ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 2 agosto 2019

Una Repubblica di buonisti

SOPRAVVIVERE AL "BUONISMO"?


Perché abbiamo disimparato a difenderci: siamo diventati una Repubblica di buonisti fondata sull’illegalità, le forze dell'ordine sono più spaventate dalla prospettiva di un processo che da quella di essere accoltellati a morte 
di Francesco Lamendola  

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Cerciello Rega, il carabiniere ucciso con undici coltellate da un ragazzo americano in vena di sballo, che si era portato dagli Stati Uniti un coltello da guerra con la lama di diciotto centimetri, come ormai è di pubblico dominio non aveva con sé la pistola d’ordinanza. L’aveva lasciata in caserma, nel suo armadietto, chi lo sa il perché: e questo è un mistero che resterà tale fino a quando la gente non capirà in che situazioni versino i tutori dell’ordine. Un po’ meno misterioso è il fatto che il suo collega, che gli era accanto nel corso dell’operazione di fermo e di controllo dei due sospettati, la pistola ce l’aveva, ma non l’ha usata. Dicono i portavoce dell’Arma che la tragedia si è consumata talmente in fretta che Varriale, sotto shock per la fulminea brutalità dell’aggressione, non ha fatto in tempo a estrarla; e che poi, quando il collega si è accasciato a terra, ha dato la priorità al suo soccorso, anziché all’inseguimento dei due ragazzi americani in fuga. Sarà. Tuttavia, per quanto fulminea sia stata l'azione dell’assassino, undici coltellate, non una o due, ma undici, alcune penetrate nel corpo fino all’impugnatura, non si danno in un lampo: ci vuole un certo tempo per farlo. E, shock a parte, è strano che il carabiniere armato non abbia fatto ricorso alla propria arma, neppure per sparare in aria a scopo dissuasivo.


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Chi può essere stato così perfido e così potente, da pervertire il normale istinto di sopravvivenza di un intero popolo, ridurlo al punto che non ha più voglia di difendersi, né di essere difeso, anzi fino al punto da fare il tifo per quelli che lo aggrediscono, che violano i confini, che calpestano le leggi, che fanno a pezzi la civile convivenza? 

E infatti cominciano a filtrare, a mezza bocca, le prima verità: quelle che tutti preferiscono ignorare e che forse non emergeranno pienamente neppure in sede processuale. La prima verità è che i carabinieri, come tutti gli agenti dell’ordine in servizio, sono sconsigliati caldamente dall’usare la pistola, perfino in circostanze drammatiche, come quelle che hanno visto la tragica morte di Cerciello Rega. La seconda è che sono loro stessi a inibirsene l’uso, ben consci dei rischi che corrono se vi fanno ricorso; tanto che non pochi preferiscono non portarla addirittura, come forse ha fatto il povero carabiniere ucciso. Nel quale caso la sua non sarebbe stata una dimenticanza. E quando parliamo di conseguenze, non intendiamo quelle sul piano fisico, ma sul piano giudiziario. In altre parole: un carabiniere che spara, sia pure in servizio, sia pure nel corso di un’operazione rischiosa, sia pure in stato di necessità per la propria difesa, sa che se tira fuori la pistola e preme il grilletto, andrà comunque incontro a una montagna di guai. Sa che se il malvivente venisse colpito, se rimanesse ferito o magari ucciso, dovrebbe rispondere lui, il carabiniere, di reati gravissimi. Sa che verrebbe processato e lasciato solo dallo Stato: quello stesso Stato che lo manda allo sbaraglio contro una criminalità sempre più aggressiva e incattivita, poi lo abbandona nelle aule di giustizia. E il carabiniere dovrà difendersi da solo,  pagarsi un avvocato, e affrontare la prospettiva di dover passare il resto della vita a risarcire i danni subiti dal delinquente, oppure a risarcire i suoi parenti.

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 Lo Stato non proteggere i suoi servitori! L’Italia è diventata una Repubblica di buonisti, fondata sull’illegalità. E chi cerca di far rispettare la legge viene troppo spesso percepito come un guastafeste, un insensibile, un fascista e un razzista!

