ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 6 agosto 2019

La resistenza non sembra essere così solida..?

Padre Spadaro come Borrelli: “È tempo di resistenza”

Il direttore della Civiltà Cattolica interviene dopo il tweet di Matteo Salvini che ha ringraziato la Beata Vergine Maria per l'approvazione del decreto sicurezza

                                          Padre Antonio Spadaro
In principio fu il rosario, mostrato dal palco durante i comizi elettorali per testimoniare la propria fede. Fallace come quella di tanti (“vado a messa tre volte all'anno”), ma riferimento della propria azione politica (“non mi pento di avere rivendicato le radici cristiane dell'Italia”). Poi quella frase, pronunciata alla vigilia del voto delle Europee: “Sono sicuro che la Madonna ci porterà la vittoria”. Infine quel ringraziamento alla “Beata Vergine Maria” postato proprio ieri sera, su Twitter, dopo l'approvazione del decreto sicurezza.

Il Decreto Sicurezza, più poteri alle Forze dell’Ordine, più controlli ai confini, più uomini per arrestare mafiosi e camorristi, è Legge. Ringrazio Voi, gli italiani e la Beata Vergine Maria.


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Che Matteo Salvini abbia più volte ostentato la propria religiosità non è un segreto. Così come non è un segreto che in Vaticano la cosa non sia piaciuta affatto. Certo, non è solo questione di rosari e madonne. Sul tema dell'immigrazione la distanza tra la chiesa di Papa Francesco e il vicepremier è abissale. E lo stesso Pontefice, poco più di due mesi fa, davanti alle indiscrezioni che parlavano di un incontro negato, fu costretto a chiarire che il ministro dell'Interno non aveva “chiesto un'udienza, né lui né altri”.
  
Così non stupisce più di tanto che il direttore della Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, uno dei collaboratori più stretti e fidati, del Papa, utilizzi spesso i social per attaccare, anche senza citarlo, il leader della Lega. A maggio, dopo le parole pronunciate il piazza Duomo, scrisse su Facebook: “Rosari e crocifissi sono usati come segni dal valore politico, ma in maniera inversa rispetto al passato: se prima si dava a Dio quel che invece sarebbe stato bene restasse nelle mani di Cesare, adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio”.
  

Oggi è arrivato un altro affondo. “Questo è tempo di #resistenza umana civile e religiosa”, scrive Spadaro in un tweet che è stato fissato in testa al proprio profilo. Parole che ricordano il famoso “resistere, resistere, resistere” di Francesco Saverio Borrelli all'epoca di Mani Pulite e che suonano come una chiamata alle armi. Chissà che effetto avrà. Di certo, per ora, c'è solo quello che il sondaggista Nando Pagnoncelli disse subito dopo le elezioni Europee ad Avvenire: “Se alle politiche il 30,9 per cento di coloro che va a messa la domenica votava Movimento 5 stelle, il 22,4 votava Pd, il 16,2 Forza Italia e il 15,7 la Lega, domenica scorsa è cresciuta l’astensione e il 32,7 per cento – cioè solo un punto e mezzo meno – ha scelto Salvini, il Pd è cresciuto con il 26,9 per cento, il M5s è precipitato al 14,3 e Forza Italia al 9,9. Il 6,1 ha votato la Meloni. La Lega quindi un anno fa era il quarto partito tra i praticanti, mentre oggi è il primo”. La resistenza non sembra essere così solida.
Il flop leghista sulla famiglia
Fontana se ne va e con lui un anno di annunci solenni rimasti sulla carta
Il nuovo ministro delle Politiche europee, Lorenzo Fontana (Foto LaPresse)
Lorenzo Fontana se ne va al ministero (senza portafoglio) delle Politiche europee, e con lui la verve battagliera che aveva caratterizzato il ministero (anche questo senza portafoglio) della Famiglia. Un anno di proclami, di annunci – spesso di misure irrealizzabili, come l’assegno per ogni figlio fino ai 26 anni, bambini un po’ cresciuti insomma – di solenni rassicurazioni che ora la Lega avrebbe cambiato tutto: invertito il declino demografico, premiato le madri con bebè in età d’asilo, favorito il mantenimento delle scuole aperte anche laddove di alunni ne era rimasta una manciata. Il tutto a braccetto con vari movimenti per la famiglia, che con la Lega avevano stretto patti e alleanze che andavano dai progetti di legge da proporre in Parlamento all’organizzazione di congressi mondiali (Verona, marzo di quest’anno).

