“Un processo sinodale”, ha poi spiegato, “che mira a inventare una nuova Chiesa è un cammino di distruzione”, ha detto il vescovo Voderholzer parlando al monastero austriaco di Heiligenkreuz l’11 maggio. “Divide i cristiani, fa a pezzi la Chiesa e infine danneggia anche la nostra società ed è un peso anche per le comunità protestanti”.
Un articolo di Maike Hickson pubblicato su LifeSitenews, nella mia traduzione.
Il cardinale Rainer Woelki, arcivescovo di Colonia, descrive in una nuova intervista la sua recente visita negli Stati Uniti, le sue impressioni e le sue numerose conversazioni con i cattolici durante il suo viaggio. Parlando al giornale diocesano locale, Kirchenzeitung Köln, Woelki dice che si sente “incoraggiato” dalla sua visita negli Stati Uniti, ma che anche molte persone hanno mostrato la loro preoccupazione per gli sviluppi in Germania.

“Ovunque mi sono trovato di fronte alla preoccupazione per gli attuali sviluppi in Germania”, spiega. “In molti incontri, la preoccupazione era palpabile [per il timore] che il cammino sinodale ci conduca su un sentiero separato [“Sonderweg”] tedesco, che, nel peggiore dei casi, metta persino a rischio la comunione con la Chiesa universale, per diventare una chiesa nazionale tedesca”. “Nessuno può volerlo – aggiunge Woelki – e quindi dovremmo prendere sul serio questo avvertimento”.
Molti di quelli con cui ha parlato negli Stati Uniti “scuotevano la testa”, vedendo “che noi in Germania sembriamo pronti a cambiare volontariamente il deposito della Fede come ci è stato affidato, visto che lo esigiamo a gran voce”, ha affermato il prelato tedesco. 
Gli interlocutori del cardinale Woelki negli Stati Uniti hanno parlato “apertamente” della “paura che così facendo, si possa arrivare a uno scisma all’interno della Chiesa universale o addirittura a uno scisma all’interno della Chiesa in Germania”.
Mentre il cardinale Woelki è consapevole che ci sono sfide anche negli Stati Uniti, ha notato che “lì si danno risposte basate sulla Fede della Chiesa universale, e non sotto forma di un percorso unilaterale o di una sopravvalutazione teologica delle proprie capacità”.
Alla domanda su cosa significano per lui questi commenti venuti dai suoi interlocutori statunitensi, il cardinale Woelki ha affermato che “mi sento rafforzato nel mio atteggiamento. Credo che il cammino che si sta prendendo in Germania comporta grandi pericoli – soprattutto alla luce di uno scisma all’interno della Chiesa in Germania”. Qui, il prelato ha fatto riferimento a una recente lettera scritta da Papa Francesco che si rivolge ai cattolici tedeschi e nella quale il Papa invita i tedeschi a preservare il senso della fede della Chiesa.
Il cardinale Woelki ha descritto nella sua intervista come sia stato impressionato dai cattolici negli Stati Uniti e come avvenga una “nuova evangelizzazione”. Ha notato durante il suo viaggio a Boston, Washington, D.C. e New York City “quanto sia naturale vivere come cristiano e cattolico. Ad essere cattolico non c’è nulla di cui vergognarsi. Al contrario, per molte persone che ho incontrato è una vera gioia vivere il loro essere cattolici con una naturale normalità”. Ha detto Woelki.
Inoltre, il cardinale tedesco nota come le fiorenti parrocchie e gli ordini religiosi da lui visitati abbiano una “profonda vita sacramentale”. 
“L’adorazione eucaristica, la Messa domenicale e le Sante Messe durante la settimana sono elementi essenziali nelle parrocchie, nelle scuole e nelle università. Parte di essa è anche l’accesso al sacramento della Penitenza”, ha spiegato Woelki. Il “rito sacramentale è posto al centro della cura pastorale”. Una tale vita spirituale incentrata su Cristo stesso, ha poi aggiunto Woelki, “porta ad un atteggiamento che ci incoraggia anche ad essere controcorrente”.
Il cardinale Woelki, che ha visitato in diversi luoghi le Suore dei poveri, le Suore della Vita e i Francescani del Rinnovamento, ha notato che queste comunità religiose sono “comunità giovani e dinamiche” con una “vita legata all’Eucaristia”.
“Sono tornato a casa incoraggiato e ho sentito concretamente cosa significhi appartenere alla Chiesa Cattolica Universale”, conclude Woelki. “Avere questo legame che supera tutti i confini nazionali è molto prezioso, soprattutto per noi tedeschi. Dovremmo resistere”.
Il cardinale Woelki è uno dei pochi vescovi tedeschi che hanno espresso pubblicamente la loro resistenza ai progetti della Conferenza episcopale tedesca di un “percorso sinodale” che mette in discussione l’insegnamento della Chiesa sul celibato, la sessualità e il ruolo delle donne nei ministeri della Chiesa. Nel marzo 2019, ha affermato che i predicatori tedeschi hanno “fallito” visto che i laici chiedono ora un cambiamento dell’insegnamento della Chiesa sulla sessualità. Ha poi sfidato i suoi colleghi cattolici, dicendo: “Per dirla in maniera puntuta l’alternativa che ci troviamo di fronte è: o la de-secolarizzazione della Chiesa o la scristianizzazione del mondo, almeno in quella parte del mondo in cui viviamo noi tedeschi”.
Inoltre, il vescovo Rudolf Voderholzer, di Ratisbona, ha anche reso pubblica la sua opposizione ai piani tedeschi di riforma che potrebbero includere una imminente benedizione della Chiesa per le coppie omosessuali, una nuova forma di diaconato femminile, nonché un allargamento dellintercomunione. Voderholzer ha detto nel maggio 2019 che questo “cammino sinodale” in Germania potrebbe benissimo rivelarsi un “cammino di distruzione”. 
“Un processo sinodale”, ha poi spiegato, “che mira ainventare una nuova Chiesa è un cammino di distruzione“, ha detto il vescovo Voderholzer parlando al monastero austriaco di Heiligenkreuz l’11 maggio. “Divide i cristiani, fa a pezzi la Chiesa e infine danneggia anche la nostra società ed è un peso anche per le comunità protestanti”.
By Sabino Paciolla

