ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 21 aprile 2018

Mentre le preghiere si susseguono incessantemente

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Appello a Francesco. Per Alfie

    Dopo l’appello presentato dai genitori di Alfie Evans alla Corte europea dei diritti dell’uomo, al fine di sospendere la decisione della Corte suprema britannica di respingere il loro ricorso,  restano ormai poche ore per cercare di salvare la vita del bambino ricoverato all’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool.
Mentre le preghiere si susseguono incessantemente, una via percorribile è che la Santa Sede conceda subito ad Alfie Evans ed ai suoi genitori, papà Thomas e mamma Kate, la cittadinanza vaticana. Infatti, se anche la decisione della Corte europea, che si pronuncerà lunedì, sarà avversa ad Alfie e ai suoi genitori, occorrerà subito aver pronta una via d’uscita, e questa può essere rappresentata soltanto dalla cittadinanza vaticana.

Vertigine davanti all’ignoto

DI CHE COSA ABBIAMO PAURA?



Di due cose abbiamo paura: "della nostra parte peggiore e di quella migliore". Superbo? L’uomo moderno è un uomo faustiano: crede di essere "più furbo del diavolo" e s’illude di poterlo ingannare, mentre è vero il contrario 
di Francesco Lamendola  

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Di due cose, fondamentalmente, abbiamo paura: della nostra parte peggiore e della nostra parte migliore. La prima ci fa paura perché non sappiamo quanto in basso potremmo inabissarci, la seconda perché non sappiamo fino a quali altezze potremmo elevarci; e di entrambe perché intuiamo che dentro di noi abita uno sconosciuto, del quale il nostro io attuale non è che l’involucro esterno, la maschera temporanea, che potrebbe saltare in qualsiasi momento, e lasciarci stupiti, inorriditi come all’inferno oppure rapiti in cielo. In fondo sappiamo, e lo abbiamo sempre saputo, che non sono le cose esterne a farci paura: che la paura nasce da un senso di vertigine davanti all’ignoto, e che l’ignoto più grande e misterioso di ogni altro è quello che alberga nelle nostre profondità, non nella dimensione esterna.

La terza generazione di barbari

SUI NEMICI DELLA CIVILTA’ FRA NOI.

Ovviamente, non è che la creaturina sia di sesso incerto. E’ che sono i genitori, ferrei aderenti all’ultima ideologia di moda,  a non aver “voluto rivelare se sono genitori di un maschio o di una femmina, preferendo «liberarsi dagli stereotipi».  La giornalista nemmeno coglie il carattere ideologico, fanatico, del linguaggio dei genitori: «Ho deciso di non assegnare un sesso a Zoomer. Aspetterò che scelga da sola/o in quale dei due identificarsi”.   Dunque “io ho deciso” per Zoomer, al suo posto. Non è assurdo? No, e nemmeno è più una notizia da rilevare con sorpresa, come fa  Il Sussidiario. Ormai alla Università Statale di Milano si tengono “seminari a cadenza mensile sulla medicina e farmacologia di genere”, ossia sull’uso dei farmaci ormonali  che sospendono la pubertà dell’adolescente, in modo che sia lui/lei a scegliere “libero da stereotipi”, più tardi.

Quale futuro per gli Italiani?

LA RABBIA DEGLI ITALIANI


Trasformare la rabbia in volontà di cambiare. Chi sono i traditori del bene dell’Italia? come trasformare il popolo più pacifico, paziente e tollerante di questo mondo "in un popolo d’incazzati": Le convergenze Soros-Bergoglio 
di Francesco Lamendola  

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Un amico, ieri sera, sparecchiata la tavola dal cameriere, diceva, quasi parlando a stesso, mentre fissava il boccale di birra che aveva davanti a sé: Io, in vita mia, non ho mai saputo cosa sia il rancore. Ora lo so, lo sto provando. Ho perso le staffe quando un “migrante” ha suonato alla porta di casa mia, per vendermi non so cosa. Mi son messo a gridare, mia moglie e mia figlia mi hanno rimproverato, mi hanno chiesto se son diventato matto. Matto forse no, ma rancoroso sì. Vedendo quel che succede in Italia, da alcuni anni a questa parte; di come il governo – tutti i governi, di ogni colore politico, si comportano verso gli italiani, specialmente i poveri e quelli impoveriti dalla crisi, e come si comportano verso questi falsi profughi che hanno solo diritti, fin dal primo istante in cui mettono piede nel nostro Paese, e ogni pretesa dei quali è legge; e vedendo come molti, troppi di loro si muovono con spavalderia, con arroganza, delinquono, si approfittano della situazione in tutti i modi, spacciano droga, rapinano, ci riempiono le strade di prostitute e transessuali, ebbene, davanti a questo spettacolo offensivo, inverecondo, insopportabile, sento di essere diventato un altro, non mi riconosco più. Mi hanno cambiato, mi hanno fatto diventare intollerante e scopro di avere un profondissimo rancore, sentimenti che non sapevo neppure cosa fossero.

