ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 15 giugno 2019

Seguiranno soltanto il suo ragionamento..

"Uccidiamo Salvini", prete istiga all'omicidio

In audio trasmesso a La Zanzara Don Giorgio De Capitani si scaglia contro il ministro dell'Interno

"Ammazzate Salvini" non è l'uscita violenta, che sarebbe comunque grave, di qualche oppositore, o antagonista esaltato, che non sa più cosa inventarsi per dare addosso al ministro dell'Interno, ma, ancora più grave, è l'ennesima trovata di Don Giorgio De Capitani, un prete.
Ne scrive Mario Giordano su La Verità di oggi, riportando un audio mandato in onda a sua volta dalla trasmissione radiofonica La Zanzara in cui si sente il sacerdote che senza remore dice: "Salvini è un ladro, uccidiamolo", "Io elogio chi uccide Salvini". 


Il ragionamento alla base della sua invettiva parte dalla legge sulla legittima difesa. "Se è lecito uccidere chi minaccia la nostra vita", spiega "allora io ho il diritto di uccidere Salvini: infatti mi sento minacciato da lui perché ci sta rubando la democrazia". Quindi, continua, "lo posso fare fuori". E se lo fa qualcun altro, "io dico che ha fatta bene". E per giustificarsi chiarisce: "Seguo soltanto il suo ragionamento".
Ma non è la prima volta che il prete si lascia andare a questo tipo di sfoghi. E' lo stesso che aveva invocato l’ictus per Silvio Berlusconi, aveva definito i nostri soldati in Afghanistan come "mercenari, farabutti e criminali" e aveva chiesto di tenere i leghisti fuori dalle chiese, definendoli "porci, bastardi, risucchiati nel water delle loro ideologie di merda". Parole poco degne di un prelato.
Don giorgio ha anche un suo sito personale da dove non si limita a diffondere il verbo e a fare opere di bene, ma si diletta spesso ad affrontare temi di attualità e politica, prendendo di mira con particolare interesse Salvini e il suo partito. Per fare un esempio di come non si freni davanti a nessuno, in uno dei suoi articoli in apertura di home page commenta il caso di Noa la 17enne olandese che si è lasciata morire e scrive a proposito di un tweet di Papa Francesco contro l'eutanasia:" Questo si è bevuto il cervello!". E ancora: "Vorrei semplicemente chiedere: se tutti i bambini violentati dai preti (migliaia e migliaia), diventati grandicelli, decidessero di morire come Noa, che succederebbe? Io li prenderei per le loro palle, e li appenderei ad una forca! Ma non solo loro. Prenderei per le palle il papa, i cardinali, i vescovi, Mario Delpini e li appenderei ad un palo!".
Don Giorgio De Capitani è stato ordinato sacerdote nel 1963, ha girato vari paesi della diocesi di Milano, fino al 2013, quando monsignor Angelo Scola gli ha tolto la gestione della parrocchia di Monte. Da allora vive a Villetta Brianza e celebra ogni domenica alle 18 nella parrocchia di Dolzago, in provincia di Lecco.

"Uccidete Salvini!" - L' incredibile appello di un prete!


Il Decimo Toro Pubblicato il 15 giu 2019
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La chiesa fa finta di nulla. Forse Bergoglio è troppo impegnato a far entrare i migranti in Italia...

Salpa la flotta anti Salvini dei talebani dell'accoglienza

La nuova strategia delle organizzazioni: piccoli scafi anche senza motore per raccogliere migranti in mare


