ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 3 dicembre 2019

La prima stazione di questa Via Crucis d’Avvento

BESTIARIO. PALA D’ALTARE LGBT, CAMMINO D’AVVENTO CON FANTASMI. DA PAURA

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Cari amici e nemici di Stilum Curiae, un post veloce e veloce dedicato all’Avvento. E a piccoli orrori serpeggianti.
La prima stazione di questa Via Crucis d’Avvento ce la fornisce la Svezia; e considerando quello che è successo a Terni, auspice mons. Vincenzo Paglia, ho esitato a proporla, temendo che con l’andazzo corrente potesse far venire in mente qualche cosa a qualcuno. Ma poi ho pensato che tanto fra di loro queste cosette gli innovatori se le passano di sicuro, senza stare a leggere Stilum Curiae.

E allora ecco a voi la prima pala d’altare LGBT. Come dice entusiasta la persona che ha postato la foto su Twitter,
“Domenica, la storia è scritta. L’unica pala d’altare LGBT della Svezia (Elisabeth Ohlsson Wallin) viene ricevuta nella chiesa di St. Paul a M-island. Certo, è appeso nel coro, accanto alla “vecchia” pala d’altare. Siamo così felici e orgogliosi!”.
Quello che appare è, ovviamente il Giardino dell’Eden…
E poi da Longuelo , Bergamo abbiamo queste belle immagini certamente evocative del Natale, e dell’atmosfera che circonda la venuta del Salvatore. Come scrive su Facebook il parroco, Massimo Maffioletti,
Da qui primi scatti dei corpi spirituali (spiriti incarnati) delle tre opere che guideranno il nostro cammino di Avvento. La tenda in cemento come sempre ospita a noi generare impressioni emozioni e pensieri. Grazie a Viveka Assembergs.
La “Tenda” a cui ci si riferisce è questa:

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Marco Tosatti

3 Dicembre 2019 Pubblicato da  2 Commenti --

https://www.marcotosatti.com/2019/12/03/bestiario-pala-daltare-lgbt-cammino-davvento-con-fantasmi-da-paura/

Strano dunque vero / 11

Ben ritrovati con Strano dunque vero, la rubrica della Chiesa in uscita.
Partiamo da Albenga, in Liguria, dove il vicario generale della diocesi ha benedetto una statua (oggettivamente brutta) realizzata dagli studenti di due classi dell’istituto di scenografia del liceo artistico Giordano Bruno e donata dal Rotary Club di Albenga e dall’associazione Vecchia Albenga.
Ci viene spiegato che la statua, Mater Matuta, rappresenta la Grande Madre, “una divinità femminile primordiale, che si concretizza in forme molto diverse in una vasta gamma di culture” e che “nella mitologia romana la divinità Mater Matuta era la dea del mattino o dell’aurora e quindi protettrice della nascita degli uomini e delle cose”.
Molto bene. Ma perché la benedizione da parte di un prete cattolico?
Forse perché si è pensato che la Mater Matuta sia parente (una zia?) della Pachamama e siccome la Pachamama è stata venerata addirittura in Vaticano è apparso giusto continuare su questa strada?
Come dite? Che è comunque molto strano? Certo: strano dunque vero.
E passiamo all’arcivescovo di Vienna, il cardinale Christoph Schönborn, il quale anche quest’anno l’ha rifatto. Rifatto che cosa?
Ha di nuovo consentito, ed è la terza volta, di tenere nella cattedrale (cattolica) di Santo Stefano un concerto di beneficenza pro-lgbt in occasione della giornata mondiale contro l’Aids, con la partecipazione della drag queen Conchita Wurst e l’organizzazione dell’attivista omosessuale Gery Keszler.
L’anno scorso, alla presenza del signor cardinale, un attore mezzo nudo, noto per aver recitato in ruoli omosessuali, si esibì vicino all’altare in compagnia di ballerini vestiti da demoni.
Alexander Tschugguel, il benemerito cittadino viennese che a Roma ha gettato le Pachamama nel Tevere (e che f.davanti a alla cattedrale di Santo Stefano ha promosso un rosario di riparazione), ha spiegato che da tempo Gery Keszler ha finito i fondi dopo aver perso il sostegno di numerosi sponsor a causa del suo “edonismo sfrenato” e delle accuse secondo cui avrebbe usato il denaro delle donazioni per alimentare il suo stile di vita all’insegna del lusso. Eppure il cardinale Schönborn gli ha messo di nuovo a disposizione la cattedrale.
Tutto molto strano? Certo: strano dunque vero.
Ed eccoci al papa Francesco, il quale l’ha rifatto.
Rifatto che cosa?
Come già in altre occasioni, ha dato una non-benedizione. Rivolto a qualche migliaio di ragazzi riuniti in Vaticano per “I can”, summit mondiale sull’ambiente, al termine ha detto: “E adesso, in piedi tutti, in silenzio, preghiamo uno per gli altri, tutti. Dal nostro cuore, la preghiera. E chiediamo al Signore, chiediamo a Dio, ci benedica tutti”.
A quel punto ci si sarebbe aspettati che impartisse la benedizione apostolica nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Invece no. Ha tenuto le mani unite e ha detto solo: “Amen”.
Forse qualcuno di voi avrà letto (scusate l’autocitazione poco elegante) il mio romanzo fantasy L’ultima battaglia, nel quale immagino una Chiesa cattolica del futuro che, in nome dei nuovi dogmi del rispetto e del dialogo, ha vietato le benedizioni in pubblico. Ebbene, siccome, come spesso succede, la reality supera il fantasy, direi che ci siamo già arrivati.
Come dite? Che è comunque molto strano? Certo: strano dunque vero!
A.M.V.

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