Jack lo squartatore

ALFIE DEVE MORIRE, DICE LA CORTE SUPREMA. PERÒ TRANQUILLI, SARÀ PER IL SUO BENE!



Cari amici nemici di Stilum Curiae, oggi è un giorno di grande sconforto per chi scrive. Sono cresciuto, come molti della mia generazione, aiutato in questo anche da persone della mia famiglia, nell’idea che la Gran Bretagna fosse un faro di civiltà, di libertà e di coraggio contro i poteri totalitari. Ricordo l’emozione con cui anche in tempi non lontani ascoltavo il discorso di Churchill, quando l’Inghilterra e il suo impero erano rimasti soli a combattere il nazismo (“non ci arrenderemo mai…”); l’emozione della solitaria battaglia contro un Napoleone che sembrava invincibile padrone dell’Europa; la bellissima frase che vuole che ogni uomo sia come un re nel castello, a casa sua; e gli innumerevoli esempi di libertà e di eccentricità individuale fioriti in quel Paese. La decisione della Corte Suprema britannica di negare un’udienza ai genitori di Alfie Evans per dibattere il caso, e di confermare quella che in sostanza è una condanna a morte, infrange le ultime illusioni che chi scrive aveva di considerare la Gran Bretagna – e il mondo anglosassone in modo più ampio – come un punto di riferimento per quanti amano la libertà, e i diritti del singolo individuo, opposti a quello dello Stato. 

La posta in gioco


Propaganda di guerra (e non solo)

L’uso bellico della propaganda risale almeno alla fine del XIX secolo. Durante l’ultimo conflitto mondiale, com’è noto, ebbe un ruolo notevole su tutti i fronti: nazisti, sovietici e Alleati fecero a gara nella guerra delle immagini e della carta stampata. La macchina propagandistica serve, di volta in volta, a giustificare interventi militari, a demonizzare il nemico, a sollevare il morale con veri o presunti successi… con scarso o nullo rispetto per la verità, come ci si può facilmente aspettare. La manipolazione collettiva è condotta su basi scientifiche, come gli studi di psicosociologia di massa, e mira a colpire il ventre emotivo della società, non certo a suscitare riflessioni razionali fondate sulla realtà oggettiva. Quest’ultima, al contrario, è proprio ciò che la propaganda deve nascondere, suscitando il sospetto che i fatti non siano proprio virtuosi. D’altronde, con la separazione tra etica e religione teorizzata nell’Età Moderna, la “ragion di Stato” ha ufficialmente acquisito, al pari dell’economia, un’autonomia pressoché assoluta, che la sgancia da qualsiasi scrupolo morale.

venerdì 20 aprile 2018

Conoscere la realtà alla luce di Dio

In occasione della sua festa ti spieghiamo in poche parole la filosofia di sant’Anselmo di Aosta


Sant’Anselmo nacque ad Aosta nel 1034. Rimasto orfano di padre, prestò abbandonò la casa natale a causa di dissidi con il padre e si stabilì nel celebre monastero di Bec, in Francia. Divenne poi religioso e abate dello stesso monastero e quindi fu nominato arcivescovo di Canterbury. E a Canterbury morì nel 1109.
Conoscere la realtà alla luce di Dio
Per sant’Anselmo, sant’Agostino era sant’Agostino e da lui prese molto. Prese la convinzione secondo la quale si può conoscere la realtà solo nella luce di Dio. Com’è possibile giustificare -si chiedeva- l’esistenza di tante cose, relative e finite, se non si pone come certa l’esistenza di un essere assoluto? Tutte le cosiddette perfezioni che si possono osservare in questo mondo (bontà, ordine, bellezza, armonia, ecc.) non sono mai assolute, ma sempre incomplete e limitate. Ciò dimostra che queste “perfezioni” altro non sono che “partecipazioni” ad una Perfezione assoluta, cioè ad un Bene sommo, ad un ordine infinito, ad una bellezza assoluta, ad un’armonia perfettissima. Di questo, sant’Anselmo era convintissimo, sì: l’esistenza di Dio si può dimostrare attraverso il creato! E a questo dedicò una sua opera, il Monologion.