IL 5 OTTOBRE, VICINO A SAN PIETRO, UNA PREGHIERA PUBBLICA PER LA CHIESA CHE VIVE LA PASSIONE.


Cari amici e nemici di Stilum Curiae, abbiamo ricevuto questa lettera che ben volentieri pubblichiamo. E naturalmente invitiamo chi può a essere presente e a partecipare. I dettagli dell’iniziativa sono in diverse lingue. 

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“Gentile Tosatti,
il 5 ottobre, ad ore 14.30, in largo Giovanni XIII si svolgerà una preghiera pubblica per la Chiesa. E’ un gesto forte che risponde ad un sentire ormai comune: la chiesa sta vivendo la sua Passione.
Una Passione protratta, che non data dal 2013, ma da ben prima, come dichiarato più volte dallo stesso Benedetto XVI. Anche gli ultimi suoi due anni di pontificato sono stati, per i credenti, di intensa sofferenza, essendo a tutti evidenti gli ostacoli posti sul suo cammino da nemici dichiarati o nascosti.
Eppure Benedetto fungeva in qualche modo da diga (forse lo fa, in qualche maniera, ancora oggi): dopo le sue dimissioni, però, è arrivato il diluvio.
Oggi questo è sotto gli occhi di tutti, ma c’è voluto tempo per prenderne coscienza. L’anno scorso, ad aprile, decisi di recarmi al convegno “Chiesa cattolica, dove vai?” in onore del cardinal Carlo Caffarra, a Roma: del mio gruppo di preghiera mi seguirono in pochi. Eppure, il successo di quell’evento mi convinse che qualcosa stava mettendosi in moto.
Quando invece ho annunciato, sempre al mio gruppo di preghiera, questo incontro del 5 ottobre, all’incirca con le stesse parole di chi me ne aveva parlato per primo (“E’ venuto il tempo di una preghiera pubblica, fatta con spirito soprannaturale, perchè la Chiesa è di Dio e non degli uomini…”), la risposta è stata corale: “Noi ci saremo!”.
Non serve dire altro: con il tempo è davvero maturata nel cuore di tanti l’esigenza di un gesto umanamente e religiosamente più forte, più incisivo del “solito” convegno. Lo faremo, sapendo che il Signore ha “bisogno” di noi, di tutti, per salvare la sua barca. Invito anche i suoi lettori a mobilitarsi: daremo a tutti i credenti un segno di speranza! Pregando la Madonna per la nostra amata Chiesa.
Grazie per la sua ospitalità
Padre Giuseppe”.

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Il 5 ottobre a Roma;

On 5th October at Rome;

El 5 de Octubre en Roma!

Largo Giovanni XXIII, ore 14.30

Ti Invito a mettere “mi piace” o “segui” sulla pagina Facebook per rimanere aggiornati sull’evento.

Marco Tosatti