Lunga intervista del porporato tedescoche parla del prossimo sinodo sulla famiglia: "Se Dio perdona, perché la chiesa non dovrebbe essere in grado di fare altrettanto?" *
A margine dell'affollato incontro alla Fordham University di New York, il cardinale Walter Kasper ha concesso una lunga intervista al magazine Commonweal. Il porporato tedesco – che si sente forte di un legame speciale con il Papa, e lo mette in rilievo in diversi punti – torna sugli argomenti oggetto dei prossimi due Sinodi sulla famiglia convocati da Francesco. Se il tema è ampio, è sulla questione della riammissione alla comunione dei divorziati risposati che le posizioni all'interno del collegio cardinalizio sono variegate e diverse tra loro. La relazione di Kasper che ha aperto il confronto nel concistoro di febbraio ha fatto discutere: da una parte molti interventi hanno criticato le tesi del presidente emerito del Pontificio consiglio per l'Unità dei cristiani, dall'altra (come risulta al Foglio) un gruppo altrettanto consistente ha appoggiato le "domande" poste dal teologo cresciuto alla scuola di Tubinga.
Misericordia, ha aggiunto Kasper, "significa che Dio dà a tutti coloro che si convertono e si pentono una nuova possibilità". Su un punto, il porporato tedesco ci tiene a non essere frainteso: "Il Papa mi ha detto di credere che il cinquanta per cento dei matrimoni non siano validi. Il matrimonio è un sacramento e presuppone la fede". Ecco perché, "è necessario rafforzare la catechesi prematrimoniale". Dare la comunione ai divorziati risposati, poi, non significherebbe negare l'indissolubilità del matrimonio – concetto sul quale si era ampiamente soffermato in una lunga intervista al Foglio il cardinale Carlo Caffarra – ma "se guardiamo all'azione di Dio nella storia della salvezza, vediamo che Dio dà una nuova possibilità. Questa è la misericordia. Dio concede una nuova possibilità senza annullare le esigenze della giustizia. Dio non giustifica il peccato, giustifica il peccatore". E' importante, a giudizio di Kasper, riconoscere "che i cristiani possono fallire, e che quindi vanno aiutati". E se è possibile che i divorziati risposati siano ammessi alla Comunione spirituale, "significa che essi non sono più in una situazione di peccai grave. Quindi, se possono ricevere la comunione spirituale, perché non possono ricevere anche la comunione sacramentale?". In sostanza, si è chiesto il porporato tedesco, "se Dio ha perdonato, perché la chiesa non dovrebbe essere in grado di fare altrettanto?".
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Il canonista che bacchetta Kasper: bene il Sinodo, sbagliato tutto il resto
Bene ha fatto il Papa a convocare due sinodi sulla famiglia, ha detto il cardinale Velasio de Paolis, canonista di rango e presidente emerito della Prefettura per gli affari economici della Santa Sede, al tribunale ecclesiastico umbro: quello dei divorziati risposati è “un problema pastorale spinoso e complesso, una vera piaga dell’odierno contesto sociale che intacca in misura crescente gli stessi ambienti cattolici”. Il problema è che tale questione, aggiunge de Paolis, “ha assunto una prospettiva quasi esclusivamente compassionevole che sottolinea le sofferenze e il dolore dei coniugi coinvolti in tale situazione, perché respinti dall’accesso all’Eucaristia”.
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il problema non e' tanto il dare si' o il dare no la comunione ai divorziati risposati
RispondiEliminama credere o meno alla Scrittura come Parola di Dio
e, in fondo, credere o meno che Dio abbia veramente parlato...
mi e' del tutto chiaro che questi nuovi prelati non credono a quanto scritto nel Vangelo
Dio ci aiuti