Relativismo senza frontiere



Come avevamo anticipato mercoledì, l’Ospedale Gaslini di Genova dichiara la propria piena e immediata disponibilità a provvedere al trasporto del piccolo Alfie da Liverpool nel capoluogo ligure e alla sua assistenza nella struttura ospedaliera, dove “vorremmo accoglierlo insieme alla famiglia, fino a quando sarà necessario”.
Il nostro auspicio – dicono la vicepresidente della Regione Sonia Viale e il direttore sanitario dell’ospedale pediatrico Paolo Petralia – è che la nostra disponibilità possa essere considerata e valutata sotto ogni aspetto: vorremmo poter offrire una concreta e reale opportunità di accoglienza ad Alfie e anche ai suoi genitori, Tom e Kate Evans”:
Dunque, c’è una via di salvezza immediatamente praticabile e strutturata per il piccolo Alfie, qualora i suoi sequestratori acconsentano a liberarlo.

“Sei proprio sicuro che sia un idiota?"

Quando manca l'umiltà.


IO SONO, TU NON SEI.

Alle  volte, m'imbatto in persone che appaiono sia per nome che negli atteggiateti dei soggetti che vogliono imporsi tra la gente, questi spesso sono proprio preti, teologi che sentendosi defraudati della loro condizione di studiosi, cercano di atteggiarsi a grandi e sommi esperti e santi della situazione, specie quando s'imbattono in persone che all'apparenza non gli dai due soldi bucati, spesso senza una laurea e senza anni di studi pregressi, com'è il mio caso, e come lo può essere per altri. Oggi giorno sempre più c'imbattiamo in soggetti che dall'alto del loro dottorato in teologia e studi biblici, si sentono defenestrati quando leggono gli articoli di altri che non lo sono. Allora cosa fanno, per non sentirsi da meno, e dato che il loro amor proprio è ferito mortalmente, iniziano a dire, che  anche loro avevano affermano gli stessi concetti che tu vai esprimendo, così fanno credere a chi sta leggendo una certa discussione, che anche costoro sono simili a te, o per lo meno tentano di parar il colpo, senza accorgersi che facendo questo dimostrano la loro totale mancanza di umiltà. Sono persone talmente prese dalla loro condizione di studiosi che non sopportano essere da meno di te, ma che grazie alla volontà di Dio, dimostri di essere superiore a Loro, sta proprio in questo il loro fastidio e la loro ira verso persone come me, o meglio dire verso Dio stesso, che costoro vanno tanto proclamando, non si rendendosi conto nel loro parlare che quando muovono affermazioni in realtà son fatte per accusare Dio di aver scelto uno come me o come voi, senza pregressi studi teologici, senza essersi fatti il mazzo per anni, e alla fin fine con un gesto di rabbia e stizza lo dicono pure, esternano il loro disagio e disappunto, non riuscendo in questo modo a spiegarsi e a capire perché quel Dio che loro dicono di amare, e studiare, abbia scelto un non dotto, per essere suo ricettacolo, ma un piccolo; quando secondo il loro intendere, loro dovrebbero essere i primi a cui Dio si dovrebbe rivolgere, ed invece così non è, la loro ira cresce man mano che persone come me, progrediscono nel parlare e cresce in proporzione al mio esternare e al mio parlare di spiritualità. Per loro io sono un impiccio, una parentesi brutta, un errore della mente di Dio, eppure proprio quel Dio che costoro sentono in quel momento non più loro, ha scelto me, anziché i loro studi teologici. 

Ma non avrebbe potuto dire delle menzogne?

DA ESORCISMO : GLI EXTRATERRESTRI NON ESISTONO , SIAMO NOI …



Da tempo e particolarmente in questo tempo, si parla di dischi volanti e di persone extra terrestri, che si mettono a contatto con noi della terra.
Lei cosa ne pensa?
È un altro meraviglioso trucco di Satana e vi rispondo con le sue stesse parole, poiché gli chiesi spiegazioni in un esorcismo: Nel nome di Dio, rispondi! Come ti chiami?
-Astort . Ero prima un ufficiale delle schiere angeliche.
-I dischi volanti sono opera tua?

Si-si,no-no,ma-va..

CHIESA TEDESCA
Intercomunione in Germania, la riforma respinta

La Congregazione per la Dottrina della Fede, con l’approvazione del Pontefice, avrebbe rifiutato il “sussidio” ipotizzato dalla Conferenza Episcopale tedesca che permette ai coniugi protestanti di ricevere l’eucarestia nelle chiese cattoliche.


La Congregazione per la Dottrina della Fede, con l’approvazione del Pontefice, avrebbe rifiutato il “sussidio” ipotizzato dalla Conferenza Episcopale tedesca che permette ai coniugi protestanti di ricevere l’eucarestia nelle chiese cattoliche.

giovedì 19 aprile 2018

Ma verrà il tempo della verità

QUALE PROGETTO EDUCATIVO?


