ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 30 agosto 2019

La pagliacciocrazia.

Oggi avremo il nuovo Governo. Sappiamo tutto su quel che sta accadendo? Video


Per capire quel che è accaduto nel nostro Governo in questi giorni va ascoltato con attenzione il discorso che ha tenuto Matteo Salvini dopo la seconda convocazione al Quirinale. Molti pensano semplicisticamente che tutto quello che c’è da sapere viene fornito al popolo dai mass media o dai social. Ma non è così. 

La politica infatti si alimenta per la maggior parte di trame e accordi segreti, talora impensabili, ma sempre finalizzati a precisi interessi di parte, spesso ottusi e protagonistici.
Di più. Un ministro dell’Interno dispone anche delle informazioni dei Servizi segreti, che non divulga certo le notizie alle agenzie giornalistiche.
Poi ci sono le cosiddette “schegge impazzite”, come Beppe Grillo ad esempio.
Intelligente, temerario, beffardo, imprevedibile, furbo. Lui “prova” a mettere in campo qualcosa di assurdo ed è talmente spericolato che spiazza tutti e fa presa sugli scontenti, i delusi e i maltrattati dalla vita.
In questo modo è riuscito a creare un “partito del niente”, un partito che non ha nemmeno una sede propria ma solo una piattaforma web su cui esprimono il proprio parere un manipolo di iscritti che vengono convocati a capriccio e la cui veridicità di voto non è controllabile.
Uno “specchietto per le allodole” dove è tutto virtuale, perché il M5S non ha storia, non ha una scuola di formazione e i suoi parlamentari sono stati pescati tra anonimi inesperti. E senza personalità politica dovrebbero restare, secondo le regole del Movimento, perché non possono essere rieletti. Ma, siccome chi regge le loro fila fa e disfa a suo piacimento, tutto è aperto ai cambiamenti dell’ultima ora.
Lo si potrebbe paragonare al “Partito dell’uomo qualunque” fondato nel 1945 dal commediografo e giornalista Guglielmo Giannini, a cui può darsi che Grillo si sia ispirato quanto a provocazioni, buffonate e assurdità senza futuro. Una per tutte: anche lui affermò che per governare «[…] basta un buon ragioniere che entri in carica il primo gennaio e se ne vada il 31 dicembre. E non sia rieleggibile per nessuna ragione»
E ancora. Giannini, dopo aver definito due anni prima Palmiro Togliatti «verme, farabutto e falsario», tentò un’alleanza con lui, ma dovette rinunciarvi per le proteste della base del partito. Molte altre sono le sconfortanti analogie con il Movimento 5S (si possono leggere qui), ma basta quanto riportato per dare un’idea del nihil sub sole novi: Beppe Grillo è molto meno originale e geniale di quel che comunemente si ritiene.
Può essere confortante sapere che il partito di Giannini ebbe scarso seguito e tutto sommato vita breve, ma i tempi erano diversi. Difatti fu stritolato dagli emergenti “giganti” dell’ideologia che oggi non esistono più. Ci riferiamo alla Democrazia cristiana di De Gasperi sostenuta da Pio XII, a un Partito Liberale che aveva il suo ideologo in Benedetto Croce e a un Partito Comunista guidato da quel Togliatti che prendeva ordini direttamente da Stalin.
Oggi non si intravvede altro baluardo al qualunquismo e alla rincorsa del potere fine a se stesso se non nella Lega di Matteo Salvini il quale, piaccia o meno, ha saputo dimostrare coerenza e coraggio, oltre a vero interesse per il bene dell’Italia.
Negli altri esponenti politici vediamo solo l’incapacità di esprimere un’azione politica autonoma oppure un protagonismo per mera volontà di dominio (o di pagnotta), senza tralasciare di considerare le oscure trame internazionali che vogliono ridurre il nostro Paese ad una colonia europea.
Ma, se la Storia insegna qualcosa, anche nel 1948 c’era chi complottava per ridurre la nostra Nazione a satellite della Russia, Stato ateo e comunista che inventò i Gulag per reprimere qualunque tentativo di dissenso, seppur talora falso, oltre a mettere in atto veri e propri massacri di popolo, come avvenne in Ucraina.
Per scongiurare tale misera fine del nostro Stato, Papa Pio XII, in occasione delle prime elezioni a suffragio universale che vedevano contrapposta  la cattolica Dc al comunista Fronte Popolare, promosse varie iniziative tra cui la creazione dei Comitati civici, sostenuti dall’Azione cattolica con il coinvolgimento delle associazioni universitarie e inviò anche un monito ai parroci riguardo alla responsabilità del prossimo voto. (qui)
La successiva vittoria ottenuta grazie ai “rosari delle beghine”, così definite sprezzantemente dai comunisti,  fece proclamare a Benedetto Croce: «Beneditele quelle beghine, perché senza il loro voto oggi noi non saremmo liberi» (qui)
Trionfò dunque la Democrazia Cristiana, nel cui simbolo vi era tanto di croce, quella Croce che oggi i nostri alti ecclesiastici negano che possa essere esibita durante i comizi insieme alla corona del Rosario, accusando nel contempo Matteo Salvini di opportunismo e malafede.  Si è dimostrato su questo sito l’assoluta coerenza della Lega e del suo attuale leader nel corso degli anni. Per quel che può servire alla verità dei fatti. (qui)
E ancora oggi non resta altra possibilità che affidare di nuovo a Dio la nostra amata Italia, unendoci in preghiere e suppliche autonomamente, visto che non c’è più alcun pontefice a sostenerci, restando però fiduciosi nelle parole eterne delle Sacre Scritture: “Beata la nazione il cui Dio è il Signore, il popolo che si è scelto come erede. (Sal 33,12) E anche: “Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode.” (Sal 127,1)

