ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 31 dicembre 2019

Tutto molto strano?

Strano dunque vero / 14

Ben ritrovati con Strano dunque vero, la rubrica della Chiesa in uscita.
Apriamo questa puntata di fine anno con “la rivista teologica più letta e più citata nel mondo, la rivista per eccellenza del rinnovamento teologico”. Qual è? Trattasi di Concilium, che “tra i suoi fondatori annovera Karl Rahner, Yves Congar, Edward Schillebeeckx, Hans Küng, Johann Baptist Metz, Gustavo Gutiérrez”, e che dedica l’ultimo fascicolo all’affascinante tema Teologie queer: diventare il corpo queer di Cristo.

Se vi state chiedendo che cosa significhi, sappiate che queer vuol dire eccentrico, insolito,  e la teoria queer si occupa di tutti coloro che sessualmente sono, appunto, eccentrici rispetto al modello eterosessuale tradizionale.
In poche parole, per tale teoria l’identità sessuale non è un dato naturale, ma un prodotto sociale, sicché è scorretto definire una persona come maschio o femmina, uomo o donna, perché ogni persona può essere ciò che vuole, quando vuole e come vuole.
La teologia queer adotta dunque questa fantasmagorica teoria, col risultato che nell’ultimo numero di Concilium possiamo trovare articoli quali i seguenti: Teorie queer e teologie: una introduzioneTeologie queer: diventare il corpo queer di CristoPiù queer di così!; Queer è DioLa teologia ebraica queer in paraboleEcclesiologia: diventare il corpo di Cristo in Asia. Un corpo queer, postcoloniale, (eco)femministaUn invito al dialogo fra teorie queer e teologie africaneL’amore negli ultimi tempi. L’iscrizione escatologica nei corpi affini a un desiderio infinitamente queer; Liturgia queer; Una (introduzione alla) Bibbia queer; Teologie musulmane queer.
Come dite? Tutto molto strano? Certo, strano dunque vero!
E passiamo al cardinale Miguel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso,  il quale si è recato a parlare ai parlamentari del Partito popolare europeo per dire che occorre “rivendicare il pluralismo culturale e religioso” e occorre farlo sulla base del documento firmato dal papa e dal grande imam ad Abu Dhabi, documento che lo stesso cardinale ha contribuito a scrivere.
Come dite? Che quello è un documento eretico perché sostiene che è Dio stesso che vuole la diversità delle religioni? E che è molto strano che un cardinale della Chiesa cattolica lo abbia scritto e ora vada in giro per sostenerlo?
Certo che è strano. E dunque vero.
Molto bene. Passiamo a quel libro interessantissimo che indubbiamente dev’essere Che cos’è l’uomo?, nel quale la Pontificia commissione biblica spiega che il peccato di Sodoma, per cui la città meritò di essere  incenerita, non fu in realtà la sodomia, bensì ”un peccato che consiste nella mancanza di ospitalità, con ostilità e violenza nei confronti del forestiero, comportamento giudicato gravissimo e meritevole perciò di essere sanzionato con la massima severità, perché il rifiuto del diverso, dello straniero bisognoso e indifeso, è principio di disgregazione sociale, avendo in se stesso una violenza mortifera che merita una pena adeguata”.
Come dite? Che vi sembra una conclusione alquanto strana? Certo! Strana dunque vera. D’altra parte la Pontificia commissione biblica (che in questo testo impiega la bellezza di 336 pagine per esporre le sue idee) in qualche maniera deve pur giustificare la sua esistenza.
Ed eccoci a Dublino, dove don Peter O’Connor, della parrocchia di Ballyroan, alla fine della Santa Messa della vigilia di Natale è uscito dalla chiesa su un monopattino elettrico.
Autentico prete della Chiesa in uscita, don Peter ha spiegato ai fedeli di aver ricevuto il monopattino “da Babbo Natale” e di volerlo provare. La gente ha applaudito.
Tutto molto strano? Certo, dunque vero.
Ed ora negli Usa, dove il vescovo di Knoxville Richard Stika ha pubblicato su Twitter un biglietto di auguri di Natale che raffigura lui, il cardinale Justin Rigali e tre cani.
Sia i cardinale sia il vescovo sono vestiti da laici e il testo del biglietto è il seguente: “Buon Natale e felice anno nuovo dal cardinal Rigali, dal vescovo Stika, e da Stella, Rosie e Molly”.
Non si sa quale posto occupino Stella, Rosie e Molly nella gerarchia cattolica. Si sa invece che Stika e Rigali sono molto amici da anni e quando Rigali è andato in pensione, nel 2011, Stika lo ha invitato a vivere nella diocesi di Knoxville.
Già nel 2016 i due amici pubblicarono un biglietto per Natale simile. Però allora la quota canina era rappresentata solo da Rosie e i due indossavano il clergyman.
Tutto molto strano? Certo, dunque vero.
Torniamo a Roma e andiamo direttamente in Vaticano, nell’aula Paolo VI, dove, in occasione del concerto di Natale, una gentile signora india ha invitato tutti (vescovi e monsignori compresi) a incrociare le braccia sul petto e avvertire “una forte vibrazione”. Rivelazione della signora in mondovisione: “È il cuore.  Il vostro cuore, ma anche il cuore della Madre Terra”.
Il quel momento lo spirito della Pachamama, ormai onnipresente in Vaticano, aleggiò sull’aula delle udienze, e di certo i signori prelati si sentirono molto felici e soddisfatti di farsi riprendere dalle telecamere con le braccia incrociate, così da avvertire il cuore della Madre Terra. Non c’è modo migliore per dichiarare di essere dalla parte della Chiesa in uscita.
Come dite? Che è tutto molto strano? Certo, strano dunque vero.
E chiudiamo con la Francia, la figlia prediletta della Chiesa, dove i certificati battesimali non menzioneranno più la paternità e la maternità. L’iniziativa è di monsignor Joseph de Metz-Noblat, vescovo di Langres, nonché presidente del Consiglio per le questioni canoniche della Conferenza episcopale di Francia, il quale ha scritto ai colleghi vescovi affermando che d’ora in poi in qualsiasi certificato battesimale bisognerà limitarsi al “semplice riconoscimento della situazione familiare, senza darne un giudizio morale”. Dunque, niente più “padre” e “madre”, ma solo la menzione neutra di “genitori” e di “persone che hanno l’autorità di genitori”. Strana formula, anche perché i vecchi certificati  non esprimevano alcun giudizio sulla situazione del padre e della madre del battezzato.
Come dite? Che è davvero molto strano? Certo! Strano dunque vero!
Alle prossime stranezze! E buon anno con la Chiesa in uscita!
A.M.V.

