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giovedì 18 ottobre 2018

Verbum muti

MCCARRICK, WUERL. IL WASHINGTON TIMES: IL PAPA SIA LEADER SPIRITUALE E NON SPIN MEISTER POLITICO. O LASCI

Cari Stilumcurialisti, oggi vi offriamo la traduzione di un commento molto interessante apparso sul Washington Times, a firma di R. Emmet Tyrrell Jr. Emmet Tyrrel Jr. è il fondatore e il direttore di The American Spectator. Il suo ultimo libro è The Death of Liberalism. The American Spectator è una rivista mensile che data dal 1924, e che è stata rifondata nel 1967. The Washington Times è un quotidiano che si occupa di temi generali, con un occhio particolare agli Stati Uniti e alla politica nazionale e internazionale. Chi vuole leggere l’originale può farlo cliccando sul titolo dell’analisi qui sotto.

Alla fine di agosto scorso papa Francesco ha dichiarato che non avrebbe “detto una parola” sulla lettera di un ex nunzio a Washington che sosteneva, fra le altre cose, che il papa aveva ignorato le accuse di abusi sessuali fatte contro il cardinale Theodore McCarrick, precedente arcivescovo di Washington.
La lettera era scritta dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò e implicava l’attuale arcivescovo di Washington in una copertura delle decadi di cattivo comportamento dell’arcivescovo McCarrick. Si tratta del card. Donald Wuerl.  Ora da venerdì scorso le dimissioni del card. Wuerl da arcivescovo sono state accettate dal papa. Allora, il papa continua a restare muto? Accettando le dimissioni di Wuerl il papa ha detto che l’ammissione dell’arcivescovo di aver fatto “errori” nella cattiva gestione di sacerdoti colpevoli di abusi dimostrava la sua “nobiltà”.
Davvero questa è l’interpretazione del papa in quello che è stato uno dei più seri scandali della Chiesa cattolica per secoli? È questo tutto quello che vuole dire? Il suo silenzio continuo è tipico del papa e tipico del Vaticano. Ha detto finora molto poco sul comportamento predatorio di un numero straordinariamente alto di preti cattolici americani. Nella diocesi di Pittsburgh solamente 300 preti che avevano sbagliato sono stati menzionati nel report del Gran Jury ad agosto, un rapporto che risale fino a 70 anni fa.
Perché il papa è così riluttante a parlare chiaro? L’arcivescovo Viganò ha scagliato accuse contro il papa stesso. Il papa affronterà onestamente queste accuse? Il suo silenzio e i suoi riferimenti eufemistici agli atti odiosi commessi dai preti americani lo stanno avviluppando in una crisi ancora maggiore. L’arcivescovo Viganò ha già chiesto al papa di dimettersi. Questo potrebbe finire anche peggio. Nel mondo altre voci potrebbero risuonare chiedendo le dimissioni del papa.
Ora ci sono indicazioni che il cardinale Wuerl e il papa stiano lavorando sulla sostituzione di Wuerl come arcivescovo. Si sospetta che stiano pescando un candidato molto simile al cardinal Wuerl. Questo sarebbe un disastro. È tempo che la gerarchia della Chiesa capisca che i laici non tollereranno di mandare i loro figli a scuole e chiese dove sono in agguato preti abusatori. È tempo che i laici, e i preti fedeli nella Chiesa prendano iniziative ed eliminino questi predatori.
La gerarchia ha la responsabilità della Chiesa negli affari di dottrina e anche in quelli amministrativi. Ma il laicato controlla i lacci della borsa. Non viviamo nel tardo Medioevo. È cresciuta una classe media negli ultimi 500 o 600 anni che ha cambiato le cose radicalmente per la gerarchia della Chiesa.  Controlla una grandissima parte delle entrate della Chiesa. Inoltre la Gerarchia controlla molto poco della ricchezza. I latifondi sono svaniti. I vescovi e i cardinali dovrebbero calibrare la loro arroganza a queste realtà. Già i cattolici americani, ricchi e non così ricchi, stanno dicendo ai fedeli di trattenere le loro donazioni. Questo farà diminuire molto rapidamente il budget dei vescovi.
Le donazioni stanno già calando. Mi dicono che alcune parrocchie stanno vivendo un calo fino al 50 per cento nelle loro collette settimanali. La mia previsione è che molto presto il budget della Chiesa dovraà essere ridimensionato alla nuova realtà offerta da parrocchiani scontenti. I tagli saranno veloci. Già dei gala di stagione sono stati cancellati. In una parrocchia a St. Augustine, in Florida, è stata annulla la celebrazione autunnale. Il gala era previsto per questo mese, ma con gli scandali i contributi sono crollati. Queste cancellazioni diventeranno più frequenti nei mesi prossimi in tutta l’America. La presuntuosa gerarchia della Chiesa dovrebbe stare attenta.
Il papa può fare a meno di parlare della “nobiltà” degli “errori” fatti dai suoi uomini come il cardinale Wuerl. Questi “errori” erano nella maggior parte dei casi crimini odiosi. Hanno lasciato cicatrici su migliaia di fedeli, sia quelli che sono stati avvicinati da questi preti degenerati e sui genitori e amici dei giovani. Non si può negare che il comportamento di pochi ha indebolito la Chiesa di tutti i fedeli.
È arrivata l’ora che papa Francesco si renda conto che è stato a capo della Chiesa in un momento di crisi senza precedenti. Deve smetterla di parlare con gli eufemismi di uno spin-meister politico e servire come un leader spirituale. O fa così, o dovrebbe lasciare il Vaticano, come ha suggerito l’arcivescovo Viganò.

Oggi è il cinquantaquattresimo giorno in cui il Pontefice regnante non ha, ancora, risposto.

“Quando ha saputo che McCarrick era un uomo perverso, un predatore omosessuale seriale?”

“È vero, o non è vero, che mons. Viganò lo ha avvertito il 23 giugno 2013?”

Joseph Fessio, sj: “Sia un uomo. Si alzi in piedi e risponda”.


Marco Tosatti

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