ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 27 settembre 2019

Saturno in testa?

Fino a quando?

    https://www.corrispondenzaromana.it/wp-content/uploads/2019/09/Papa-Francesco-e-il-Sinodo-Amazzonia.jpg(immagine aggiunta)
Cari amici di Duc in altum, così come le vie del Signore anche le possibilità di restare sconcertati da papa Francesco sono infinite.

Il padre Antonio Spadaro pubblica oggi sulla Civiltà cattolica  la conversazione che Francesco ha avuto il 5 e l’8 settembre scorso con i gesuiti del Mozambico e del Madagascar in occasione del suo viaggio apostolico in Africa. Il resoconto si intitola La sovranità del popolo di Dio e vi possiamo leggere le risposte che il papa ha dato ai suoi confratelli durante l’incontro.
Ma perché parlo di sconcerto? Perché a un certo punto, rispondendo alla domanda del padre Bendito Ngozo, che lo interpella sul problema delle sette protestanti e del proselitismo, il papa racconta: «Oggi ho sentito una certa amarezza quando ho concluso l’incontro con i giovani. Una signora mi ha avvicinato con un giovane e una giovane. Mi è stato detto che facevano parte di un movimento un po’ fondamentalista. Lei mi ha detto in perfetto spagnolo: “Santità, vengo dal Sud Africa. Questo ragazzo era indù e si è convertito al cattolicesimo. Questa ragazza era anglicana e si è convertita al cattolicesimo”. Ma me lo ha detto in maniera trionfale, come se avesse fatto una battuta di caccia con il trofeo. Mi sono sentito a disagio e le ho detto: “Signora, evangelizzazione sì, proselitismo no”».
Ho letto e riletto, ma c’è scritto proprio così. Capite? Anziché abbracciare i due convertiti, fare festa con loro e benedirli, il papa li ha praticamente sgridati, ed ha rimproverato la signora per averli aiutati a diventare cattolici!
Nella sua risposta il papa introduce la solita distinzione tra evangelizzazione e proselitismo, un discorso che ha fatto molte volte. Ma, al di là di questa distinzione (sulla quale si può discutere), come può avere un atteggiamento simile nei confronti di chi è arrivato alla fede cattolica provenendo da un’altra esperienza religiosa? La signora di cui parla si sarà anche pronunciata “in maniera trionfale”, ma come biasimarla? Se ti trovi davanti al papa, e hai la possibilità di presentargli due giovani convertiti al cattolicesimo, un certo cedimento alla soddisfazione può essere più che comprensibile. E invece il papa (dico: il papa, il capo visibile della Chiesa cattolica) se la prende a male.
Ma nel dialogo con i confratelli gesuiti c’è un altro punto che lascia più che perplessi. Si trova là dove il papa, tuonando contro il clericalismo (e anche questa non è una novità) dice: «Il clericalismo ha come diretta conseguenza la rigidità. Non avete mai visto giovani sacerdoti tutti rigidi in tonaca nera e cappello a forma del pianeta Saturno in testa? Ecco, dietro a tutto il rigido clericalismo ci sono seri problemi. Ho dovuto intervenire di recente in tre diocesi per problemi che poi si esprimevano in queste forme di rigidità che nascondevano squilibri e problemi morali. Una delle dimensioni del clericalismo è la fissazione morale esclusiva sul sesto comandamento. Una volta un gesuita, un grande gesuita, mi disse di stare attento nel dare l’assoluzione, perché i peccati più gravi sono quelli che hanno una maggiore “angelicità”: orgoglio, arroganza, dominio… E i meno gravi sono quelli che hanno minore angelicità, quali la gola e la lussuria. Ci si concentra sul sesso e poi non si dà peso all’ingiustizia sociale, alla calunnia, ai pettegolezzi, alle menzogne. La Chiesa oggi ha bisogno di una profonda conversione su questo punto. D’altra parte, i grandi pastori danno alla gente molta libertà. Il buon pastore sa condurre il suo gregge senza asservirlo a regole che lo mortificano. Il clericalismo invece porta all’ipocrisia. Anche nella vita religiosa».
