finalmente stop alla plastica usa e getta. 

IL GIALLO DEL DISCORSO DI CONTE 
ControRassegna Blu  

Fonte: byoblu pubblicato il 24 Maggio 2018


Gli “strumenti di tortura” di Juncker e UE, spiegati da Evans-Pritchard


(Anzitutto la traduzione dell’articolo   sul Telegraph di Ambrose Evans-Pritchard, “Juncker’s ‘torture tools’ are useless against Italy’s well  armed uprising“. In fondo, qualche riga di commento)
Bruxelles si vanta di avere  ben oliati metodi per ridurre in ginocchio governi recalcitranti. “Abbiamo qualche strumento di tortura nelle cantine”, scherza Jean-Claude Juncker.
Il faceto capo degli euro-sicari mette alla prova il nostro senso dell’umorismo. I metodi usati contro una lista di nazioni depresse  tra il 2010 e il 2014  sono illegali, anti-costituzionali  e scandalosi ancorché condotti con la complicità dei gruppi d’interesse di ogni stato. I quali hanno creato a questi metodi un manto di legittimità.

Athanasios Orphanides, ex governatore della Banca Centrale Europea, dice che l’arma atomica è il controllo della BCE sullo spread dei Buoni sovrani e la liquidità  delle banche. “Essi minacciano i governi che si comportano “male” di distruzione finanziaria. Si sforzano di trascinarli ad accettare “volontariamente” le direttive, col terrore”, dice.
“Li tagliano dal rifinanziamento del debito e minacciano di uccidere  il sistema bancario. Creano a bella posta una crisi  di rifinanziamento del debito. Lo hanno fatto appunto all’Italia nel 2011”.
“Il professor Orphanides, oggi a distanza  di sicurezza,   (insegna al MIT di Boston) mi dice che la BCE sta molto attenta a non lasciare  prove cartacee o prendere decisioni che possano essere contestate nei tribunali. “Operano in un’area grigia senza chiara autorità legale”.
“Il trucco consiste nel lavorare  in combutta con l’Eurogruppo, l’Inquisizione dei ministri delle finanze dell’EMU, che non risponde ad alcun corpo democratico, ed è sostanzialmente sotto  il controllo del ministro delle finanze germanico. Abbiamo visto i riflessi di questa entità proto-imperiale autoritaria durante la crisi. Oltretutto, le direttive che ha imposto sono sbagliate: hanno portato l’eurozona ad una depressione economica peggiore degli Anni ’30. Il fine non ha nemmeno giustificato i mezzi.
“Come giornalista ho coperto questi eventi”, dice Evans-Pritchard: “Questa è la ragione per cui ho votato per il Brexit, pur sapendo che il ritiro britannico dalla  UE sarebbe stato traumatico. Sapevo che il fatto di restare nella segreta galera illegale di Juncker sarebbe stato  peggio comunque.



David Sassoli, euro-deputato “de sinistra”, insulta il capo del suo governo. Un partito, uno stile.

“Adesso i   bargelli dell’UE stanno fissando la coalizione ribelle italiana con curiosità professionale.  Da rompere, è una noce più dura della Grecia.  Per la prima volta dalla creazione dell’unione monetaria, essi hanno a che fare con un governo la cui massa critica è euroscettica. I drappelli di “Italy First” della Lega esibiscono la patriottica Lira, o nuovo fiorino  come sarà forse chiamato.  Un tentativo troppo brutale di bullizzare la Lega e i tecno-mistici del Cinque Stelle rischia di suscitare atti di resistenza e una pericolosa catena di reazioni, che finirebbe con una  bancarotta di 2 mila miliardi sui crediti della Germania verso l’Europa del Sud e la devastazione del progetto UE.
“Gli sgherri devono essere sottili. Cercheranno di staccare i “grillini” del 5 Stelle, che con Di Maio, loro leader nominale, mostrano già fervore di farsi accettare dalla UE. Sfrutteranno le spaccature nella società italiana, proprio come strumentalizzano quelle britannica per il Brexit. Mobiliteranno i “poteri forti” [in italiano nel testo] di  Confindustria e la classe dei mandarini [parassiti pubblici].