Paola de Lillo

Pagliacciocrazia


Provate a togliere il sonoro alla crisi e a guardare con distacco a quel che sta succedendo: due partiti che fino a ieri si disprezzavano pubblicamente si incontrano sul nulla, cioè sull’avvocato Giuseppe Conte e danno luogo a un rovesciamento totale di alleanze e di indirizzi. Lasciamo da parte i giudizi soliti che si sentono in questi giorni e arriviamo perfino ad accogliere due obiezioni: 1) anche l’alleanza tra grillini e leghisti non scaturì dalle urne e la loro alleanza non fu prima presentata al giudizio degli elettori 2) Siamo in una democrazia parlamentare e finché sussistono i numeri in Parlamento per esprimere un’altra maggioranza, non possono essere i sondaggi o altre votazioni, come quella europea, a decretare l’obbligatorietà di tornare alle urne. Diciamo che dovrebbe essere una scelta di buon senso e di rispetto della sovranità popolare ma formalmente non c’è alcun obbligo a farci votare.


E allora cosa suscita disgusto? Due cose, anzi tre. Innanzitutto, è la quarta volta che la sinistra si accinge ad andare al governo, senza peraltro aver mai lasciato il potere, e ad arrivarci senza passare dal voto, con un’indicazione popolare. La quarta volta dopo Letta, Renzi e Gentiloni. Una volta può accadere, due magari con qualche forzatura si può capire, ma se accade sistematicamente vuol dire che la sinistra in Italia è una cupola che non può essere rimossa dal potere e chiunque cerchi di farlo è per definizione un delinquente, sottoposto a processo mediatico-giudiziario e additato al pubblico disprezzo.
La seconda cosa è che non c’è nessun perno programmatico che unisca le due forze in via di allearsi, ma solo la comune preoccupazione di non andare al voto e di mettere fuori gioco il leader fino a oggi acclamato a furor di popolo. Non c’è un orizzonte di programma comune, non c’è un punto essenziale. L’alleanza Lega-grillini era anch’essa tra due soggetti molto diversi ma una linea in comune ce l’avevano: erano definiti entrambi populisti, erano contro l’establishment e critici ambedue verso i diktat europei. Era già qualcosa, poi differivano, e tanto, le visioni del mondo (o del web, per i grillini).
Adesso è ridicolo pensare che il Pd diventi populista e anti-establishment ed è raccapricciante vedere che il partito più antisistema abbia scelto un democristiano duttile, multitasking e paraculista come Conte a farsi rappresentare e ad allearsi col partito-sistema, il partito-apparato, previo bacio della pantofola all’Unione Europea col voto a Ursula. Penosa l’assenza di contenuti e la fame assoluta di contenitori.