Lo Stato non proteggere i suoi servitori; non offre loro protezione legale; non si costituisce parte civile (come non si costituisce parte civile la scuola, se un professore viene picchiato da un genitore; anzi, non sporge neanche denuncia): anche se quel servitore stava semplicemente facendo il suo dovere, stava lavorando e rischiando la pelle per assicurare a tutti un po’ di sicurezza sulle strade e nei quartieri. In queste condizioni, molti carabinieri, poliziotti, finanzieri, vigili urbani, preferiscono non estrarre la pistola, anche se ce l’hanno: sono più spaventati dalla prospettiva di un processo a loro carico che da quella di essere accoltellati a morte.E quando vanno in pattuglia, la sera, e girano per i quartieri malfamati, per prima cosa s’informano su chi sia il magistrato in servizio quel giorno: perché sanno già che se si tratta del giudice tal dei tali, notoriamente garantista a senso unico, di sinistra e amico dei migranti, comprensivo verso gli spacciatori, devono stare bene attenti a quel che fanno. Ecco perché non di rado vedono cose che richiederebbero il loro intervento, ma girano la testa dall’altra parte. Hanno le mani legate: la loro non è paura, né menefreghismo, ma è coscienza della situazione impossibile in cui verrebbero a trovarsi se facessero quel che andrebbe fatto. Del resto, in quale altro Stato al mondo una signorina arrogante e viziata che, al comando di una nave, viola le acque territoriali, entra di prepotenza in un porto, disobbedendo alle ingiunzioni della capitaneria, sperona una unità della Guardia di Finanza e mette in pericolo la vita dell’equipaggio, viene rilasciata in ventiquattro ore da un magistrato che le attesta di aver agito bene, nell’interesse superiore della vita dei migranti? La signorina in questione era tedesca. Forse che in Germania la capitaneria di porto avrebbe subito tutto ciò, come è accaduto da noi? Forse che in Germania si sarebbe trovato un giudice disposto a rilasciare un comandante straniero, che avesse agito a quel modo, in  ventiquattro ore, ripulito da ogni macchia, da ogni ombra, anzi aureolato di santità? E forse che i giornalisti tedeschi si sarebbero affrettati a schierarsi con chi viola la legge e a descrivere con toni enfatici e strappalacrime la “disperata” situazione dei migranti clandestini a bordo, laddove erano invece pienamente assistiti sotto tutti gli aspetti e non erano in pericolo di nulla?

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Le forze dell'ordine sono più spaventate dalla prospettiva di un processo che da quella di essere accoltellati a morte? Il clima in cui lavorano le forze dell’ordine, in Italia è un clima assurdo, creato dalla magistratura di sinistra e dai giornalisti, quasi tutti al servizio di testate di sinistra: i Carabinieri e la Polizia non sono messi in grado di fare il loro lavoro; sono costretti a rischiare la vita per nulla!

Del resto, basta vedere il pandemonio che è scoppiato per la foto dell’americano legato alla sedia e imbavagliato. Basta vedere le strilla dei buonisti e dei garantisti, la visita in carcere del parlamentare democratico Scalfarotto, il quale ha voluto sincerarsi delle condizioni in cui è detenuto il poverino. È bastata quella foto per distogliere la commozione e l’interesse di molti dalla vittima al carnefice, il quale miracolosamente è divenuto una vittima, un perseguitato. Questo è il clima in cui lavorano le forze dell’ordine, in Italia. Un clima assurdo, creato dalla magistratura di sinistra e dai giornalisti, quasi tutti al servizio di testate di sinistra. Non sono messi in grado di fare il loro lavoro; sono costretti a rischiare la vita per nulla. Perché arrestare uno spacciatore nigeriano, trovarsi con le mani, le braccia, il volto lacerati dai morsi del delinquente e doversi far mediare all’ospedale, e poi ritrovarsi quello spacciatore a piede libero, per la strada, che ride loro in faccia, è pane quotidiano per i carabinieri e i poliziotti del nostro Paese. C’è sempre un giudice buonista e garantista che prende le parti del delinquente. Siamo arrivati all’assurdo che, nella sentenza di un giudice, uno spacciatore africano è stato rimesso in libertà, fra gli altri motivi, perché non aveva altra fonte di reddito per campare, che quella di spacciare droga. Un altro giudice ha condannato un capotreno che, rimediando qualche schiaffo da parte dell’energumeno di turno, aveva fatto scendere alla prima fermata un viaggiatore africano che viaggiava sprovvisto di biglietto e non voleva pagare la multa: abuso d’ufficio. E poi c’è l’opinione pubblica, imbeccata dai mass-media che fanno il tifo contro lo Stato e sono sempre pronti a schierarsi con i suoi nemici; opinione pubblica formata e modellata, sin dai banchi di scuola, da insegnanti come la professoressa che su Facebook ha così commentato l’assassinio di Cerciello Rega: Uno di meno, e con lo sguardo chiaramente poco intelligente; non ne sentiremo la mancanza.

