Lo stile di padre Alfonso Bruno
A padre Alfonso Bruno, liquidatore dei Francescani dell’Immacolata, è piaciuto il mio articolo dal titolo: Tranquillo, il papa c’è, ma non sei tu.
Sono contento.
Ha voluto commentarlo così (su mediatrice.net e sulla pagina ufficiale dei Francescani dell’Immacolata):
…
Con il recente articolo “Il Papa c’è, ma non sei tu” di Antonio Righi , “Libertà & Persona” sembra acquistare una nuova forma e una nuova sostanza dopo che da mesi aveva assunto il ruolo di trash blog dove confluivano tutte le critiche pretestuose al commissariamento dei Francescani dell’Immacolata…
Vigilius, Peregrinus, Pacomius, sono solo alcuni pseudonimi di vili ex studenti barbuti o sbarbatelli FI, insieme ai loro ex professori in pensione anticipata, apparsi con cinico sarcasmo su Libertà & Persona.
Precipitevolissimevolmente oggi, le suddette firme chiedono – con il vero nome e cognome – la dispensa dai Voti, compreso il Voto Mariano, da loro desacralizzato.
Non la Stella Mattutina, ma forse la seconda stella a destra di Peter Pan, li guiderà verso “l’isola che non c’è”.
Ogni internauta, almeno in un post di Libertà & Persona, non riconoscerà più quella sconcertante tribuna di cacofonie dove si fabbricavano in serie calunnie e menzogne atte ad offendere il Papa, il cardinale Joao Braz de Aviz, Mons. José Rodriguez Carballo, Padre Fidenzio Volpi…
Alcuni post riprodotti pedissequamente sulla colonna de’ “Il Foglio” sono serviti poi al libero sfogo creativo di Francesco Agnoli per consumare la sua “vendetta personale” su Padre Alfonso Bruno, reo – oltre ad essere stato obbediente al Commissario Apostolico – di aver sollevato alcune riserve sul coinvolgimento istituzionale della sua Congregazione alle “Marce per la Vita” organizzate, sotto il coordinamento del Fogliante, da tradizionalisti, teocon e “atei devoti” per le vie della Capitale.
Le polemiche non cesseranno poiché l’orgoglio muore solo a decomposizione iniziata, ma l’analogia della tomba usata da Cristo Gesù contro i Farisei ipocriti ci ricorderà almeno come dietro tante splendide e bianche lapidi marmoree si celi corruzione e fetore di quella morte che tanto si assimila a chi presume di voler difendere la vita nascente uccidendo il prossimo con la lingua e con la penna di un malcelato anonimato o di un goffo donchisciottismo autoreferenziale e firmato”
Questo è il linguaggio di un frate che vorrebbe sostituire padre Manelli alla guida dei Francescani. Definisce con odio i confratelli prima ghettizzati, poi costretti ad andarsene e umiliati in ogni modo. Definisce i confratelli professori di seminario, da lui accantonati senza misericordia alcuna, “ex professori in pensione anticipata“, ritenendo forse che in tanto disprezzo senza misericordia vi sia una qualche piacevole ironia (mentre vi è solo bile e acidità senza limiti) .
Mente riguardo a presunte offesse al papa comparse su questo blog.
Non risponde a nessuna delle accuse circostanziate fatte in passato da vari amici, sempre su questo blog. Si limita a bollarle come pretestuose, sapendo bene che non è vero (a proposito: le continue minacce di denuncia nei nostri confronti, si sono rivelate il solito escamotage di un consumato…giornalista quale padre Bruno si picca di essere, in mille circostanze).
Offende la marcia per la vita, e chi la ha fondata, ammettendo per la I volta, dopo averlo negato infinite volte, di aver contrastato la marcia stessa (dicendo su di essa varie bugie, tra cui che era contaminata da interessi politici).
Mente riguardo ad una presenza fattiva, nella nascita della marcia, di teocon e atei devoti.
In tutto il pezzo esprime un incelabile rancore inverecondo.
La domanda si fa sempre più attuale: se c’erano dei problemi nei Francescani dell’Immacolata (e nessuno ha mai negato che ce ne fossero; è stata negata l’entità e il senso di un provvedimento di annichilimento), era proprio necessario darlo in mano a “frate veleno”?
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2014/05/lo-stile-di-padre-alfonso-bruno/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=lo-stile-di-padre-alfonso-bruno
Padre Alfonso ha ragione, anzi ha detto poco su di voi. E poi da quale pulpito viene la sentenza! Basta rileggere il vostro squallido articolo “Perdonatemi sono autoreferenziale” che, se siete stati precisi, sarebbe stati scritto da qualche sbarbatello di Sassoferrato. Molte delle firme dei 240 frati sono state estorte con l’inganno da gente che, o non conosceva bene l’italiano o non aveva capito bene il problema. Addirittura chi ha scritto è così ignorante da credere che Manelli non potrebbe avere mai insegnato cose non buone! Chiamate ribelli i cinque frati (che poi sono 21) che, a norma del diritto canonico e quindi perfettamente legittimati, hanno presentato un esposto al legittimo superiore anche di Manelli: cioè la Santa Sede. La superstizione impedisce loro di capire che ognuno è tenuto a non ribellarsi e a non disobbedire innanzitutto a Gesù è alla legge di Dio, Manelli è solo una realtà secondaria e, probabilmente, dannosa. Chiamare ribelli quei poveri cinque frati che poi sono stati i primi e più qualificati collaboratori proprio di Manelli è la prova del nazismo culturale imperante nei campi di lavoro Manelli. Per quale motivo il “Libro della santificazione” è segreto? Se un bel po’ di cose che non vanno in quell’Istituto sono dovute alle suggestioni di questo libro, è non solo giusto ma doveroso modificarlo. Voi vi permettete addirittura di insultare padre Alfonso blaterando di suoi presunti malesseri psichici e spirituali, di presunte sue manipolazioni e calunnie, che individuerebbero, se provate, seri problemi psicologici. È proprio questa la prassi e la mentalità imposta in tutti questi anni: chi non la pensa come Manelli anche nelle virgole, oppure soprattutto quelli che hanno scoperto le sue malefatte, venivano etichettati come malati di mente, proprio come nei regimi sovietici, proprio come lo stile del KGB. Non è un caso che appena partito il commissariamento i colonnelli di Manelli si sono presentati con cinque dossier sui cinque frati che hanno fatto l’esposto. Eppure fino a pochi mesi prima questi erano dei bravi frati. La vera vita da lager è quella imposta da Manelli in tutti questi anni ed è quella dalla quale il Commissario e la Santa Sede stanno cercando di far uscire l’Istituto. Chi ha scritto quel deprimente articolo, parafrasando il vostro articolo, dovrebbe firmarsi “frate vergogna”. Pregheremo per voi.
RispondiEliminapiccoli serpenti crescono..
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