ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 11 luglio 2018

Scavarsi la fossa

SUPER EX E LA MUTAZIONE DI CL: DISTRUGGERE UN CARISMA È SCAVARSI LA FOSSA…

Cari Stilumcurialisti, oggi ospitiamo una riflessione malinconica di Super Ex – ex di Movimento per la Vita, ex di Avvenire, e di altre cose ancora, ma stranamente non ex cattolico – in tema d Comunione e Liberazione. È un articolo melanconico perché Super Ex ricorda CL come era, e quantum muratura ab illo nei tempi presenti… la storia di un carisma dissolto? Per Super EX sembra proprio di sì.
Ci sono realtà cattoliche che sembrano sparite, sotto i colpi della misericordia di Bergoglio, come i Francescani dell’Immacolata, e ce ne sono altre che hanno semplicemente deciso di mutare pelle, di traformarsi, per compiacere al nuovo corso, e così scampare anche ad eventuali purghe. Trasformarsi è il termine giusto, perchè ricorda il cosiddetto trasformismo camaleontico dei politici italiani post-unitari.

Anche la realtà cattolica cui mi sto riferendo, Comunione e Liberazione (CL), si è trasformata: anzitutto politicamente, passando da destra a sinistra, senza neppure darne giustificazione.
Questa trasformazione, però, non è la più grave: semmai è solo il segno di una disponibilità a salire sulla barca del vincitore del momento; disponibilità che appartiene, più che al movimento stesso e alla sua gente, alla Compagnia delle opere (CDO), braccio operativo di Cl, sotto la guida spregiudicata e sbarazzina di Giorgio Vittadini.
Ma quello che più disturba, in chi è stato di Cl amico ed estimatore, è vedere il mutamento genetico (le mutazioni sono per lo più peggiorative, patologiche) dal punto di vista dottrinale ed ecclesiale.
Cl era il movimento cattolico che amava i cardinali Giacomo Biffi, Carlo Caffarra e Joseph Ratzinger, prima che quest’ultimo divenisse papa; era il movimento che sceglieva, come libro dell’anno, “L’ultimo crociato. Il ragazzo che combattè a Lepanto”, di Louis de Whol, non proprio un manifesto filo islamico e pro-invasione; era il movimento che fiancheggiò più di tutti Camillo Ruini, nella battaglia culturale e politica del referendum sulla fecondazione artificiale; era, ancora, il movimento che celebrava senza vergogna il Concilio di Trento, producendo una valida letteratura contro le eresie e le violenze di Martin Lutero…
Poi il tempo cambiò, la politica mutò, il papa in carica divenne “emerito” e … e ci trovammo Galantino e Spadaro, mai prima neppure considerati, come ospiti d’onore ai Meeting ciellini di Rimini, al posto di Caffarra e Biffi, divenuti quasi innominabili. Giusto così: che rapporto ci può essere tra i due cardinali di Bologna, il loro alto e ortodosso magistero, e i due nanetti tanto eterodossi quanto chiacchieroni appena citati?
Povera Cl! Fa molta pena vedere persone che per decenni hanno manifestato pubblicamente, nei loro campi (quello medico, quello universitario, quello giornalistico…) un cattolicesimo militante e ragionato, divenire improvvisamente dei sagrestani, pronti ad omaggiare solennemente gli avversari di ieri, mettendosi in fila dietro le narrazioni di Repubblica e del Corriere!
Che pena vedere il movimento di Giancarlo Cesana, Luigino Amicone, Monsignor Luigi Negri, in mano al pretino insipido don Julian Carron e all’inaffondabile Vittadini!
Ma tutto ha, già qua, la sua ricompensa e la sua pena: dopo i salti mortali in politica, non esiste più un solo politico ciellino di un qualche peso. Spariti dal radar. Rimane, ad agitarsi, senza più alcuna credibilità, il solo Maurizio Lupi.
E come movimento cattolico di massa? CL è ormai sempre più marginale e irrilevante: se esprime una posizione pubblica, su qualche tema, trionfa l’ambiguità. Quanto alle università, dove i ciellini sono sempre stati molto attivi, i compagni, anche loro in crisi, piangono la scomparsa dell’unico avversario degno, per tanti anni, di tale nome.
Distruggere un carisma, significa scavarsi la fossa. La storia recente di Cl lo dimostra.
Marco Tosatti

L'apostasia dilaga: eccone un altro: il sig. Nogaro, "vescovo" (si fa per dire) emerito di Caserta .....


"And so the Catholic Church continues on its path of aiding and abetting Europe’s civilizational and cultural suicide — not unwittingly, but with its eyes open. .... The Catholic Church was once one of the foremost bulwarks of defense in the jihad against Europe. But those days are long gone, to the degree that those who call attention to the fact that Europe faces a resurgence today of the same threat that it faced for centuries are ruthlessly harassed and silenced by Catholic authorities" (Steve Skojec, Italian Bishop: Ready to “Turn All the Churches Into Mosques”, inOnepeterfive, July 10, 2018).

Ciò a riprova del tradimento della neo-Chiesa di quella che è stata la Chiesa cattolica per quasi duemila anni, la Chiesa dei martiri iberici, di S. Pio V, dei santi Martiri di Otranto, dei santi crociati .... . Siamo, insomma, di fronte ad un'altra religione. 