L'ultima trovata dei talebani dell'accoglienza per portare migranti in Italia è una mini flotta di barche a vela.
Altre navi, più attrezzate, delle grosse Ong, si dirigono verso Napoli o stanno riprendendo il mare pronte per la «caccia» ai migranti. E nei cieli svolazzano sempre i due velivoli dei Pilotes Volontaires francesi, che decollano da Lampedusa, grazie ai soldi della chiesa evangelica tedesca.
Ieri pomeriggio ciondolavano in mezzo al mare fra Malta e Linosa due barche a vela rinominate, non a caso, «Matteo S», in «onore» al ministro dell'Interno italiano e «Sebastian K», il premier dimissionario austriaco altrettanto odiato dai talebani dell'accoglienza. Una terza, Yosefa con bandiera tedesca della Ong Resqship, potrebbe unirsi all'avanguardia in mare della yacht_fleet, l'ultima trovata di talebani dell'accoglienza. Il piano è stato varato da Claud-Peter Reisch, il capitano della Lifeline, la nave dell'omonima Ong tedesca con sede a Dresda sequestrata da mesi nel porto della Valletta a Malta per avere sbarcato illegalmente dei migranti.
Il 14 maggio il comandante è stato condannato e ha dovuto pagare una multa di 10mila euro, ma sta tornando alla carica. Sui social della Ong estremista ha addirittura postato le foto dell'evacuazione di Dunkerque, durante la seconda guerra mondiale con 900 piccole imbarcazioni. Oggi vuole applicare la stessa tattica ai migranti. Il piano dovrebbe scattare domani con il probabile dissequestro di nave Lifeline, che avrà «il ruolo di prima soccorritrice». Più che recuperare migranti si tratta di «una manifestazione Yachtfleet nel Mediterraneo centrale» dal 16 al 21 giugno per ribadire che «il salvataggio in mare deve tornare a essere possibile!».
Siamo lontani dai fasti del 2017 quando il mare era solcato da 12 navi «umanitarie» e arrivavano 170mila migranti l'anno. Però anche Open arms, dell'omonima Ong spagnola, ha mollato gli ormeggi da Palma di Maiorca e si sta dirigendo verso Napoli per «eventi culturali» pro migranti probabilmente ospitati dal sindaco Luigi de Magistris. «Ci chiamano trafficanti, criminali, scafisti. La verità è che siamo solo cittadini e cittadine, persone normali che combattono per un mondo più giusto» si sfogano sui social i talebani dell'accoglienza. Il governo spagnolo con norme ben più draconiane del decreto Salvini prevede multe salate da 300mila a 900mila euro se Open arms tornerà a recuperare migranti.
Un'altra nave «umanitaria», l'Alan Kurdi, è stata rimessa a nuovo a Valencia. Pure questa imbarcazione utilizzata dalla Ong Sea eye, che si vanta di aver fatto sbarcare soprattutto in Italia 14.459 persone, potrebbe tornare in mare a breve. Fonti riservate segnalano che sarebbero in procinto di prendere il largo anche ammiraglie della vecchia flotta del 2017, come nave Aquarius che era gestita da Sos Mediterranee in collaborazione con Msf.
Da gennaio i talebani dell'accoglienza hanno stretto un patto chiamato United4Med. «Un'alleanza che nel momento in cui si voleva desertificare il Mar Mediterraneo mette in moto una flotta solidale europea» aveva annunciato Alessandro Metz, armatore di Mare Jonio, che per ora è sotto sequestro. Al contrario continuano ad essere operativi per voli di ricognizione i due velivoli Colibrì e Moonbird, che hanno individuato gli ultimi gommoni di migranti sbarcati in Italia dalle Ong. Il paradosso è che decollano da Lampedusa. Le operazioni aeree non costano poco: nel 2018 la cifra stanziata da Sea watch sfiorava i 200mila euro, in gran parte donati dalla Chiesa evangelica tedesca.
Una fonte del Giornale in prima linea sul fronte del mare spiega la nuova tattica di attrazione dei migranti. «Ong come Sea watch lanciano sui social l'avviso che stanno arrivando in zona, anche in arabo - spiega la fonte - Dalla Libia ai trafficanti basta aprire su internet l'applicazione Marine traffic e tracciare la posizione Ais della nave. Quando arriva davanti alla spiaggia di partenza lanciano i gommoni». Si prevede un'estate «calda» con una nuova mini flotta di Ong sempre più agguerrita e politicizzata.

La Cgil in udienza privata dal Papa per parlare di migranti e lavoro

L'incontro in Vaticano. Papa Francesco e Landini contro "le ideologie della paura e della divisione": "Si rischiano derive autoritarie".


Azioni di solidarietà, accoglienza degli immigrati e promozione dei diritti dei lavoratori.
Di questo hanno parlato papa Francesco e la delegazione della Cgil durante l'udienza privata in Vaticano. Al Santo Padre il segretario generale del sindacato, Maurizio Landini, ha portato in regalo la Carta dei diritto universali del lavoro.
All'incontro di oggi, insieme alla delegazione della Cgil e della Flai-Cgil, hanno partecipato anche l'Associazione Romana Studi e Solidarietà, rappresentata dal vice Presidente Manuel Sanchez, e il presidente dell'associazione Elpis, oltre che direttore dell'Istituto Massimo, padre Giovanni La Manna. A papa Francesco il sindacato e le due associazioni hanno illustrato le azioni di solidarietà che insieme hanno sviluppato nel corso del 2018 e che hanno portato a donare all'elemosineria vaticana, tramite il cardinale Konrad Krajewski, quattro tir di derrate alimentare da donare ai più poveri.
Durante l'udienza privata Landini ha illustrato a papa Francesco tutte le azioni di solidarietà, di tutela e di promozione dei diritti dei lavoratori, di accoglienza nei confronti degli immigratiche il sindacato ha sviluppato e ha intenzione di incrementare nel progetto Sindacato di strada di cui la Flai-Cgil è capofila. A Bergoglio il segretario della Cgil ha confermato l'intenzione di proseguire la collaborazione con le due associazioni, allargandola anche ad altre "culture sindacali" per "incrementare la solidarietà nei confronti dei poveri, dei bisognosi e dei diseredati, a partire da azioni concrete e dal basso". Il Pontefice non solo ha approvato l'operato del sindacato rosso ma lo ha anche incoraggiato a continuare nell'opera di "rivalutazione del lavoro" e di "contrasto al considerare i lavoratori come merce".
Nel corso dell'incontro, che entrambe le parti hanno definito "amichevole e cordiale", papa Francesco e Landini hanno stigmatizzato "le ideologie della paura e della divisione" e condiviso "il pericolo di derive autoritarie".

