ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 11 luglio 2018

ʿĪsà Akbar..

Il vescovo Nogaro: "Moschee al posto di chiese per salvare le vite"

Il vescovo Nogaro, riletto da padre Zanotelli, si è detto pronto a sostituire le chiese con lo moschee in caso servisse a salvare la vita delle persone. Chiaro, anche se non esplicitato, il riferimento ai migranti

Monsignor Raffaele Nogaro, vescovo emerito di Caserta, è uno di quelli che ha firmato l'appello per il "digiuno a staffetta".
L'iniziativa che, stando a quanto comunicato dagli stessi aderenti, si prolungherà per dieci giorni e che mira a contestare le politiche messe in campo dal governo e dall'Ue in materia di gestione dei fenomeni migratori.
Ieri si è tenuta la prima manifestazione. Una vera e propria protesta inscenata tra piazza San Pietro e quella antistante Montecitorio. A fare da "front man" c'era padre Zanotelli, che ha richiamato gli ammonimenti del pontefice argentino: "Siamo qui davanti a San Pietro - ha scandito, come riportato da Repubblica - non tanto per la Basilica quanto per la vicinanza a Papa Francesco, che incoraggiamo a dire le parole forti che sta dicendo a favore dei migranti, e siamo qui con questa lampada per Francesco. Se c'era un uomo appassionato per i poveri era lui. Oggi - ha sottolineato - lo sentiamo presente con noi attraverso questa lampada che ci guiderà in questo cammino e in questo digiuno, perché davvero la voce di chi non ha più voce in Mediterraneo e in Libia abbia più voce domani".

Il Papa, insomma, come riferimento valoriale delle rimostranze a favore degli immigrati. Un simbolo del "migrazionismo", direbbero i detrattori del pontefice, considerato dai digiunanti più importante della stessa "Basilica", quindi del Vaticano. Ma durante la manifestazione, oltre a Bergoglio e al santo di Assisi, è stato richiamato anche un altro uomo di Chiesa. Quel monsignor Nogaro che, come detto, fa parte dell'elenco dei sottoscrittori del documento di presentazione dell'iniziativa.
Il vescovo, attraverso un'intervista rilasciata di recente, aveva fatto una riflessione che potrebbe essere considerata abbastanza choccante. Virgolettati che sono stati riportati ieri dallo stesso Zanotelli. Come a dire che sono condivisi. Tra le letture scelte, infatti, è stato selezionato questo passaggio: "Moralmente - aveva dichiarato Nogaro - e da uomo di fede sarei pronto a trasformare tutte le chiese in moschee se fosse utile alla causa e se consentisse di salvare la vita di uomini e donne, poveri e infelici, perché Cristo non è venuto sulla terra per costruire chiese ma per aiutare gli uomini indipendentemente dalla razza, dalla religione, dalla nazionalità. E invece ci sono politici che nei loro comizi continuano a predicare le espulsioni e la cosa peggiore è che lo fanno con la corona e il rosario in mano e nominando il nome di Dio invano, un peccato molto grave". Parole che magari potevano essere sfuggite, ma che dopo la giornata di ieri hanno iniziato a rimbalzare sui social.
Moschee al posto di chiese, in caso fossero utili alla sopravvivenza dei migranti. Il riferimento appare chiaro. Anche se non viene esplicitato preferendo parlare di una generica categoria comprendente "uomini e donne" e "poveri e infelici" Poi la stoccata del vescovo a Matteo Salvini, che da un palco, durante la campagna elettorale, aveva giurato tenendo un rosario in mano. I cosiddetti "preti di strada" hanno già deciso da che parte stare.
Giuseppe Aloisi

Migranti, la Cei: "Come Cristo che bussa alla porta"

Migranti come "Cristo che bussa alla porta". Il presidente della Cei è intervenuto da Firenze, dove ha richiamato le parole del cardinal Ravasi. Prosegue la "campagna" della Chiesa in favore dell'accoglienza