Non voglio entrare nella questione riguardante quali peccati siano più gravi, se quelli legati alla sfera sessuale o quelli sociali, perché mi sembra un discorso che non porta da nessuna parte. Mi concentro invece sul parallelo che il papa fa tra il “clericale”, inteso come arrampicatore e persona moralmente corrotta, e il “rigido”, esemplificato dalla figura del giovane prete in tonaca nera. E dico che qui siamo a un livello di insinuazione e di maldicenza del tutto inaccettabile. In base a che cosa il papa sostiene che il giovane sacerdote che si veste da prete, con tonaca e cappello, è un “rigido” e come tale un clericale e una persona moralmente corrotta? Com’è possibile che un papa si esprima in questo modo nei confronti di chi ha a cuore la propria identità di sacerdote? Discorsi come questi, difficilmente digeribili perfino se fatti al bar, non sono tollerabili. Mettiamoci nei panni (è il caso di dirlo) di un prete che per amore della propria identità si veste abitualmente da prete, con tonaca e cappello. Il papa in pratica lo addita come perverso e ipocrita, come persona dalla quale stare alla larga. Ma come si permette?
E che dire del concetto secondo cui «i grandi pastori danno alla gente molta libertà»? Che significa? Libertà in che senso? Su che cosa si basa tale affermazione? Dove vuole arrivare? Perché i cattolici, che hanno il diritto di capire bene che cosa intende il supremo pastore in materia di fede e dottrina, devono essere ormai nutriti in questo modo, da un papa che appare ostile a tutto ciò che è cattolico e produce ambiguità, maldicenze, insulti e allusioni cattive e ingiustificate?
Per carità di patria, anzi di Chiesa, non mi occupo di altri punti del dialogo del papa con i gesuiti. Mi chiedo soltanto: fino a quando dovremo sopportare questa svalutazione, questo immiserimento, questa sconcertante opera di progressivo degrado della figura papale e della sua autorità?
Aldo Maria Valli

Con Bergoglio ciò che è Bene diventa male e ciò che è Male diventa bene.



Dopo la stravagante uscita, di Papa Francesco, contro gli “aggettivi” per definire chi è e come deve essere un Cristiano, un Martire, la stessa Dottrina, o come non lo possa essere, vedi qui,  veniamo ora deliziati  dalle solite “interviste-confessioni” private (o lectio, sic!),  che egli solita elargire (troppo) abbondantemente e senza più alcun freno inibitore e remora, senza più prudenza, ai suoi “Compagni” Gesuiti nei vari viaggi apostolici come l’ultimo nel Madagascar.
Ovviamente non è un caso che queste “lectio-interviste” NON sono inserite nel magistero pontificio, di questo bisogna tenerne conto perché non costituiscono il magistero “papale” e perciò non sono vincolanti per nessuno. Ma c’è un problema grave: queste risposte a braccio vengono prese in seria considerazione e perciò non diventano solo materiale “vincolante” per i Gesuiti, ma diventa materiale di imposizione strategica… Cioè… VIENE IMPOSTO COME INSEGNAMENTO e i gesuiti, o chi da esso viene raggiunto, deve farlo proprio…
Quando vi diciamo che per capire questo pontificato e quanto sta accadendo è fondamentale studiare il gesuitismo “rifondato” da Petro Arrupe, vedi qui, non dovete prendervela con noi o accusarci di complottismo. Sempre in questa intervista (vedi qui testo ufficiale ed integrale) è proprio Bergoglio a dire quello che diciamo noi da anni. Alla domanda sulla sua formazione del passato, ecco come ha risposto:
  • «Era un noviziato classico, come si faceva una volta: tutto era regolato. Ringraziate che la Compagnia ha avuto come Generale il p. Pedro Arrupe, che ha messo mano alla formazione!».
La risposta non va presa sottogamba…. termini quali “noviziato classico, regolato…“, infatti, sottolineano i lineamenti fondamentali non solo in materia di disciplina morale e personale ma, soprattutto TEOLOGICA E DOTTRINALE…. nei seminari c’era il “Giuramento antimodernista“, vedi qui, e in tutti i seminari nella Chiesa bisognava attenersi scrupolosamente alla teologia TOMISTA… studiare san Tommaso d’Aquino (certamente anche altri autori) quale fondamento per la teologia e tutto era regolato, appunto, con Norme severe (ma neppure tanto a quanto pare) perché non avesse a risentirne la dottrina e la stessa teologia. La famosa XXXII Congregazione dei Gesuiti guidati da Pedro Arrupe (Bergoglio era all’epoca giovane e neo sacerdote) fu una sorta di Vaso di Pandora… Arrupe non mise mano solo alla formazione… ma su tutta la teologia scalzando l’Aquinate e sostituendolo, molto furbescamente, con la teologia del loro confratello Karl Rahner, con un pizzico di panteismo, cristianesimo cosmico di Teilhard de Chardin… e con alcune dosi della “nuova chiesa” di de Lubac con la sua “nouvelle theoligie”… La torta avvelenata, impastata durante anche il periodo del concilio, era pronta e servita… la nuova “formazione” arrupiana varcava i confini della neo-compagnia per entrare in tutti i seminari diocesani, comprese le grandi Università pontificie. Cliccate qui per saperne di più: Gesuiti: sono forse loro la “chiesa nella Chiesa” vista in molte profezie?