WOELKI: LA FEDE NON SI GOVERNA A COLPI DI MAGGIORANZA.


Cari amici e nemici di Stilum Curiae, non viene in generale dedicata molta attenzione purtroppo a quello che sta maturando nella Chiesa tedesca. Che invece è molto interessante, e per certi versi preoccupante. A questo proposito ci sembra interessante riportare brevi stralci di un’intervista che il cardinale di Colonia, Rainer Maria Woelki, ha concesso al giornale tedesco Bild, ripresa dal Tagespost. Buona lettura.

§§§

Nell‘intervista al giornale tedesco Bild, il cardinale di Colonia, Rainer Maria Woelki ha messo in guardia dalle possibili derive originate dal Sinodo dei vescovi tedeschi, che è cominciato da qualche tempo, e dhe durerà due anni. Secondo Woelki, la fede non può essere governata a maggioranza: “Non posso votare se Gesù si sia fatto uomo a Natale oppure no “.
Per quanto riguarda attualmente il processo di riforma in corso all’interno della Chiesa cattolica in Germania, il cardinale Rainer Maria Woelki di Colonia ha messo in guardia contro profondi cambiamenti. “Sono profondamente convinto che armeggiare con le manifestazioni esterne della Chiesa non fanno s’ che si attirino più persone, ha spiegato Woelki nell’’intervista con il giornale Bild. Il fattore decisivo è “non chi lo proclama, che sia un uomo o una donna, che canti canzoni vecchie o nuove, o che il prete sia sposato “.
La misura di tutte le cose, ha proseguito il cardinale Woelki, non sono “i nostri desideri, la nostra vita quotidiana o il nostro spirito del tempo. Ogni cristiano deve interrogarsi ogni giorno e orientare se stesso verso Dio e Gesù. La fede non può essere guidato dalle maggioranze”.
Richiesto di un’opinione sull’impegno delle organizzazioni laiche, il cardinale di Colonia ha detto che si deve ascoltare sicuramente quello che i laici cristiani hanno da dire. Ma i laici cristiani devono anche porsi di fronte al Vangelo e le decisioni della Chiesa. Si può discutere del fatto che i preti non si sposino, ma bisogna anche essere realistici. “Questo non viene deciso nel ramo della Chiesa che parla tedesco, ma dalla Chiesa universale nel suo insieme. La fede non ha mentito per duemila anni, così che oggi possa essere cambiata semplicemente con uno schiocco di dita”.
Marco Tosatti

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