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Hanno le mani legate? molti carabinieri, poliziotti, finanzieri, vigili urbani, preferiscono non estrarre la pistola, anche se ce l’hanno: sono più spaventati dalla prospettiva di un processo a loro carico che da quella di essere accoltellati a morte. E quando vanno in pattuglia, la sera, e girano per i quartieri malfamati, per prima cosa s’informano su chi sia il magistrato in servizio quel giorno: perché sanno già che se si tratta del giudice tal dei tali, notoriamente garantista a senso unico, di sinistra e amico dei migranti, comprensivo verso gli spacciatori, devono stare bene attenti a quel che fanno. Ecco perché non di rado vedono cose che richiederebbero il loro intervento, ma girano la testa dall’altra parte!

Questa è la situazione: abbiamo una magistratura che parteggia per i delinquenti, meglio se stranieri, e che denigra, censura e condanna i funzionari dello Stato che tentano di applicare la legge e di far rispettare le regole nel caos imperante; una stampa e un insieme di televisioni nettamente schierati sul versante del buonismo, dell’accoglienza indiscriminata, del garantismo spinto fino all’assurdo, e sempre pronti a scagliarsi contro gli abusi e gli eccessi delle forze dell’ordine, salvo poi versare, pro forma, qualche avara lacrima di coccodrillo allorché ci si trova davanti al cadavere dell’ennesimo uomo in divisa; e una classe insegnante che, spesso, sobilla i giovani a vedere nei tutori dell’ordine non delle persone che rischiano la vita per la sicurezza di tutti, ma dei potenziali bruti, dei bulli, dei personaggi equivoci, dai quali  è meglio stare lontani, perché i ragazzi amano la libertà, lo sballo, i rave party, e quelli son sempre lì a rompere le scatole, a limitare questa voglia di libertà, a tirar fuori le manette alla prima occasione. Il risultato di questo fuoco incrociato della magistratura, dei mass-media e della pubblica opinione è che i tutori dell’ordine sono terribilmente soli: sono soli e isolati ancor prima di cadere sul campo del dovere. Sono soli psicologicamente, moralmente, materialmente e giudiziariamente. I magistrati non li difendono volentieri, i giornalisti li spiano per poterli accusare di qualcosa, i professori li insultano, i giovani li aborriscono, e i politici… si affrettano a visitare in carcere quelli che li assassinano, per sincerarsi che godano di tutti i diritti e di tutti i comfort previsti dalla legge. La legge, sempre la legge: che però funziona all’incontrario. Tutela i peggiori e lascia indifesi i buoni. Ne sa qualcosa chi affitta un appartamento a uno straniero e poi non riceve il canone d’affitto per un mese, per sei mesi, per un anno: quale magistrato gli renderà ragione? Quando mai le forze dell’ordine eseguiranno una sentenza di sfratti? Ci sarà sempre un giudice buonista a versare calde lacrime per quei poveri immigrati, per quei bambini innocenti e quelle donne incinte: dove andranno, cosa faranno? No, non li si può sfrattare. E tanto peggio per il cittadino onesto che rispetta le legge, paga le tasse, comprese le tasse su quella casa in affitto, ma che non può né riscuotere quanto gli è dovuto, né rientrare in possesso del suo bene, magari acquistato con tanti sacrifici. L’Italia è diventata la Repubblica dei buonisti, fondata sull’illegalità. E chi cerca di far rispettare la legge viene troppo spesso percepito come un guastafeste, un insensibile, un fascista e un razzista. Così vuole la vulgata del politicamente corretto, e così è agli occhi di tanta gente.

