ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 13 giugno 2019

Aaah! Vi ho sentito!

“Vietato criticare alle spalle il Papa”. Francesco dà l’ultimatum ai nunzi

La chiesa è ferita, “ci vuole mitezza”. E il Pontefice chiede di smetterla di scrivere sui blog

Il Papa incontra i Nunzi Apostolici presso la Sala Clementina (Foto LaPresse)

Roma. “È inconciliabile l’essere rappresentante pontificio con il criticare alle spalle il Papa, avere dei blog o addirittura unirsi a gruppi ostili a lui, alla curia e alla chiesa di Roma”. Francesco avrà fatto sobbalzare qualche nunzio, magari assente, consegnando ai rappresentanti pontifici convenuti a Roma per il consueto incontro triennale con gli uffici di curia. I riferimenti non sono per nulla casuali, se si considera che solo pochi giorni fa, dalle colonne dell’austero, liberal e molto anticattolico Washington Post, l’ex nunzio Carlo Maria Viganò rinfocolava la sua personale battaglia contro il Papa ribadendo che di Theodore McCarrick Bergoglio sapeva ogni malefatta e nulla ha fatto per anni, salvo poi togliergli la porpora quando non poteva fare altrimenti e le magistrature secolari già puntavano alla giugulare del cardinale. Il Pontefice ha presentato una sorta di decalogo, una sorta di prontuario rapido per i diplomatici della Santa Sede impegnati nelle varie parti del mondo. Chiede umiltà e basso profilo per poter lavorare al meglio nell’ospedale da campo, arrivando a deplorare il comportamento di quei nunzi che cercano “il lusso, gli indumenti e gli oggetti firmati in mezzo a gente priva del necessario”.

Che il clima non sia proprio bello nei corridoi dei sacri palazzi non è un mistero, le critiche sono all’ordine del giorno, vengono sì dalla destra iperconservatrice ma sempre più anche da quella sinistra liberal (per lo più d’oltreoceano) che per anni ha teorizzato imminenti rivoluzioni di pastorale e dottrina parlando di vento primaverile entrato a rinfrescare i paludati corridoi del Vaticano. Il Papa sa che la battaglia dentro la chiesa è cruenta e dura da tempo, lo ammette e indica anche chi ne è il responsabile, che agisce nell’ombra o attraverso blog e siti internet (ah, lo Zeitgeist). Il caso ha voluto che proprio stamattina fosse diffusa dalla Civiltà Cattolica la conversazione avuta dal Papa in Romania con un gruppo di gesuiti all’inizio di giugno. Rispondendo a una domanda di un confratello ignaziano, Francesco ha detto che “la chiesa è tanto ferita, e oggi è pure tanto ferita da tensioni al suo interno. Mitezza, ci vuole mitezza! E ci vuole davvero coraggio per essere miti! Ma bisogna andare avanti con la mitezza. Questo non è il momento di convincere, di fare discussioni. Se uno ha un dubbio sincero, sì, si può dialogare, chiarire. Ma non rispondere agli attacchi”. Altro riferimento al caso Viganò, che la scorsa estate era arrivato al punto da chiedere le dimissioni del Papa tramite comunicato diffuso a vari media, salvo poi riparare in un luogo protetto e sconosciuto.