La Chiesa insiste sull'accoglienza dei migranti. Tra iniziative più eclatanti, come quella del "digiuno a staffetta", e le dichiarazioni quotidiane che vengono rilasciate dai vertici ecclesiastici, pare che nessuno, dalle parti di piazza San Pietro, sia disposto ad approvare la linea dura contro le Ong e l'immigrazione clandestina.
Gualtiero Bassetti
Gualtiero Bassetti
Anzi.
Ogni giorno che passa, la contrarietà di cardinali, presuli e semplici sacerdoti a quanto messo in campo dal ministro Salvini diviene sempre più evidente. Certo, c'è qualche eccezione, ma è la linea ufficiale quella a contare in termini di peso comunicativo. Quella del Papa, soprattutto. Poi ci sono i "piani intermedi", come quello occupato dal cardinal Ravasi. I lettori ricorderanno il tweet pubblicato durante il caso Aquarius: "Ero straniero e non mi avete accolto".
La Conferenza episcopale italiana, dal canto suo, continua a ribadire la sua posizione. Il presidente dei vescovi italiani, il cardinale Gualtiero Bassetti, è intervenuto sul tema durante l'omelia della celebrazione tenutasi questa mattina a Firenze, nell'Abbazia di San Miniato al Monte. "Sappiamo - ha esordito - quanto san Benedetto insistesse perché i monasteri fossero aperti agli ospiti, e addirittura nella Regola esiste un intero paragrafo dedicato a loro". Tutti gli astanti, all'ascolto di queste parole, hanno immaginato quale sarebbe stato il proseguo. "Il bene compiuto verso il prossimo - ha continuato infatti il porporato italiano, così come riportato dalla Sir - in particolare nella forma dell’accoglienza". Poi il richiamo storico: "Di ospitalità c’era particolarmente bisogno nel tempo in cui il monachesimo occidentale compiva i suoi passi durante il tempo delle cosiddette ‘invasioni barbariche'". Puntuale, ancora, il richiamo alla bontà dell'accoglienza: "L’ospite - ha scandito Bassetti - non era però visto come un pericolo, ma come Cristo stesso che bussava alla porta". Come a dire che addirittura ai tempi delle invasione barbariche, l'arrivo dei migranti era considerato un fenomeno con il quale potersi confrontare con serenità.
C'è stato tempo per cementificare questo concetto richiamando un editoriale del già citato cardinal Ravasi. Uno scritto risalente al 2011 e pubblicato da Avvenire. "Nel 2011 - ha detto Bassetti - (Ravasi ndr) scriveva che ‘la civiltà ha fatto un passo decisivo, forse il passo decisivo per eccellenza, il giorno in cui lo straniero, da nemico (hostis), è divenuto ospite (hospes). Il giorno in cui nello straniero si riconoscerà un ospite, allora qualcosa sarà mutato nel mondo’. Queste parole valgono ancora, e forse soprattutto, oggi", ha chiosato il presidente della Cei.
Giuseppe Aloisi 
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/migranti-bassetti-cei-cristo-che-bussa-porta-1552045.html
IMMIGRAZIONE E BUON SENSO
 La Corte dei Conti ha accertato che profugo che sbarca nel nostro paese costa come minimo oltre 200 euro al giorno, e non solo i tanto sbandierati 35 euro. L'incredibile e taciuta "truffa delle pensioni" agli stranieri di Claudio Martinotti Doria  

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Vorrei riprendere l’argomento immigrazione cercando di sintetizzare e aggiornare quanto da me scritto in precedenza in diversi articoli e commenti pubblicati su varie piattaforme on line oltre che sul blogger, per consentire un riassunto il più esauriente possibile sulla situazione in cui versa il nostro paese. Per non dilungarmi e rischiare di annoiare sarò come al solito telegrafico ma anche preciso nel fornire i dati tecnici.

Inizio col riprendere un dato tecnico che nessun politico ed economista e media mainstream fornisce al pubblico, perché se lo facesse renderebbe troppo evidente quanto la situazione sia grave e sperequativa e rischierebbe di provocare proteste popolari in strada.