Ma nel concreto? Quali sono le straordinarie misure che il ministero fortemente voluto dalla Lega anche per rinsaldare l’asse con la variegata realtà cattolica ha prodotto in dodici mesi? Misure concrete, non illustrazione di piani futuribili o di dispositivi i cui frutti si vedranno fra tre-quattro anni. Il piatto langue, nonostante le pur apprezzabili campagne pubblicitarie e la legittima propaganda. Sotto la superficie, però, poco o nulla. Un po’ come con l’altra grande battaglia leghista per ingraziarsi il voto cattolico, la difesa della vita dal concepimento alla sua fine naturale. Il Parlamento è chiamato a fare una legge altrimenti se ne occuperà la Corte costituzionale (particolarità tutta italiana), il tempo sta per scadere. E la posizione del partito di Salvini qual è? Barricate contro la deriva eutanasica? Tutt’altro, visto che – per ammissione di suoi autorevoli esponenti come ad esempio Roberto Turri (commissione Giustizia alla Camera) – sul punto non c’è alcun pregiudizio né preconcetto ideologico. Una bella contraddizione per chi ha messo il rosario quasi nel logo del proprio partito.
10 Luglio 2019

Prudenza, sig. Ministro!



E' estate inoltrata e siamo in agosto. La politica chiude i battenti e gli italiani si accalcano sulle autostrade tra uno sciopero dei casellanti e i "bollini neri", per raggiungere le mète turistiche. Innanzitutto vorrei specificare che non intendo fare la morale fine a se stessa al ministro dell'Interno per il suo comportamento coatto e spiaggiaiolo a Milano Marittima, al ritrovo Papeete, tra long drink con ghiaccio e cubiste sculettanti. Credevo che la consolle fosse un mobile finché non ho visto che invece è il marchingegno che regola la musica a palla nelle discoteche. E Salvini si è improvvisato DJ accanto a  strani "tipi da spiaggia" tatuati e orecchinati.


Non si confondano però le mie note con quelle di Zingaretti il quale è compiaciuto sui gay pride composto da personaggi ignudi ornati di boa con piume di struzzo, con chiappe per aria e battacchi al vento tra lazzi e frizzi osceni, ed è pronto a tacciare di "omofobia" chi mostra disapprovazione per tale fenomeno, ma poi si mette a fare il moralista contro i suoi avversari politici. Morale che dovrebbe riservare ai suoi di Bibbiano e dintorni, che invece intende coprire minacciando querele e sfracelli.
Sono stata elettrice di Salvini per ben due volte: alle politiche e alle europee e pertanto le mie critiche sono all'interno della mia stessa scelta: vedere un Salvini in versione Verdone-Gallo cedrone, accompagnato dall'immancabile giungla intricata di smart con tanto di selfie e da scomposti cori da stadio, confesso che mi ha un po' imbarazzato.


Intanto l'esempio di Berlusconi con le sue serenate con Apicella alla chitarra, lo sfoggio di bandane colorate e di olgettine ad Arcore, le vergini di Casoria e i cagnolini Dudù, dovrebbero fare da deterrente a Salvini e rinsavirlo un po': gli eccessi di gigioneria e di esibizionismo alla lunga stancano. Oggigiorno dopotutto, non c'è niente di più volubile e instabile dell'elettorato il quale oscilla con facilità e persino in modo schizofrenico, dal "servo encomio" al "codardo oltraggio". E di questo uno scafato uomo politico dovrebbe tenere conto. 



 Un politico non è una rockstar anche se nel caso di Salvini, l'empatia e simpatia collettiva potrebbe lasciarlo credere. In ogni caso, le rockstar più famose sono sempre sorvegliate a vista dalle guardie del corpo, dato che i casi di attentati finiti male non mancano nemmeno nello showbiz (vedi il caso Lennon). 
 Reduci come siamo da accoltellatori che hanno inferto 11 colpi di pugnale a un carabiniere mostrarsi a torso nudo in una bolgia spiaggiaiola infernale potrebbe dare addito a fenomeni di emulazione, da parte di qualche malintenzionato. Salvini non è una persona qualunque, ma un ministro della repubblica, pertanto ha il sacrosanto dovere di cautelarsi. Non viviamo nel mondo irenico del "volemose tutti bene".
 Inoltre, come si fa a presenziare al forum delle famiglie a Verona per poi mostrarsi in versione movida balneare con sculettine e coatti dalle bottiglie in mano e l'inno di Mameli  in versione tecno-music? 
Salvini è un padre 48enne (quindi non più giovanissimo): è mai possibile che non metta a frutto queste vacanze per stare serenamente coi suoi figli in qualche bella località riservata e sia sempre in astinenza da "bagno di folla" con sottofondo di musica a palla?