Uomini giusti ai posti giusti / 26

Buongiorno a tutti e ben ritrovati. Uomini giusti ai posti giusti parte oggi con un signor vescovo. Si chiama Wilhelm Krautwaschl, è austriaco e nel corso di un’intervista a Diepresse ha avvertito con prepotenza l’esigenza di dichiarare che “un cardinale non deve per forza essere un vescovo, può anche essere una donna”.
Ebbene, noi pensiamo di dover ringraziare questo vescovo. Mentre molti esponenti della Chiesa cattolica continuano a occuparsi di problemi privi di ogni rilevanza (tipo la crisi dottrinale, il calo dei fedeli e delle vocazioni, l’ignoranza religiosa, l’avanzare dell’ateismo), è consolante constatare che alcuni pastori sollevano questioni vere, ponendosi dalla parte dei fedeli. Qual è quel cattolico, infatti, che al mattino, iniziando una nuova giornata, non chiede al buon Dio che la Chiesa abbia finalmente donne cardinale? E chi è quel fedele che non prega incessantemente perché donne cardinale possano presto far parte del sacro collegio?
Molto bene. Dato a Krautwaschl ciò che è di Krautwaschl, cambiamo argomento e anche continente: passiamo così dal vecchio al nuovo mondo, dall’Austria all’Amazzonia, terra sempre più al centro dell’attenzione in vista del prossimo sinodo che proprio a quell’immensa regione sarà dedicato.
Il nostro uomo giusto al posto giusto è in questo caso il vescovo brasiliano Fernando Guimarães, il quale, nel corso di una cerimonia, ha ricevuto da un santone il mandato per effettuare niente meno che la macumba!
Come si può osservare nel video, monsignor  Guimarães compare, compiaciuto, accanto a un pai de santo, una specie di medium della religione afro-brasiliana, il quale a un certo punto mette al collo dell’arcivescovo una collana “sacra”, affinché lui stesso possa compiere la macumba. Il clima è di festa e tutti sono molto contenti, anche quando il pai de santo si dice sicuro di aver compiuto il gesto di “ordinazione” nei confronti dell’arcivescovo perché ispirato da voci “dall’alto”. Che bello!
Come dite? Che veramente la macumba, rito feticistico connesso all’occulto, è nota per essere anche una maledizione diabolica? E che voi la macumba la fareste a certi vescovi?
Ecco, mi aspettavo questo tipo di osservazione da voi vecchie comari fomentatori della coprofagia sgranarosari restaurazionisti. Meno male che pastori aperti e all’avanguardia come monsignor Guimarães ci ricordano qual è il dovere della Chiesa oggi: “Avanzare, come papa Francesco, proposte audaci”, quali, ad esempio, invitare i pai de santo al sinodo. Stupendo! Così, se non avremo pastori santi, avremo almeno dei santoni.
Molto bene. E restiamo in argomento amazzonico per segnalare l’interessante punto di vista di un missionario italiano, il quale, sulla base di una lunga esperienza tra gli yanomami, dichiara convintamente  che quelle popolazioni “aiutano la Chiesa a ripulirsi e a difendere questo mondo”, a “costruire un’ecologia integrale” nonché a “stabilire ponti tra le conoscenze tradizionali e le conoscenze moderne, ecologiche, della società occidentale”. Ecco perché, aggiunge il missionario, la Chiesa cattolica dovrebbe “prestare attenzione a come i popoli indigeni vivono l’esperienza comunitaria, le relazioni sociali, l’organizzazione della leadership”. Infatti “gli yanomami sono per noi una testimonianza per poter apprezzare il valore della vita comunitaria”.
