ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 23 marzo 2019

Per poter lavare quel marcioso fango

L. Piccarreta, visioni e profezie – "Figlia, vedi in che stato lacrimevole si trova la mia Chiesa, quelle stesse persone che dovevano sostenerla l'abbattono



Si veda il corpus completo di profezie di Luisa Piccarreta sulla Chiesa qui:
 La Passione della Chiesa negli scritti di Luisa Piccarreta – 35 visioni profetiche

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UNA VISIONE PROFETICA SULLA CHIESA DELLA SERVA DI DIO LUISA PICCARRETA


Trovandomi nel solito mio stato, mi son trovata fuori di me stessa, dentro di una chiesa dove c’era un sacerdote che celebrava il divin Sacrificio, e mentre ciò faceva piangeva amaramente e diceva: “La colonna della mia Chiesa non ha dove poggiarsi!” Nell’atto che ciò diceva ho visto una colonna, la cui cima toccava il cielo, e al disotto di questa colonna stavano sacerdoti, vescovi, cardinali e tutte le altre dignità che sostenevano la detta colonna; ma, con mia sorpresa, ho fatto per guardare e ho visto che di queste persone, chi era molto debole, chi mezzo marcito, chi infermo, chi pieno di fango; scarsissimo era il numero di quelli che si trovavano in stato di sostenerla, sicché questa povera colonna, per le tante scosse che riceveva al disotto, tentennava senza potere stare ferma.

Al disopra di detta colonna c’era il Santo Padre, che con catene d’oro e coi raggi che mandava da tutta la sua persona, faceva quanto più poteva per sostenerla, per incatenare ed illuminare le persone che dimoravano al disotto, benché qualcuna sfuggisse per avere più agio a marcire e ad infangarsi, e non solo, ma per legare ed illuminare tutto il mondo. Mentre ciò vedevo, quel sacerdote che celebrava la Messa (sto in dubbio se fosse un sacerdote oppure Nostro Signore, ma dal parlare era Gesù; non so dire di certo), mi ha chiamata vicino a sé e mi ha detto:


“Figlia mia, vedi in che stato lacrimevole si trova la mia Chiesa: quelle stesse persone che dovevano sostenerla, vengono meno e con le loro opere l’abbattono, la percuotono e giungono a denigrarla. L’unico rimedio è che faccia versare tanto sangue, da formare un bagno per poter lavare quel marcioso fango e sanare le loro piaghe profonde, affinché sanate, rafforzate, abbellite in quel sangue, possano essere strumenti abili a mantenerla stabile e ferma”.

Poi ha soggiunto: “Io ti ho chiamato per dirti: vuoi tu essere vittima e così essere come un puntello per sostenere questa colonna in tempi così incorreggibili?” Io in principio mi son sentita correre un brivido per timore di non avere la forza, ma poi subito mi sono offerta ed ho pronunziato il “Fiat”. (…) Dopo ciò, ho visto la sanguinosa strage che si faceva di quelle persone che stavano al disotto della colonna. Che orribile catastrofe! Scarsissimo era il numero che non rimaneva vittima! Giungevano a tale ardimento, che tentavano d’uccidere il Santo Padre. Ma poi pareva che quel sangue sparso, quelle sanguinose vittime straziate erano mezzi per rendere forti quelli che rimanevano, in modo da sostenere la colonna, senza farla più tentennare.

Oh, che felici giorni! Dopo ciò spuntavano giorni di trionfo e di pace; la faccia della terra pareva rinnovata, la detta colonna acquistava il suo primitivo lustro e splendore. O giorni felici, da lungi io vi saluto, che tanta gloria darete alla mia Chiesa e tanto onore a quel Dio che ne è il Capo!


(Vol. 3°, 01.11.1899)

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Vale la pena notare, come conferma, che questo capitolo risulta identico nella sostanza e in molte frasi a un altro della Serva di Dio Teresa Musco (stigmatizzata di Caserta, figlia spirituale di San Pio da Pietrelcina, morta il 19 Agosto 1976 all’età di 33 anni, della quale è in corso la Causa di Beatificazione). Sorprendente è la coincidenza, non solo del contenuto e persino di molte frasi, ma anche di date: Luisa Piccarreta scrisse il 1° Novembre 1899 e Teresa Musco il 1° Novembre 1952, cioè, 53 anni esatti dopo. È impensabile, logicamente, che Teresa, una bambina ignorante di 8 anni, abbia potuto conoscere gli scritti di Luisa Piccarreta, dei quali quel poco che il suo Confessore aveva pubblicato nel 1930 (“Alba che sorge”) era stato ritirato e vietato dall’Autorità della Chiesa nel 1938. Questo è il testo, tratto dalla biografia scritta dal P. Antonio Gallo: “La Chiesa è la grande colonna che tocca il Cielo, ma continuamente scossa dalle tempeste”.