Ma superate queste due riserve contingenti, c’è uno spettacolo di fondo che avvilisce e indigna al tempo stesso. È la riedizione, a un gradino ancora più basso, della storica miseria delle classi di potere in Italia. Non sono classi dirigenti, e non sono neanche classi dominanti come le fustigava Antonio Gramsci: perché i dominatori almeno hanno qualche vaga responsabilità di comando rispetto al popolo. No, queste sono classi sovrastanti, che cioè stanno sopra la gente e non vogliono scendere al piano terra, prescindono dal popolo; e anche quando l’ultimo masaniello arriva, sbucato dal nulla (espressione che oltre Conte evoca Fico, Di Maio, a’ Raggi e compagnia cantante), sono pronti a ogni compromesso pur di restare aggrappati a quel piano. La sinistra è per sua essenza ormai da anni quella delle terrazze e dei piani alti, è al potere e appena qualcuno vuole aprire la porta per farli scendere, si barricano e gridano al nazista di turno, al delinquente in arrivo e al razzismo montante. Ma lo spettacolo è antico e ciclico. E mostra la vigliaccheria, l’egoismo furbetto, la misera morale e intellettuale del ceto sovrastante. Avevo rispetto per la vecchia sinistra comunista, avevo rispetto per chi nutriva ideali e passioni di giustizia sociale, rappresentava la classe operaia e il proletariato. Ma che considerazione si può avere di questa roba qui, dei loro moventi, delle loro scelte, dei loro anatemi e dei loro compromessi? L’unico ideale che riescono a esprimere è in negativo, antinazionale, antifamigliare, antitradizionale. Sono solo un fenomeno dissolutivo, sono il partito del suicidio d’Italia, dell’eutanasia di civiltà cristiana e di chi da fuori e da dentro ne mira la coesione, l’identità, il senso comunitario. L’unico punto in comune che unisce i promessi sposi, ma che non è estraneo nemmeno alla Lega e al centro-destra, è la demeritocrazia trionfante: ovvero gli ultimi saranno i primi, ma in un senso non propriamente evangelico. L’ultimo arrivato fa il premier, gli ultimi scappati di casa, senz’arte né parte, diventano ministri, le scadenti retrovie di quel che era la sinistra diventano i leader e ministri. È questo l’eterno tradimento delle classi di potere in Italia, che spiega i ritardi secolari della nostra unificazione, il servilismo come stile e come sottomissione allo straniero di turno, al potente in alto e al migrante in basso; la massima goldoniana che se la casa brucia non spengo l’incendio ma voglio scaldarmi un po’ anch’io (cioè trarre profitto dallo sfascio); e poi l’antico, pezzente trasformismo per restare a galla, l’astuzia di servire due padroni per barcamenarsi e tirare sul prezzo, la perdita di ogni residua dignità. Questa è la miseria degli ultimi giorni.
Non credo affatto che il nostro popolo sia meglio dei potenti, ma penso che i potenti riescano a essere peggio del loro popolo e a costituire un esempio, un modello di riferimento per la gente a seguire standard morali e civili ancora più scadenti di quelli già in uso. Eccola, l’alleanza dei Quaquaraquà.  Coi gialloverdi era al penultimo stadio, ora siamo allo stadio finale: è la pagliacciocrazia.
MV, La Verità 29 agosto 2019

