ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 27 giugno 2018

La via all’ateismo...

DOV'E' LA CHIESA MISSIONARIA?


Che ne è della Chiesa missionaria? A partire dal Concilio Vaticano II, uno spirito non cattolico si è introdotto nella Chiesa, uno spirito che ha un nome ben preciso: modernismo e san Pio X l’aveva ben riconosciuto e combattuto 
di Francesco Lamendola  

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Al momento di separarsi dai suoi Apostoli in questa dimensione terrena, Gesù Cristo fece loro una ennesima raccomandazione (Marco, 16, 15-20):
«Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.
Con parole quasi uguali narra la stessa cosa il primo evangelista (Matteo, 28, 18-20):
E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

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Indifferentismo religioso? Con diabolica astuzia, quei signori hanno prima parlato di apertura, di dialogo, di ecumenismo; poi hanno introdotto il principio della libertà religiosa e, quindi, l’indifferentismo; infine, pur senza mai dirlo apertamente, l’agnosticismo, lo scetticismo e l’umanismo, in pratica rendendo inutile l’idea stessa di Dio. Creando il simulacro di un dio buono per tutte le stagioni: hanno spianato la via all’ateismo...

A quanto pare, il mandato di Gesù ai suoi Apostoli, che è stato chiaro per millenovecento anni, nel nostro tempo, a partire dallaNostra aetate del 28 ottobre 1965, pare essere diventato un problema; un problema talmente grosso che il signor Bergoglio, conversando amabilmente con Eugenio Scalfari, ha dichiarato, a un certo punto, con la massima tranquillità e disinvoltura, e queste parole sono poi state stampate in un libro-intervista che il detto signore, che si dice papa della Chiesa cattolica, non ha mai smentito:Il proselitismo è una solenne sciocchezza. A ciò si aggiunga che, quando è andato in viaggio “pastorale” in Myanmar (ex Birmania) e Bangla Desh, non solo non ha fatto proselitismo, ma si è guardato bene dal pronunciare, anche una sola volta, il nome del nostro Signore, Gesù Cristo. Lo stesso contegno ha tenuto e tiene nei confronti delle altre confessioni cristiane: a protestanti e ortodossi ha assicurato che non è sua intenzione crear loro il minimo problema, che non intende interferire con le loro chiese e che riconosce a pieno titolo il fatto dello scisma (peraltro senza mai nominarlo) che li ha separati da Roma. Monsignor Sorondo, da parte sua, e senza alcuna smentita da parte del Vaticano, ha dichiarato che la Cina, il Paese più ateo che esista oggi al mondo, è quello in cui la dottrina sociale della Chiesa si rispecchia maggiormente; e questo mentre i veri cattolici cinesi sono definitivamente abbandonati alla persecuzione, e il papa riconosce i cattolici taroccati, quelli della Chiesa nazionale imposta dal governo e controllata dal Partito comunista. Nei confronti degli islamici, e soprattutto dei giudei, l’atteggiamento adottato dalla Chiesa a partire dal Concilio somiglia sempre più a una piena e incondizionata sottomissione: fra baci al Corano, inviti alla santa Messa rivolti ai musulmani, negazione esplicita dell’esistenza di un terrorismo islamico (si vede che i cristiani copti e i cattolici della Siria e dell’Iraq sono perseguitati da qualche entità fantasma, ed è tale entità inafferrabile che mozza loro la testa), e solenni assicurazioni che i “nostri fratelli maggiori” (?) non hanno alcuna necessità di convertirsi e di accettare Gesù Cristo, perché la verità e la salvezza, loro, le hanno già in tasca, dato che Iddio non si rimangia le sue promesse (?), ci si chiede, inevitabilmente, che fine abbiano fatto le raccomandazioni di Gesù sul dovere di annunciare il Vangelo, convertire e battezzare tutti i popoli del mondo, perché chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. Sono ancora valide, quelle parole, oppure no? E, se non lo sono più – perché si direbbe proprio, ascoltando Begoglio, Galantino, Paglia, eccetera, che siano passate di moda – quando e come ciò è accaduto? Con quali argomenti viene spiegato un simile voltafaccia, viene giustificato un così enorme tradimento (chiamiamo le cose con il loro nome, per favore), che è non sono la sconfessione di quanto sta scritto nel Vangelo, ma anche di quanto la Chiesa ha fatto per millenovecento anni? Una chiesa che si rifiuta di essere missionaria, può essere ancora considerata come la vera Chiesa cattolica?
Si narra, negli apocrifi Atti di Pietro (in lingua greca, come i Vangeli) che quando san Pietro fuggì da Roma, durante la persecuzione di Nerone, incontrò, sul principio della Via Appia, all’incrocio con la Via Ardeatina, il Signore che gli veniva incontro, in un alone di luce, ma con l’aria mesta, e che gli chiese: Quo vadis, Domine?, dove stai andando, Signore? Eo Romam iterum crucifigi, Vado a farmi crocifiggere di nuovo, gli rispose il Maestro, con lo stesso sguardo con cui lo aveva guardato quella notte, nel cortile del sommo sacerdote, mentre le guardie lo conducevano via, legato, e san Pietro lo aveva già rinnegato per tre volte. Allora l’Apostolo si vergognò profondamente di aver ascoltato le preghiere dei suoi fedeli, e di essersi preoccupato, sia pure con ragioni apparentemente valide, di mettersi in salvo; e lentamente, pensoso, ma con l’animo più leggero, volle ritornare indietro, per affrontare il martirio, condividendo la sorte che era già toccata a quasi tutti gli altri cristiani della Città Eterna. Sul luogo del fatto venne poi costruita una chiesa, tuttora esistente nella versione seicentesca (ma sulle fondamenta di un edificio altomedioevale, la chiesa detta del Quo Vadis, nella quale vi è anche un busto dello scrittore polacco Henryk Sienkiewicz, autore del romanzo omonimo, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1905, che fece conoscere quell’episodio ad un vastissimo pubblico di lettori. Ebbene, oggi tutti i cattolici dovrebbero sentirsi direttamente interpellati dalla domanda di san Piero: Qui vadis, Domine?, perché, se essi non vogliono rendere testimonianza al Vangelo, è come se facessero ricadere di nuovo sul Signore la responsabilità di evangelizzare, che essi rifiutano, forse per restare in buoni rapporti con il mondo e passare per cristiani evoluti e al passo coi tempi. Ma quando i cristiani piacciono al mondo e ricevono lodi e applausi perché hanno smesso di annunciare il Vangelo, costoro possono ancora essere considerati dei cristiani? Che cosa significa essere cristiani, se non si è nemmeno capaci di dichiararsi tali e di mettere in pratica le parole di Gesù: Non sono venuto a portare la pace, ma una spada (Matteo, 10, 34)?