Che Paolo VI fosse contento di quanto stesse combinando Pedro Arrupe è una INVENZIONE di Bergoglio ed è una grave deformazione e menzogna dei Gesuiti di oggi, forse non tutti, ma di quelli che sono oggi al potere e guidano la chiesa con Bergoglio, sì! Mentono sapendo di mentire oppure, a dargliela buona, potrebbe trattarsi di quel che dice San Paolo: che a causa della loro superbia, il Signore, ha posto in loro un velo, uno spirito di inganno, perché non vedano la verità e credano nell’errore.. (cfr.2Tess.2,1-12).
Scusate questa premessa, ma è fondamentale per capire quanto segue. Non stiamo qui a fare “cronache” tanto per passare il tempo, calunniare, o alimentare qualche tifoseria pro o contro qualcuno, siamo qui per ragionare e siamo pronti ad accogliere qualche smentita, naturalmente correlata di prove.
Bene, detto ciò, come al solito, gli “Strilloni” mediatici non hanno perso tempo a seguito della lunga intervista pubblicata da Civiltà Cattolica… e questa volta non hanno tutti i torti, i contenuti delle parole di Bergoglio sono davvero macigni che gravano pesantemente su tutta la Dottrina Cattolica. Se come un Vescovo ha affermato (e non ci sono smentite, al contrario ci sono conferme) che se il Sinodo per l’Amazzonia andrà in porto “la Chiesa non sarà più come prima…“, ci troviamo allora al grande finale del progetto MODERNISTA contro la Chiesa Cattolica del quale, il neo-gesuitismo, ha la sua parte centrale e fondamentale.
Ecco una delle sequenze delle parole di Bergoglio che hanno fatto persino scrivere a Vladimir (in arte Luxuria) sul suo social: “Sono stata assolta!” con tanto di faccina che ride, a ridosso della foto del papa….
  • Il clericalismo ha come diretta conseguenza la rigidità. Non avete mai visto giovani sacerdoti tutti rigidi in tonaca nera e cappello a forma del pianeta Saturno in testa? Ecco, dietro a tutto il rigido clericalismo ci sono seri problemi. Ho dovuto intervenire di recente in tre diocesi per problemi che poi si esprimevano in queste forme di rigidità che nascondevano squilibri e problemi morali.
  • Una delle dimensioni del clericalismo è la fissazione morale esclusiva sul sesto comandamento. Una volta un gesuita, un grande gesuita, mi disse di stare attento nel dare l’assoluzione, perché i peccati più gravi sono quelli che hanno una maggiore «angelicità»: orgoglio, arroganza, dominio… E i meno gravi sono quelli che hanno minore angelicità, quali la gola e la lussuria. Ci si concentra sul sesso e poi non si dà peso all’ingiustizia sociale, alla calunnia, ai pettegolezzi, alle menzogne. La Chiesa oggi ha bisogno di una profonda conversione su questo punto.
  • D’altra parte, i grandi pastori danno alla gente molta libertà. Il buon pastore sa condurre il suo gregge senza asservirlo a regole che lo mortificano.
Notare bene che Bergoglio inserisce il discorso per L’ACCUSA DI CLERICALISMO… facendo passare il “Buon Pastore” come colui che non discute e non condanna il peccato… Possiamo rispondere in questo modo: l’errore di tutto sta nel contrapporre due o più mali, più peccati, quasi l’uno fosse UN BENE e l’altro, un tipo solo, il male. In verità è MALE sia il peccato della carne, della sessualità fine a se stessa trasformata in sesso, quanto il frodare il povero, essere arroganti, la calunnia (Ottavo Comandamento), e così via.