La Corte dei Conti ha recentemente accertato che ogni singolo individuo che sbarca nel nostro paese costa come minimo allo stato oltre 200 euro al giorno, e non solo i tanto sbandierati e ripetuti 35 euro. Questo perché occorre sommare tutti i costi inerenti l'istruttoria della pratica per ognuno di loro, per valutare se ha diritto allo status di "rifugiato", che di solito alla fine del processo di accertamento e valutazione viene attribuito a meno del10% di coloro che lo pretenderebbero. Quindi significa che oltre il 90% degli immigrati sono venuti nel nostro paese per motivi ben diversi da quelli propagandistici riportati dai media mainstream e dai "sinistri" politicamente corretti: non fuggono affatto dalle guerre, non sono perseguitati politici, non erano in pericolo di vita nei loro luoghi di provenienza, spesso è esattamente il contrario, appartenevano alla classe media nei loro paesi d'origine, e questo spiegherebbe come abbiano potuto permettersi di pagare le onerose spese di viaggio imposte dalle organizzazioni criminali che li gestiscono, oppure si sono indebitati e i debiti peseranno su di loro e le loro famiglie per decenni inducendoli ad uno status simile alla schiavitù (spesso le loro famiglie versano in condizioni di ricatto e ostaggio).

Sono tutte condizioni talmente negative e penalizzanti per tutte le persone coinvolte, compreso lo stato che li accoglie, che sarebbe meglio per tutti che non partissero affatto, perché la loro scelta è estremamente deleteria e non può che provocare danni a tutti i soggetti coinvolti, tranne chi ne approfitta. E spesso a concorrere ad aggravare questi danni sono ONG e Fondazioni che apparentemente avrebbero scopi umanitari, ma che nella realtà contribuiscono ad arricchire e consolidare questo circolo vizioso perverso e malavitoso.

Inoltre per comprendere quanto possano essere affidabili i paesi africani di provenienza o di transito di moltissimi immigrati (ai quali il nostro paese fornisce finanziamenti), basti pensare che si è scoperto (accertato) che alcuni di questi paesi hanno deliberatamente svuotato le carceri dei loro detenuti per indurli a migliaia ad emigrare in Italia, ottenendo così un notevole risparmio sui costi di mantenimento detentivo, liberandosi da individui che costituivano un rischio e un peso per la loro comunità, scaricandoli su di noi.

I miliardi che costa ogni anno al nostro paese accogliere queste ondate d’immigrati, non sono solo i pochi miliardi (5 o 6) che vengono spesso citati mediaticamente e politicamente, ma molti di più per i motivi che ho sopra esposto, anche perché occorrerebbe aggiungere i costi provocati dalle attività criminali che una parte consistente di loro esercitano una volta stabilitisi sul suolo italico e i costi per l’applicazione della giustizia nei loro confronti, della loro detenzione o della loro espulsione dal paese. Senza contare che molti di loro forniscono false generalità e poi ritornano clandestinamente continuando a commettere crimini. Inoltre occorrerebbe aggiungere i costi per l’assistenza sanitaria, che tutti sfruttano piuttosto bene, essendo uno dei motivi per cui vengono nel nostro paese, sapendo che da noi l’assistenza sanitaria è prestata gratuitamente, e in proposito credo che chiunque sia stato negli ultimi anni in un qualsiasi pronto soccorso abbia potuto riscontrare che circa la metà di coloro che usufruiscono di questo servizio sono extracomunitari. Diventa alquanto difficile calcolare l’ammontare, anche solo approssimativo, di questi costi complessivi.