“Trovandomi in chiesa mi sento trasportata fuori di me stessa e mi trovo davanti un sacerdote che stava celebrando il Divino Sacrificio. E mentre celebrava ripeteva queste parole: ‘la mia colonna della Chiesa non ha dove appoggiarsi’. Mentre ripeteva le parole, ho visto la colonna la cui cima toccava il cielo, ma tanti erano gli scontri che riceveva, che questa colonna non riusciva a star ferma, barcollava di qua e di là. Sulla cima della colonna vi era il Santo Padre, che con catena d’oro era sorretto, perché barcollava. Il sacerdote ha aggiunto: ‘Io ti ho chiamata per dirti: vuoi tu essere la vittima per essere un piccolissimo sostegno per questa colonna in tempi così incorreggibili?’ Dapprima molti brividi lungo il corpo, ma poi subito ho detto: ‘Sia fatta la tua volontà’, ripetendo il Fiat. Angeli e santi con anime purganti mi hanno circondata, tormentandomi con flagelli e tanti altri strumenti, e da prima il grande timore, ma poi, quanto più soffrivo, più veniva il desiderio di soffrire. Gustavo il soffrire come un dolcissimo nettare”

[pag. 54] [1° Novembre 1952, “Diario”, pag. 1175-1176] [Cfr. Il libro del P. Roschini, “Teresa Musco”, pag. 82].

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APPROFONDIMENTO TEMATICO:
"vuoi tu essere vittima e così essere come un puntello per sostenere questa colonna in tempi così incorreggibili?"

Da «I Quaderni del 1943» di Maria Valtorta


12 dicembre 1943.

Dice Gesù:

«Chi sono i giganti dell’amore? Sono le anime‑vittime. Voi distinguete queste in vittime di giustizia, vittime di espiazione, vittime d’amore. Ma non distinguete! La vittima è sempre vittima d’amore.

Chi espia, perché espia? Per amore dei fratelli per i quali paga la parte di espiazione che toccherebbe ad essi: amore del prossimo spinto all’eroismo.

Chi è vittima di giustizia, a chi si offre? A Dio offeso per offrirgli conforto contro l’offesa. Amore di Dio spinto all’eroismo.

L’amore è il sacrificatore eterno. Quello che ha immolato Dio fatto Carne e quello che immola la carne e l’anima vostra rendendola simile al Cristo Redentore.

L’anima vittima è sicura, come fosse già chiusa nel mio eterno Regno, d’esser salva, poiché ogni suo palpito, moto, parola, sentimento, azione, è santificata dall’amore che la preserva tutta da inquinamenti umani.

L’anima‑vittima ôra anche se non prega. È la sua vita, orazione.

L’anima vittima penetra in Me e dal centro del mio Cuore che la chiama “Sorella” prende e distribuisce grazie e benedizioni sui fratelli. Non vi sono limitazioni per le mie vittime. Tutto quanto è mio è loro, che hanno voluto offrire il loro essere al Sacrificatore eterno.

L’anima vittima è stesa su un aculeo i cui vertici sono dolore e amore. Dolore per non vedere Dio amato come il loro eroismo d’amore ha loro permesso di vedere che Dio debba essere amato.

Più delle malattie e delle sventure sono a loro tortura le miserie spirituali che, come rovine di un paese distrutto da un nemico, coprono gli animi dei loro simili cancellando in essi l’impronta di Dio e seppellendo il suo santo Nome sotto l’ingombro del peccato. Più del dolore in sé, è a loro dolore sentire la loro incapacità di raggiungere la perfezione d’amore, loro sogno, perché vorrebbero dare a Dio dono degno della sua Perfezione. E se Io sono stato infisso al mio altare da tre chiodi, essi pure lo sono, perché il mio amore, il loro amore, e il loro dolore, sono i tre chiodi che li tengono crocifissi fino alla morte, che altro non è che esalare lo spirito sul mio seno dopo avere “tutto compiuto”.

Il mio amore! Oceano di fuoco che dall’alto dei Cieli precipita su un’anima e con un continuo giungere di ondate d’ardore la consuma come fosse molle cera investita da una fiamma. Fame insaziabile che è comune ai due che si amano, e il Cristo vuole divorare la sua creatura per farne parte sua e la creatura vuole aspirare in sé Dio per farsene sua vita.

Tutto si ferma davanti a questo dominatore che passa facendo valere i suoi diritti. Esistenza, intelligenza, affetti, si aprono e fanno ala, ed esso procede ed entra poiché l’amore è il re di tutte le cose. L’anima prende allora le passioni del suo sposo d’amore e le fa sue. Tesoro dei tesori è per lei l’essere giorno per giorno martirizzata a questo scopo e vedere con gli occhi dello spirito tornare la luce nei cuori ed essi volgersi a Dio, poiché l’amore anche senza parole converte e senza funi trascina.

L’amore è la forza che regge l’universo e l’amore è quello che salva il mondo. E non i condottieri, non gli scienziati, non i dotti, ma gli amorosi sono quelli che sanno trovare le vie delle vittorie che conducono al Bene, strappando col loro impeto ardente le catene sataniche che vi rendono schiavi del Male che vi odia.

E se l’amore dei credenti otterrebbe il miracolo di tempi migliori, che con il vostro modo di vivere vi siete preclusi, l’amore delle vittime, che è l’amore più simile alla perfezione del mio, è quello che fa argine all’impeto che da Satana monta per distruggervi in una maledizione disperata e che apre le porte del Perdono fondendole col fuoco del loro olocausto».

Fonte:

www.iltimone.org/%e2%80%a6/sono-le-anime-c…
Tempi di Maria

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