UE, una dittatura spietata mascherata da banca centrale.

“Il dramma italiano del 2011 è illuminante”, contionua il giornalista del Telegraph, che è stato una vita corrispondente a Bruxelles: “La BCE ha usato il mercato dei titoli di Stato come  un’arma politica:  ha  bloccato e sbloccato successivamente gli acquisti (dei titoli)  onde mettere pressione  a Berlusconi, e dettando politiche nazionali dettagliate in una lettera segreta – più tardi rivelata. Ha ordinato specifiche “riforme” del diritto del lavoro, un argomento nevralgico che in Italia  aveva portato a due assassini. Ha preteso austerità in eccesso sul diktat degli economisti-ciarlatani di Berlino, detti “ordoliberisti”.
“Quando Berlusconi ha esitato, la BCE ha organizzato un “crisi del debito pubblico italiano” . Scegliendo un momento in cui il contagio dal crack bancario spagnolo aveva lasciato l’Italia vulnerabile. Questo ha spianato la strada per un colpo di Stato pianificato dal capo dello Stato di allora, uno stalinista.  Berlusconi fu rovesciato.  Mario Monti, un ex commissario UE, fu paracadutato con un gruppo di funzionari di Bruxelles.
La BCE non ha nessun mandato legale, scritto nei trattati, per fare nulla di questo. Ha agito ultra vires. E non ci fu un sussurro di critica dalla casta mediatica d’Europa. Non fate conto su questa per denunciare le pratiche arbitrarie e difendere il diritto.
“Dissero che i funzionari UE dovevano prendere queste misure per salvare l’euro. Eppure la crisi finanziaria dell’eurozona è opera loro. E’ causata dal fatto che la BCE manca di adempiere al suo compito primario di banca centrale, essere il prestatore di ultima istanza in una crisi (anche a tassi punitivi). La crisi infatti è finita istantaneamente quando Berlino ha tolto il suo veto e autorizzato Mario Draghi a  fare “tutto ciò che serve” (“whatever it takes”) per salvare l’euro a metà 2012.
“Claudio Borghi, il capo economista della Lega, dice  che la UE non può applicare lo stesso trucco una seconda volta. Gli italiani hanno visto il gioco del prestigiatore. “Tutti hanno potuto vedere che gli spread sono uno strumento di manipolazione politica”, dice.
“Ciò che unisce Lega e grillini è che condividono il sospetto che la Germania ha truccato l’unione monetaria,  aggiustando le regole a suo esclusivo vantaggio. Molti vedono che ha perseguito una strategia mercantilista di concorrenza ai vicini (se non per intento, nei fatti), erodendo il tasso di cambio reale (REER) dell’Italia e intrappolando il paese nella depressione.
“Nelle specifiche circostanze in cui si trova l’Italia, che un tempo aveva un surplus verso la Germania, l’effetto è stato la deflazione da debiti, de-industrializzazione corrosiva, una crisi bancaria non giustificata (le banche italiane non erano le colpevoli degli eccessi pre-Lehman, [come le tedesche]), e una disoccupazione giovanile sopra il 50% nel Meridione. I grillini possono non comprendere l’esatto meccanismo economico. Ma intuiscono l’essenziale. Che l’Italia è stata colpevolizzata al di là delle sue colpe.
“Le armi di liquidità della BCE funzionano contro una società ingenua, che si è disarmata, e che teme di essere espulsa dall’EMU (unione monetaria). Se viene sottoposta alla tortura Juncker, l’alleanza degli insorti può attivare il piano dei “mini-Bot”, note del Tesoro, e lanciare la sua valuta parallela. Potrebbe  riaffermare il suo controllo sul sistema bancario.
“In altre parole, l’Italia potrebbe fare ciò che Yanis Varoufakis voleva fare in Grecia: fare la guerriglia. Notoriamente, il ministro greco delle finanze fu stoppato dal “consiglio di guerra” di Syriza nel 2015. Il piano era troppo estremista.
“Varoufakis,  il combattente, ora osserva il dramma italiano con affascinazione da medico legale. Stavolta l’Eurogruppo ha trovato un ostacolo par suo.  Le minacce tedesche di congelare i pagamenti del Target 2 all’Italia suonano false. E’ una minaccia vuota”, dice.
“L’uomo forte della Lega Salvini sembra  quasi che  non veda l’ora di sfidare Bruxelles, Berlino e i vigilantes dei titoli pubblici. Egli ha definito una volta l’euro come “un crimine contro l’umanità” – come penso anch’io.
“Salvini vuole uscire dall’euro, ciò che Tsipras non volle. E’ una bella differenza”.  Varoufakis intravvede una sequenza di eventi inarrestabili in cui i Lega-Grillini fanno esplodere il fiscal Compact e il Patto di Stabilità. “La flat tax creerà un grosso buco nel bilancio. Seguiranno le  tensioni del mercato e le previste reazioni della Germania”. La coalizione si difenderà  coi minibot (anche se lui consiglia di mantenerli in forma digitale anziché cartacea, per evitare l’accusa di battere una valuta).  “Ci sarà una immediata fuga di capitali. Dovranno imporre il controllo dei capitali. Gli italiani scopriranno quasi senza accorgersene  che non sono più nell’euro, senza un referendum”.