MONS. FORTE: GARANTIRE I DIRITTI DEGLI OMOSESSUALI E’ UN FATTO DI CIVILTA’

Per caso mi è capitato tra le mani un articolo di Vatican Insider, quello del 13 ottobre 2014, nel quale vengono riportate le parole di mons. Bruno Forte, segretario speciale del Sinodo straordinario sulla famiglia, quello che precedette quello ordinario da cui venne fuori l’Amoris Laetitia.
Quando si leggono degli scritti a distanza di tempo, dopo che sono accaduti tanti eventi successivi, quegli stessi scritti assumono una luce diversa. Molte cose diventano improvvisamente più chiare.
Il 20 giugno dell’anno successivo, il 2015, come si ricorderà, ci fu il Family Day di piazza San Giovanni. Ed il 30 gennaio dell’anno successivo, il 2016, ci fu il secondo Family Day al Circo Massimo con almeno un milione di persone. Eppure Renzi e la Cirinnà andarono avanti come degli schiacciasassi, incuranti di tutte quelle famiglie, fecero approvare la legge sulle unioni civili che, a parte l’adozione e l’obbligo di fedeltà, non previsti, sono in tutto e per tutto uguali al matrimonio eterosessuale. Perché?
A rileggere le parole di mons. Bruno Forte non è difficile pensare che non potesse che andare così.
Infatti, mons. Bruno Forte, in quanto segretario speciale del Sinodo, in sala stampa, durante il briefing, disse:
La Chiesa non condivide che la stessa terminologia ‘famiglia’ possa essere indifferentemente applicata all’unione fra un uomo e una donna, aperta alla procreazione, e all’unione omosessuale. Detto questo, mi sembra evidente che le persone umane coinvolte nelle diverse esperienze hanno dei diritti che devono essere tutelati. Dunque il problema è anzitutto non la equiparazione tout court, anche terminologica, ma naturalmente questo non vuole affatto dire che bisogna allora escludere la ricerca anche di una codificazione di diritti che possano essere garantiti a persone che vivono in unioni omosessuali. E’ un discorso – credo – di civiltà e di rispetto della dignità delle persone”.
Capite? A parte il siparietto iniziale che “la Chiesa non condivide la stessa terminologia ‘famiglia’….bla bla bla….”, alla fine, però, Forte conclude dicendo che occorre riconoscere i diritti alle persone che vivono in unioni omosessuali. Anzi, bisogna farlo perché è un “discorso di civiltà e di rispetto della dignità delle persone”.
Se così fosse, qualcuno potrebbe trarre la conseguenza logica che coloro che si sono mossi nei due anni successivi per i due Family Day, cioè coloro che non volevano la codifica legislativa delle unioni civili, non erano altro che persone “incivili” ed “irrispettose” della dignità altrui. Sono sicuro che non fosse questo il pensiero di mons. Forte.
E Renzi e la Cirinnà? Beh, con quelle parole dette dal segretario speciale del sinodo, scelto personalmente e direttamente da Papa Francesco, con quell’endorsement che veniva dagli alti gradi della Chiesa potevano mai fermarsi? Certamente no. Renzi e la sua sodale Monica Cirinnà, di tutta quella moltitudine di gente in piazza, come si suol dire, se ne impiparono ampiamente. A quel popolo fecero il famoso gesto dell’ombrello, lo stesso fatto da Alberto Sordi nel film “I vitelloni”.
Inoltre, sempre durante quel briefing, un giornalista chiese a Forte se vi fossero semi del Verbo e elementi di santificazione e verità presenti anche fuori dal matrimonio tradizionale, comprese le convivenze omosessuali. La risposta di mons. Forte fu emblematica:
“Mi sembra che l’atteggiamento del documento – ha risposto l’arcivescovo di Chieti – va nel senso di cogliere il positivo dovunque si trovi, e ce n’è certamente. Tagliare con l’accetta è facile, discernere e valorizzare tutto il positivo, anche in queste esperienze, credo sia un esercizio di onestà intellettuale e carità spirituale”.
E dunque, se riconoscere i diritti delle coppie omosessuali è “segno di civiltà e rispetto della dignità umana”, se riconoscere nelle coppie omosessuali semi di verità e santificazione è segno di “onestà intellettuale e carità spirituale”, mi chiedo allora che senso abbia prendersela con il povero vescovo tedesco Franz-Josef Bode, vicepresidente della Conferenza Episcopale Tedesca, quando qualche mese fa ha proposto di benedire le coppie omosessuali. Dice infatti Bode: “ormai sono un fatto: visto che c’è molto di positivo, buono e corretto in questo, perché non considerare non una messa, ma almeno una benedizione?”.
Ed arriviamo così ai nostri giorni. Ad ottobre prossimo c’è il Sinodo dei Giovani. Nell’Instrumentum laboris spuntano per la prima volta nella storia della Chiesa le parole “giovani LGBT”. A molti è sembrata una mano tesa ad un certo mondo. Sorpreso, qualche giornalista chiede al card. Baldisseri come mai quelle parole. Baldisseri risponde che ad utilizzarle sono stati i giovani nel loro documento stilato al termine della riunione pre-sinodale: “Ci hanno fornito un documento e noi lo abbiamo citato”. Peccato che alcuni sono andati a spulciare e verificare, peccato che quelle parole non vi fossero affatto.
Infine, il mese prossimo, in Irlanda, si celebrerà l’Incontro Mondiale delle Famiglie. Tra gli altri relatori è stato invitato anche il padre gesuita Martin a parlare di LGBT, colui che in una intervista ha detto che le coppie omosessuali a messa, allo scambio del segno della pace, dovrebbero anche baciarsi.  
Che dire? Che Dio ce la mandi buona.
 Di Sabino Paciolla

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