Dobbiamo tornare ad avere un progetto educativo. Verrà il tempo della verità quando la menzogna sarà svergognata e i falsi pastori appariranno per ciò che sono: traditori asserviti al nemico, utili idioti nelle mani del diavolo 
di Francesco Lamendola  
  
 0 340 PADRE SCHINING

La sempre più evidente latitanza di un progetto educativo nella società odierna è forse l'effetto più vistoso della lenta ma costante e metodica conquista della cultura di massa da parte della concezione naturalistica del reale. Detto in parole semplici: se la natura umana è buona in se stessa, allora basta accompagnarla: non c'è bisogno di educare, ma è sufficiente lasciare che il bambino si auto-educhi, ossia basta favorire le condizioni che fanno venire a galla, spontaneamente, le sue qualità e le sue virtù naturali. E siccome la natura è buona, non c'è nulla da vietare, non c'è nulla da sconsigliare: tutte le esperienze vanno bene, tutti gli istinti sono positivi, l'importante è che l'individuo si realizzi, senza limitazioni o mortificazioni da parte della società. Strana combinazione: i fautori della bontà naturale, alla Rousseau, sono anche gli accusatori della società, di qualsiasi società, in quanto portatrice di condizionamenti e pressioni che limitano la libera esplicazione dell'individuo e, appunto, la sua realizzazione. Ricordate la trappola sociale di Pirandello, e l'inferno sono gli altri di Sartre? Realizzarsi, ecco la meta della vita umana: ma una meta generica, che ciascuno può riempire coi contenuti che ritiene più confacenti al caso suo: perché si tratta di una "realizzazione" del tutto soggettiva, il cui criterio fondamentale è, in definitiva, l'utile, se non il piacere; e dal cui orizzonte viene bandito tutto ciò che sa di sacrificio, di rinuncia, di sublimazione di alcuni aspetti della propria natura. Logico: se la natura è buona, perché si dovrebbe reprimere qualcosa? E se il bambino è buono, perché vietargli qualcosa? Ed ecco la pedagogia del "vietato vietare" di sessantottesca memoria, o meglio l'anti-pedagogia del '68, in base alla quale chiunque osi dire "no" a qualcun altro, non può essere che un reazionario, un tiranno, un fascista, meritevole del massimo disprezzo e le cui parole non devono esser prese neanche in considerazione.

Troppi leoni avranno il cuore dell’asino

La "battaglia finale" tra Maria e Satana: Montfort, Suor Lucia, T. Neumann e gli "anni di Caino"...


La Profezia cattolica aggiunge apporti rilevanti per illuminare le ragioni profonde dei « Tempi di Maria » ovvero delle numerose manifestazioni della Beatissima Vergine Maria nell'evo moderno-contemporaneo.

In quest’area di riflessione va tenuto presente il pluriforme carisma profetico suscitato dello Spirito Santo in alcuni uomini e donne di Dio che hanno intravisto, preannunciato, descritto e motivato i Tempi di Maria.

Per la sua densità contenutistica, trovo più che sufficiente prendere in esame quanto afferma il “padre e profeta” dei Tempi di Maria, San LUIGI GRIGNION DE MONTFORT, colui forse che meglio di ogni altro ne ha saputo indicare l’intima caratterizzazione e le ragioni fondamentali.

“E' sempre successo così, in tutti i tempi”?



Uno degli aspetti più devastanti e al contempo insopportabili dell’attuale situazione tragica del mondo cattolico è il riduzionismo. Che in fondo è una versione edulcorata, ma forse ancora più velenosa, del negazionismo tout-court (di cui una sorta di escrescenza purulenta è il “bufalismo”, ovvero il far passar per “bufale” tutte le verità che non piacciono). Questo, infatti, è talmente assurdo in sé che tutti coloro che vi aderiscono sono sconfitti in partenza. Hanno avuto gioco abbastanza facile nei decenni postconciliari, con Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, i quali, come noto, tenendo duro su alcune posizioni permettevano la valanga dissolutoria su altre (vedi ecumenismo, ma non solo). Ma oggi… dove la valanga dissolutoria agisce a 360 gradi, il loro gioco è divenuto insostenibile. Nessuno al mondo può negare la crisi della Chiesa e le nefandezze del clero attuale a tutti i livelli e su tutti i fronti e tutti i giorni. Del resto, nemmeno molti esponenti dello stesso clero negano, e quindi… E quindi il negazionismo in fondo è l’arma degli stupidi e dei palesi traditori.
Molto più sottile, invece, è il riduzionismo. Vi è un riduzionismo plebeo, “becero” (come si dice a Roma), cafone: è quello di coloro che tacciono sul 99,99% delle quotidiane malefatte del clero (e il loro silenzio è inversamente proporzionale al livello gerarchico del chierico in questione), per poi sbraitare di gioia alla prima vaghissima affermazione che ancora trasuda qualche gene di cattolicità, facendo finta di non capire che è stata buttata lì proprio per ingannare i polli che vogliono farsi ingannare nel vano tentativo di stare a posto con la coscienza o, molto più, con lo scopo di avvalorare esattamente tutte le altre eresie e bestemmie quotidiane.
Ma vi è anche un riduzionismo un poco più colto (solo un poco, in realtà), o almeno apparentemente tale. È il riduzionismo che potremmo definire “storico”: ovvero, quello che non nega affatto il disastro odierno (lo attenua solo), ma lo giustifica con la fatidica sentenza: “è sempre successo così, in tutti i tempi”. Oppure, con l’altra ancor più fatidica e intollerabile sentenza: “la Chiesa ha vissuto crisi peggiori di questa” (e giù con Ario, Lutero, e quant’altro…).