Il famoso caso dell’incestuoso, descritto da san Paolo (1Cor.5,5), vedi qui, non riguarda solo “un caso” ma molti altri di peccatori impenitenti e l’atteggiamento stesso – errato – di tutta la comunità che si adeguasse al peccatore, fa scattare nel “Buon Pastore”, una severa reprimenda che non lascia scampo alle ambiguità… Per sradicare il peccato dal singolo, ma anche da tutta la comunità perché non ne sia contagiata ed infetta, san Paolo agisce di autorità divina, per stroncare il morbo… San Paolo – con la giovane Chiesa – aveva già chiara la vera PASTORALE, LA PRASSI più consona contro l’insistenza del peccato contro il sesto Comandamento. Dobbiamo forse ricordare il motivo per cui muore san Giovanni Battista?? Il problema, allora, non sta come la dice Bergoglio, ma al contrario e cioè, che oggi la sessualità è degenerata  in sesso… e il vero “clericalismo” è semmai al potere nel mentre COPRE i casi di pedofilia all’interno del clero e si compromette con il mondo omosessualista. Questo non ci farà MAI dire o pensare che TUTTA la Chiesa è coinvolta, si tratta sempre di una minoranza, ma che oggi non viene affatto combattuta dalla gerarchia e Bergoglio, con le sue gravi affermazioni, lo conferma.
Il problema vero è semmai come la spiegava il grande e prossimo beato mons. Fulton Sheen: “Coloro invece che presumono di intendersi profondamente di sesso, in realtà non sanno nulla del suo mistero, perché altrimenti non sarebbero così loquaci in materia.” …la sessualità infatti e il suo uso, è una cosa del tutto naturale donata da Dio e che va educata per l’uso corretto, mentre il sesso è la sua deformazione  che degenera in peccato anche contro natura, alimentando un linguaggio osceno fino ad alimentare ogni forma di pornografia, corrompendo le menti e i cuori… La “fissazione morale“, per come la intende Bergoglio, è esattamente l’errore, ma è tutto suo non della Chiesa nel suo ministero della Confessione. E’ lui, semmai, l’ossessionato e il fissato…. Bergoglio è loquace, infatti, nel condannare il Vangelo stesso sul peccato contro il sesto Comandamento
_01 SULLA LUSSURIA 2In sostanza: laddove – forse – può anche essere vero che la Chiesa debba convertirsi di più contro le gravi ingiustizie sociali (quasi come se Giovanni Paolo II o Benedetto XVI non fossero mai esistiti e non avessero mai condotto una dura battaglia sull’argomento), ciò che è sbagliato è negare la gravità degli altri peccati, quasi declassandoli… come giustamente ha fatto notare Vladimir (in arte Luxuria) con la sua frase trionfalistica!
I Sette VIZI detti CAPITALI… significa appunto CAPITALI, ossia, che se non corretti possono condurre alla dannazione eterna… Non c’è mai stata, perciò una “fissazione morale esclusiva“…. su di un solo Comandamento… forse Bergoglio ha dimenticato, tanto per fare un esempio, il Quinto con le battaglie di Giovanni Paolo II ed una enciclica, Evangelium vitae?? O si vuole accusare di “fissazione morale esclusiva” l’Humanae Vitae di Paolo VI che è contro il quinto e il sesto comandamento? O non vorrebbe Bergoglio, per caso, promuovere ulteriormente la sua Amoris laetitia per difendere i divorziati-risposati con in piedi il primo ed unico matrimonio cristiano, e pure i conviventi? La furbizia di Bergoglio è gesuitica, non dimenticatelo mai!
Ma ritorniamo un momento al Catechismo PER GIUNGERE AD UNA DEGNA CONCLUSIONE. Abbiamo citato i Sette vizi detti capitali, ma ci sono anche i così detti “PECCATI PIU’ GRAVI” (i quali o conducono ai Sette Vizi, oppure sono i vizi che conducono al peccato mortale) e questi sono elencati in due strutture che ci provengono dai Vangeli e che la Chiesa ha inserito nel proprio magistero, essi sono i Sei Peccati contro lo Spirito Santo dei quali è Gesù a dire che, se non ci si converte, non saranno perdonati nè in terra e neppure in cielo. Tra questi sei ricordiamo: L’OSTINAZIONE NEL PECCARE….  E L’IMPENITENZA FINALE… E questi vanno a “braccetto” con i Quattro PECCATI GRAVI che gridano “vendetta al cospetto di Dio” tra i quali troviamo IL PECCATO CONTRO NATURA….  OPPRESSIONE DEI POVERI E IL DEFRAUDARE DEL GIUSTO SALARIO GLI OPERAI… Come vediamo mentre Bergoglio assolve il peccato della carne senza pentimento da parte del reo, declassandolo, per sottolineare il peccato contro l’ingiustizia sociale, già il Catechismo li contempla entrambiMa escludere uno, o declassarlo, per occuparsi maggiormente dell’altro è un grave errore… perché non si potrà mai essere PECCATORI MORTALI e piacere a Dio facendo le opere di bene… basta leggere la conferma in Ezechiele 3,16 ess.