IL NUOVO GOVERNO “CONTE BIS” SI PREPARA AD APRIRE ALL’ONDATA MIGRATORIA

                              

di Luciano Lago
Era stata una richiesta perentoria della Commissione Europea ed a questa si era aggiunta la delibera dell’ONU, per obbligare il governo, italiano ad aprire i porti. Così non si è fatto attendere l’immediato appello di Matteo Orfini (PD): «Giuseppe Conte annuncia un nuovo umanesimo. Bene. Immagino quindi che gli esseri umani salvati dalla Mare Jonio verranno sbarcati immediatamente», dice Orfini. «E sono certo che la delegazione del mio partito che incontrerà il presidente incaricato lo chiederà con grande forza”.
Salvini è servito e l’aspettativa della grande maggioranza del popolo italiano di bloccare l’immigrazione e i problemi conseguenti di criminalità, degrado delle periferie e diffusione del racket delle nuove mafie, verrà totalmente disattesa.



Conte al Quirinale

I Cinque Stelle pronti a sostenere la Linea immigrazionista in cambio di posti nel nuovo Governo Conte Bis.
La prima ad esultare è la ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta che finalmente potrà far prevalere la sua “linea umanitaria” che, piuttosto che difendere i confini, privilegia “il sacrosanto diritto di bambini, donne in gravidanza, ammalati o persone in difficoltà di essere soccorsi».
Con tale pretesto è facile prevedere che si accoglierà mezza Africa che vuole entrare in Europa e l’Italia sarà in prima linea, visto che rappresenta il più favorevole corridoio di ingresso e soggiorno con il nuovo governo Conte Bis.
Anche in Nigeria si festeggerà l’avvento del nuovo Governo Conte Bis.
Tutto dimostra che la sinistra globalista ha di nuovo preso il sopravvento, nonostante il sentimento contrario di gran parte degli italiani, con l’appoggio di tutti i grandi media, dei poteri finanziari di Bruxelles, della magistratura militante, del Vaticano di Bergoglio, dell’ONU e persino con il gradimento pronunciato da Donald Trump a favore di Conte.
Si deduce che il voto dei cittadini non serve a nulla e piuttosto rappresenta solo una finzione: i poteri che decidono sono ben al di fuori della scena visibile.
Al governo sale nuovamente un Partito, il PD, che è stato sconfitto in tutte le recenti elezioni ma ha il vantaggio di rappresentare quei poteri che decidono, che ne rappresenta i loro interessi, alleandosi e utilizzando il “Partito del nulla”, i 5 Stelle, creati per intercettare la protesta e poi neutralizzarla. Un lavoro ben programmato e perfettamente riuscito.
https://www.controinformazione.info/il-nuovo-governo-conte-bis-si-prepara-ad-aprire-allondata-migratoria/



Commissario Ue Oettinger dà benvenuto a governo italiano “pro-Europa”


MILANO (Reuters) – Il commissario Ue Guenther Oettinger, che fa anche parte dei conservatori guidati da Angela Merkel in Germania, ha accolto con favore la probabile formazione di un nuovo governo “pro-Europa” in Italia, aggiungendo che si tratta di un fatto positivo.

Bruxelles è pronta a fare tutto il possibile per facilitare il lavoro del nuovo governo italiano quando si insedierà, Oettinger ha detto parlando all’emittente radio SWR.
Non fanno neanche finta di nasconderlo, anzi lo rivendicano orgogliosamente, da veri e leali e convinti collaboratori.
L’ambasciatore Giulio Terzi – già Ministro degli Esteri durante il Governo Monti – twitta: “Il governo più a #sinistra della storia d’Italia, senza un programma, con una maggioranza in #Senato appesa agli estremisti di #Leu, ai #Soros boys e ai peones. Una manovra di palazzo che ha partorito un governo “contro”. Necessaria mobilitazione popolare #elezionisubito “
Sarcastico il twitt di Socci: “Conte mentre, con l’orgoglio e la fierezza che lo caratterizzano nei consessi internazionali, difende gli interessi nazionali italiani di fronte all’arroganza della Germania. #PoveraItalia “

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