Il tavolaccio di stiramento.

“La UE ha una scelta. Potrebbe piegarsi al fatto compiuto e permette a Roma di correre alla reflazione fiscale. Potrebbe accettare che l’euro è sfuggito al controllo tedesco,   e che l’EMU è adesso una zona della Lira secondo i termini del Club Med. In questo caso, al Germania se ne andrebbe dall’euro.
“Oppure può tirar fuori lo spezza-pollici, la gogna, il tavolaccio di estensione, e lavorare giorno e notte per rovesciare la democrazia italiana. Se ci riesce, può essere solo ad un costo politico altissimo. Ma può fallire. Nel qual caso l’Italia dovrà andarsene: trascinando Spagna, Portogallo, Grecia, e molto del sistema bancario tedesco  dietro di sé”.


Pezzo durissimo, quello di Evans-Pritchard. Tutto fatto di verità. Anche il ministro  Andrea Orlando della “sinistra” (cacasotto) ha confessato  come Draghi li abbia terrorizzati  nel 2012: “Se non inserite il pareggio di bilancio nella Costituzione, vi tagliamo i viveri: restate a secco, senza stipendi».
E qualla sinistra tanto tanto radical-chic, che sosteneva tanto tanto Varoufakis e Tsipras, dove  è finita? In questa battaglia sta  “con più Europa”; ossia dalla parte di questo orribile  padrone invisibile, dittatore onnipotente, ad inveire  contro chi tenta di liberarcene   chiamandoli “populisti” anzi  “fascisti” .  La sinistra, si sa, fa sempre il gioco del grande capitale, a volte perfino senza saperlo (Spengler). Ma  anche se questa battaglia finisce con una sconfitta dei giallo-verdi, per questa sinistra è finita. Come è finita Forza Italia, che fallisce e tradisce in questo momento, leccando le scarpe al nemico che l’ha trattata come sopra descritto.
Momento che sarà difficile.
Per questo   l’oligarchia sta  lottando con tutti i mezzi (occulti) perché non sia  Paolo Savona a condurre il braccio di ferro in Europa. L’uomo ha la capacità pratica di stare ai tavoli dei potenti;  l’esperienza;  l’autorevolezza che gli viene dalle cariche coperte;  ha la memoria storica (che forzatamente manca ai quarantenni), sa cosa era l’Italia della lira, cosa era prima del “divorzio” della banca centrale col Tesoro; ha il polso e la capacità, se occorre , di concepire un piano B  e pilotare il paese nella tempesta.