Il cambio di paradigma lascia sgomenti




Il Cattolicesimo romano e il suo rapporto con la modernità

Dopo l'elezione al pontificato del Papa argentino qualcosa è cambiato, l'entusiasmo del primo momento sta lasciando spazio ad una certa inquietudine. Un buon motivo per scoraggiarsi?
  
Il direttore Sebastiano Caputo ha recentemente presentato il breve manifesto generazionale dell’Intellettuale Dissidente, in omaggio non solo ad un progetto che nasce contro l’assuefazione culturale a cui la nostra società (in primis i giovani) è sottoposta quotidianamente, ma per testimoniare e ribadire quale è la linea da seguire, facendo quadrato attorno a delle coordinate ben precise.

L’Intellettuale Dissidente riunisce una generazione cresciuta dopo la caduta del muro di Berlino che odia essere definita “millennials” e non si riconosce nel nuovo mondo liberale e libertario dove tutto permesso ma è niente è possibile.[…] alla base del nostro impegno politico c’è il sabotaggio culturale che mira a destrutturare le colonne portanti della modernità: il culto del progresso, la globalizzazione economica e il buoncostume umanitario occidentale che impone al resto del mondo una civiltà senz’anima né gloria. Così mentre i partiti entrano in campagna elettorale, noi combattiamo la battaglia generazionale. 
Ci vediamo nel futuro.

Ebbene, credo che al fine di poter correttamente leggere, analizzare la nostra società, sia quanto più opportuno scostare le tendine che si frappongono fra il nostro sguardo e il mondo esterno, provando ad esaminare un elemento in particolare: il Cattolicesimo romano e il suo rapportarsi con la modernità.

Senza che sia fatta una diagnosi..



A seguito dell’articolo pubblicato martedì sulla vicenda di Alfie, ho ricevuto il messaggio di un sacerdote che non conoscevo: “Ho seguito passo passo una vicenda simile a quella di Alfie due anni fa con l’aiuto del Prof. Ramenghi (per la neonatologia) e del Prof. Bellini (per il trasporto aereo) di un bambino italiano all’estero al Gaslini di Genova. Tramite i genitori di quel bambino, gli stessi professori sono disponibili a prendersi in carico la questione e appoggiare l’ultimo ricorso dei legali della famiglia di Alfie. Ho letto il suo articolo di ieri e molti altri e l’apprezzo moltissimo in tutta sincerità. Le chiedo se ha qualche idea sul come affrontare l’ultima battaglia legale. I due prof. del Gaslini dicono che, non essendoci una diagnosi, i genitori non possono sapere nulla di questa malattia neppure per il futuro (chiaro che può essere un’arma a doppio taglio, ma intanto salviamo questo bambino). Forse sarebbe una buona leva per liberarlo dall’ospedale inglese! Inoltre non capisco come mai non si riesca a ridicolizzare la motivazione della sentenza che condanna il bambino a morire perché durante il trasporto potrebbe avere delle convulsioni. Questo significa che tutte le persone a rischio non possono essere trasportate? Eliminiamo le ambulanze? Grazie! Faccia quello che può!”

Due più due fa cinque!

Diario di Bordo – 19 aprile 2018: è tempo di tornare ad essere uomini

La società hegeliana vocata alla disintegrazione di ogni valore
morale espone ogni singolo ad un pericolo mortale.
Che fare?
DIARIO DI BORDO
  
 Diario di bordo                                                          
Sanremo di Chiara Mangolini - Il mare è grosso, minaccioso, le onde s’ingrossano a vista ma i marinai sembrano non curarsene e sonnecchiano a prua. Troppe parole e troppi silenzi.
                          Ormai si naviga in uno scandirsi quotidiano
                                di notizie da prima pagina non dette
di sconcertanti fatti che qualche anno fa lasciavano il tempo per il giusto clamore, ma oggi son finiti in una sordida massificazione, nel dimenticatoio della storia che tutti i giorni si scrive sotto i nostri occhi. Guerre indotte e mascherate da operazioni di pace, crisi economiche provocate (fittizie) e disintegrazione di ogni valore, aborti di massa, povertà dilagante, schiavitù di massa di interi popoli, ecc.., sono fenomeni che sembrano non destare più il pubblico sconcerto. Stiamo navigando così. Abbiamo perso la rotta da un pezzo e non vediamo la riva da troppo. 