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Chi ci ha "manipolato" all'’auto-disprezzo e "rieducato" all’auto-denigrazione? Ora è tutto molto più chiaro e almeno sappiamo chi è il nemico; e se per caso qualcuno ha ancora voglia di difendersi per sopravvivere, sa da che parte deve guardarsi!

Perché abbiamo disimparato a difenderci?

di Francesco Lamendola

continua su:
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/storia-e-identita/identita-delle-nazioni-sovrane/7797-dobbiamo-difenderci

JACK LONDON CONTRO L’OLIGARCHIA DEI BUONI


Questa frase, degna di figurare come aforisma e motto della classe dominante  che si opprime, lo ha scritto invece Jack London (1876-1916) nel “Tallone di Ferro” (The Iron Heel) il primo dei romanzi fantapolitici e anti-totalitari (è del 1907) apparso nel Novecento, da cui  fu ispirato Jack  Lang per il  suo film Metropolis.

Jack London – che noi conosciamo  quasi  solo per un libro per ragazzi, Zanna Bianca (per me fu indimenticabile Martin Eden)  fu operaio, lavoratore,  cercatore d’oro, marinaio e militante socialista. Adesso il suo romanzo distopico  – precedente a 1984 di Orwell – viene recuperato dall’amico Nicolas Bonnal,  scrittore e grande riscopritore di libri.
“Siamo circondati da sponsor dei  migranti, della teorie del gender  o dell’ecologia”, esordisce  Bonnal: “Queste orribili buone intenzioni sono finanziate da ultra-ricchi divenuti folli.  La mega-speculazione finanzia il nostro inferno di virtù.  Impastato di buona coscienza, l’Occidente è diretto da oligarchi umanitari e  da donne politiche pieni di buona  volontà. Facile prendersela con un Gheddafi; ma come si può resistere  a una gentile umanitaria che fa entrare tre milioni di migranti in Europa? Come osar protestare, a meno di essere un ignobile razzista-suprematista-populista e  inquinatore  che abusa della libertà che gli fu concessa un tempo, con tanto strana incoscienza democratica? E come resistere al desiderio di distruggere via NATO un paese  che non rispetta  i diritti del bambino ridefiniti da Angelina quando  si permette alle coppie omo ricche di adottarne dopo aver finanziato la loro fabbricazione? Come, come?”
“La Fed è stata creata poco più di cent’anni fa. Con il debito senza limiti, le elite scatenano poco dopo la prima guerra mondiale; alla fine di questa guerra hanno voluto creare un  nuovo ordine  mondiale secondo  i progetti di Woodrow Wilson e Mandel House (https://en.wikipedia.org/wiki/Edward_M._House ).  A  quel tempo, anche Rathenau parlava dei 300  che dirigono il mondo;  di questa oligarchia anonima e vagabonda durono denunciatori spiriti tanto brillanti quanto diversi come Chesterton (L’Uomo che fu giovedì) e  Jack London.