Egli ha  la chiara visione della realtà, che media e politici servi i hanno nascosto.
Savona 2015: “BCE ha ratificato le politiche di austerità che gravano sulla domanda interna e si è guardata bene dall’applicare il suo QE direttamente alla crescita dell’attività produttiva, ad es. nel settore delle costruzioni, con obiettivo l’occupazione come hanno fatto US”

La esprime con  la necessaria crudezza:
“ La Germania non ha cambiato la visione del suo ruolo in Europa dopo la fine del nazismo, pur avendo abbandonato l’idea di imporla militarmente. Per tre volte l’Italia ha subito il fascino della cultura tedesca che ha condizionato la sua storia, non solo economica, con la Triplice alleanza del 1882, il Patto d’acciaio del 1939 e l’Unione europea del 1992. È pur vero che ogni volta fu una nostra scelta. Possibile che non impariamo mai dagli errori?”.
Sulla UE e cosa è diventata, è stato chiarissimo: “”Dietro il paravento della liberaldemocrazia, c’è un  fascismo senza dittatura e, in economia, un nazismo senza militarismo“.  Una frase che Evans-Pritchard potrebbe firmare.
Antifascisti, partigiani  da corteo, esaltatori della Resistenza delle feste, dove siete? Ah già, siete dalla parte della UE. Della  BCE. Coi neofascisti della Meloni. E co Berlusconi e i suoi nani e ballerine. Complimenti.
Quanto a Mattarella, il suo “veto” su Savona (persino ilgenerale Carlo Jean, uomo dei servizi atlantici, gli ha dato un tributo simpatizzante per le sue  tesi ,http://formiche.net/2018/05/jean-savona-governo-europa-debito/)
pone difficili  domande.  Mattarella  non motiva pubblicamente la sua onione negativa: fa scendere il divieto sul nome come un oracolo. Mattarella non capisce di economia e finanza.   Qualcuno quindi gli suggerisce questa opposizione accanitisima.   Se  fosse Draghi,   ciò porrebbe qualche sgradevole domanda, confermata dalla lettura del pezzo di Evans Pritchrd.: la  banca centrale è fieramente e  totalmente indipendente dai politici;  dunque dovrebbe valere la reciprocità: che i politici sono indipendenti dlalla banca centrale.  Ma invece abbiamo le prove, da Berlusconi a Orlando (PD), che essa s’ingerisce  fa’ pressioni   su di loro, li rovecia, li terrorizzza, badando a nolasciare èprove cartacee…. Per Mattarella, giurista, tutto ciò è legittimo e normale? Risponde alla Separazione dei su cui si basa lo stato di diritto? A parte che i tre poteri sarebbero l’esecutivo, il  legislativo, il giudiziario;  da quando risulta che la banca centrale sia  un ordine separato e indipendente, che terrorizza il potere esecutivo,   il legislativo, e si fa obbedire dal  giudiziario? Sarebbe un interessante argomento per le lezioni di un professore giurista palermitano. Per esempio l’analogia tra il modus operandi della BCE  – o di Bankitalia, suo braccio locale –  e quello di Cosa Nostra, secondo  quanto afferma  il Telegraph.

Feroce attacco dell’Economist contro il  primo ministro Conte.

Pezzo durissimo e non firmato, che definisce il professor Conte servo di due padroni, uno che tarocca i titoli di studio,  il quinto  premier non eletto  in Italia, eccetera, insomma la peggior serqua di luoghi comuni  dei talk shows di Lilli Gruber e del suo salottino Bilderberg . L’articolo è una lettera anonima, con un tono vendicativo che disonora persino lo “autorevole” settimanale dei Rotschild. Per quanto ricordo io, gli articoli dell’Economist sull’Italia li scriveva un grandissimo giornalista che sa molto bene l’inglese. Ho lavorato con lui (a debita distanza) quando era il coccolino di Indro. Sono in grado di darne una foto:



Ma avete visto cosa è successo a chi è uscito dall’euro?
No, cosa è successo?

Padre Pio aiutalo
Vedo che il premier Conte è di San Giovanni Rotondo. Preghiamo Padre Pio che aiuti lui e noi. Lui amava l’Italia. E dico sul serio.
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L’ACQUARIO DI FANTOZZI


Chi possiede il sistema di comunicazione impone come autentica ogni falsificazione come chi determina il significato delle parole: ne è una prova la polemica contro Giuseppe Conte accusato di aver taroccato il suo curriculum 
di Roberto Pecchioli  