Cum lavat manus, dicat:

Paolo VI e la riforma liturgica. La approvò, ma gli piaceva poco


"Lo vuole il papa". È così che monsignor Annibale Bugnini (1912-1982), l'artefice della riforma liturgica che seguì al Concilio Vaticano II, metteva ogni volta a tacere gli esperti che contestavano l'una o l'altra delle sue innovazioni più sconsiderate.
Il papa era Paolo VI, che in effetti aveva affidato proprio a Bugnini il ruolo di segretario e factotum del consiglio per la riforma della liturgia, presieduta dal cardinale Giacomo Lercaro.
Bugnini godeva di pessima reputazione presso alcuni dei componenti del consiglio. "Scellerato e mellifluo", "manovratore", "sprovvisto di cultura come di onestà": così l'ha definito nelle sue "Memorie" il grande teologo e liturgista Louis Bouyer (1913-2004), stimatissimo da Paolo VI.

Dopo l’unzione degli infermi

In viaggio con Thomas tra notti in bianco e aerei persi: "Lottiamo perché lotta Alfie"

Quelle di Thomas Evans non sono solo battaglie, ma lotte spirituali piene di inciampi. Il nostro viaggio con lui inizia dopo la sentenza di Appello. "Voglio incontrare il Papa". Martedì, dopo la nostra richiesta, il vescovo Cavina ci annuncia: "Domani da Francesco alle 9". Una corsa all'ultimo respiro, la paura di lasciare Alfie in balia dei medici, un "dirottamento" ad Atene e un forza misteriosa che non sente ragione di stanchezza, notti in bianco e pressioni disumane. Poi di corsa a Santa Marta dove il Papa lo ascolta dire che "se lotta Alfie, lottiamo anche noi". Il reportage della Nuova BQ sull'odissea che ha portato il papà all'appuntamento che potrebbe dare una svolta sul caso di Alfie. 


Lo abbiamo visto proteggere la vita di suo figlio Alfie come un leone per mesi, ma assistere dal vivo e solo per pochi giorni a quello che Dio sta chiedendo a Thomas Evans, pare troppo, soprattutto per un 20enne. E invece no, Dio ci ha visto lungo scegliendo lui per la sua audacia e tenacia, per la sua spontaneità senza convenevoli né schemi tanto da saper far saltare i nervi a chiunque, ma anche da averlo portato fino a qui.

mercoledì 18 aprile 2018

Una realtà "farsa"

REAGIRE A DITTATURA DEL FATTO


Dobbiamo reagire alla dittatura del fatto. La degenerazione intellettuale che si esprime in un relativismo assoluto eretto a dogma del politically correct è la dittatura del fatto e della prassi rispetto al valore e al pensiero di Francesco Lamendola   

 0 62 DIAVOLO AFORISMA  

Se dovessimo sintetizzare in una sola formula i tratti essenziali della odierna degenerazione intellettuale, spirituale, morale, che si esprime in un relativismo pressoché assoluto, eretto al rango di dogma fondamentale del politically correct, diremmo che ciò a cui siamo di fronte è la dittatura del fatto, della prassi, dell’agire, rispetto al valore, al pensiero, al volere: una svolta rivoluzionaria che scardina secoli e millenni di tradizione.
La dittatura del fatto, che oggi grava su di noi con tutto il suo peso, è la fase culminante di una lunga, paziente, metodica e non sempre visibile marcia di avvicinamento che alcune minoranze molto decise, bene organizzate e sostenute nascostamente da potenti lobby finanziarie, hanno portato avanti con incrollabile tenacia, favorite, peraltro, da un dato oggettivo dello statuto ontologico della creatura umana: la tendenza ad adagiarsi nella posizione più comoda e meno faticosa, ogni qualvolta si affievolisce e si attenua la struttura morale che sostiene la società. Esula dalla presente riflessione approfondire tale aspetto, che pure è d’immensa importanza; ci limiteremo a ricordare che , mentre il pensiero razionalista, che incomincia con Machiavelli, attribuisce quella tendenza a una debolezza intrinseca della natura umana, per il pensiero cristiano si tratta di una ferita recata dal Peccato originale, da cui si è originata, nell’umanità decaduta, una propensione al male, chiamata dai teologi concupiscenza. Sia come sia – non è questa la sede per sviluppare adeguatamente il concetto, e, del resto, lo abbiamo fatto altre volte, in contesti specifici – su di un punto l’analisi razionalista e quella cristiana convergono e parzialmente coincidono: il giudizio pessimistico sulla natura umana, così come essa è al presente, cioè nella dimensione storica. Subito dopo le due prospettive tornano a divergere: perché per gli uni la condizione umana è questa e non può mutare; per gli altri esiste una dimensione ulteriore, di ordine soprannaturale, grazie alla quale, con l’aiuto della grazia divina, gli uomini possono elevarsi dalla condizione presente, dominata dalla concupiscenza, ad uno stato di “giustizia” di cui, da soli, non sarebbero capaci: in ogni caso, non tutti indiscriminatamente, ma solo a livello individuale, quelli che accolgono la chiamata di Dio e si aprono all’azione rigenerante dello Spirito Santo.