Pure Don Nando attacca Salvini: "Allora io sono comunista"

"Ama il prossimo tuo (cit Gesù), se questo vuol dire essere comunista, allora io sono comunista", il cartellone contro Matteo Salvini è l’ultima trovata social di Don Nando Ottaviani


Spunta un altro prete contro Salvini. Questa volta il messaggio d’attacco contro il ministro dell’Interno e la sua politica dei porti chiusi arriva da Coreglia Antelminelli, Lucca.
Don Nando Ottaviani, dalla sagrestia della parrocchia di San Michele, lancia l’ennesima provocazione. Si fa fotografare con un grosso cartello in mano che recita: “Ama il prossimo tuo (cit. Gesù). Se questo vuol dire essere comunista, allora io sono comunista”. Un messaggio inequivocabile.
Ma cosa ha spinto don Nando ad andare contro Salvini? Il Papa e i suoi continui messaggi pro migranti? No, la notizia di un’aggressione, da parte di alcuni tifosi leghisti, ad un giovane di Cremona che, per provocare la piazza di Salvini, ha esibito un cartello con la stesa frase pronunciata da Gesù: “Ama il prossimo tuo”. È bastato questo per far esplodere la rabbia del sacerdote che, sempre sulla sua pagina Facebook scrive: “Non sapevo che manifestare pacificamente senza dire nulla, ma alzando solo una scritta 'Ama il prossimo tuo' presa dal Vangelo, Vangelo tanto sventolato, potesse essere un attentato alla democrazia. E poi sentire un ministro della Repubblica offendere e dare del comunista a quel giovane, infuocando così ancor più gli animi di quella gente che intanto picchiava schiaffeggiava e prendeva a calci quel giovane manifestante, mi fa ancora ribrezzo. Sono solidale con quel giovane manifestante che in silenzio senza usare violenza ha solo espresso una sacrosanta verità”.
Ma questa è solo l’ultima trovata di don Nando. Il sacerdote di provincia è conosciuto come il “prete social”. Tra una diretta Facebook durante i matrimoni e la recita di un rosario lancia anche messaggi sociali. O attacchi, come l’ultimo contro Salvini.
E tra una frecciatina al leader della Lega e una supplica a Sant’Antonio don Nando difende i Gay Pride, come quello di Modena e attacca, invece, la marcia del Movimento della Vita. Punta il dito contro i neofascisti a Roma e la rappresentazione, a detta sua “arcaica”, delle donne di Radio Maria. Insomma, un prete fuori dal coro. E i leghisti, sempre più cattolici, non sembrano preoccuparlo.
Ma la repulsione di don Nando alle politiche della Lega non è cosa nuova. Un anno fa, quando il Ministro della Famiglia Lorenzo Fontana annunciò lo stop al riconoscimento dei figli di coppie omosessuali, si dimostrò ancora una volta battagliero. Per lui quei bambini andavano non solo riconosciuti ma anche battezzati.
E nonostante don Nando sia uomo di Chiesa attacca Salvini anche sul crocefisso. Per lui, che ha dato la vita per la Croce, non bisogna appenderla nei luoghi pubblici. E dice: “Gesù non ha mai imposto la sua parola , quindi se non l’ha imposta lui figuriamoci un uomo di Stato laico. Non sapendo nemmeno il significato di quel crocifisso. Povero cristianesimo, povero crocifisso. Attenti a essere cristiani di facciata". Pare proprio che per il prete toscano l’esibizione pubblica dei simboli del cristianesimo di Matteo Salvini sia una ripugnabile strumentalizzazione. Eppure, a giudicare dal suo profilo facebook, non si direbbe che il prete sia un’amante della riservatezza.

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