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E’ proprio vero: chi determina il significato delle parole è padrone del mondo. Ne è una prova la polemica contro il primo ministro designato Giuseppe Conte, accusato di aver taroccato il suo curriculum. Premesso che la vicenda puzza di dossieraggio manovrato da qualche servizio riservato, preso atto che il docente pugliese non ha millantato titoli, ma solo indicato di avere seguito lezioni specialistiche, l’operazione ha comunque raggiunto il suo scopo. Abbiamo potuto verificare l’indignazione di   persone assolutamente non ostili al governo nascente, la loro perplessità. La frittata del discredito è riuscita.
Chi possiede il sistema di comunicazione impone come autentica ogni falsificazione, a pochissimo valendo ogni chiarimento successivo. Lo stesso termine curriculum, a rigore, significa corso della vita, ciò che si è fatto, non i titoli accademici o professionali posseduti. Ma si sa, tutto fa brodo, il regime si difende e il venticello dell’allusione negativa diventa arma impropria, clava nelle mani di servi a tassametro che mai hanno eccepito sull’incultura di potenti passati e presenti.


Forse aveva ragione Dario Fo quando sosteneva che “il padrone conosce mille parole e l’operaio trecento. Per questo è il padrone”. La migliore rappresentazione del concetto la offrì Paolo Villaggio con il personaggio di Fantozzi. Il mite ragioniere, già soldatino fedele all’azienda si trasforma in contestatore sulle piste del collega Folagra. Convocato dal “mega direttore galattico”, Fantozzi è messo nel sacco dal vecchio volpone che ribalta facilmente il suo lessico. Fantozzi grida contro i padroni, attacca gli sfruttatori in nome dei morti di fame. Calmissimo e quasi benevolo, il rappresentante del potere rovescia i termini: le giuste definizioni sono datori di lavoro, benestanti e classe meno abbiente.  Il ragionier Ugo osserva rapito l’acquario degli impiegati, una sorta di paradiso aziendale riservato ai dipendenti più fedeli e ubbidienti. Ammaliato, rinuncia alle sue idee deciso a conquistare un posto nell’acquario.
Siamo testimoni passivi di uno spettacolo organizzato nei minimi dettagli lontano da noi e contro di noi. Persino un curriculum serve per sviare il dissenso, ricondurlo alla grammatica – ovvero agli interessi – delle oligarchie dominanti. Da tempo ci hanno persuaso che l’accorpamento e la chiusura di fabbriche e uffici, con conseguenti licenziamenti massicci, è una benefica ristrutturazione. Recenti libri di testo tentano di convincere i ragazzini delle medie che la delocalizzazione industriale è cosa buona e giusta, mentre la precarietà di vita è un’opportunità, positiva mobilità, la spinta a diventare imprenditori di se stessi. Altri chierici del sistema stabiliscono, contro ogni evidenza naturale, che i generi non sono due, ma un numero mobile e imprecisato. Al fine di rendere più credibile l’assunto, decidono la sostituzione dei significanti: genere al posto di sesso, il gioco è fatto. Strutturalismo al potere.
Il mago Houdini non avrebbe fatto di meglio. Nel nostro caso, agli occhi del popolo credulone e disattento, curriculum è diventato sinonimo di titoli di studio. Il ministro dell’istruzione signora Fedeli millantò ben altro nel silenzio generale, ma milita nella parte giusta: per lei indulgenza plenaria unita all’irritazione contro chi adombrò l’inadeguatezza al ruolo della matura sindacalista toscana. Il rapporto tra masse e potere cambia nelle forme, non nella sostanza. Padrone è chi possiede il significato delle parole.  
Gli esempi abbondano. Uno dei più creduti esempi di menzogna ripetuta sino a farsi verità (il maestro fu Goebbels) è che gli italiani vivano al di sopra delle loro possibilità. Per questo saremmo sommersi da un drammatico debito pubblico.  La realtà sta nel testardo potere dei numeri, giacché da decenni lo Stato realizza consistenti avanzi primari, ovvero spende assai meno di quanto potrebbe in quanto paga decine di miliardi annui di interessi sul cosiddetto debito. I salvatori della patria e dei conti pubblici, dall’ineffabile senatore a vita Monti (munito di impeccabile curriculum) all’emotiva professoressa Fornero sino al prode ministro Padoan non hanno invertito la rotta. I conti sono in sicurezza, recita il bollettino ufficiale, ma il debito aumenta costantemente e gli italiani stanno sempre peggio.