A questa prima considerazione di base occorre aggiungere le varie furberie messe in atto da coloro che sono già stati accolti ed accettati e quindi risiedono da anni nel nostro paese e sono talmente ben integrati che ormai hanno individuato i punti deboli del nostro sistema di welfare, sfruttandone opportunisticamente la vulnerabilità. Mi riferisco nello specifico alla recente scoperta di una diffusa truffa, ma chissà quante ancora ne dovremo scoprire, che consiste nel richiedere la ricongiunzione famigliare per far venire in Italia i parenti anziani facendogli prendere la residenza, dopo di ché richiedere la pensione sociale per poi tornarsene al loro paese d’origine. In tal modo prendono due piccioni con una fava. Infatti l’erogazione della pensione avviene su un conto corrente cointestato con un famigliare residente in Italia, il quale poi la fa pervenire al parente nel frattempo ritornato in patria, il quale con quella somma, che da noi è modesta ma da loro è elevata, vive molto più agiatamente di un docente universitario o di un ingegnere o alto funzionario di stato. Sarebbe come se noi italiani potessimo ricevere la pensione minima sociale della Svizzera (che è pari a cinque/sei volte la nostra) e poi tornassimo in Italia per spenderla.
Il trucco è ormai praticato da decine di migliaia di furbetti extracomunitari ed è stato solo recentemente scoperto e si spera il governo intervengo al più presto ponendo il semplice vincolo della cittadinanza italiana o quantomeno della residenza da almeno 10 anni nel nostro paese, per impedire che queste furberie proseguano in maniera esponenziale. Sul recuperare i soldi truffati non ci conterei troppo, ma bisognerebbe almeno provarci pignorando gli stipendi di coloro che si sono resi complici di queste truffe, Sul fatto che gli immigrati sappiano benissimo sfruttare le debolezze del nostro paese avevamo già avuto modo di percepirlo a livello giudiziario: quanti criminali sono venuti da noi dai paesi balcanici per commettere crimini contando sull’impunibilità (denuncia a piede libero) o nella peggiore delle ipotesi potendo contare su un regime detentivo molto migliore rispetto a quello dei loro paesi di provenienza?

Occorrerebbe essere molto severi anche nei confronti delle ONG e FONDAZIONI e COOPERATIVE SOCIALI che si siano rese complici di questo perverso sistema di falsi interventi umanitari nel corso dell’intera filiera del business dell’immigrazione, dal “reclutamento” fino all’accoglienza. Se possibile sequestrando e confiscando i loro beni, tra cui le navi, che vorrei sapere come possono permettersi di mantenere in esercizio, considerando che costano svariate migliaia di euro ogni giorno. Lo sapevate, tanto per citare un esempio della complessità e dei paradossi della situazione, che numerosi immigrati vengono in Italia sfruttando i microcrediti che vengono loro erogati da organizzazioni umanitarie? Si pagano cioè il viaggio con i microcrediti ricevuti, che così finiscono nelle mani delle organizzazioni criminali che trafficano in esseri umani.

Sebbene il flusso d’immigrati sia notevolmente calato negli ultimi anni, a differenza di quanto facciano credere i media mainstream, il problema sussiste ancora, soprattutto per coloro che ormai sono presenti nel nostro paese. Si stima che non meno della metà degli immigrati presenti in Italia siano clandestini, cioè illegali, i quali per sopravvivere sono per forza costretti o a lavorare in nero, i più volenterosi, oppure devono delinquere in qualche modo, e spesso finiscono per fornire bassa manovalanza alle organizzazioni criminali stanziatesi nel nostro paese.

Quindi allo stato attuale dell’arte, non si tratta né di razzismo né di discriminazioni ma constatazioni oggettive e comprovate, cui occorrerebbe porre rimedio non solo arginando il fenomeno immigratorio in fase di transito in mare (perlopiù nello Stretto di Sicilia), ma intervenendo su tutta la "filiera" del business politico-economico, sia all'origine per impedire le partenze non giustificate (il “reclutamento” e la partenza dalle coste africane), e sia a monte per rendere più efficienti le procedure di accoglienza e selezione e/o espulsione, risparmiando tempo e denaro.