Quando il messaggio di Gesù diventa radicale, cioè è esigente (per esempio che i peccati contro lo Spirito Santo non saranno MAI perdonati), si tende in tutti i modi di renderlo più accettabile abbassando il livello di queste esigenze…. Gesù è davvero radicale, ma papa Francesco è il “buon pastore”, più buono di Dio, come descriveva Dostoevskij – leggi qui – nel suo tremendo racconto in cui ha a che vedere con un gesuita, strana coincidenza! Ecco, questo abbassare i toni sui principi, di fatto diventa un ridimensionare LA VERITAS, e per tanto viene tolta alla verità l’impatto e la forza che essa ha! Allora, sembra chiedersi Bergoglio, vale proprio la pena attirarsi tante inimicizie e tanto odio? Non sarebbe più intelligente mediare questa verità evitando uno scontro diretto, frontale, che può anche diventare mortale? Occupiamoci di altre questioni…. cambiamo tattica, cambiamo canzone.
Ma il problema è che si diventa “parola di Dio-testimoni” quando non si accettano compromessi che mistificano e corrompono la verità, anche a costo della propria vita. Gesù resta fermo nella verità e chiede ai suoi discepoli di restare fermi, allo stesso modo, fino al martirio. Dinanzi al peccato non si può ne tacere e neppure derubricarlo, al fine di acquistarsi simpatie e consenso, perché ne perderebbe il senso l’Incarnazione e del Sacrificio di Gesù.
_010 massoneria 6E allora, togliere la coscienza del peccato – anche uno solo, fosse il più veniale – produce un peccato più grave, un peccato che non è più perdonabileè il peccato contro lo Spirito Santo che poi consiste nel ritenere che Gesù non è il Salvatore del mondo. Se si nega il peccato si nega anche l’azione salvifica di Cristo come MessiaSe uno dice a parole la sana dottrina su Gesù Cristo e dice di ritenerlo suo salvatore (leggasi Lutero), ma declassifica IL PECCATO, anche uno solo, lo sta già rinnegando nella prassi! Sta mentendo!
Il motivo per cui l’uomo possa arrivare a non considerare più il peccato come peccato, risiede in un atto che va contro la Fede e che rimodula, in diverso modo, un modo diverso di vedere il Bene e il male (cfr.Isaia 5,20). Così si ha che ciò che è Bene diventa male e ciò che è male diventa bene. E questa trasformazione è di fatto una tentazione che è sempre in agguato per l’uomo e che ha l’origine nell’invidia che il diavolo ha di Dio. Per tanto quando l’uomo considera il vero come falso, e il falso come vero, non fa altro che aderire al peccato dell’invidia e della superbia del diavolo. Un peccato che non può mai essere più perdonato perché è un peccato contro lo Spirito Santo.
Chi sceglie questa strada della mistificazione di ciò che è vero, avrà come conseguenza quella di OSTINARSI nei propri peccati e, chi si ostina nei propri peccati diventa oramai cieco alla verità e si ridurrà a giungere alla fine della sua vita privato della giusta penitenza, che è la sola che può chiedere ed ottenere la Misericordia di Dio. L’uomo che giungerà alla morte da impenitente, vedrà calarsi nella sua vita futura la più grande disgrazia che gli può capitare, cioè… quella di restare CONFUSO IN ETERNO (cfr.Ezech.3,16 ess). Lo stesso dicasi ovviamente per un sacerdote che, nel confessionale, osasse mentire al penitente, addolcendogli la pillola, ingannandolo sulla realtà del peccato commesso.
  • RICORDA CHE: “O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri,  né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.
    E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!” (1Cor.6,9-11).
    “Vi ho scritto nella lettera precedente di non mescolarvi con gli impudichi. Non mi riferivo però agli impudichi di questo mondo o agli avari, ai ladri o agli idolatri: altrimenti dovreste uscire dal mondo! Vi ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello, ed è impudico o avaro o idolatra o maldicente o ubriacone o ladro; con questi tali non dovete neanche mangiare insieme” (1Cor.5,9-11).
  • “Non dimenticatevi della beneficenza e di far parte dei vostri beni agli altri, perché di tali sacrifici il Signore si compiace..” (Ebr.13,16).
“Rahner ha rovinato tutto e non capisco come mai i gesuiti l’abbiano sopportato fino all’ultimo. Chi di voi gesuiti se ne vuole andare se ne vada, ma chi resta deve essere come sant’Ignazio” (cardinale Giuseppe Siri, vedi qui).

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