“E’ nel Tallone di Ferro che Jack London descrive questa terribile oligarchia che malmena il popolo proletario americano, allora regolarmente rimpiazzato, al momento degli scioperi,  dall’arrivo di migranti dal  Sud europeo. Già Marx aveva denunciato l’immigrazione come trappola sociale. Al tempo di Jack London, Madison Grant pronostica nel suo Passing of a great  race la fine del popolo americano (egli ricorda che l’immigrazione di massa fa  abbassare la natalità dei residenti). Edward Allsworth Ross, il più grande sociologo dell’epoca, afferma la stessa cosa nel suoChanging World,  mai tradotto. A poco a poco sarà vietato  –  fino a Trump o quasi (…]  evocare  il tema dell’immigrazione, sotto pena d’imputazione di fascista, nazista, xenofobo eccetera.
Nel Tallone di Ferro, l’Io narrante  è un resistente che lotta contro il Sistema.
Gli Oligarchi erano riusciti a inventare una macchina governativa tanto complessa quanto vasta,  che  però funzionava nonostante tutti i nostri sforzi  per impedirla e sabotarla”.
London mostra come siamo comprati o abbrutiti dalle elites.  Indica quelli comprati (les bobo, i  radical chic)  dal lusso standard )  e   quelli che  vengon  lasciati  crepare, i prolet.
I primi “avevano cibo migliore, meno ore di lavoro, più vacanze, una scelta più varia di piacerei e distrazioni. Quanto ai loro  fratelli con meno mezzi, i lavoratori non favoriti, il popolo sovraffaticato dell’Abisso,  non potevano infischiarsene di meno.  Un’era di egoismo si annunziava nell’umanità”.
E subito ci appaiono davanti  i “bobo”  nostrani : la Cirinnà  ricchissima,  con tenute e cavalli, che è “di sinistra “ e deride i poveri onesti; la schiera dei ricchi di Stato, “progressisti”; giornalisti  Rai da 7 mila euro al mese  che accusano (li ho sentiti con le mie orecchie)  i  votanti   i  “populisti” di essere vecchi, ignoranti,  analfabeti, e quindi incapaci di approfittare delle gioie che offre questo sistema globale, per esempio i viaggi in  aereo a 50 euro per le vacanze, al prezzo “di una spesa al supermercato” –   o  gli speranzosi della “Erasmus generation” che sono contenti di “poter andare a Parigi” senza il passaporto …. e tutti se ne infischiano 250 mila giovani  laureati  l’anno che espatriano per trovar lavoro perché quelli qualificati li occupano tutti loro, non “vedono” le centinaia di giovani donne  violentate dai “richiedenti asilo” tanto amati  da Bergoglio e Boldrini,  i ferrovieri    minacciati e pestati dai negri sui treni dei pendolari (i fortunati che ancora hanno un lavoro non precario)…..
Jack London:
“L’Oligarchia stessa si sviluppò in modo notevole e, bisogna ammetterlo, inatteso. In quanto classe, si disciplinò.  Ciascuno dei suoi membri ebbe il suo compito assegnato e fu  tenuto ad adempierlo.. Non ci furono più giovani ricchi e oziosi”
Qui l’autore addita uno dei fattori decisivi  del  potere oligarchico e dei suoi favoriti: il conformismo di ferro con  cui costoro  (credendosi anticonformisti, liberati dai “tabù”) aderiscono a tutta la dogmatica del politicamente corretto.
Non ci furono più giovani ricchi e  oziosi. La loro forza era impiegata per consolidare quella dell’Oligarchia”