Come dite? Che forse, con tutto il rispetto, è un po’ azzardato dire che la Chiesa ha da imparare da popoli primitivi dominati da sciamanesimo e animismo? Che gli yanomani fanno comunemente uso di allucinogeni per curare malattie e comunicare con gli spiriti? Che praticano l’infanticidio e il cannibalismo rituale?
Ecco, non perdete proprio occasione per manifestare il vostro essere cristiani ideologici trionfalisti mummie da museo musi lunghi elitari pessimisti queruli. Come fate a non capire che questi popoli costituiscono un modello di evangelizzazione e che dalla loro vicinanza alla Madre Terra può venire per noi la salvezza? Meno male che il sinodo amazzonico si avvicina, e allora yakoana per tutti!
Come dite? Che cosa sarebbe lo yakoana? Certo, voi cristiani chiusi con la faccia da sottaceto timorosi di danzare paurosi di tutto non potete saperlo. Trattasi dell’allucinogeno che permette di entrare in trance, avere visioni e incontrare gli spiriti, detti xapiripë. Gli yanomami lo usano abitualmente. E certamente farà bene alla Chiesa in uscita!
Ed ora passiamo al Sovrano Ordine di Malta, il cui Gran Maestro ha decretato che tutte le cerimonie liturgiche all’interno del glorioso ordine religioso devono essere celebrate secondo il novus ordo “e non secondo il rito straordinario”. La direttiva è contenuta in una lettera del 10 giugno indirizzata ai superiori dell’ordine, i quali dovranno assicurare che tale decisione sia rispettata.
Come dite? Che tutto ciò è in contraddizione con il motu proprio di Benedetto XVI Summorum Pontificum?
Ebbene, siete i soliti cristiani infantili paurosi di tutto cristiani chiusi tristi intrappolati piccoli mostri ideologi dell’astratto fondamentalisti untuosi idolatri! Se il Gran Maestro ha deciso così deve essere così! Altrimenti che Gran Maestro sarebbe?
E concludiamo con quel testo imprescindibile che è Maschio e femmina li creò. Per una via di dialogo sulla questione del gender nell’educazione, un documento, a firma dei responsabili della Congregazione per l’educazione cattolica, che vuole essere uno “strumento per affrontare il dibattito sulla sessualità umana e le sfide che emergono dall’ideologia gender, in un tempo di emergenza educativa”.
Nel documento, del quale si sentiva veramente il bisogno, a un certo punto c’è un passaggio decisivo. Scrivono infatti gli uomini giusti al posto giusto: “In conclusione, la via del dialogo – che ascolta, ragiona e propone – appare come il percorso più efficace per una trasformazione positiva delle inquietudini e delle incomprensioni in una risorsa per lo sviluppo di un ambiente relazionale più aperto e umano. Al contrario, l’approccio ideologizzato alle delicate questioni del genere, pur dichiarando il rispetto delle diversità, rischia di considerare le differenze stesse in modo statico, lasciandole isolate e impermeabili l’una dall’altra”.
Come dite? Volete sapere “che cavolo significa”?
Basta così! Non vi permetto altre domande oltraggiose. Non siete che i soliti cristiani chiusi avari sterili dal cuore nero deboli fino alla putredine!
Anzi, sapete che vi dico? Come penitenza, scriverete cento volte “Voglio una Chiesa in uscita”.
E zitti!
Aaah! Vi ho sentito!
Aldo Maria Valli 