Le cose stanno veramente così?

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Gli atei, il paradiso e la libertà cristiana

    Dopo che domenica scorsa, durante la visita in una parrocchia romana, papa Francesco ha risposto a una domanda fatta da un bambino circa il destino dell’anima del padre ateo, molti giornali, oltre a sottolineare quanto sia stato commovente il momento, hanno proposto titoli come Tuo papà in cielo anche se ateo, Il bimbo piange per il padre morto, Il papa: era buono, è con Dio, e via così.
La notizia forse la ricordate. Ecco il bambino Emanuele, in lacrime, abbracciare Francesco e sussurrargli qualcosa all’orecchio. Poi ecco il papa rivelare che Emanuele gli ha chiesto: il mio papà, che era ateo ma volle far battezzare i suoi figli, sarà adesso in paradiso? Risposta di Francesco: «Chi dice chi va in cielo è Dio, ma com’è il cuore di Dio davanti a un papà così? Dio ha un cuore di papà. Voi pensate che Dio sarebbe capace di lasciarlo lontano? Dio abbandona i suoi figli? Li abbandona, quando sono bravi? Emanuele, questa è la risposta: Dio sicuramente era fiero di tuo papà, perché è più facile battezzare i figli essendo credente che non essendolo. E sicuramente a Dio questo è piaciuto tanto. Parla con tuo papà, prega tuo papà».

Guardare la realtà più che le idee

PEZZO GROSSO TROVA CHE NON CI SIA MOLTO DA GAUDERE ET EXSULTARE…
Cari stilumcuriali, Pezzo Grosso è tornato. Con un articolo ironico e un po’ triste, come è nella sua vena da qualche tempo. Eccolo:
“Caro Tosatti, quando leggiamo o ascoltiamo qualcosa riferito al nostro Pontefice sappiamo che dobbiamo esser pazienti e comprensivi, in totale umiltà. Ciò poiché non ci è sempre dato saper comprendere quello che il Vicario di Cristo, ci spiega . E questo lo dovremmo aver ben capito dopo le non risposte ai DUBIA dei 4 Cardinali che spiega, senza dubbio, che ci sono cose la cui comprensione è superiore alle nostre facoltà, ma non saremo ugualmente “giustificati” e perdonati per non avere capito e obbedito .. .

Non c’è da farsi illusioni

Siria, giallo sulla dichiarazione comune tra il Papa e il Patriarca Kirill: la firma di Bergoglio non c'è


Città del Vaticano - Giallo sulla mancata firma di Papa Francesco a un documento sulla pace in Siria proposto dal Patriarcato di Mosca. Alcuni giorni fa la  telefonata tra il Patriarca Kirill e il Pontefice a seguito dell’attacco missilistico americano, francese e inglese, era servita per concordare tra i due leader religiosi una iniziativa comune, un documento da diffondere in tutto il mondo capace di avere un respiro ecumenico e ampio. In serata sul sito del Patriarcato è stato pubblicato in tre lingue, inglese, russo e francese, il testo della riflessione ma tra le firme – tra cui quelle di diversi patriarchi cristiani – non figura quella papale. Al momento non sono state date spiegazioni. Il documento è stato presentato nel pomeriggio  presso il monastero Danilov a Mosca. Secondo Hilarion Alfeev, metropolita di Volokolamsk e presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato  il testo sarebbe stato naturalmente concordato durante la conversazione telefonica anche se non risulta firmato.

Sul piano inclinato

La femminilizzazione artificiale della Chiesa conciliare è in atto…



In una udienza generale del dicembre 2017


La donna ha sempre fatto parte della vita della Chiesa, checché ne dica l’odierna ignoranza femminista, che concepisce il ruolo della donna solo in rapporto a quello dell’uomo, cioè in una visione molto mascolina e riduttiva. La donna ha la sua specifica vocazione ad imitazione della Madre di Cristo, divenuta Madre di tutti gli uomini.
Il filosofo Jean Guitton, con una formula incomparabile, chiude il becco a tutte le pasionarie della femminilizzazione artificiale della società civile ed ecclesiale: «la persona più perfetta del nostro mondo morale si trova che è stata scelta tra il sesso più debole»!