Ricca, intelligente e più umana di tutti voi” (Da L’Inkiesta)

Non vi viene in mente la Carola Rakete, ricca di famiglia e desiderosa di “fare del bene” scaricando migliaia di negri sull’Italia,  allo scopo di mostrare quanto siano spregevoli ed egoisti gli italiani? O la  Greta la profetessa  del clima, che andrà in Usa non già su un aereo (inquinante) ma sullo yacht da regata a carbonio zero  “Edmund De Rotschild”, ribattezzato “Malizia II ”  pilotato” da Pierre Casiraghi nipote del principe Ranieri di Monaco? 
(Velisti  contro il CO2)
In realtà, decine di giovani i ricchi globali non sono più oziosi:  Master a Berkeley, MBA ad Harvard, e poi  a fare gli umanitari  a bordo della Sea Watch,  in Africa con  Human Right Watch,  o in una delle opere della Fondazione “Bill and Melissa Gates” (Microsoft) per “la lotta alle malattie infettive” e “ridurre le diseguaglianze”?
Perché; nota Jack London,
“Si credevano  i salvatori del genere umano, e consideravano se stessi come  eroici operatori che si sacrificavano   per il  maggior  bene dell’umanità”.
JACìProprio il programma della Gates Foundation.
Questa  Oligarchia è  divorata da
l’amore del bene, il desiderio del bene, lo scontento di ciò che non è bene
Erano convinti che la loro classe era l’unico sostegno della civiltà, e persuasi che, se solo si piegavano un istante, il mostro li inghiottirebbe nella sua pancia cavernosa e viscida con tutto ciò che ha di bellezza e di bontà,  di gioie e di meraviglie al mondo. Senza loro, l’umanità ricadrebbe  nella notte primordiale da cui con tanta fatica è emersa”.
La notte del sovranismo primitivo, la barbarie del populismo,  la volgarità  delle frontiere, l’orrore della de-globalizzazione e dell’euroscetticismo…basta ricordare le piaghe  bibliche che ci vengono promesse  dai loro media se  osiamo uscire dall’euro. Basta ricordare il disprezzo, il vero e proprio odio, che Macron e la Merkel,  e El Papa, tributano al governo italiano perché “Non accoglie gli immigrati”;   l’odio che esprimono senza remore i Moscovici e le Von del Leyen , i loro media e i loro magistrati oligarchici sovrannazionali, per i bassi”populisti”  che non condividono la loro generosa carità e benevolenza.
Jack London: “Questa era la bestia che bisognava calpestare, e schiacciarla costituiva il supremo dovere dell’aristocrazia. Solo loro,coi loro sforzi e sacrifici incessanti, si ergevano tra  la debole umanità e  il mostro divorante. Lo credevano fermamente, ne erano sicuri”.
Soros, Bergoglio, Obama  Nobel per la Pace coi suoi omicidi mirati,  l’intervento umanitario armato in Siria e Libia, in Irak   l’espansione della democrazia come la Nuland  in Ucraina…Se non ci fossero loro a  imporre il bene, la debole umanità si metterebbe nelle mani dell’illiberalismo, del populismo, la chiusura delle frontiere, l’omofobia,  cederebbe al  CO2.  Per questo devono essere spietati, come verso la Grecia. O come la polizia di Macron che acceca e mutila i Gilet Gialli.  La bestia da calpestare.

Erano sovranisti, volgari, poveri. Macron li ha educati con la democrazia .

“La  grande forza motrice degli oligarchi è  la loro convinzione di fare il bene”, dice appunto lo scrittore.
Al disotto, c’è quello che Jack London chiamò “Il popolo dell’abisso” scrivendo, nel 1902, della  tragica situazione delle classi indigenti in Gran Bretagna, paradiso  del libero mercato estremo.
“La classe operaia inglese è  letteralmente annegata nelle rivendite di birra. Ciò la rende stupida,l’abbrutisce, diminuisce la sua efficacia  – l’operaio inglese non ha più lo spirito di lotta, l’immaginazione e i riflessi reattivi che erano propri della loro razza”.
Abbrutimento deliberato  e condizionamento operante da oltre un secolo: ai tempi  di Dickens per gli indigenti e “classi pericolose”  alcoliste era in libera vendita, in pasticche, l’oppio cinese.

“Dall’altra parte, la  grande  massa disperata del popolo dell’Abisso  affondava in un abbrutimento apatico e soddisfatto della sua miseria”.

Lancinante. Noi possiamo oggi additare abbrutiti da discoteca e da sballo,  la movida alcolica  e cocainomane della gioventù che ha lavoretti part time e servili,   la gioventù che non studia né lavora,  la generazione perduta  senza  futuro né coscienza politica del suo stato di sfruttamento, senza soldi che però sia accalca in 350 mila ai  concerti di Vasco Rossi, Jovanotti o Sfera Ebbasta.

Jack London: “C’è anche questa insicurezza di felicità, questa precarietà dell’esistenza e  questa paura dell’avvenire – eco i fattori potenti che inducono la gente a bere”.  