I laici ai vescovi Usa: “Rendere noti tutti i documenti su McCarrick”

I casi di abusi sessuali commessi da chierici sono di nuovo al centro dei lavori dell’assemblea generale dei vescovi degli Stati Uniti. L’appuntamento di primavera, in corso nella consueta sede di Baltimora, prevede un voto sulle misure per la responsabilità dei vescovi nella gestione degli abusi.
Il Comitato di controllo ha anticipato i dati dei casi registrati negli ultimi trent’anni, precisando che dagli anni Ottanta a oggi il numero si è dimezzato e che nel 2018 si sono verificati solo tre episodi.
“Le nuove accuse sono poche rispetto al passato”, ha detto il presidente della Conferenza episcopale, cardinale Daniel DiNardo. “In ogni caso per fare giustizia dobbiamo cercare ogni figlio di Dio la cui innocenza è stata sottratta da un orribile predatore in un momento qualsiasi, decenni fa o oggi stesso”.
Intanto, come riferisce Matt Hadro della Catholic News Agency, gli organi consultivi della Conferenza episcopale degli Stati Uniti hanno chiesto ai vescovi di sollecitare la Santa Sede affinché renda pubblica tutta la documentazione relativa alla condotta di Theodore McCarrick, in accordo con il diritto canonico e civile.
“Presentiamo ancora una volta una risoluzione relativa allo scandalo McCarrick”, ha dichiarato Anita Raines, presidente del Consiglio consultivo nazionale, nella sua relazione di fronte all’assemblea. “Il Consiglio chiede all’unanimità che i vescovi statunitensi esortino la Santa Sede a rendere pubblici i risultati delle indagini diocesane e dell’arcidiocesi su Theodore McCarrick”.
Subito dopo, Francesco Cesareo , presidente del National Review Board (NRB), gruppo consultivo formato da laici per aiutare i vescovi statunitensi in materia di protezione dei minori, ha chiesto a sua volta ai vescovi di sollecitare il rilascio di tutti i documenti rilevanti per l’inchiesta su McCarrick.
Facendo riferimento a una risoluzione, adottata dai vescovi nel loro incontro del novembre 2018, che chiedeva il rilascio dei documenti (richiesta poi respinta perché si temeva che potesse essere considerata in contrasto con la Santa Sede) Cesareo ha esortato i vescovi a premere comunque in tale direzione, sostenendo che “la salvezza delle anime è la legge suprema della Chiesa” e che “la cura per il popolo deve essere in primo piano quando si affronta questo problema”.
Il National Review Board, composto da tredici membri, è stato costituito dalla Conferenza episcopale Usa nel 2002, dopo le rivelazioni sugli abusi sessuali su minori commessi nel corso di decenni e in tutto il paese da parte di chierici.
Oltre a chiedere la pubblicazione dei documenti relativi all’indagine della Santa Sede su McCarrick, entrambi gli organi consultivi hanno espresso preoccupazione per le proposte della Conferenza cattolica degli Stati Uniti circa l’attuazione del motu proprio Vos estis lux mundi di Papa Francesco come risposta alla crisi degli abusi.
In particolare, Anita Raines ha affermato che le direttive, pur incoraggiando il coinvolgimento dei laici da parte dei metropoliti nelle indagini sulle accuse di abuso sessuale, non richiedono un coinvolgimento di esperti laici. Ma in questo modo, escludendo esperti qualificati dalle indagini, si ha la “percezione di vescovi che indagano su vescovi”.
Preoccupazioni simili sono state espresse da Cesareo. “Mentre il National Review Board loda la Santa Sede per aver fatto un passo avanti così deciso circa i casi di chierici responsabili di abusi”, il consiglio “prova disagio” per quanto riguarda il modello che prevede che il metropolita sovrintenda alle indagini sulle accuse di abuso nei confronti di altri vescovi. “Questo essenzialmente significa che i vescovi controllano i vescovi”.
“Il coinvolgimento dei laici è la chiave per ripristinare la credibilità della Chiesa”, ha sottolineato Cesareo. Lasciarli fuori dal processo investigativo “segnalerebbe la continuazione di una cultura di autoconservazione che suggerirebbe complicità”.
Tra le altre richieste, Cesareo ha citato la necessità di migliorare e ampliare il processo di revisione relativo alla Carta di Dallas, assicurando che sia veramente indipendente.
La Carta di Dallas per la protezione dei bambini e dei giovani è stata redatta nel 2002 come risposta alle rivelazioni di abusi sessuali su minori avvenuti negli Usa da parte di chierici.
A.M.V.

2 commenti:

  1. Oltre che a Viganò è evidente il riferimento a Tosatti , titolare di "Stilum Curiae" , a cui il nunzio si rivolse per l'intervista. "Troppo onore" ha ribattuto Tosatti. Ora se "la gente capisce meglio di noi le cose" ma bisogna "smetterla di scrivere sui blog" forse è l'analfabetismo (meglio se religioso) la vera salvezza..

    Ironia della sorte c'è chi prende la palla al balzo e riempie di insulti il papa, la fede e le apparizioni tutte (che sarebbero frutto di ignoranza perchè capitate ai pastorelli) sfruttando il caso di Medjugorie , come si sfrutta il filone degli abusi. Cioè tutti quei casi in cui la chiesa preferisce il discredito planetario alla sua funzione dirimente del vero e del falso secondo il Vangelo. "La gente capisce meglio di noi le cose". Appunto..

    RispondiElimina
  2. Beh, tra un po' inizierà ad avere la mano che trema e invocherà l'intervento dell'armata Wenck. Poi giù fialetta di cianuro e colpo di pistola,dopo aver abbattuto qualche cane da guardia...

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.