Nel fare queste considerazioni dobbiamo essere consapevoli che mediamente ogni immigrato legale che accogliamo (che sono appunto meno del 10% della massa che arriva) ora della fine, dopo la selezione e il rilascio del permesso di soggiorno, ci viene a costare per tutto il tempo della loro permanenza fino a che non troveranno lavoro (se lo troveranno), quanto mantenere "al minimo" oltre un centinaio di pensionati italiani. E sono stime per difetto, proprio per i motivi sopra esposti, essendo impossibile calcolare tutte le spese che concorrono alla gravità del fenomeno. Ma nessun politico, economista o media mainstream fa questi calcoli e meno che mai li renderà pubblici, perché la matematica in Italia è solo un'opinione e pertanto è continuamente abusata e manipolata, a piacimento secondo i propri scopi propagandistici.
Continueranno pertanto a fornirci l'alibi pretestuoso che non ci sono le risorse per il reddito di cittadinanza o per aumentare le pensioni minime o per abbassare l'età pensionabile, continueranno a raccontarci che gli immigrati sono indispensabili per compensare a livello demografico la scarsa natalità del nostro paese e per pagarci le pensioni con i contributi da loro versati (ma se lavorano prevalentemente in nero, di quali contributi parlano?). Ma noi ormai dovremmo aver capito che l’immigrazione deve essere programmata, com’è sempre avvenuto in tutti i paesi civilmente evoluti, come quelli anglosassoni (Canada, Australia, Nuova Zelanda, ecc.) che hanno potuto prosperare proprio grazie alla capacità di pianificazione socioeconomica, evitando guerre tra poveri e mistificazioni controproducenti. La solidarietà ha poco a che fare con questo fenomeno, almeno per il momento, semmai dovremmo prepararci per quando la dovremo manifestare veramente in seguito ad immigrazioni ambientali, cioè dovute ai cambiamenti climatici e ai disastri “naturali”, che temo col tempo si accentueranno. Ma per farvi fronte non si dovrà più agire a livello nazionalistico, ci si dovrà organizzare a livello internazionale, all’unisono, altrimenti sarà uno sfacelo per tutti. 

Fonte: Claudio Martinotti Doria www.cavalieredimonferrato.it dell'11 Luglio 2018 

Immigrazione e buon senso.

di Claudio Martinotti Doria   

martedì 10 luglio 2018


permesso di soggiorno umanitario per meteorismo e flatulenze? ... mezzo litro di olio di ricino e vedi come guarisce!!!

Migranti, concesso il permesso di soggiorno perché soffre di flatulenze:

Si propone necessaria terapia:


Francia: una moschea “simbolo” a Poitiers
«La strada dei martiri», così è stata chiamata dal suo imam Bubaker el-Hadj Amor la grande moschea di Poitiers in onore degli invasori musulmani di And er-Rahman, che nel 732 d.C.  vennero provvidenzialmente fermati in questo stesso luogo dai Franchi guidati da Carlo Martello, che bloccarono così l’avanzata islamica verso il nord della Francia e liberarono l’Aquitania e la Linguadoca. Non solo uno schiaffo all’Occidente ed alla Cristianità, il nome dato a questa moschea, ma soprattutto uno schiaffo alla Storia ed a chi all’epoca è morto, per evitare che l’Europa fosse conquistata dalla mezzaluna.
Per realizzare questa moschea da ben 700 posti su 7 mila metri quadri, l’imam ha ammesso di aver beneficiato del sostegno del sindaco socialista, che ha accelerato i tempi di pratiche e licenze, ma soprattutto dei fondi stranieri, provenienti dall’emirato del Qatar per la precisione, attraverso il suo “braccio caritativo ed umanitario”, l’organizzazione Qatar Charity, accusata da Stati Uniti, Israele e da diversi Paesi del Golfo, di sostenere il terrorismo islamico nel mondo.
Se vedesse tutto questo Carlo Martello, che sconfisse con le proprie mani And er-Rahman, dopo una terribile carneficina, e che fermò con il sangue dei propri soldati l’avanzata islamica in Europa, come commenterebbe? Cosa direbbe?

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