E San Paolo, nella sua Epistola ai Galati (III, 28), afferma:
«Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù

Il che testimonia l’uguaglianza dei due sessi agli occhi di Dio, nella religione cattolica. Ma uguaglianza di dignità non significa identica missione! A ciascuno il suo mestiere e le mucche saranno ben tenute! – dice un proverbio francese.

In spe

Il Papa incontra Thomas: "Trasferiamo Alfie a Roma"

Thomas Evans, il papà di Alfie, è arrivato questa mattina a Roma accompagnato dall'inviata de La Nuova Bussola Quotidiana Benedetta Frigerio, per una udienza privata con papa Francesco, poi nell'incontro in piazza San Pietro l'appello del Pontefice: "E' nostro dovere fare di tutto per custodire la vita". L'incontro è durato 20 minuti ed è stato reso possibile dal vescovo di Carpi (MO) monsignor Francesco Cavina. Il Papa ha incaricato Cavina di mantenere i rapporti tra la Segreteria di Stato e i genitori del piccolo affinché si mettano in campo tutte le iniziative per trasferire il piccolo al Bambin Gesù di Roma. Il colloquio commovente con il giovane papà inglese: "Stai combattendo per tuo figlio con coraggio, il coraggio con cui Dio difende i suoi figli". 


-LE IMMAGINI DELL'INCONTRO
-L'ETICA DELLA MORTE SI FA SENTENZA, di Tommaso Scandroglio
- CASO ALFIE, COSA C'È IN GIOCO, di Riccardo Cascioli (English II Español)
- DOSSIER: LA BATTAGLIA DI ALFIE

Thomas bacia l'anello di Papa Francesco alla fine dell'incontro (foto La Nuova BQ)
Thomas Evans, il papà di Alfie, è arrivato questa mattina a Roma accompagnato dall'inviata de La Nuova Bussola Quotidiana Benedetta Frigerio, per una udienza privata con papa Francesco. (GUARDA LE IMMAGINI)

L'incontro si è svolto alle 9 a Casa Santa Marta ed è durato 20 minuti nel corso dei quali il papà del bambino ricoverato all'Alder Hey Hospital ha illustrato al pontefice la vicenda giudiziaria del figlio chiedendo aiuto per impedire che al piccolo venga staccato il ventilatore così come disposto dal giudice inglese. 

martedì 17 aprile 2018

Buoni sì, ma fessi no

E' TEMPO DI RIALZARSI


Da alcuni anni, chi appartiene ad una "minoranza protetta", etnica, sessuale ecc. ha partita vinta: "a parità di ragioni", nei confronti di qualsiasi controparte, che abbia il torto di appartenere alla maggioranza dei “normali” 
di Francesco Lamendola  


 0 700 VATICAN CADE BUFFO
  
Se siamo caduti così in basso, è stato in sostanza per nostra colpa o negligenza. Certo, possiamo invocare cento attenuanti, e trovare chi sa quanti responsabili, sui quali scaricare ogni responsabilità: dalla élite finanziaria globale fino ai politici nostrani, arrivisti e cialtroni; ma la nuda e impietosa verità è che non saremmo scesi ai livelli attuali se non avessimo abdicato a tutte le nostre responsabilità, se non avessimo disertato i nostri doveri, se non avessimo disatteso tutti i nostri impegni.Anche sul piano morale; anzi, soprattutto sul piano morale. Il bello è che siamo disposti a prenderci sulla groppa anche delle colpe che non sono tali, e soprattutto che non sono nostre: il debito pubblico dell’Italia, per esempio, che è sostanzialmente un trucco e una invenzione della Banca Centrale Europea per farci pagare, attraverso il meccanismo perverso degli interessi sui prestiti, la nostra vera e unica colpa: quella di essere, o di essere stati, nonostante tutte le storture del sistema Italia, giudiziarie, fiscali, politiche, strutturali, largamente concorrenziali all’industria tedesca. Invece non siamo capaci di prenderci quelle che veramente ci spettano: la nostra latitanza come padri e come madri, come contribuenti, come dipendenti pubblici, come insegnanti e come sacerdoti, insomma come formatori delle nuove generazioni, alle quali non siamo stati in grado di trasmettere neppure un decimo di quel patrimonio di esperienza, di saggezza e di moralità che avevamo ricevuto, a nostra volta, dai nostri genitori e dai nostri nonni.