..porta a compimento la rivoluzione conciliare
A - Il modernismo come sistema dissolutorio
La cronaca di questi ultimi mesi non cessa di portare alla ribalta dichiarazioni ed azioni dei massimi livelli della gerarchia cattolica che sono in varia misura riconducibili ai principi del modernismo. Non è ora mia intenzione elencare le numerose deviazioni dalla dottrina tradizionale auspicate o addirittura impunemente professate. Altri lo hanno fatto, e, in generale, in maniera commendevole.
Molti fedeli sono giustamente turbati dagli eventi e più che legittime lamentele si odono nella realtà e si leggono in svariati commenti sul web.
Per andare oltre alle pur condivisibili geremiadi, ritengo utile rifocalizzare ancora una volta la nostra attenzione sulle radici della confusione oggi imperante nella Cattolica, radici che hanno origine appunto nel modernismo, specie nella sua seconda ondata, la nouvelle théologie, la teologia che ha pesantemente influenzato il Concilio, insinuandosi velatamente (abilmente ma non troppo) nei testi del Vaticano II. Col post-concilio il sentire modernista, quasi mai sanzionato, è riuscito a diventare egemone nelle parrocchie e nelle curie, sino ad occupare gran parte del sacro collegio e a rappresentare per molti il (cosiddetto) sensum Ecclesieae. Vogliamo qui dimostrare come mai questa eresia, incistata nel seno stesso della Chiesa, riesca progressivamente a sfarinare l’edificio fondato da Cristo, pur mantenendo una apparente legittimità cattolica.