Il card. Marx, dopo le critiche, i sospetti, ed i timori suscitati dalle parole proferite nella conferenza stampa di alcuni giorni fa (vedi qui) in cui aveva parlato di un Sinodo della Chiesa tedesca in materia di morale sessuale dall’esito “vincolante”, ha rilasciato una intervista alla rivista La Croix international in cui ha insistito sul fatto che la Chiesa tedesca non sta cercando di “adattarsi allo spirito dei tempi”, come alcuni temono.
Nella intervista, il card. Marx ha detto: “Fin dal Concilio Vaticano II ci siamo chiesti come la Chiesa dovrebbe collocarsi in una società moderna e pluralista, dove le persone sono libere di credere o meno che Gesù è stato risuscitato dai morti e che possono effettivamente incontrarlo; ciò che dobbiamo immaginare non è ‘una Chiesa nuova’, ma una Chiesa che si colloca ‘in un altro modo’”.
Come detto però, la conferenza stampa ha suscitato tensioni per un potenziale scisma qualora gli esiti “vincolanti” entrassero in contrasto, ad esempio, con la morale sessuale insegnata dalla Chiesa universale.
Per questo, lo scrittore e giornalista George Weigel, amico e biografo del papa San Giovanni Paolo II, ha scritto una lettera aperta molto franca al card. Marx, che vi riporto nella mia traduzione.
Foto: card. Walter Kasper e card. Reinhard Marx
Foto: card. Walter Kasper e card. Reinhard Marx
Sua Eminenza:

Ho notato con interesse il suo recente annuncio di un “processo sinodale vincolante” durante il quale la Chiesa in Germania discuterà del celibato del sacerdozio cattolico di rito latino, dell’etica sessuale e del clericalismo della Chiesa, che sono “questioni” messe sul tavolo dalla crisi dell’abuso sessuale clericale.

Forse le seguenti domande aiuteranno ad affinare le vostre discussioni.

1) Come può il “processo sinodale” di una Chiesa locale produrre risultati “vincolanti” su questioni che riguardano l’intera Chiesa cattolica? La Comunione anglicana ci ha provato ed è ormai in una confusione mortale; le chiese anglicane locali che hanno intrapreso la strada dell’adattamento culturale sono in coma. E’ questo il modello che lei e i suoi colleghi vescovi sostenete?

2) Che cosa ha a che fare il celibato dei sacerdoti di rito latino con la crisi degli abusi sessuali? Il celibato ha a che fare con l’abuso sessuale non più di quanto il matrimonio abbia a che fare con l’abuso coniugale.  Studi empirici indicano che la maggior parte degli abusi sessuali dei giovani avviene all’interno di famiglie (tipicamente con problemi); anche le confessioni protestanti con un clero sposato soffrono del flagello dell’abuso sessuale; e in ogni caso, il matrimonio non è un programma di prevenzione del crimine. E’ cinico immaginare che la crisi degli abusi sia ora utilizzata come arma per attaccare il celibato clericale, mentre altre artiglierie non sono riuscite a disfarsi di questa antica tradizione cattolica?

3) Secondo l’articolo del Catholic News Agency (CNA), lei ha suggerito che “il significato della sessualità per la persona non ha ancora ricevuto sufficiente attenzione da parte della Chiesa”. Davvero? La Teologia del corpo di San Giovanni Paolo II non è stata tradotta in tedesco?  Forse potrebbe essere stata tradotta, ma potrebbe essere stata troppo lunga  e complessa per essere stata correttamente assimilata dai cattolici di lingua tedesca.  Permettetemi quindi di richiamare la vostra attenzione sulle pp. 347-358 di Zeuge der Hoffnung (Ferdinand Schoeningh, 2002) la traduzione tedesca di Testimone della speranza, il primo volume della mia biografia di Giovanni Paolo II. Qui, lei e i suoi colleghi troverete una sintesi della Teologia del Corpo, compresa la sua spiegazione riccamente personalistica dell’etica dell’amore umano e la sua comprensione radicata nella Bibbia del celibato assunta per il Regno di Dio.

4) lei ha notato anche che i suoi colleghi vescovi “si sentono….incapaci di parlare di questioni relative al comportamento sessuale attuale”. Non è stato certamente così nei Sinodi del 2014, 2015 e 2018, dove i vescovi tedeschi si sono sentiti in grado di parlare frequentemente su questi argomenti, anche se in un modo che tipicamente ha rispecchiato le mode politicamente corrette di oggi. E sono sicuro di non essere il solo a domandarmi quando l’episcopato tedesco abbia parlato per l’ultima volta di “comportamento sessuale attuale” in un modo da promuovere l’etica della Chiesa dell’amore umano come affermazione della vita e ordinato alla felicità e alla realizzazione umana, almeno dagli anni successivi al suo massiccio dissenso dalla Humanae Vitae(l’enciclica di Papa San Paolo VI del 1968 sull’etica della pianificazione familiare)? Ma questo, per come capisco Papa Francesco, è quello che ci chiama tutti a fare:  Testimoniare, predicare e insegnare il “Sì” che è alla base di ciò per cui la Chiesa deve, nella fedeltà sia alla rivelazione che alla ragione, dire “No”.