Perfettamente identificata la causa: “il nuovo stile di vita che sarà anche il nostro”, l’incertezza del lavoro,  la precarietà permanente  imposta attraverso la globalizzazione alle “classi subalterne”  per castrarne la coscienza dei propri diritti e della propria dignità.
Questa oligarchia, questa  immonda dittatura dei Buoni, non è una vera aristocrazia, dice London: la nobiltà era quella
“nei tempi antichi,  dei grandi cavalieri biondi, che si avventavano all’avanguardia delle battaglie, e mostravano la loro misura almeno spaccando  un uomo  dalla testa  alla spina. A  conti fatti, ci voleva più nobiltà ad uccidere un solido nemico con un colpo di spada ben assestato, che a ridurlo allo stato di bestia, lui e i suoi discendenti, attraverso l’abile e implacabile gestione dei meccanismi dell’industria [finanziaria]  e della politica”.
Grazie Nicolas Bonnal per questa  riscoperta e  questa meditazione. L’originale del suo articolo è qui:




IL PARTITO DELLO STRANIERO


di Italo Cipriani 
Sulla visita fatta in carcere ai due americani imputati dell’uccisione del carabiniere Mario Cerciello Rega svolta da Ivan Scalfarotto, deputato dem, credo ci sia poco da aggiungere ma è il caso Gozi che indica la vera natura del Pd, una organizzazione senza storia né patria, a tutti gli effetti un “partito dello straniero”.
Ma una cosa è essere eletto nella lista di un’altra nazione per un incarico rappresentativo come quello di parlamentare, ben altra entrare nel governo di un paese straniero. Se Macron ha compiuto quel gesto è quindi per lanciare un segnale di minaccia all’Italia. La stessa logica che ha portato David Sassoli alla elezione a Presidente del Parlamento europeo.
La natura del Pd. Non occorreva il caso Gozi per rendersi conto che il Nazareno è il vero autentico partito dello straniero. Un partito senza storia, perché fondendo a freddo post comunisti e democristiani di sinistra, ha reso obbligatorio cancellare il passato, dopo patetici tentativi di costruire una genealogia che tenesse assieme Togliatti e De Gasperi. Un partito senza patria perché affidatosi anima e corpo alla Ue e, quando alla Casa bianca c’era Obama, agli Stati Uniti: i provvedimenti dei governi del Pd si potrebbero dividere in quelli pro Usa, pro Francia, pro Germania.
Mentre fino al 2017 nel Pd, un assemblaggio di corporazioni e di pezzi di establishment più che un vero partito, erano visibili una corrente americana, una tedesca, una francese (ma ve n’è pure una pro Iran!) con la vittoria di Macron il Nazareno si è trasformato di fatto in un’appendice di Parigi, come si è visto negli innumerevoli favori del governo Gentiloni, anche in politica estera alla Francia e nella condotta del Pd da quando è all’opposizione.
Essere francesi, per carità, non disdegna l’amore verso la Germania, quando occorre, come si è visto con la salita a bordo dei parlamentari Pd sulla Sea Watch 3 capitanata da Carola. Per il Pd però è soprattutto “Parigi o cara”, è lì, come una volta era per il Pci da cui molti di loro vengono, la nuova Mosca. Gli elettori in buona fede (tanti) del Pd lo sappiano. E facciano due conti, se essere rappresentati da parlamentari italiani o da quelli che, come i loro antenati satireggiati da Vittorio Alfieri nel poema Misogallo, si mettono il berretto frigio e piantano gli alberi della Libertà per servire i napoleoncini di turno.

Macron con la Torre Eiffel

Segno di ostilità. A mia memoria non ricordo casi di ministri o sottosegretario che, poco tempo dopo aver servito il loro paese, entravano, sia pure in un ruoli subalterni, in quello di altri: ma può essere accaduto nei paesi comunisti del Patto di Varsavia, dove vigeva l’”internazionalismo proletario”, manovrato da Mosca ovvio.
Se la cosa non è mai accaduta è perché nel perimetro della nazione che si esercita la Politica in una democrazia: la rappresentanza, se vogliamo la sovranità popolare, è prima di tutto sovranità nazionale. I fautori degli Stati Uniti d’Europa – tra cui Gozi – possono dire quello che vogliono ma ad oggi sono rarissimi persino i casi di parlamentari stranieri eletti nelle liste delle Europee, figuriamoci ministri che si spostano da un paese all’altro.
Fonte: Italo Cipriani


MILANO PIRLA





(Vota PD.  O è mancanza di jodio?)

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