Il debito è la fake news per eccellenza, ma farlo capire alla massa è una missione impossibile quanto lo scudetto all’Empoli. Una volta tentammo un ragionamento con un esponente del ceto medio semicolto, nerbo del consenso al sistema. Osservammo che se esiste un debitore, ci deve essere un creditore. La risposta fu prontissima: sono le banche. Bene, ma chi ha dato i soldi alle banche? Noi, perbacco. Se questo fosse vero, saremmo indebitati con noi stessi, una partita di giro preoccupante, forse, ma non drammatica, come in Giappone che ha una banca centrale sovrana. Al contrario, siamo – saremmo- indebitati con un’entità chiamata mercati e in particolare con le banche centrali. Mercati e banche centrali hanno nomi e cognomi, diceva un economista scomparso misteriosamente, Federico Caffè, ma alla gente si fa credere che le mitologiche “autorità finanziarie” siano entità pubbliche. Banca d’Italia è una clamorosa fake news, giacché i suoi partecipanti sono istituti con nomi italiani (Intesa, Unicredit, eccetera) posseduti in gran parte da soggetti esteri speculativi.  I principali figurano tra gli azionisti di tutte le banche “italiane”: Black Rock, Vanguard, Hsbc.
Siamo indebitati con questi gentiluomini, ma qui casca l’asino, peggio del curriculum di Conte. Il debito mondiale è di 164 mila miliardi di dollari, due volte e mezzo il Prodotto Lordo, ossia di tutte le attività economiche del pianeta. E’ dunque evidente che lorsignori ci hanno prestato denaro che non rappresenta nulla, o meglio lo hanno creato ex nihilo. Eppure passa come la sparata di qualche cretino (populista!) che sia possibile cancellare 250 miliardi di debito pubblico italiano in mano alla BCE semplicemente perché essa lo ha finanziato stampando carta con cui ha acquistato altra carta e l’ha chiamata moneta attribuendosene la proprietà. Diavolerie di paranoici complottisti, pur se lo ha spiegato tranquillamente, negando controindicazioni, un esperto come Paul De Grauwe professore della London School of Economics, non un leghista delle alte valli in preda ai fumi dell’alcool. 
La pratica del quantitative easing rappresenta egregiamente il concetto. I padroni del mondo ci vogliono tutti pesciolini nell’acquario di Fantozzi, quindi celano ogni cosa dietro parole nuove, criptiche, misteriose, scritte e pronunciate in una lingua iniziatica.Quantitative easing, acronimo QE, è la creazione di denaro contabile e scritturale da parte della Banca Centrale, ufficialmente per sostenere l’economia, in realtà per evitare il crac delle banche alle quali prestano il denaro a tasso pressoché zero. Il sistema creditizio si guarda bene dal fare prestiti all’economia reale e reinveste nel gigantesco azzardo chiamato mercato finanziario ovvero rastrella quote di bond pubblici. Miliardi di Fantozzi sudano per riprodurre un potere che li rende schiavi, sognando le meraviglie dell’acquario.
Il consenso drogato nei confronti di un sistema criminale, ma padrone innanzitutto della “narrazione” corrente, non è troppo differente dalla sicurezza con cui alcuni islamisti vanno incontro alla morte certi di trovare, nell’Aldilà, giardini dove scorrono ruscelli e le Urì, le fanciulle destinate al godimento dei beati.
Accigliati censori imputano al professor Conte un passato sostegno al metodo di cura Stamina. Probabilmente Stamina non funziona, ma non si tratta di un imbroglio, piuttosto di una speranza svanita. Imbroglio è invece la legge chiamata bail in, significa salvataggio interno ma implica che correntisti e obbligazionisti paghino di tasca i debiti delle banche in cui incautamente hanno posto i risparmi. Applicano perfettamente la lezione di Orwell sul linguaggio invertito. Se la verità è menzogna, come nel mondo di 1984, che dire del lavoratore “intermittente”, cioè precario a chiamata, o della molto lodata flessibilità, ossia l’attitudine a piegarsi? Se poi riteniamo odiose le pratiche di caporalato, ci tranquillizziamo con le agenzie interinali: fanno le stesse cose, ma con la camicia pulita e compilando moduli.