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Per il signor Bergoglio: "Il proselitismo è una solenne sciocchezza"

In base a quello che ha detto Gesù ai suoi Apostoli, e non era una conversazione informale, ma era un ordine preciso che egli impartiva loro prima del distacco definitivo, la Chiesa o è missionaria, o non è. Si ricordi l’episodio di Giona: il profeta non voleva ascoltare l’ordine di Dio, di andare a predicare la conversione ai pagani di Ninive; ma, dopo essere stato divorato e poi risputato, sano e salvo, dall’enorme pesce, egli ubbidì, andò e predicò, e moltissime anime si convertirono. Può darsi che sarebbe più semplice e comodo rimanere credenti nel segreto del proprio cuore, e non esporsi a fatiche e pericoli per farsi annunciatori del Vangelo; ma ciò non sarebbe fare la volontà del Signore, ma la propria. Il quieto vivere e il desiderio di restare in rapporti amichevoli con il mondo suggeriscono di non esporsi, di non rischiare un conflitto; anche se Gesù, al contrario, ha detto, sempre con estrema chiarezza (Matteo, 10, 32-42):
«Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare “il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa”.
Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
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Dire che i “fratelli maggiori” (che poi non sono affatto tali: sono i seguaci di una religione del tutto diversa da quella dei cattolici) non hanno bisogno di conversione, non è come mettere in croce Gesù Cristo per la seconda volta?

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Che ne è della Chiesa missionaria?

di Francesco Lamendola

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