Detto questo, teniamo ben presente però che l'alternativa piddina  (o peggio, tecnica)  magari in giacca e cravatta e rassicuranti grisaglie, riesce non solo ad essere ben peggiore ma soprattutto infinitamente più pericolosa per le nostre libertà e benessere. L'abbiamo provato e lo stiamo tuttora provando anche se hanno perso le elezioni, con l'infernale e infinito caso Bibbiano, con il loro sostegno alle ong e a delinquenti anti-italiani di ogni risma . Ma il punto è un altro.
Saremo destinati ad essere un popolo in apnea con tanto di naso perennemente turato? Ce lo siamo storicamente turati il naso con la DC, poi con Berlusconi, e ora?
Nel paese dei ciechi beato a chi ha un occhio -  si dice.  Ma alla fine verrà il momento che  quell'unico occhio ciclopico  non ci basterà più.


Giorno della Trasfigurazione del Signore

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Salvini in consolle al Papeete Beach, Fusaro: "Una caduta di stile"



Ha suscitato non poche reazioni la presenza in consolle di #MatteoSalvini, durante la festa della Lega Romagna in spiaggia. Al #PapeeteBeach, cuffie alle orecchie, una mano impegnata a reggere il mojito e l'altra sui tasti della consolle, il ministro dell'Interno si è improvvisato deejay. A rimanere indelebile nella mente delle persone però è il momento in cui, in onore del vicepremier leghista, è risuonato ad hoc l'inno di Mameli, mentre le cubiste ballavano. Il fatto è stato commentato durante la diretta di "Lavori in Corso" da #DiegoFusaro, saggista e filosofo.


MORO-SALVINI COME TOGLIATTI-RENZI: IL VERO SIGNIFICATO DEI PARAGONI PATETICI - Diego Fusaro



Sta diventando virale in queste ore una foto di Aldo #Moro, composto, olimpico, intento a passeggiare al mare, contrapposta a quella di Matteo #Salvini ignudo in una spiaggia, intento a trangugiare una bibita zuccherina in un noto locale della movida dell'erasmus generation. La contrapposizione tra i due personaggi, se vera, è giusta, ma nasconde molto più di quanto crediamo. Denota infatti la contrapposizione non tra due politici, ma tra due epoche, quella del capitalismo borghese, incarnata da Moro e quella del turbocapitalismo post-borghese rappresentata da Salvini, la stessa che troviamo tra un Togliatti, dignitoso e serio come Moro, e un Renzi in tenuta da startupper o un Luxuria in tenuta da Gay Pride. Ma quali sono le profonde differenze tra le due epoche? Da una parte il capitalismo borghese, pur tra sfruttamento e alienazione, riusciva ad essere serio. Il turbocapitalismo post-borghese invece ha perso anche questa facoltà. Ciò spiegherebbe le numerose scene assolutamente patetiche a cui la politica ci ha abituato in questi anni. RadioAttività, la pillola del giorno con Diego #Fusaro.





UN LEADER HA TROVATO IL SUO POPOLO


SAPER DISTINGUERE TRA APPARENZA E SOSTANZA 

In risposta a coloro che nei commenti vedono in questi impasticcati e tatuati da discoteca un inizio di un “popolo” che segue il suo leader, che si risceglia (sic) e prende coscienza, dico solo questo: una delle peggiorie più invincibili cialtronerie italiane è credere che la rozzezza sia sincerità, la volgarità naturalezza e l’inveire a parole, un segno di carattere – “avere le palle”. Ora troppi di noi scambiano la grossolanità come un indizio di “sovranismo” e “populismo”, di uno “che non la manda a dire all’Europa”.
In realtà, questo governo sta obbedendo   servilmente ai diltat di BErlino: austerit-à austerità, ancora austerità.   Quello che governa indisturbato è ancoral’establishment italiano dei tre ministri m attarelliani, il quale lavora per offrire alla  Von Der LAyen altri tagli alle spese sociali ed aumento delle imposte , in modo da ridurre il deficit  “sotto  l’1,8% ”  del Pil.  In più, titola il Financial Times,

L’Italia mette in vendita palazzi per ridurre il debito pubblico

L’asta di edifici storici ha lo scopo di raccogliere 1,2 miliardi di euro per le finanze pubbliche estese
eccetera
Il nuovo governo come i vecchi. A parte  Fratelli d’Italia con le cubiste. Al capopopolo che copre la sostazna con l’apparenza tonitruante, tonro a consigliare (non srò ascoltato) la storia di altri capipopoli che hanno fatto delirare le plebi:  da MAsaniello a Benito,  passando per Cola di Rienzo. Specie:  “Il cadavere fu trascinato fino a San Marcello in via Lata, e lì lasciato appeso per due giorni e una notte. Il terzo giorno fu trascinato a Ripetta, presso il Mausoleo di Augusto, e  lì fu bruciato.   Commenta l’Anonimo: «Era grasso. Per la moita grassezza da sé ardeva volentieri», e le ceneri disperse.
Quel popolo che idolatra è lo stesso che poi appende per i piedi.





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