Iniziò tanti anni fa, allorché parve brutto chiamare ciechi i privi della vista e i bidelli diventarono ausiliari scolastici. Passammo a evitare termini come invertito, poiché implica un giudizio negativo, ma l’omosessuale si trasformò presto in gay, gaio, allegro, felice. Una parola nuova ripetuta all’estenuazione modifica il paradigma. Si chiama trasbordo ideologico inavvertito: si cambia opinione senza accorgersene, magari c’è chi pensa che per essere felici sia opportuno rivolgere l’orientamento sessuale (altra acrobatica invenzione linguistica) agli uomini anziché alle donne, o viceversa.
Progressivamente, Fantozzi si è trasfigurato in Fracchia, l’omino incapace di sostenere le sue ragioni, che si avvolge nella poltrona diventata un letto di Procuste. Fracchia è sottomesso alle parole d’ordine del potere, è il servo che finisce per amare le catene, contento di pensare come il Signore. Il Mercato funziona da sé, esiste una mano invisibile che lo dirige verso il Meglio, a beneficio di tutti. Gli immigrati ci pagheranno le pensioni, mentre sono un costo; occorrono “riforme”, altro significante riverniciato. Il significato autentico è massacro sociale, privatizzazione di tutto, precarietà, abolizione delle identità.
C’è una parola difficile, da glossario specialistico e dal suono ostile, per descrivere la nuova dogmatica concettuale, teologumeno. Descrive una credenza o ipotesi teologica riferita come fatto storico. Nell’acquario di Fantozzi, abbondano le bugie o le asserzioni ideologiche spacciate per verità incontrovertibili. Carl Schmitt lo capì allorché affermò che le categorie politiche sono concetti teologici secolarizzati. E’ stato sostituito Dio con la Classe (marxismo) o con il Mercato (liberalcapitalismo), ma resta l’obbligo di credere per fede che sia bene ciò che piace a chi comanda, anche se brucia concretamente sulle carni, pure se, manifestamente, stiamo peggio di prima.
La nuova religione non fa miracoli, ma è riuscita a ribaltare la parola di Gesù nel Vangelo di Marco. Adesso è più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un povero entrare nel paradiso terreno del consumo. Però può guardarlo con occhi desideranti, come Fantozzi osserva l’Acquario dopo la lezione del mega direttore che gli raccomanda di essere rispettoso e fedele. Deve essere, più o meno, quello che il presidente della nostra Repubblica pretende dal nascente governo in qualità di funzionario di concetto dei “superiori”. Il popolo vota male, presto troveranno il modo di impedirlo, per il nostro bene e con il nostro consenso di plebi felici e desideranti prigioniere dell’acquario.
Fantozzi, populista ante litteram, sintetizzò tutto al termine del cineforum aziendale: “La corazzata Potemkin è un cag… pazzesca! “ Novantadue minuti di applausi. 

L’ACQUARIO DI FANTOZZI

di Roberto Pecchioli



Mattarella non può scegliere il ministro dell’Economia


Il “diktat” di Salvini e Di Maio è sacrosanto

24.05.2018 – 19:28
Con un comunicato ufficioso il Quirinale ha fatto sapere di non accettare diktat sul ministero dell’Economia da parte di Matteo Salvini e Luigi Maio, di fatto sbarrando la porta al professore Paolo Savona. Verto che la Costituzione prevede un confronto fra il premier incaricato (il professore Giuseppe Conte) e il capo dello Stato (Sergio Mattarella) sulla squadra ministeriale. E per i compiti del presidente della Repubblica è naturale che lui consigli su ministerto degli Esteri e ministero della Difesa, temi che gli competono. Ma il ministero dell’Economia è il più politico che c’è. Più decisivo del premier. E tocca giustamente ai partiti di maggioranza scegliere la persona che applica il cuore del programma. Se quella casella fosse scelta da Mattarella, il voto degli italiani sarebbe inutile, e il programma di governo carta straccia. Meglio per loro allora non fare partire questo esecutivo…
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