5) L’articolo della CNA ha anche evidenziato che il vostro “processo sinodale” (che, è un bel suggerimento a Hegel, avete descritto come una “progresso sinodale”) comporterebbe consultazioni con il Comitato centrale dei cattolici tedeschi. Mio caro cardinale Marx, sarebbe un po’ come se il presidente Trump si consultasse con Fox News o il presidente Pelosi (presidente della Camera degli USA, ndr) si consultasse con i redattori del New York Times. Se lei scusa il riferimento al sindaco Heinrich Strasser del film Casablanca, anche noi stupidi americani sappiamo che lo ZdK, il Zentralkomitee der Deutschen Katholiken, è lo schwerpunkt, l’avanguardia che spiana il terreno all’estrema sinistra affinché i vescovi tedeschi possano posizionarsi come la forza “moderata” o “centrista” nella Chiesa tedesca. Voi sapete, e io so, e tutti gli altri dovrebbero sapere che le consultazioni con lo ZdK non produrranno altro che ulteriori attacchi al celibato, ulteriori affermazioni delle attuali mode sessuali, e ulteriori deprecazioni dell’Humane Vitae (basate, in parte, sull’evidente ignoranza dello ZdK della Teologia del corpo e sull’ostilità tedesca all’enciclica di Giovanni Paolo II del 1993, la Veritatis Splendor, sul rinnovamento della teologia morale cattolica).

Eminenza, la Chiesa tedesca – il cattolicesimo dei miei antenati – sta morendo. Essa non si rivitalizzerà diventando un simulacro del protestantesimo liberale moribondo.Le auguro una proficua Quaresima e una gioiosa Pasqua.
https://www.sabinopaciolla.com/weigel-caro-card-marx-il-cattolicesimo-tedesco-sta-morendo-vuole-rivitalizzarlo-col-protestantesimo/
PARLA HUMMES
Il Sinodo svela le carte: deciderà sui preti sposati

Il cardinale Claudio Hummes, già prefetto del Clero e oggi responsabile dell'Amazzonia per il Brasile ammette in un'intervista che il Sinodo di ottobre dovrà pronunciarsi su un sì o un no ai preti sposati. Ma l'orientamento è quello di concederlo, intanto a determinate condizioni. 


Il cardinale Claudio Hummes si sente vicino al compimento di un progetto concepito molti anni fa e tenacemente portato avanti: quello di ottenere dal Vaticano il permesso di ordinare, “ad experimentum”, degli uomini sposati, di una certa età (un’ipotesi è: oltre i 50 anni) per supplire alla carenza di sacerdoti nei centri dell’Amazzonia lontani da raggiungere. Era la sua idea quando è venuto a Roma come prefetto della Congregazione per il Clero, e non vi ha mai rinunciato; e l’ha vista come una reale possibilità dopo l’elezione del Pontefice che ha così abilmente organizzata e preparata.

Di questo discuterà il Sinodo sull’Amazzonia, che si svolgerà a Roma dal 6 al 27 ottobre 2019. E già questo è un segnale importante di favore; trattandosi di un sinodo “locale”, anche se l’Amazzonia include diversi Paesi, il fatto che si svolga a Roma testimonia del significato esemplare che ad esso si vuole attribuire. E, in effetti, già in altre zone del mondo, come la Germania, ci sono vescovi che propongono di poter ordinare i cosiddetti “viri probati” per supplire alla mancanza di ordinazioni sacerdotali.

Il Sinodo avrà come tema “Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale”. L’obiettivo principale indicato dal Pontefice per il Sinodo è quello di “trovare nuove vie per l'evangelizzazione di quella porzione del popolo di Dio, in particolare le persone indigene, spesso dimenticate e senza la prospettiva di un futuro sereno, anche a causa della crisi della foresta amazzonica, polmone di fondamentale importanza per il nostro pianeta”.

Vi parteciperanno partecipano vescovi scelti da diverse regioni del mondo, per confermare in maniera che tutti i vescovi sono partecipi in gerarchica comunione all’evento. La Panamazzonia è composta da nove Paesi: Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Perù, Venezuela, Suriname, Guyana e Guyana francese. È una regione, abitata da 34 milioni di persone, una fonte importante di ossigeno per tutto il pianeta. Vi si trova il 20% di acqua dolce non congelata di tutto il pianeta.

“Circa il 70 per cento delle comunità” (dell’Amazzonia, n.d.r.) ha dichiarato il card. Claudio Hummes in un’intervista a Estadao “non ricevono i sacramenti dell’Eucarestia, della penitenza, e dell’unzione degli infermi per mancanza di sacerdoti”. Hummes, in pensione da tempo, è responsabile dell’Amazzonia per la Conferenza Episcopale Brasiliana. La possibile soluzione è quella dei Viri Probati, e ufficialmente il porporato mette le mani avanti, e dice che la decisione finale spetterà a papa Bergoglio. Il Sinodo è un’assemblea consultiva, e i vescovi, una volta votate le conclusioni, le affidano come consigli al Pontefice, a cui spetta, se vuole, pubblicare un documento finale. “Il Papa parla di nuove strade. In questa ricerca di nuove strade c’è la discussione sui ministeri – dice Hummes -. Attualmente la Chiesa non dispone di sacerdoti sufficienti per le comunità. Mancano i preti. È il sacerdote che celebra la messa, confessa, e dà l’unzione degli infermi”.

Alla domanda se sia possibile che si permetta l’ordinazione di uomini sposati, laici, il cardinale ha risposto: “È il Sinodo che dirà sì, o no. Ma da ciò che si vede nella preparazione fino ad ora, sarà necessario discutere questa questione dei ministeri nella Chiesa dell’Amazzonia in modo particolare. Non significa che sia per tutto il mondo, ma per quella situazione di estrema necessità”.

Non è difficile ipotizzare che da una situazione di estrema necessità in un continente o in una regione particolare si possa poi passare ad una situazione di estrema necessità o carenza altrove; non più nella foresta pluviale, ma nelle giungle del secolarismo occidentale. E lo stesso criterio può applicarsi alle donne?, ha chiesto l’intervistatore, parlando di sacerdozio o diaconato femmile. Hummes però ha risposto: “Questo è molto più remoto”. Implicando invece che per i Viri Probati una decisione favorevole è molto più probabile, e vicina.

Marco Tosatti